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Si è ritenuto opportuno tratteggiare il percorso artistico dello scultore al fine di favorire una maggiore comprensione dell’importanza del fondo pervenuto al Comune di San Martino di Lupari e permettere una lettura dei singoli pezzi che lo compongono all’interno della produzione complessiva dell’artista.

1 Il dato è stato desunto dal Verbale di deliberazione della Giunta Comunale n.80, 18 aprile 2005. Atto di

accettazione delle opere dello scultore-architetto Antonio Baggio (1985-1975) donate dal figlio Enrico. Il documento è conservato presso la Biblioteca Comunale di San Martino di Lupari.

2 Cfr. Ferronato, Antonio Baggio (1895-1975). Scultore della fede, in «Alta Padovana. Storia, cultura, società.

Antonio Baggio (San Martino di Lupari 27 settembre 1895 - 5 febbraio 1975)3 apprese l’arte dell’intaglio del legno presso la bottega del padre, e, dopo aver frequentato i Corsi di disegno e plastica a Cittadella, studiò all’Accademia di Venezia e si recò a Roma4. Nel corso della sua carriera si cimentò nel disegno, nella pittura e nelle arti decorative5, sviluppò progetti architettonici6 e si dedicò prevalentemente alla scultura. Dopo aver preso parte ai combattimenti della Grande Guerra, al termine del conflitto fu chiamato a realizzare diversi monumenti ai Caduti7. Innanzitutto, nel 1922 venne inaugurato a San Martino di Lupari, in piazza XXIX aprile, il Legionario romano da lui firmato8 e due anni dopo, lo scultore fu selezionato per realizzare un monumento dedicato a La riscossa dal

Piave all’Isonzo a Schio9. Di entrambi i monumenti, così come di quelli intitolati Eroismo

e sacrificio e Verso la gloria, realizzati rispettivamente per il comune di Trecchina e per

quello di San Giovanni in Persiceto, si conservano delle testimonianze presso la collezione in esame10.

Negli anni Venti il Baggio realizzò la prima opera dedicata a Giuseppe Melchiorre Sarto, inaugurando una nutrita serie di sculture intitolate al Pontefice originario di Riese. Al SS. Pio X benedicente realizzato nel 192311 si accostano infatti il busto di San Pio X per il Duomo di Castelfranco Veneto12, il Pio X per la Cattedrale di Boston13 e il Pio X seduto per il Tempio Sansoviniano del SS. Salvatore di Venezia14. Tramite la reiterazione del soggetto e la capacità di penetrazione dell’interiorità dell’effigiato, che rappresenta uno degli obiettivi perseguiti dal Baggio lungo la sua intera carriera e una della abilità

3 Cfr. Fabris Dino, Antonio Baggio. Scultore - architetto 1895-1975, Padova, La Garangola, 1985, pp.14,61; Ferronato, Antonio Baggio, cit., 2008, pp.138,151. 4 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, pp.13,14; Ferronato, Antonio Baggio, cit., 2008, p.138: Ferronato Tommaso, Ritratti profani nell’arte di Antonio Baggio, in «Alta Padovana. Storia, cultura, società. Quaderni della Fondazione Alta Padovana Leone Wollemborg», 13/14, giugno-dicembre 2009, p.177. 5 Cfr. Fabris Dino, Prefazione, in Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.11; Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.13; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.179.

6 Per un approfondimento si rimanda a Fabris, Prefazione, cit., 1985, pp.11; Fabris, Antonio Baggio, cit.,

1985, pp.14,19,27,43; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, pp.179,189.

7 Cfr. Fabris, Prefazione, cit., 1985, p.11; Ferronato, Antonio Baggio (1895-1975). Scultore della fede, cit.,

2008, p.139.

8 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.15; Fabris, Prefazione, cit., 1985, p.11; Ferronato, Antonio Baggio,

cit., 2008, p.139; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, pp.177,178.

9 Cfr. Fabris, Prefazione, cit., 1985, p.12; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.181 10 Cfr. Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.181.

11 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.21; Ferronato, Antonio Baggio, cit., 2008, p.140; Ferronato,

Ritratti profani, cit., 2009, p.181.

