L’ ALLEVAMENTO DEL BOVINO DA CARNE IN V ENETO , P IEMONTE E S ICILIA
5.2.2 L’evoluzione del comparto nel periodo 2003-
A completamento dell’analisi fino ad ora presentata si propone una lettura temporale dei dati. In particolare sono considerate le annualità 2003, 2004, 2005 e 2006. L’ampliamento dell’orizzonte analiti- co introduce informazioni derivanti dall’analisi delle principali variabili economiche osservate nel qua- driennio, nonché dal calcolo di alcuni indici di bilancio. Si precisa che i risultati sono espressi in valori correnti.
Gli allegati 5.5 e 5.6 presentano l’evoluzione del comparto durante il periodo considerato secondo le variabili strutturali, economiche e patrimoniali più significative. Le informazioni sono disponibili per regione, declinate per l’allevamento nel complesso e per l’allevamento intensivo.
Dalle Figure 5.7, 5.8 e 5.9 è possibile osservare l’andamento delle principali variabili economiche, per ogni regione e relative all’allevamento intensivo.
Figura 5.7 - Andamento di alcune variabili economiche nel quadriennio 2003-2006 – regione Veneto – Allevamento intensivo
Figura 5.8 - Andamento di alcune variabili economiche nel quadriennio 2003-2006 – regione Piemonte - Allevamento intensivo
Fonte: elaborazioni INEA su dati RICA 2003-2004-2005-2006
Figura 5.9 - Andamento di alcune variabili economiche nel quadriennio 2003-2006 – regione Sicilia - Allevamento intensivo
Dal 2003 al 2004 in Veneto si assiste ad un crollo dei valori di tutte le poste considerate, dalla pro- duzione lorda vendibile al reddito netto che presentano un picco negativo in proporzione superiore rispet- to al calo corrispondente sia dei costi fissi che dei costi variabili. Nel 2005 vi è una buona ripresa del set- tore anche se non vengono raggiunti i livelli del passato per poi mostrare un nuovo calo nel 2006. In par- ticolare un andamento simile nell’arco del quadriennio si può osservare per la produzione lorda vendibi-
le, l’utile lordo stalla7, i costi fissi e i costi variabili. Il reddito netto invece cala nel 2004 per poi mostrare
nel biennio successivo un lieve ma costante incremento.
In Piemonte la situazione si presenta con una crescita dal 2003 al 2004 di tutte le variabili conside- rate. Questo andamento positivo permane fino al 2005 per la produzione lorda vendibile e il reddito netto, ma anche per i costi variabili e per i costi fissi, per poi registrare un picco negativo nel 2006 che riporta i valori, in generale, al di sotto di quelli registrati all’inizio del quadriennio. L’utile lordo stalla, invece, mostra un andamento crescente solo dal 2003 al 2004 per poi mostrare un calo costante fino al 2006.
In Sicilia le variabili produzione lorda vendibile e utile lordo stalla mostrano una crescita dal 2003 al 2004, un andamento piuttosto costante dal 2004 al 2005 e una decrescita dal 2005 al 2006. Tuttavia il reddito netto dopo una crescita nel 2004 continua a calare verso i valori iniziali. Anche i costi variabili dal 2003 continuano a crescere e solo nel 2006 si registra un loro contenimento, mentre i costi fissi rimangono sostanzialmente costanti.
Considerando le tre regioni nel quadriennio si conclude che, da quanto emerge dall’analisi dei dati RICA, per Piemonte e Sicilia l’anno migliore sia stato il 2004, mentre per il Veneto il 2003. Una maggio- re produttività, se associata ad una maggiore attenzione al contenimento dei costi dovrebbe garantire buoni risultati per gli anni successivi.
