Come anticipato, l’unico nucleo di gessi presente in museo è quello riconducibile alla figura di Guido Giusti, di cui pare opportuno fornire una breve biografia tesa ad inquadrare, quando possibile, le opere presenti in collezione nel percorso artistico complessivo dell’autore.
Pasquale Alessio Giusti (Ceneda, 15 settembre 1853 - Vittorio Veneto 25 febbraio 1935), maggiormente conosciuto con il nome di Guido, ricevette i primi insegnamenti artistici da Jacopo Stella17. Ciò pare confermato dal fatto che nel 1891 lo scultore fu, con Francesco Guerrini e Vincenzo Tonello, tra i promotori di una sottoscrizione in vista dell’esecuzione di un medaglione bronzeo in ricordo dell’artista defunto, qualificato quale “venerato nostro maestro”18. Tale impresa risulta testimoniata da un bozzetto in gesso per un medaglione con il ritratto di Jacopo Stella che attualmente è collocato nei depositi del Museo del Cenedese19.
Dopo i primi studi, il Giusti frequentò l’Accademia a Venezia, città in cui ebbe l’occasione di prendere parte a diverse mostre, tra cui l’Esposizione Nazionale tenutasi nel 188720. Presso l’Esposizione Triennale di Belle Arti di Brera del 1894 lo scultore espose un’opera identificabile con quella intitolata Amplexus in aere, o L’Altalena, attualmente esposta presso il Museo del Cenedese21. In seguito, realizzò la scultura de La pittura ad ornamento della facciata della sede in cui si tenne la prima edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia22.
Dopo aver ricevuto alcune commissioni legate alla rappresentazione di personalità del mondo religioso, nel 1914 ottenne l’incarico di realizzare una riproduzione in bronzo della lunetta marmorea con La Gloria di S. Rocco collocata sulla facciata della chiesa
17 Cfr. De Grassi, Appunti, cit., 2006, p.14; Delfini Filippi Gabriella, Guido Giusti. Scultore tra Vittorio Veneto e Venezia, in Pianca Vittorino, Guido Giusti scultore. Ceneda 1853 - Vittorio Veneto 1935, Conegliano, Grafiche C&D, 2002, p.[3]. 18 Delfini Filippi, Guido Giusti, cit., 2002, p.[3]. 19 L’informazione è stata confermata dal sopralluogo effettuato presso il museo. 20 Cfr. De Grassi, Appunti, cit., 2006, p.14; Delfini Filippi, Guido Giusti, cit., 2002, p.[4]. 21 L’opera subì un’operazione di bronzatura in un momento successivo all’ingresso nelle collezioni museali;
probabilmente l'intervento fu condotto tra il 1964 e il 1968, in concomitanza con le operazioni di ristrutturazione che coinvolsero la sede. Cfr. De Grassi, Appunti, cit., 2006, p.14; Delfini Filippi, Guido Giusti,
cit., 2002, p.[4]; Memoriette plastiche, cit., 2006, p.22. L’informazione riguardante l’intervento di
bronzatura è riportata anche nella scheda dell’opera conservata in archivio, la quale presenta caratteristiche inventariali.
Inoltre si segnala che nel 2002 fu effettuata la fusione in bronzo dell’opera al fine di collocare la scultura nei giardini che fronteggiano il Palazzo Municipale di Vittorio Veneto. Cfr. De Grassi, Appunti, cit., 2006, p.14;
Memoriette plastiche, cit., 2006, p.22.
dedicata a tale santo a Venezia23. Nonostante l’opera di Giovanni Marchiori presentasse condizioni conservative critiche, l’impresa, di cui rimane testimonianza in museo grazie al gesso esposto nella sala della Gipsoteca, poté essere portata a compimento solo nel 192124. In merito alla fase conclusiva della vita dello scultore vi sono poche informazioni, tuttavia è noto che egli si spense in condizioni di povertà presso la Pia Casa di Ricovero di Meschio25.
Gabriella Delfini Filippi ha sottolineato il fatto che i gessi del Giusti presenti in collezione rappresentino una testimonianza di
una sua attività scultoria indirizzata a soddisfare le richieste di una committenza locale per abbellire siti religiosi, sepolcri e monumenti funerari della sua città e della regione26.
