• Non ci sono risultati.

IL NUCLEO DI OPERE DI DOMENICO MANERA

2.1.10. Museo del Cenedese e la Gipsoteca Giust

ORGANIZZAZIONE: Museo del Cenedese

INDIRIZZO: Piazza Marcantonio Flaminio 1, 31029, Vittorio Veneto (TV)

ACCESSIBILITÀ: il museo è visitabile nel weekend negli orari prestabiliti, che

prevedono estensioni differenti nei periodi identificati dal ricorso all’ora legale o a quella solare. Nel primo caso il museo è aperto dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00, mentre nel secondo la chiusura è anticipata di un’ora. Inoltre, lungo l’intero arco annuale, è prevista la possibilità di effettuare visite su prenotazione al di fuori degli orari di apertura sopraindicati1.

PROPRIETÀ E GESTIONE: il Museo del Cenedese è di proprietà civica, ma “la

gestione dei servizi di apertura, custodia, pulizia, didattica e promozione”2 è stata affidata, per il biennio 2016-2017, all’Associazione Mai3. Quest’ultima è stata incaricata, nello stesso periodo, della gestione dei medesimi servizi presso la Galleria Civica “Vittorio Emanuele II”4.

RETE O SISTEMA MUSEALE: il Museo del Cenedese fa parte del Sistema Museale

dei Musei Civici di Vittorio Veneto5 e della Rete Musei Trevigiani6.

1 Cfr. http://www.museivittorioveneto.gov.it/museo_del_cenedese/informazioni.html.

2 Allegato B alla Det. Dir. n. del Comune di Vittorio Veneto - Provincia di Treviso Convenzione per

affidamento della gestione di alcuni servizi e attività del Museo del Cenedese e della Galleria Civica “Vittorio Emanuele II” periodo dal 01.01.2016 al 31.12.2017, p.1, che risulta consultabile al seguente indirizzo:

www.comuneweb.it/egov/Vittorio/.../allegato.1612.2016.2.doc

3 Per maggiori dettagli si rimanda al documento citato nella nota precedente, reperibile, come si è detto,

all’indirizzo: www.comuneweb.it/egov/Vittorio/.../allegato.1612.2016.2.doc e al sito internet dell’associazione: www.maivittorioveneto.it.

4 La collezioni ivi conservata è stata inserita nel campione dei musei esaminati, tuttavia, allo stato attuale

degli studi, non è stata riscontrata la presenza di pezzi di interesse ai fini del presente studio. Cfr. Costaperaria Francesca, Girardello Fabio, La collezione Maria Fioretti Paludetti, Conegliano, Litografia C&D, 2002.

5 Cfr. http://www.museivittorioveneto.gov.it/home.html. Si segnala che è previsto un biglietto cumulativo

che permette di accedere a tariffa agevolata a tutte le collezioni appartenenti al sistema museale; cfr. http://www.museivittorioveneto.gov.it/museo_del_cenedese/informazioni.html.

STORIA DEL MUSEO

Il Museo del Cenedese trova sede presso il Palazzo della Comunità di Serravalle e negli edifici ad esso prossimi, tra cui si segnala il Palazzo Cesena Torres, destinato ad ospitare la sezione archeologica; inoltre rientra nell’articolazione museale anche l’Oratorio dei SS. Lorenzo e Marco dei Battuti di Serravalle7. Il nome dell’istituto museale trae origine dall’area geografica che si estende tra i fiumi Piave e Livenza, tra la Val Belluna e il mare. La costruzione della Loggia di Serravalle prese avvio nel 1462 su iniziativa del Podestà Gabriele Venier, ovvero durante il lungo periodo in cui Serravalle fu inserita tra i domini della Serenissima Repubblica di Venezia. Il progetto di edificazione, insistente sulle fondamenta riconducibili ad una struttura verosimilmente databile al XIV secolo, fu portato a termine sotto il governo del Podestà Domenico Venier, quattordici anni dopo l’avvio dell’impresa. Data la complessità delle vicende storiche che coinvolsero il territorio, pare opportuno ricordare che, dopo l’epoca napoleonica e l’afferenza al Regno Lombardo Veneto, nel 1866, in seguito all’annessione al Regno d’Italia, la comunità di Serravalle si fuse con quella di Ceneda, dando vita al comune attualmente conosciuto con il nome di Vittorio Veneto8.