L’analisi economico-finanziaria della gestione aziendale viene completata con il calcolo di alcuni indici di bilancio. Ciò richiede una fase preliminare che consiste nella riclassificazione del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale. Questa operazione permette di estrapolare le informazioni neces- sarie alla valutazione degli aspetti operativi e strategici dell’azienda. L’obiettivo è quello di porre in evi- denza le grandezze degli aspetti finanziari, patrimoniali e reddituali attraverso una rappresentazione per indici. Questi ultimi forniscono una misura di efficienza e redditività che consente il confronto tra le regioni. L’analisi degli indici ROE (Return on Equity), ROI (Return on Investments), ROS (Return on
Sales)8permette infatti di completare il ragionamento sugli aspetti economici della gestione. In particola-
re per l’analisi degli indici di bilancio sono stati assunti come riferimento alcuni parametri medi sulla base dei quali osservare lo scostamento degli indici ottenuti attraverso i dati RICA (Bartola, Arzeni, 1995). Attraverso i risultati proposti per l’allevamento nel complesso e per l’allevamento intensivo nelle tre regioni considerate (Figura 5.10) si possono infatti trarre alcune considerazioni legate non solo alla redditività per ettari e per addetto, ma anche riguardanti l’entità dei capitali investiti. La redditività dei mezzi investiti risulta soddisfacente addirittura superiore alla media di riferimento sia per il settore nel complesso che per il solo allevamento intensivo. Dai valori del ROE, infatti, risulta che la resa del capita- le di proprietà investito in azienda è superiore al 15%. Questo tasso potrebbe essere paragonato a quelli bancari, tuttavia è necessario sottolineare che:
• il costo della manodopera familiare non è quantificato perciò la remunerazione del capitale di proprietà ha in sé anche la remunerazione del lavoro familiare (sarebbe quindi necessario scor
porarlo perché influisce in eccesso sul valore finale)9;
7 Utile Lordo Stalla = [(Inventario finale – Inventario Iniziale) + (Vendite – Acquisti)]. Si ricorda che in un’azienda zootecnica la Produzione Lorda Vendibile è così costituita: PLV = + Produzione venduta + Autoconsumo + Variazione delle scorte [Produzione in attesa di vendita – Produzione venduta ma prodotta nell’anno precedente] + Utile lordo di stalla [(Inventario finale – Inventario Iniziale) + (Vendite – Acquisti)].
8 ROE (Return on Equity) = Reddito netto/Capitale netto definisce la redditività del capitale proprio; ROI (Return on Investment) = Reddito operativo/Capitale investito individua la redditività degli investimenti totali; ROS (Return on Sales) = Reddito operativo/Produzione lorda vendibile misura la quota di reddito derivante dalla gestione tipica; ROD (Return on Debts) = Oneri finanzia- ri/Fonti di terzi stima il costo del denaro preso a prestito durante l’esercizio.
• nel momento in cui si richiama il confronto con il tasso bancario, è necessario ricordare che i tassi degli istituti di credito remunerano attività finanziarie a rischio molto basso o nullo, mentre il ROE misura la redditività di attività economiche ad alto rischio.
Anche i valori del ROI mostrano, in generale, una buona redditività del capitale investito comples- sivamente in azienda con valori al di sopra del valore medio di riferimento. Pure in questo caso non viene considerato il valore della manodopera familiare. Questo indice fornisce indicazioni sulla capacità di produrre attraverso le attività caratteristiche un reddito adeguato al volume di risorse finanziarie impiegate. La valutazione sulla capacità di pagare gli interessi sui debiti attraverso un sufficiente livello di reddito è rimandata invece a successivi approfondimenti poiché per rispondere a tale questione sareb- be necessario calcolare il ROD (Return on Debts) che, tuttavia, non è stato possibile calcolare a causa di alcune difficoltà riscontrate sui dati RICA e, pertanto, non è possibile nemmeno valutare l’effetto leva finanziaria.
Per quanto riguarda il ROS, invece, si osserva che in nessun caso i valori si avvicinano al dato medio di riferimento. Poiché maggiore è il suo valore migliore sarebbe la capacità dell’azienda di conse- guire prezzi di vendita remunerativi (e/o di limitare i costi dei fattori produttivi) se ne deduce che la quota di reddito derivante dalla gestione tipica non raggiunge buoni livelli e/o che i costi risultano molto elevati, in proporzione, per questo settore.