La versatilità e l’ecletticità del Giusti, in linea con le esigenze dell’epoca, sono state rilevate pure da Massimo De Grassi27. Secondo lo studioso le opere in esame sono in grado di tracciare il profilo
di un artista poliedrico, capace di passare con disinvoltura dal ritratto celebrativo alla delicata lapide funeraria, dai gruppi complessi che richiedevano trattamenti virtuosistici alle semplici cornici decorative, per finire con la tarda riproduzione in bronzo del rilievo settecentesco di Giovanni Marchiori28.
Per ovvie ragioni, le problematiche legate all’identificazione delle opere realizzate a partire dai gessi conservati presso il Museo del Cenedese non possono essere indagate in questa sede, tuttavia risultano di interesse le motivazioni che spinsero la Giunta ad accettare la donazione delle opere dello scultore. Nel Registro Deliberazioni di Giunta 1934 si legge infatti che
il nobile gesto del Prof. Guido Giusti merita plauso anche per i fini da esso dichiarati nella donazione quale cittadino per rendere omaggio alla città natale e
23 Cfr. Delfini Filippi, Guido Giusti, cit., 2002, pp.[4],[6-8]. 24 Cfr. De Grassi, Appunti, cit., 2006, p.14; Delfini Filippi, Guido Giusti, cit., 2002, pp.[6-8]. 25 Cfr. Delfini Filippi, Guido Giusti, cit., 2002, p.[8]. 26 Delfini Filippi, Guido Giusti, cit., 2002, p.[8]. 27 Cfr. De Grassi, Appunti, cit., 2006, p.14. 28 De Grassi, Appunti, cit., 2006, p.14.
quale Maestro offrire ai giovani artisti concittadini modelli e tipi di cui possono giovarsi nell’arte loro29.
La decisione del Comune testimonia l’attenzione rivolta all’opera di un cittadino illustre, considerata un utile strumento per lo sviluppo culturale della comunità e per l’educazione artistica delle giovani generazioni.
ALLESTIMENTO30
La maggior parte dei ventitré pezzi presi in esame in questo studio è visibile lungo il percorso di visita del museo. Ad eccezione dei due gessi bronzati de L’altalena (Amplexus
in aere) e de La beneficenza, attualmente collocati nella Sala del Maggior Consiglio,
utilizzata anche come sala conferenze, le altre opere esposte sono raccolte nella sala denominata Gipsoteca Giusti. Qui i gessi trovano posto lungo il perimetro dell’ambiente, su una superficie d’appoggio continua o appesi alle pareti. La distanza tra le diverse opere consente una fruizione corretta delle stesse e il visitatore può beneficare del supporto delle didascalie, che non sono presentate singolarmente, ma raggruppate sulla base della distribuzione delle opere nello spazio. Occorre inoltre precisare che, in aggiunta alle sculture in gesso, sono qui esposti i marmi del Busto di ragazza (Primavera) di Guido Giusti e del Ritratto di anonimo di Luigi Borro.
Secondo la testimonianza fornita dal personale del museo, i lavori di sistemazione di tale ambiente dovrebbero risalire al 1992, ovvero all’anno precedente alla campagna di restauri effettuati dalla ditta Ar.Co di Padova31, che ha riguardato la maggior parte delle opere esposte in questa sezione del museo. Il Busto dell’Abate Fullini era invece stato restaurato nel 1984 ad opera della ditta ENTECO, in occasione della realizzazione di una copia dello stesso.
29 La citazione è stata estrapolata dal Registro Deliberazioni di Giunta 1934. 30 Le informazioni riportate in questa sezione sono state ricavate in occasione della visita al museo e della consultazione dell’Archivio museale. 31 Le informazioni in merito alla campagna di restauro sono state desunte dalle schede inventariali delle opere.
COMUNICAZIONE E VALORIZZAZIONE
Recentemente32 è stato creato il sito internet dedicato ai Musei Civici di Vittorio Veneto, che sulla Homepage presenta, sotto l’immagine di intestazione, i link alle quattro collezioni coinvolte33.