12 Cfr. Ferronato, Antonio Baggio, cit., 2008, p.141; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.181.

13 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.31; Fabris, Prefazione, cit., 1985, p.12; Ferronato, Antonio Baggio,

cit., 2008, p.142; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.189.

maggiormente celebrate dalla critica15, si esplica il legame intercorrente tra lo scultore, il territorio veneto e le consuetudini locali16. Come sottolineato da Ferronato, tra i punti di forza dell’artista vi fu sicuramente la capacità di porsi in continuità con la cultura popolare da cui prese le mosse, dando vita ad opere caratterizzate da una profonda spontaneità17. I ritratti realizzati dal Baggio risultano particolarmente interessanti poiché rappresentano un canale privilegiato per entrare in contatto con celebri modelli e grandi ideali, ma soprattutto perché permettono di penetrare all’interno della dimensione più genuina e quotidiana dei personaggi effigiati18. Nell’ambito dell’attività ritrattistica legata agli ambienti ecclesiastici si inseriscono le sculture dedicate a Mons. Giovanni Pellizzari19, a

Mons. Giuseppe Agostini20, a Carlo Agostini21 e, infine, l’opera incompiuta dedicata a

Papa Giovanni XXIII22.

Inoltre, risulta degna di nota, la realizzazione dei busti in bronzo di Re Vittorio

Emanuele III, Cadorna, Diaz, Giardino, Pio X e Benedetto XV per la Sala degli Eroi

dell’Istituto Filippin di Paderno del Grappa, impresa di cui pure rimane testimonianza nel nucleo della donazione Baggio23.

Le esperienze citate evidenziano la portata dell’opera dello scultore, che riuscì a travalicare i confini regionali e nazionali; il Baggio operò perfino per committenti residenti negli Stati Uniti d’America, per i quali realizzò alcune sculture allegoriche e opere di carattere religioso24. In collezione è presente il gesso della scultura intitolata The Spirit of

Detroit, opera tradizionalmente attribuita a Marshall Maynard Fredericks, che Dino Fabris

e Tommaso Ferronato hanno ricondotto al Baggio25.

15 Cfr. Baggio Sebastiano, Presentazione, in Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.9; Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, pp.23,33,41,43,49,61; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, pp.189,190,194. 16 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.33; Ferronato, Antonio Baggio, cit., 2008, pp.141,143; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.176. 17 Cfr. Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.196. 18 Cfr. Ibidem

19 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.21; Ferronato, Antonio Baggio, cit., 2008, p.140; Ferronato,

Ritratti profani, cit., 2009, p.181

20 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.43.

21 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.53; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.197. 22 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.59.

23 Cfr. ivi, pp.25,26; Fabris, Prefazione, cit., 1985, p.12; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, pp.184-185. 24 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, pp.21,27,31,37; Ferronato, Antonio Baggio, cit., 2008, p.142;

Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.189.

25 Cfr. http://historicdetroit.org/building/spirit-of-detroit/; Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, pp.37,43;

Tra le opere eseguite negli anni Sessanta, si ricorda almeno il Monumento all’Abate

Mechitar, che, ordinato dalla Commissione d’Arte Sacra Armena, fu inaugurato nel 1962

presso l’isola di San Lazzaro26.

L’ultima opera realizzata dal Baggio fu il monumento marmoreo dedicato al

Patriarca Carlo Agostini, collocato nel 1968 nel piazzale del Duomo di San Martino di

Lupari27.

In diverse occasioni la critica contemporanea ha posto in evidenza le virtù morali dello scultore e le caratteristiche spirituali della sua arte, ricorrendo a formule che riportano alla mente la letteratura agiografica28. Questo elemento permette un collegamento con le critiche relative all’opera di Adolfo Wildt29 e Fra Claudio Granzotto30, scultori che come il Baggio si dedicarono alla realizzazione di opere di soggetto sacro. Inoltre, per quanto riguarda l’artista luparense, è stato rilevato il rapporto con la tradizione artistica e culturale della penisola, così come quello precipuo con il proprio ambiente d’origine31.

Occorre infine rilevare che, nel corso della sua vita, il maestro ottenne numerosi riconoscimenti e significative attestazioni di stima32.

SCULTURE IN GESSO

Dal momento che il nucleo di sculture pervenuto tramite la donazione del 2005 è costituito prevalentemente da opere in gesso, la raccolta ha assunto la denominazione di Gipsoteca Antonio Baggio33. I gessi conservati presso il deposito della Biblioteca Comunale, che corrispondono ad almeno settantotto numeri inventariali34, permettono di

26 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.47; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.197. 27 Cfr. Ferronato, Antonio Baggio, cit., 2008, p.140.

