L’EROE E LE FONDAZIONI GRECHE D’OCCIDENTE
4.8 ANTIFEMO ED ENTIMO: FONDATORI DI GELA
Tucidide colloca la fondazione di Gela quarantacinque anni dopo che fu fondata
Siracusa, ovvero tra il 689 ed il 688 a.C.600 L’iniziativa è ascritta a due gruppi
provenienti da due grandi isole doriche, ovvero Rodi e Creta, guidati
rispettivamente da Antifemo ed Entimo.601 In prossimità del corso d’acqua Gelas
sorse il primo nucleo dell’abitato, situato nel luogo in cui fu eretta in seguito acropoli e al quale fu dato il nome di Lindioi, richiamandosi all’omonima città di Rodi da cui in parte provenivano i coloni:
«Γέλαν δὲ Ἀντίφημος ἐκ Ῥόδου καὶ Ἔντιμος ἐκ Κρήτης ἐποίκους ἀγαγόντες κοινῇ ἔκτισαν, ἔτει πέμπτῳ καὶ τεσσαρακοστῷ μετὰ Συρακουσῶν οἴκισιν. καὶ τῇ μὲν πόλει ἀπὸ τοῦ Γέλα ποταμοῦ τοὔνομα ἐγένετο, τὸ δὲ χωρίον οὗ νῦν ἡ πόλις
ἐστὶ καὶ ὃ πρῶτον ἐτειχίσθη Λίνδιοι καλεῖται: νόμιμα δὲ Δωρικὰ ἐτέθη αὐτοῖς.»602
Un’altra tradizione, tramandata da Stefano di Bisanzio, motiva la natura del nome in relazione al sostantivo “ghiaccio”, “gelo”, che traduce il nome Γέλας nella lingua adottata da Opici e Siculi. La stessa fonte ci fornisce anche una variante, ossia la derivazione del termine dal verbo greco “ridere” dal momento che Antifemo, una volta ascoltato il responso della Pizia, che lo invitava a recarsi a
fondare Gela in Sicilia, scoppiò a ridere.603 Anche la fondazione della città di Gela
venne giustificata dall’oracolo emesso dalla Pizia delfica,604 costituisce un
espediente narratologico volto a giustificare un’azione di conquista in armi e condotta per volere degli dei.
600
Cfr. PALERMO 2006, in cui si precisa che si tratta di una fondazione la cui datazione è certa e si basa sulle informazioni che derivano sia dalla datazione tucididea, sia dalla Cronaca eusebiana. Gela costituisce l’ultima colonia greca in Sicilia, se si esclude il tentativo, peraltro fallito, di Dorieo e della sua spedizione nell’isola.
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Cfr. RACCUIA 1992, p. 298, in cui viene precisato che l’attribuzione ad Antifemo ed Entimo del termine “epoikoi”, non deve essere inteso necessariamente come “coloni che si aggiungono ad altri precedenti”, ma si pensa piuttosto che significhi “coloni che si istallano a spese di o contro qualcuno”, in riferimento agli scontri con le popolazioni autoctone, successivi all’arrivo dei coloni greci.
602 Tucidide, VI, 4, 3 stando a PANVINI 1996, Tucidide attinse da Antioco, supposizione avanzata
sulla base di un’indagine linguistica che rivela l’impiego di particelle non comunemente adottate dallo storico e che sarebbero la spia di un’effettiva lettura puntuale di un altro testo. La cronologia, sulla base delle informazioni della fondazione di Siracusa tramandateci da Tucidide, fissa la fondazione di Gela al 689-688 a.C.