Si ritiene particolarmente significativo il fatto che l’immagine del gesso de
L’Altalena, eseguito da Guido Giusti, sia stata scelta per fungere da collegamento
ipertestuale alla sezione dedicata al Museo del Cenedese34. Il menu della pagina principale si articola in “Il Museo”, “Didattica”, “Eventi” e “Informazioni”35. In particolare, alla prima voce corrisponde un sottomenu dedicato alla ricostruzione della storia de “La Loggia”, all’articolazione delle sale della stessa e delle diverse sezioni afferenti all’istituto museale e, infine, alla mappa utile per raggiungere la sede36. Infine, per quanto riguarda l’uso dei differenti canali di comunicazione, si segnala la presenza di una pagina dedicata alla “Mediateca”37.
Le informazioni relative alla “Gipsoteca Giusti”, per quanto necessariamente generiche, sono facilmente reperibili. Tra le informazioni fornite in merito alla sala dedicatagli, accanto ad alcuni dati biografici dell’artista cenedese, si offre un approfondimento sull’opera intitolata Amplexus in aere e accenni alla lunetta con La
Gloria di S. Rocco e al marmo de La primavera. Inoltre si fa riferimento alla presenza di
opere di Marco Casagrande e di Luigi Borro, che si configura come lo scultore più noto tra quelli rappresentati in questa sezione del museo38.
Tra le proposte didattiche previste dall’Associazione Culturale Mai, si segnala la presenza di un percorso e di un laboratorio dedicati a “La scultura veneta tra XIX e XX
secolo: Guido Giusti”39. Il target di riferimento di tali attività è costituito dalle classi della
scuola primaria e secondaria di I grado40. L’approfondimento storicoartistico riguarda “La produzione artistica del Giusti e di altri scultori locali, a confronto con la più celebre
32 Si segnala che, almeno fino al 16 marzo 2016, il sito web ufficiale del Museo del Cenedese era il seguente: www.museocenedese.it. 33 Cfr. http://www.museivittorioveneto.gov.it/home.html. 34 Cfr. http://www.museivittorioveneto.gov.it/home.html. 35 Cfr. http://www.museivittorioveneto.gov.it/museo_del_cenedese.html. 36 Cfr. http://www.museivittorioveneto.gov.it/museo_del_cenedese/museo.html. 37 Cfr. http://www.museivittorioveneto.gov.it/museo_del_cenedese/museo.html. 38 Cfr. http://www.museivittorioveneto.gov.it/museo_del_cenedese/museo/giusti.html. 39 È possibile scaricare il depliant con la presentazione dettagliata delle attività proposte dall’Associazione
Culturale MAI dalla sezione “Didattica”. Cfr. Itinerari didattici Museo del Cenedese, p.5, disponibile all’ indirizzo: http://www.museivittorioveneto.gov.it/museo_del_cenedese/didattica.html.
statuaria neoclassica di Antonio Canova”41 e “L’origine di un manufatto scultoreo: indagine sui processi creativi per arrivare dal bozzetto alla statua”42. Ciò conferma la necessità di un confronto con la produzione canoviana, che in Veneto risulta irrinunciabile, ma anche lo sviluppo di una particolare attenzione alle problematiche connesse alla diffusione della conoscenza e alla valorizzazione della scultura ottocentesca, che si configura ancora oggi come un settore poco studiato della produzione artistica contemporanea.
Le “Informazioni” riguardano gli orari di visita, il costo dei biglietti e i contatti necessari per le prenotazioni43; a queste si aggiungono quelle relative agli “Eventi” promossi su Facebook, Social Network a cui è garantito il collegamento44.
Nella parte inferiore della pagina iniziale della sezione del Museo del Cenedese, il collegamento al sito web dedicato alla promozione turistica della città dimostra il forte legame esistente tra l’istituto museale e il territorio di appartenenza.
NOTE
La ricognizione effettuata intende offrire esclusivamente una panoramica generale, demandando ad altra sede ulteriori approfondimenti.