Figura 5.10 - Rappresentazione degli Indici di Bilancio per le Regioni considerate (valori medi di riferimento ROE = 12,7%; ROI = 10,5%; ROS = 55,3%)
Fonte: elaborazioni INEA su dati RICA 2006
La resa per ettaro addetto e per ettaro riportata nella Tabella 5.16 (RN/ULF e RN/SAU) per le tre regio- ni nell’arco del quadriennio mostra quanto sia mutato lo scenario dal 2003 al 2006 per le aziende di questo set-
9 Gli indici di redditività dovrebbero essere calcolati eliminando il costo della manodopera familiare che potrebbe essere stimato, per esempio grazie, alla valutazione di un prezzo medio orario moltiplicato per il numero di ore lavorate. Si rimanda a successivi, eventuali, approfondimenti l’esercizio descritto.
tore. Per le aziende del Veneto l’attività extra-caratteristica, misurata dal rapporto RN/RO testimonia che nel 2005-2006 il 98% del reddito operativo si trasforma in reddito netto mentre negli anni precedenti non si regi- strano assorbimenti di parte delle risorse (100%). Per indagare su questo punto sarebbe necessario approfondi- re l’analisi per componenti del conto economico e valutare se ad agire sulla parte extra-caratteristica non siano gli interessi passivi o le imposte. Il reddito operativo, poiché consente di fissare un primo livello della redditi- vità aziendale, fornisce la possibilità di individuare la capacità remunerativa dei fattori produttivi attraverso le attività tipiche (gestione caratteristica) dell’azienda agricola. Quest’ultima infatti può conseguire ricavi o sostenere costi non strettamente legati all’attività prevalente quali ad esempio oneri e proventi finanziari, oppure derivanti dalla fornitura occasionale di servizi (contoterzismo). I risultati mostrano che tali elementi, che rientrano nella cosiddetta gestione straordinaria (o extra-caratteristica) siano poco rilevanti. In Piemonte circa il 99% del reddito operativo si trasforma in reddito netto, mentre in Sicilia si registra una trasformazione della posta pari al 100%. In Veneto i valori degli indici di bilancio registrano tutti un calo nell’arco temporale considerato, segno che la resa del capitale investito si contrae. I bassi livelli del ROE testimoniano una diffi- coltà per gli imprenditori a conseguire redditi soddisfacenti. Anche il ROI laddove assuma valori sempre più bassi nel tempo sta a significare che la redditività degli investimenti totali cala, ovvero che le aziende risultano sempre meno capaci di produrre un reddito operativo adeguato al volume delle risorse utilizzate. Infine il ROS, che misura la quota di reddito derivante dalla gestione tipica, cresce lievemente solo in Sicilia.
Tabella 5.16 - Indici di bilancio e alcune componenti delle catene di indici per le tre regioni considerate nel quadriennio 2003-2006. Valori medi aziendali.
Veneto 2003 2004 2005 2006 € RN/ULF 954.274 196.753 263.442 459.459 RN/SAU 10.232 10.357 8.015 6.436 % ROE 23,5 23,0 10,0 15,2 ROI 8,6 8,3 7,5 5,6 ROS 41,1 41,3 27,3 27,8 RN/RO 100,0 100,0 98,9 98,6 Piemonte 2003 2004 2005 2006 € RN/ULF 48.787 78.169 114.090 63.208 RN/SAU 169.030 1.005.496 1.917.262 491.868 % ROE 11,4 19,5 14,6 11,8 ROI 5,5 5,8 6,0 3,9 ROS 30,8 27,6 33,7 23,8 RN/RO 99,8 99,5 99,0 99,8 Sicilia 2003 2004 2005 2006 € RN/ULF 26.960 81.901 76.442 41.726 RN/SAU 39.904 112.541 3.034 753 % ROE 19,3 30,5 29,6 22,0 ROI 9,9 15,9 14,1 7,7 ROS 36,2 48,0 42,2 40,0 RN/RO 100,0 100,0 100,0 100,0
Valori di Riferimento: ROE = 12,7% - ROI = 10,5% - ROS = 55,3%