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L’allevamento bovino e bufalino in Piemonte

L’ ALLEVAMENTO DEL BOVINO DA CARNE IN V ENETO , P IEMONTE E S ICILIA

5.1.2 L’allevamento bovino e bufalino in Piemonte

da una spiccata vocazione alla produzione di carne. Nel 2007 si registravano in regione 16.398 aziende con allevamenti bovini e bufalini, di cui la grande maggioranza da carne e misti, con un’incidenza degli allevamenti da latte pari solamente al 13% del totale.

Analogamente a quanto sta accadendo in altre regioni italiane, l’allevamento bovino piemontese si va sempre più orientando verso strutture produttive di dimensioni medie e grandi, a seguito di un proces- so di razionalizzazione spinto da diversi fattori, non ultimo il cambiamento della modalità di sostegno al settore nell’ambito della PAC. Tra il 2004 ed il 2007 però, a fronte di una netta diminuzione del numero di aziende con allevamenti bovini e bufalini (-9,7%), si è registrata una interessante, seppur limitata, cre- scita degli allevamenti da carne (+3,6%). Al contrario, gli allevamenti da latte e misti hanno subito importanti perdite, rispettivamente di 618 e 1.514 unità (Tabella 5.4).

Tabella 5.4 - Consistenza delle aziende e degli allevamenti bovini e bufalini con almeno un capo in Piemonte (2004-2007)

2004 2005 2006 2007 Var. % Var. ass. 2007/2004 2007/2004 Aziende

Aziende con allevamenti bovini e bufalini 18.161 17.466 16.890 16.398 -9,7 -1.763 - di cui solo bovini 18.153 17.442 16.834 16.339 -10,0 -1.814 - di cui solo bufalini 3 7 5 6 1,0 3 - di cui bovini e bufalini 5 17 51 53 9,6 48 Allevamenti

Allevamenti bovini con almeno un capo 18.756 18.038 17.440 16.917 -9,8 -1.839 - di cui da carne 8.196 7.786 8.197 8.489 3,6 293 - di cui da latte 2.798 2.761 2.602 2.180 -22,1 -618 - di cui misti 7.761 7.489 6.638 6.247 -19,5 -1.514 - di cui senza indicazione di tipologia produttiva 1 2 3 1

Allevamenti bufalini con almeno un capo 8 22 45 38 375,0 30 Totale allevamenti bovini e bufalini 18.764 18.060 17.485 16.955 -9,6 -1.809

Fonte: Elaborazione Inea su dati dell’Anagrafe Bovina Nazionale

Il comparto della carne bovina piemontese si articola in due sub-filiere: quella basata sull’alleva- mento a ciclo aperto dei vitelli da ristallo, e quella dell’allevamento a ciclo chiuso (linea vacca nutrice- vitello) di capi di razza Piemontese (Aimone et al., 2005).

L’allevamento a ciclo aperto, che costituisce la porzione maggiore del comparto, è caratterizzato da una frammentazione del ciclo produttivo e da una riduzione progressiva della forza contrattuale della fase agricola. Le aziende, in genere di medie e grandi dimensioni e spesso con forti esposizioni finanzia- rie, hanno fatto ricorso ad un crescente utilizzo della soccida, un tipo di contratto che di fatto ha contri-

buito a mantenere in vita questo tipo di allevamento, altrimenti divenuto scarsamente retributivo2.

L’allevamento bovino da carne a ciclo chiuso, al contrario, è tradizionalmente legato alla valoriz- zazione della razza Piemontese, i cui capi sono detenuti in aziende a conduzione familiare, generalmente di dimensioni medio-piccole. Negli ultimi anni si è assistito ad un crescente interesse del mercato verso questo tipo di produzione, con numerosi casi di conversione da parte di allevamenti da carne basati su

2 La Soccida è un contratto di natura associativa tra chi dispone di bestiame e che può fornire assistenza tecnica (soccidante) e l’allevato- re (soccidario) che presta lavoro manuale e mette a disposizione il capannone, la lettiera, le attrezzature, l’energia elettrica, etc.. I due contraenti si associano per l’allevamento e per l’esercizio delle attività connesse al fine di ripartire i prodotti e gli utili che ne derivano. Il contratto di soccida, tipico dell’avicoltura, negli ultimi anni si è diffuso anche nel settore del vitello a carne bianca e del vitellone. L’obiettivo dei due contraenti (soccidante e soccidario) è quello di rimanere competitivi in un mercato sempre più difficile, spesso sotto- posto a shock igienico-sanitari, con costi di produzione crescenti e con il crescente peso della distribuzione moderna, che è sempre più esigente in termini di capitolati e di garanzie sul fronte dell’alimentazione zootecnica e della tracciabilità di prodotto.

altre razze, o di allevamenti da latte in difficoltà. Questa crescita del sistema della Piemontese, caratte- rizzato da una rete locale di piccoli produttori e di piccoli macelli, nonché dalla presenza di produzioni certificate, ha tratto impulso anche dagli shock seguiti alle crisi di origine sanitaria che hanno interessato il comparto, come la vicenda della BSE.