Le informazioni sulle sculture in gesso conservate presso il Museo del Cenedese sono state ricavate dal sopralluogo effettuato presso la sede museale in data 23 febbraio 2016 e dai documenti consultati presso l’archivio.
BIBLIOGRAFIA
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1985), Susegana, Arti Grafiche Conegliano, 1985
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Costaperaria Francesca, Girardello Fabio, La collezione Maria Fioretti Paludetti, Conegliano, Litografia C&D, 2002. 2003 41 Itinerari didattici al Museo del Cenedese, p.5. 42 Itinerari didattici al Museo del Cenedese, p.5 43 Cfr. http://www.museivittorioveneto.gov.it/museo_del_cenedese/informazioni.html. 44 Cfr. https://www.facebook.com/museocenedese/.
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Memoriette plastiche, in GraviLievi. Mostra della Scultura di Piccolo Formato. 2, catalogo della mostra
(Vittorio Veneto, 12 novembre 2006 - 14 gennaio 2007), Casier, Biblioteca Cominiana, 2006.
2014
Posocco Franco, Augusto Murer, Il Monumento ai Caduti di Vittorio Veneto, Vittorio Veneto, Dario De Bastiani Editore, 2014
SITOGRAFIA
Allegato B alla Det. Dir. n. del Comune di Vittorio Veneto - Provincia di Treviso Convenzione per affidamento della gestione di alcuni servizi e attività del Museo del Cenedese e della Galleria Civica “Vittorio Emanuele II” periodo dal 01.01.2016 al 31.12.2017, consultabile al seguente indirizzo:
http://www.comuneweb.it/egov/Vittorio/.../allegato.1612.2016.2.doc, ultima visita 16 marzo 2016 Associazione Culturale Mai, www.maivittorioveneto.it, ultima visita 16 marzo 2016
Itinerari didattici al Museo del Cenedese, disponibile al seguente URL:
www.museocenedese.it/didattica%20new/itinerari_museocenedese.pdf, ultima visita 29 maggio 2016 Museo del Cenedese, http://www.museivittorioveneto.gov.it/museo_del_cenedese/, ultima visita 29 maggio 2016
Rete musei della provincia di Treviso, retemusei.provincia.treviso.it/tag/a-artistico, ultima visita 29 maggio 2016
Treccani, Regno Lombardo Veneto, www.treccani.it/enciclopedia/regno-lombardo-veneto_(Dizionario-di- Storia)/, ultima visita 16 marzo 2016
Loggia di Serravalle reperibile al seguente indirizzo:
2.1.11. La Gipsoteca canoviana di Possagno
ORGANIZZAZIONE: Museo e Gipsoteca Antonio Canova
INDIRIZZO: Via Antonio Canova, 74, 31054, Possagno (TV)1
ACCESSIBILITÀ: generalmente il museo è visitabile dal martedì al sabato, dalle ore 9.30
alle ore 18.00, mentre nei giorni festivi e alla domenica l’orario di visita è prolungato fino alle ore 19.00. Il giorno di chiusura è solitamente fissato al lunedì, ma in caso di festività è prevista un’apertura straordinaria. Infine, si ricorda che il museo rimane chiuso in corrispondenza dei giorni di Natale e Capodanno e Pasqua2.
PROPRIETÀ E GESTIONE: nel 2005 è stato estinto il Lascito Fondazione Canova
(IPAB), costituito da Giambattista Sartori nel 1853; il Comune di Possagno è risultato assegnatario dei beni dotati di interesse storicoartistico, mentre gli altri sono stati devoluti alla Fondazione Canova onlus, che a quell’epoca era stata appena costituita3. Quest’ultima è incaricata di occuparsi anche della gestione dei beni di proprietà civica, svolgendo le attività necessarie a garantire la conservazione e la valorizzazione degli stessi4.
RETE O SISTEMA MUSEALE: il Museo e Gipsoteca Antonio Canova, oltre ad inserirsi
della Rete Musei Trevigiani5, fa parte, congiuntamente al Museo Civico di Asolo, a Villa Emo a Fanzolo di Vedelago, a Villa Barbaro a Maser, al Museo Casa Giorgione a Castelfranco Veneto, della cosiddetta Isola dei Musei6.