603 Stefano di Bisanzio s.v. Γέλα, il quale riferisce anche una notizia di Aristeneto.
604 Diod. 8, 23, 1; Etymol. Magnum s.v. Γέλα; Stefano di Bisanzio s.v. Γέλα; Sc. a Pindaro Ol.,
180 Erodoto accenna alla questione della fondazione di Gela quando tratta di un antenato di Gelone, colono di Gela, dal quale discende la dinastia dei Dinomenidi, e del suo rapporto con i riti misterici di natura ctonia connessi alle divinità
Demetra e Kore, che larga parte ebbero nella storia della polis siciliana.605 Egli era
originario di Telos ed è da Erodoto tramandato che si fossero uniti nel movimento colonizzatore anche cittadini provenienti dall’isola delle Sporadi. Pausania ci informa invece del fatto che la fondazione della colonia si concretizzò con la progressiva acquisizione del territorio in cui all’arrivo dei Greci erano stanziati gli indigeni, un gruppo di Siculi e Sicani. La conquista, condotta con Antifemo a capo, consentì l’annessione di Omphake, polisma dei Sicani:
«καὶ ἔτεσιν ὕστερον πολλοῖς Δωριέων ἐς Σικελίαν ἐσοικιζομένων, Ἀντίφημος ὁ Γέλας οἰκιστὴς πόλισμα Σικανῶν Ὀμφάκην πορθήσας μετεκόμισεν ἐς Γέλαν
ἄγαλμα ὑπὸ Δαιδάλου πεποιημένον.»606
Ma anche Ariaiton fu conquistata, e per ringraziare la divinità dell’impresa riuscita, venne inviato un cratere nel santuario di Atena Lindia a Rodi, contenuto
nella lista della Cronaca di Lindo.607 Dall’interpretazione di questa e di altre fonti
pertinenti alla fondazione di Gela, si deduce che il gruppo di coloni è eterogeneo, e comprende cittadini greci provenienti da Lindo, ma anche dalle Sporadi, da
Creta, da Tera e probabilmente anche dalla costa meridionale peloponnesiaca.608
Si ha una conferma della componente cretese che prese parte alla fondazione della città, nel rinvenimento di oggetti importati di produzione artigianale cretese o di manufatti locali che presentano caratteristiche riconducibili alla produzione artigianale cretese. Entrambe le tipologie, ovvero manufatti importati e di imitazione cretese, sono attestati fin dall’arrivo dei primi coloni: è il caso, ad esempio, di un pithos situliforme alto 0,74 m, rinvenuto nella tomba 211 della necropoli del Borgo, di sicura fabbrica cretese. Il pithos è decorato a zone con cerchi concentrici ed ha un coperchio a scodellone con decorazioni a fasce e
605 Erodoto, VII, 153, 1-3. 606 Pausania, VIII, 46, 2. 607
Cfr. GUARDUCCI 1969, p. 302 ed il recente studio della Cronaca HIGBIE 2003.
608 Cfr. ASHERI 1980, al quale rimando per un confronto con le altre testimonianze della
tradizione, ma cfr. anche RACCUIA 1992 p, 273 ss, in cui si esamina in particolare la testimonianza di Artemone in nota ai vv. 15-21 della seconda Olimpica di Pindaro: egli fornisce una versione della fondazione di Gela da parte dei futuri Emmenidi.
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rosetta in rosso.609 Il manufatto è stato datato all’VIII secolo a.C.610 e la datazione
alta si spiega col fatto che con molta probabilità fu realizzato a Creta e poi
importato in Sicilia dai i primi coloni che portarono l’oggetto con sè.611
Fig. 43 Pithos situliforme rinvenuto nella necopoli geloa di Borgo (da LO PORTO 1978).
La storia arcaica di Creta contribuisce in maniera determinante alla trattazione delle vicende della fondazione di Gela ed in forma indiretta fornisce delle informazioni che consentono di inquadrare meglio la figura di Entimo, il fondatore che da essa proveniva. A partire dai diversi episodi del mito, che connettono le vicende di Dedalo e di Minosse con la Sicilia e che sono stati recentemente raccolti e indagati da Rizza, alcune vicende storiche consentono di
spiegare meglio i contatti tra le due aree.612 La scelta di fondare una colonia nella
Sicilia centro meridionale è il frutto di un periodo di frequentazioni nell’area attestate fin dall’età del Bronzo: basti pensare ai rinvenimenti nei contesti rituali
609 Si annovera tra la tipologia di pithoi tronco conici a spalla ancora arrotondata, breve labbro e
due anse cilindriche verticali ad attacco rilevato; ne è stato rinvenuto un esemplare analogo nella tomba 5a di Arkades, cfr. LO PORTO 1978 p. 179.
610 La proposta di una datazione così alta è dovuta ai segni di rabberciatura antica sul coperchio;
cfr. LO PORTO 1978, cui rimando per un approfondimento sui manufatti cretesi rinvenuti a Gela.
611
Cfr. COLDSTREAM 1977, p. 375, ma anche PALERMO 2006, p. 256 ss., in cui vengono presentati ulteriori esempi di manufatti cretesi rinvenuti a Gela: basti pensare alle tre statuette dedaliche ma di probabile produzione locale rinvenute nell’area sacra del predio Sola o alla ceramica figurata locale che presenta caratteri cretesi insieme con elementi di altre origini.
612
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di Polizzello e Sabucina.613 Nei primi anni del VII sec.a.C., Creta è caratterizzata
da un fermento economico che investe con maggior forza la parte meridionale dell’isola.614
Nuovi assetti territoriali e istituzionali possono aver ridisegnato il quadro politico e aver determinato scissioni che ebbero come sbocco l’invio di alcuni cittadini a fondare una colonia. La città di Gortyna, sita nell’area della Messarà, vive proprio in questi anni un periodo di splendore, e la presenza di diverse attestazioni del nome “Entimo” nell’onomastica comune del tempo
riconduce immediatamente al nome del fondatore di Gela.615 L’importanza della
città di Gortyna si accrebbe contemporaneamente alla progressiva scomparsa di
centri quali Festòs, Haghia Triada e Kommòs nel corso del VII secolo a.C.616
Anche questo fenomeno può aver determinato l’esodo di cittadini in fuga dalla polis di appartenenza, che convergendo con un gruppo di Rodii, si mossero a fondare Gela. Contestualmente, apprendiamo da Erodoto che la fondazione di Cirene, fissata per il 630 a.C., era avvenuta per iniziativa di coloni Therei guidati
da un ecista cretese: Korobios di Itanos.617 Si unirono poi all’impresa anche Rodii,
stando alla notizia riferita dalla Cronaca Lindia.618 In alcune aree della Libia,619 si
attesta il rinvenimento di ceramica di fabbrica o di imitazione cretese molto simili alla ceramica geloa coeva. Entrambi i fenomeni, ovvero la colonizzazione in Sicilia ed in Africa, si presentano come due faccie di una stessa medaglia: dettati dalle medesime motivazioni, hanno come esito la fondazione di colonie in Occidente, a seguito di una spinta che arriva non solo in Africa settentrionale, ma che da lì risale verso la Sicilia.