Il Museo del Cenedese, fondato dal defunto Francesco Troyer, venne inaugurato il 2 novembre 1938. Le collezioni ivi conservate sono eterogenee, in quanto comprendono sia pezzi attinenti all’ambito archeologico sia opere comprese nel campo degli studi storico- artistici.

SCULTURE IN GESSO

Tra i pezzi di più recente realizzazione conservati presso il museo vi sono diverse sculture in gesso in grado di configurarsi quali testimonianze significative della produzione plastica locale. Tralasciando i gessi preparatori legati alla produzione di medaglie di carattere celebrativo, il Museo del Cenedese conserva ventitré sculture in gesso. Venti di esse sono opera di Guido Giusti, a cui si dedicherà un approfondimento nella sezione

7 Salvo dove diversamente indicato, le informazioni riportate in questa sezione sono state desunte dal sito

ufficiale del museo, all’indirizzo http://www.museivittorioveneto.gov.it/museo_del_cenedese/museo.html, e dal documento sulla Loggia di Serravalle reperibile al seguente indirizzo:

www.turismovittorioveneto.gov.it/dms/.../16_loggia_di_serravalle.pdf.

8 Cfr. www.treccani.it/enciclopedia/regno-lombardo-veneto_(Dizionario-di-Storia)/; Posocco Franco,

Augusto Murer, Il Monumento ai Caduti di Vittorio Veneto, Vittorio Veneto, Dario De Bastiani Editore, 2014,

successiva della scheda, mentre le altre tre sono state realizzate rispettivamente da Luigi Borro9, Marco Casagrande10 e Giuseppe Grava11.

Per quanto riguarda le modalità di costituzione del nucleo di gessi, allo stadio attuale delle ricerche si segnala una certa difficoltà nel ricostruire la successione delle diverse tappe di acquisizione. In ogni caso, è noto che la donazione di almeno dodici opere del Giusti fu effettuata nel 1934 da Francesco Franceschini, procuratore dello scultore. Come si evince dalla Deliberazione avente quale oggetto l’accettazione di tale donazione, il nucleo era costituito dalle sculture collocate all’interno dell’edificio che aveva ospitato il Municipio di Ceneda, ovvero

1) L’altalena - Gruppo in gesso bronzeo 2) Il leone Trivigiano - Calco in gesso 3) Apoteosi di San Rocco - Calco in gesso 4) La pietà - Gruppo in gesso 5) Angelo Orante - Bassorilievo in gesso 6) La primavera - Busto in marmo 7) Angelo funerario - Bassorilievo 8) Fregio cimitero (Modello) 9) Crocefisso 10) La Madonna col Bambino - Bassorilievo 11) Motivi decorativi 12) Testa di vecchia - Gesso Bronzeo12.

In seguito a tale atto munifico, si decise di collocare le opere nel salone dell’edificio in cui si trovavano in precedenza. Come evidenziato dalla scheda redatta da Vittorino Pianca sul Leone di S. Marco, lo spostamento delle opere potrebbe essere stato effettuato in

9 Si tratta di un primo bozzetto in gesso dedicato alla figura di Daniele Manin, eseguito nel 1873 in vista

della realizzazione del Monumento a Daniele Manin a Venezia. A tale proposito, risulta interessante il confronto con il modellino realizzato nello stesso materiale conservato presso il Museo Correr. Cfr.

Memoriette plastiche, in GraviLievi. Mostra della Scultura di Piccolo Formato. 2, catalogo della mostra

(Vittorio Veneto, 12 novembre 2006 - 14 gennaio 2007), Casier, Biblioteca Cominiana, 2006, p.17. Inoltre si segnala che in collezione si conserva pure un Ritratto di anonimo realizzato dal Borro in marmo. Cfr.

Memoriette plastiche, cit., 2006, p.18.

10 Per un approfondimento sul Busto di Alessandro Fullini eseguito dal Casagrande, si rimanda a Memoriette

plastiche, cit., 2006, p.15.

11 Si tratta del Busto di Padre Giuseppe Sommavilla, come appurato nel corso del sopralluogo effettuato

presso il Museo del Cenedese il giorno 23 febbraio 2016.