28 Cfr. Baggio, Presentazione, cit., 1985, p.9; Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, pp.31,33,53; Ferronato,

Ritratti profani, cit., 2009, p.190. 29 Pontiggia Elena, Biografia di Adolfo Wildt, in Adolfo Wildt e i suoi allievi Fontana, Melotti, Broggini e gli altri, catalogo della mostra a cura di Elena Pontiggia (Brescia, Palazzo Martinengo, 23 gennaio - 25 aprile 2000), Milano, Skira, 2000, p.192. 30 Per un approfondimento si rimanda alla scheda dedicata a La gipsoteca del Beato Claudio Granzotto di Chiampo. 31 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, pp.31,41,53,55; Fabris, Prefazione, cit., 1985, p.12.

32 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, pp.31,41,49,57; Fabris, Prefazione, cit., 1985, p.11; Ferronato,

Ritratti profani, cit., 2009, pp.178,189,198.

33 L’informazione relativa al nome della raccolta è stata desunta dalle Schede OA-P compilate nel 2009 da

Daniele D’Anza. La Soprintendenza per i beni artistici e storici del Veneto è identificata quale ente proponente, competente e schedatore.

34 Si è fatto riferimento a quanto riportato nelle novanta Schede OA-P redatte nel 2009 da Daniele D’Anza,

approfondire gli studi sulla produzione dell’artista e sul suo metodo di lavoro e consentono di evidenziare le tipologie e i generi a cui si dedicò con maggiore continuità e successo nel corso della sua carriera.

Innanzitutto si impone all’attenzione l’attività ritrattistica, nell’ambito della quale il Baggio si dimostrò in grado di cogliere e trasmettere efficacemente il “messaggio ideale” degli effigiati35.

Tra i ritratti di personalità del mondo religioso si conservano in collezione il busto di

Mons. Giovanni Pellizzari, realizzato nel 1930 per il Seminario Vescovile di Treviso, il

modello del Busto grande di San Pio X, eseguito nel 1932 per il Duomo di Castelfranco Veneto, e quello di Giuseppe Agostini, risalente al 1963 e collocato nel cimitero di San Martino di Lupari. Nel medesimo genere scultoreo si inseriscono pure i due bozzetti per i medaglioni effigianti i pontefici Benedetto XV e Giovanni XXIII.

Nel campo della ritrattistica legata alla celebrazione di eventi significativi per la storia nazionale, si collocano i modelli dei busti realizzati per l’Istituto Filippin di Paderno del Grappa e il bozzetto del medaglione dedicato a Giuseppe Garibaldi, mentre i busti di Paolo Müller, del comm. Rossetto e della signora Campagna testimoniano l’attività svolta dall’artista per assecondare i desideri di amici e di alcuni membri di famiglie importanti in area veneta36.

Tra i ritratti si ricordano ancora il busto di Bambina con frangetta e alcune opere realizzate prima dell’ingresso dell’Italia in guerra, come il Busto del papà di Antonio

Baggio, Lo scugnizzo e i bassorilievi rappresentanti rispettivamente una Donna con cuffia e

una Donna con fazzoletto in testa. Come dimostrano alcuni gessi realizzati negli anni Trenta e negli anni Cinquanta, le figure femminili furono uno dei soggetti ricorrenti nella produzione dello scultore luparense. Accanto alla scultura di Ebe, si segnalano i gessi della

Donna seminuda con putto ai suoi piedi, della Baccante e de La giovinezza, in cui D’Anza

ha riscontrato memorie bistolfiane. L’ultimo pezzo citato, così come L’indiana37 e il bozzetto legato al monumento dedicato a Lo spirito di Detroit, rappresenta la produzione indirizzata al mercato americano.

Il Baggio, come accennato nella breve biografia, si cimentò anche in una produzione di carattere monumentale, legata sia al mondo religioso sia a quello civile.

l’esistenza di un inventario manoscritto, compilato da Enrico Baggio nel momento in cui decise di donare le opere del padre alla municipalità, e di una Copia aggiornata ottobre 2005. 35 Cfr. Ferronato, Antonio Baggio, cit., 2008, pp.136,137. 36 Cfr. Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, pp.197,198. 37 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.27; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, pp.186-189.