Per quanto riguarda la distribuzione degli allevamenti bovini nella regione, si può osservare una forte concentrazione geografica: più del 70% degli allevamenti sono localizzati nelle province di Cuneo e di Torino; mentre la provincia di Cuneo è maggiormente specializzata negli allevamenti da carne, quella di Torino ha una prevalenza di allevamenti da latte e misti (Figura 5.2). Le aree della pianura tra Torino e Cuneo concentrano, per quanto riguarda il comparto della carne, gli allevamenti intensivi a ciclo aperto e sono caratterizzate inoltre da una marcata specializzazione nella produzione di cereali e nell’alimentazio- ne del bestiame (Regione Piemonte, 2007).

Figura 5.2 – Piemonte: distribuzione sul territorio degli allevamenti bovini per tipologia (2007)

Fonte: Elaborazione Inea su dati dell’Anagrafe Bovina Nazionale

Analizzando l’evoluzione delle consistenze dei capi nel periodo 2004-2007 si può osservare una lieve tendenza all’aumento, con un totale di capi bovini nel 2007 pari a quasi 860 mila unità (Tabella 5.5).

Tabella 5.5 - Consistenza capi bovini e bufalini in Piemonte, evoluzione 2004-2007

2004 2005 2006 2007 Var. % Var. ass. 2007/2004 2007/2004 Capi bovini vivi 845.189 821.991 850.250 859.111 1,6% 13.922 - di cui bovini 843.789 820.271 848.137 856.615 1,5% 12.826 - di cui bufalini 1.400 1.720 2.113 2.496 78,3% 1.096 Maschi 277.549 259.044 284.941 286.652 3,3% 9.103 - 0-12 mesi 165.825 152.756 170.453 171.916 3,7% 6.091 - 12-24 mesi 105.431 99.273 107.033 107.320 1,8% 1.889 - 24-36 mesi 3.430 3.990 4.297 3.965 15,6% 535 - oltre 36 mesi 2.863 3.025 3.158 3.451 20,5% 588 Femmine 567.640 562.947 565.309 572.459 0,8% 4.819 - 0- 12 mesi 123.542 120.975 126.304 128.319 3,9% 4.777 - 12- 24 mesi 92.707 91.364 92.819 95.805 3,3% 3.098 - 24- 28 mesi 24.748 23.900 23.216 24.327 -1,7% -421 - 28-60 mesi 150.109 151.777 149.908 147.155 -2,0% -2.954 - 60- 96 mesi 100.141 98.785 95.910 97.922 -2,2% -2.219 - oltre 96 mesi 76.393 76.146 77.152 78.931 3,3% 2.538

Fonte: Elaborazione Inea su dati dell’Anagrafe Bovina Nazionale

In Piemonte la razza più diffusa è la razza autoctona Piemontese, rappresentando il 40% dei capi. Altre razze particolarmente diffuse sono la Frisona Italiana (225 del totale) e i meticci (14% del totale). Per gli allevamenti a ciclo aperto della regione si rileva una forte specializzazione nell’ingrasso di bovini Blonde d’Aquitaine (Garonnese) originari perlopiù dell’Aquitania, area sud-occidentale della Francia.

Tabella 5.6 - Numero di capi distinto per razza in Piemonte (aggiornato al 31/01/2008)

Razze Numero di capi Razze Numero di capi Piemontese 335.893 Pezzata Rossa Italiana Simmental 3.471 Frisona Italiana (Pezzata Nera) 186.397 Sprinzen Pustertaler 2.803 Meticcio/Incrocio 121.782 Aubrac 2.294 Blonde D'Aquitaine/Garonnese 63.670 Frisona Francese 2.189 Limousine 46.341 Frisona Olandese 2.086 Charolais 22.244 Valdostana Castana 1.404 Frisona 19.117 Frisona Pezzata Rossa 1.258 Altre Razze Pezzate Rosse 8.623 Grigia Alpina / Grigia Val D'Adige 932 Pezzata Rossa D'Oropa 8.285 Jersey 874 Valdostana Pezzata Rossa 7.850 Blu Belga 565

Bruna Alpina 6.759 Brentegana 535

Montbeliard 4.417 Altre Razze* 6.589 Altre Razze Pezzate Nere 4.215 Totale 860.593 * il valore indica le razze con meno di 500 capi ed i capi per i quali non è specificata la razza

Fonte: Elaborazione Inea su dati dell’Anagrafe Bovina Nazionale