Avendo fornito sufficienti testimonianze sull’attendibilità della provenienza degli ecisti nominati dalle fonti, procedo con la spiegazione di un rinvenimento
613 Cfr. PALERMO 2006, p. 260, in cui si fa presente che anche le modalità di svolgimento del rito
sono riconducibili alle tipologie vigenti nella Creta minoica.
614 L’ipotesi di Coldstream è invece differente: sulla base dello stile delle ceramiche cretesi
rinvenute a Gela ha dedotto che i coloni provenissero dalla parte settentrionale dell’isola dell’Egeo, ed in particolare dal centro di Afratì-Arkades, centro la cui produzione in età orientalizzante è assai conosciuta; tali centri si presentano però in una posizione arroccata e poco incline al commercio e agli scambi via mare, per cui è difficile pensare che da questa località siano partiti i coloni; cfr. COLDSTREAM 1977, pp. 289 ss.
615 Per la ricorrenza del nome cfr. GUARDUCCI 1950, p.19.
616 I centri di Kommòs e di Festòs riprenderanno gradualmente vita a partire dalla fine del VII
sec.a.C., con il recupero di alcune aree a destinazione cultuale, cfr. PALERMO 2005, pp. 257 ss.
617
Erodoto VI, 145-146.
618 Cfr. PALERMO 2006, pp. 259 ss in cui l’autore non esclude che un gruppo misto di Rodii e
Cretesi possa essersi aggiunto nel periodo della “seconda fondazione” ad opera di Batto II, agli inizi del VI sec. a.C.
619
183 archeologico che ha fatto supporre l’esistenza di un contesto rituale in cui l’oggetto di culto era Antifemo. La presenza di un’iscrizione rinvenuta su una kylix, con l’indicazione del nome di uno dei fondatori, ha sollevato la questione sulla presenza o meno di un luogo di culto a lui riservato. Si è supposto potesse trovarsi in prossimità del luogo dove avvenne il ritrovamento. L’area del rinvenimento è quella della spianata del Calvario, in prossimità dell’abitato arcaico. Sono sorte però gravi problematiche relative alla datazione della kylix. La conformazione del terreno non rende sicuro lo strato di appartenenza del frammento ceramico: la presenza di un pendio, unita ai forti rimaneggiamenti verificatisi nell’area e allo slittamento dei materiali, costituiscono un ostacolo evidente alla prosecuzione degli studi. Nonostante ciò il rinvenimento della kylix riportante una dedica ad Antifemo, ha costituito una base certa per affermare che dovesse esserci un heroon dedicato all’ecista e collocato in una posizione
leggermente più alta rispetto al luogo di rinvenimento.620
Fig 44. Localizzazione ipotetica dell’Heroon di Antifemo (da PANVINI 1996).
620
184 Si tratta, nello specifico, di un’iscrizione riportata sul piede di una kylix datata al
VI sec. a.C. ca. - primi anni del V sec.a.C.621 L’epigrafe conteneva una dedica in
dialetto dorico, a uno degli ecisti fondatori di Gela:
Μνασιθάλες ἀνέθεκε Ἀντιφάμοι622
L’ipotetica presenza di una forma di culto indirizzato al fondatore di Gela di origini rodie, che causa un oscuramento della figura di Entimo, è stata interpretata come una spia del rinnovato interesse rodio nel Mediterraneo occidentale nella prima metà del VI sec. a.C. Alle stesse premesse è riconducibile l’introduzione del
culto di Atena Lindia e la partecipazione di Rodii alla fondazione di Agrigento.623
In merito all’iscrizione e all’heroon dell’ecista Antifemo, cui sarebbe riconducibile l’heroon a lui dedicato, è auspicabile indagare il legame che certamente intercorre tra il culto suddetto e l’agora di Gela, localizzata nella zona in cui si trova l’attuale piazza della Cattedrale. Di essa non si hanno ad oggi documentazioni archeologiche che consentano di definirne meglio il profilo politico, sociale e religioso, che, come abbiamo visto in altri casi di fondazioni greche in Occidente (ma non solo), rendono conto di un particolare legame con
l’eroe fondatore della città.624