Nella prima categoria si inseriscono diversi pezzi legati alla realizzazione di monumenti dedicati a personalità che rivestirono alte cariche del mondo ecclesiastico. Segnatamente, per quanto concerne il monumento dedicato al Pio X seduto, eseguito nel 1959, si conservano il modello dello Stemma papale di Pio X e i bozzetti relativi alla scultura e al basamento. A questi si aggiunge un’altra Base con iscrizione e stemma di Pio

X, di cui non è stato possibile rintracciare l’occasione realizzativa. Il processo esecutivo

della scultura dedicata a Carlo Agostini nel Duomo di San Martino di Lupari è testimoniato dalla presenza di due bozzetti del monumento, della Testa del Mons. Carlo Agostini e di due mani riconducibili al modello grande dell’opera. Infine, la scultura non realizzata di

Giovanni XXIII è rappresentata da due bozzetti in gesso, mentre in riferimento al

monumento dedicato all’Abate Manuk Mechitar si conservano tre pezzi, ovvero i due bozzetti e le mani che probabilmente facevano parte del modello grande della scultura.

Al secondo ambito sono invece riconducibili i gessi legati alla progettazione dei monumenti celebrativi commissionati allo scultore al termine del primo conflitto mondiale, ovvero quelli realizzati per San Martino di Lupari, Schio38, Trecchina e San Giovanni in Persiceto; si segnala, inoltre, la presenza di un ulteriore bozzetto di Soldato legato alla medesima esperienza bellica.

Il tema del lavoro è rappresentato dal busto in gesso del Minatore cieco e, soprattutto, dai pezzi legati al Monumento al Mutilato del lavoro, che avrebbe dovuto essere realizzato a Marghera negli anni Cinquanta39. Segnatamente, si conservano il modello dell’opera, i bozzetti delle figure allegoriche che avrebbero dovuto essere collocate sul basamento e, infine, quella de Il lavoratore che avrebbe dovuto ergersi sulla sommità del monumento.

Per quanto riguarda le opere di soggetto religioso, si conservano tre bozzetti legati alla rappresentazione dell’Immacolata concezione risalenti ai primi anni Cinquanta, uno studio per un altorilievo con la Maternità realizzato nel 1928, i bozzetti per le sculture in marmo rappresentanti il Sacro Cuore e San Giuseppe con il Bambino destinati all’Istituto Maria SS. Bambina di Trento40, il modello del Sacro Cuore eseguito nel 1943 per il Duomo di San Martino di Lupari e il bozzetto della Madre della Chiesa e della salute realizzato nel 1966 per la chiesa di Marcon41.

38 Il monumento è rappresentato dal suo modello e dal bozzetto per la figura della Sublimazione. 39 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.37; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, pp.193,194. 40 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.43.

Risulta significativa la capacità di stimolare la fede propria delle opere d’arte sacra realizzate dal Baggio, che si autodefinì artista “tradizionale”42 e fu uno degli scultori più apprezzati tra quanti si occuparono di arte sacra43.

Al di là delle opere più note, si segnala la presenza di diversi studi44, de l’Interpretazione del “Davide” di Bernini45, di un altorilievo di Dragone e di quattro formelle con Foglie di alloro, rappresentative dell’attività svolta dal Baggio in campo architettonico.

Le opere presenti in gipsoteca permettono di evidenziare alcuni motivi ricorrenti nella sua produzione; tra questi si ricorda, ad esempio, la posa delle braccia di molte sculture legate agli ambienti religiosi e al culto. Ad esempio, Mechitar, il Cardinale Agostini e Giovanni XXIII presentano gli arti superiori protesi in avanti, in un gesto di fede, di benedizione o, semplicemente, di accoglienza46. Inoltre, come dimostrano i progetti non concretizzati per Detroit e Marghera, in campo celebrativo l’artista ha fatto ricorso più volte ad una struttura elicoidale e alle sue implicazioni simboliche47.

Dalla ricognizione effettuata, è evidente che il nucleo permette di radunare in un unico luogo buona parte della produzione dello scultore e, tramite la presenza di diversi bozzetti riferiti ad una stessa opera, consente di ripercorrere il processo creativo ed esecutivo delle opere.

ALLESTIMENTO

Nonostante il 6 aprile 2006 sia stata istituita una nuova sezione del Museo Civico Umbro Apollonio, denominata Gipsoteca Antonio Baggio48, le sculture sono attualmente sistemate nel deposito predisposto presso la sede della Biblioteca Comunale.