12 Il dato è riportato nel Registro Deliberazioni di Giunta 1934, di cui si conservano delle fotocopie presso

l’Archivio del Museo del Cenedese. Tali fotocopie presentano alcune annotazioni manoscritte volte a collegare le opere citate a quelle presenti in collezione. Segnatamente, accanto ai numeri 1,3,5,6,7,9,12 sono state apposte esclusivamente delle x, mentre, in aggiunta a tale segno, il numero 4 è accompagnato dall’annotazione recante il titolo “La beneficenza” e il numero 8 dall’ipotesi che si possa trattare di “quello con le due donne e cornice vuota”. Nel momento in cui furono inserite le note il numero 2 risulta “Non noto”, così come il numero 10, a cui si affianca però l’ipotesi “Che sia quello in casa dell’orefice Da Re in piazza Salsa”, ovvero Piazza San Michele Arcangelo. I “Motivi decorativi” riportati al numero undici furono invece identificati con “I putti”.

occasione della nascita del Museo della Battaglia, destinato nel 1938 ad occupare proprio la Loggia Municipale di Ceneda13.

Il 19 marzo 1939 fece ingresso in museo il busto di Marcantonio Flaminio, proveniente dal Municipio di Vittorio Veneto, mentre la presenza del bozzetto in gesso del

Daniele Manin realizzato dal Borro è frutto di un acquisto effettuato dall’amministrazione

comunale.

Il Busto del Padre Giuseppe Sommavilla realizzato da Giuseppe Grava nel 1936 è stato invece donato dal figlio dello scultore, recante lo stesso nome del padre e attivo nel campo della medaglistica, come dimostrano gli esemplari appartenenti alle stesse collezioni civiche vittoriesi.

Le informazioni fornite, per quanto sommarie, sono sufficienti ad evidenziare il prevalere degli ingressi determinati da lasciti e donazioni, rispetto a quelli seguiti ad atti di acquisto.

Tutti gli artisti rappresentati nella sezione del museo denominata Gipsoteca Giusti sono legati alla Marca Trevigiana e, in particolare, al territorio del Vittoriese. Segnatamente, Borro14 e Giusti nacquero a Ceneda, mentre Casagrande ebbe i natali nella vicina frazione di Campea di Miane15 e le origini di Grava si ritrovano a Revine16. Per tale motivo, come si è detto in apertura a questa sezione della scheda, la collezione di gessi del Museo del Cenedese risulta strettamente legata alla storia e alla cultura locale, dimostrando una sostanziale coerenza con la denominazione del museo e le intenzioni che determinarono la sua fondazione.

13 La scheda è stata consultata presso l’Archivio del Museo di Ceneda.

14 Per un approfondimento si rimanda almeno alla biografia e alle indicazioni bibliografiche riportate in

Panzetta Alfonso, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell’Ottocento e del primo Novecento, Torino, AdArte, 2003, p.103. Tuttavia, ai fini del presente studio, risulta di particolare interesse la ricognizione effettuata da Massimo De Grassi nei brevi Appunti sulla scultura dell’Ottocento nel Vittoriese, scritti in occasione della seconda edizione della mostra intitolata GraviLievi, svoltasi a Vittorio Veneto tra il mese di novembre del 2006 e il gennaio successivo. Lo studioso ha infatti posto in evidenza l’esistenza di un rapporto allentato tra lo scultore e il suo territorio d’origine, in quanto il Borro fu attivo prevalentemente nell’ambiente veneziano. Cfr. De Grassi Massimo, Appunti sulla scultura dell’Ottocento nel Vittoriese, in

Memoriette plastiche, cit., 2006, pp.5,6.

15 Maggiori informazioni sulla figura di Marco Casagrande e sul suo percorso artistico sono riportate in De

Grassi, Appunti, cit., 2006, pp.3,4.

16 Per un approfondimento si rimanda a Tomasi Giovanni, Biografia, in Giuseppe Grava senior scultore 1897-

1949, catalogo della mostra (Revine, 1985), Susegana, Arti Grafiche Conegliano, 1985. Risulta interessante

sottolineare che il Grava fu amico del Granzotto, scultore a cui sono dedicate due gipsoteche in Veneto, delle quali sono state redatte le relative schede. In particolare, lo scultore santalucese, nel 1947, avrebbe affidato al Grava, conosciuto anni prima nello studio di Vittorio Celotti, il completamento di una scultura marmorea della Vergine per il convento di Vittorio Veneto. Tomasi, Biografia, cit., 1985.