42 Ferronato, Antonio Baggio, cit., 2008, p.140; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.177. 43 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, pp.37,43,47,49,61. 44 Si tratta della Piccola testa di bambino, del Torso virile acefalo e di studi relativi a particolari anatomici; oltre ai pezzi citati poiché riconducibili a specifici monumenti, si segnala la presenza di uno studio di gamba, due di piedi e nove di mani. 45 Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.19; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.178. 46 Cfr. Fabris, Prefazione, cit., 1985, p.12; Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.53; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.201. 47 Cfr. Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, pp.193,194. 48 L’informazione è stata desunta dal Verbale di deliberazione della Giunta Comunale n.81, 6 aprile 2006. Istituzione “Gipsoteca Antonio Baggio” sezione del Museo Civico “Umbro Apollonio”.

COMUNICAZIONE E VALORIZZAZIONE

Attualmente esistono pochi studi sulla produzione di Antonio Baggio, che, come dimostrato dalla qualità dei pezzi conservati presso la Biblioteca Comunale di San Martino di Lupari, meriterebbe maggiore approfondimento.

L’emersione, negli anni Ottanta, di un nuovo interesse nei confronti dell’artista scomparso è testimoniata innanzitutto da una mostra organizzata nell’ambito della manifestazione San Martino Produce ’8449. L’esposizione, nata dalla volontà della Pro Loco e del Comune di San Martino di Lupari, venne allestita presso la casa in cui nacque lo scultore e fu significativamente intitolata Riscopriamo un artista50. Successivamente, in concomitanza con la ricorrenza del decimo anniversario della morte di Antonio Baggio, il figlio promosse la pubblicazione di una monografia volta a presentare l’attività paterna51. Entrambe le iniziative sono state sostenute con l’intento di onorare la “memoria di un emerito cittadino”52.

In seguito all’atto di donazione effettuato da Enrico Baggio nel 2005, Tommaso Ferronato e Marco Pettenuzzo si occuparono di una prima catalogazione dei pezzi53 e nel 2009, per interessamento della Soprintendenza per i beni artistici e storici del Veneto, venne condotta un’attività di schedatura del patrimonio conservato secondo i parametri ministeriali54.

L’interesse nutrito nei confronti delle opere pervenute alla municipalità è dimostrato dalle operazioni di restauro condotte da Giordano Passarella55.

Inoltre si segnala che il fondo è stato oggetto dell’intervento compiuto da Tommaso Ferronato in occasione del IV Convegno internazionale sulle gipsoteche, tenutosi a Possagno tra il 2 e il 3 ottobre 2015 e dedicato a Il valore del gesso come: modello, calco,

copia per la realizzazione della scultura. Lo storico dell’arte ha infatti presentato I gessi di 49 Cfr. “Riscopriamo un artista”, in Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985, p.7. 50 Cfr. Ibidem 51 Cfr. Ibidem 52 Ibidem 53 Cfr. Ferronato, Antonio Baggio, cit., 2008, p.136. 54 Cfr. Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009, p.203. 55 Sulla base delle informazioni riportate nel documento intitolato San Martino di Lupari (PD). Restauro di nove sculture in gesso dello scultore Antonio Baggio. Relazione fine lavori, l’intervento ha riguardato nove gessi, ovvero il bozzetto del monumento con gli Otto soldati, i due busti della Sig,ra Campagna, le sculture de L’indiana e de La giovinezza, il busto di Mons. Giovanni Pellizzari e il Busto grande di Pio X, il bozzetto del Monumento a Carlo Agostini e il busto del Prof. Paolo Müller. Si segnala che è stato necessario apportare modifiche ad alcuni dei titoli riportati nella relazione e che l’operazione è stata condotta confrontando i dati con le altre fonti utilizzate per redigere la presente scheda. Cfr. Fabris, Antonio Baggio, cit., 1985; Ferronato, Antonio Baggio, cit., 2008; Ferronato, Ritratti profani, cit., 2009.

Antonio Baggio (1895-1975): dal Veneto agli USA al pubblico intervenuto, permettendo la

diffusione della conoscenza della collezione, in relazione ad altre gipsoteche internazionalmente note.

NOTE

Le informazioni sui gessi facenti parte del fondo sono state desunte dalle Schede OA-P compilate nel 2009 da Daniele D’Anza.

Un valido aiuto nella ricerca è stato fornito da Stefania Callegaro, responsabile per i Servizi culturali e Sport del Comune di San Martino di Lupari e dal dottor Tommaso Ferronato.