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Apollo ἑκάβολος, ἐπήβολος nel Pindaro d’Ossirinco.

Intertestualità dell’Hymn Ap.

P. Oxy 841, Oxy 2240 + 2442, Oxy 1792, Louvre E 7734 + 7733).

2.3.2 Apollo ἑκάβολος, ἐπήβολος nel Pindaro d’Ossirinco.

Iniziamo col dire che sono approssimativamente due le tendenze maggioritarie tra gli interpreti della figura d’Apollo in Pindaro: se per alcuni il dio rappresentato negli epinici è il musico protettore della divinazione (il dio insomma degli ultimi versi dell’Hymn. Ap.),72

per altri invece egli apparirebbe come il vendicatore per eccellenza, che, confondendosi nella turba dei combattenti, ne esce vittorioso (il dio, dunque, che sopprime Telfusa).73

71 Un primo esempio di studio sull’epiteto d’Apollo in Pindaro è in Stefos 1975, pp. 221-51;

Kyriazopoulos 1988, pp. 365-68.

72

Duchemin 1955, pp. 106, 115; Stefos 1975.

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Partendo dalla suddivisione in tre categorie degli epiteti d’Apollo nei papiri e avvalendomi dell’indice Snell – Maehler per le attestazioni del nome,74

a conclusione dell’intera riflessione cercherò di capire quanto di luminoso e ispirato vi sia nell’Apollo di Pindaro, secondo i papiri e data una fissa tradizione preesistente. I papiri cui farò riferimento nel corso della trattazione sono Π4

(P. Oxy. 841 = Pack 1361), Π5

(PSI ii 47 = Pack 1362), Π6 (P. Oxy. 1791 = Pack 1364), Π7 (P. Oxy. 1792 = Pack 1363), Π26 (P. Oxy. 2442 = Pack 1360), Π28

(P. Oxy. 2440 = Pack 1366), Π45 (P. Oxy. 3822), Π29

(P. Oxy. 2441 = Pack 1370), Π34 (P. Oxy. 2448 = Pack 1377).75

Gli epiteti d’Apollo nella sola “eredità manoscritta” di Pindaro possono essere ripartiti in tre insieme, due dei quali antitetici tra di loro.76

Il primo comprende tutti gli attributi indicanti la luminosità del dio in relazione alla chioma e all’arco, ed è il più ricco dei tre se si esclude l’apporto isolato dei papiri (in esso rientrano ἀκερσεκόμας, P. 3.14; I. 1.7; χαιτάεις, P. 9.5; χρυσοχαῖτα, P. 2.16; χρυσοκόμας, O. 6.41, O. 7.32; χρυσέαι κόμαι θάλλον, I. 7.49; χρυσότοξον, O. 14.10; χρυσάωρ, P. 5.104; ma anche epiteti che rimandano alla sfera di civilizzazione dei popoli, fondazione di città e istituzione di arti,77 come ἁγνός, P. 9.64; ἀρχαγέτας, P. 5. 60; μοισαγέτας, fr. 948 S.-M.;78 Λοξίας, P. 3.28; P. 11.5; I. 7.49; Παιάν, P. 4.270).79

Al secondo gruppo appartengono tutti gli attributi che connotano di distruzione lo stesso attributo dell’arco e che, per questo, rievocano la terribilità del dio uccisore della dracèna (ἑκάεργος, P. 9.28; ἑκατοβόλος, P. 8. 61; εὐσυφαρέτρας, P. 9. 26; εὐρυφάρετρος, fr. 148-9 S.-M.; τοξοφόρος, O. 6. 59; εὐρυσθενής, I. 2.18).

La terza categoria, a differenza delle due precedenti, può dirsi “neutra”, in quanto in essa rientrano tutti gli attributi che, senza riferirsi al potere benefico o distruttore di Apollo, indicano del dio la sovranità differenziata per luoghi: Δάλιος (P. 9.10), Δάλου σκοπός (O 6. 59), Καρνήιος (P. 5. 80), Λύκιος (P. 1.39) παῖς Διός (P.

74 Snell – Maehler 1971, II, p. 177 s.v.

75 Non ho considerato Π7*(P. Oxy. 1792, ed. Lobel 19612), Π8 (P. Oxy 1341 = Pack 1365), Π11 (P. Oxy.

408 = Pack 1373), Π37 (P. Oxy. 2449 = Pack 1382). Cfr. Rutherford 2001, p. 134-36 per le edizioni dei papiri; p. 143 per la nuova divisione in gruppi dopo Grenfell – Hunt (gruppi F e H per frammenti e testimonia trasmessi dai codici). Per la redazione sticometrica, Irigoin 1952, p. 39.

76 Sui criteri editoriali di Aristofane di Bisanzio e sulla tradizione manoscritta di Pindaro, si vedano Turyn

1932; Maas 1973; Irigoin 1952; Snell 1966; Gentili 1995 (LXX-XCIV); Negri 2004.

77

Per Apollo fondatore, indicatore e interprete dell’oracolo, vd. Detienne 2009, pp. 134 – 144, 169 – 172. Per il legame con Eraclito (22 B 93 D.-K.), si veda Calame 2012, p. 71.

78 Cfr. Giordano 2011 per l’henosis sincretistica nell’Apollo musico d’epoca plutarchea.

79 Si confronti la lekythos Paris, Cab. Méd. 306 (ABV 572, Para 294 = LIMC s.v. Apollon, 993 = Roscher

1884-1937, iii, 3407, fig. 4) cfr. Beazley, ARV2 330.8 = LIMC s.v. Apollon 988; Villa Giulia 51109,

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3.12) παῖς Λατοῦς (O. 8.31), Πύθιος (O. 14,11; N. 3.70), Φοῖβος (O. 6.49; O. 9.33; P. 1.39; P. 3.14; P. 4.54; P. 5.104; P. 9.40; N. 9.9; I. 1.7).

Questo per quanto riguarda l’Apollo negli epinici dei manoscritti.

Volgendoci ora alla tradizione papiracea, costituita principalmente dai Peani, si noterebbe una sensibile inversione di tendenza nel processo di costruzione del dio, che sarà senz’altro da ricollegare alla tipologia di episodi preferiti nel genere poetico del peana. L’immagine dell’arciere vendicatore è preponderante, ricorrendo a quattro riprese ἑκάβολος (Pae. 6.80, 11; Pae. 9.38; fr. 140a S.-M.), a due lo ἑκάεργος (Pae. 7b. 29, 35), ad una sola εὐρυφαρέτρα (Pae. 6.111). A ciò si aggiunge un singolo caso di epiteto combinato, ἑκαβόλος εὐρυφαρέτρα in Pae. 6.3, che è dato dalla unione di due attributi entrambi violenti e che, proprio per questo, ben si adatterebbero alla rievocazione dell’uccisione di Neottolemo a Delfi (κτάνεν / ἐν τεμέ]- νει φίλωι γᾶς παρ ὀμφαλὸν εὐρύν, 119-20; ~ Il., XXIII 359).80

Abbiamo, al contrario, solo quattro esempi di epiteti costruiti sul determinante χρυσός o che, ad ogni modo, rimandano alla prima categoria: ἀκερσεκόμας, Pae. 9.45; χρυσοκόμας, Pae. 5.41; Λοξίας, Pae. 6.60; Παιάν, Pae. 6.182.

Della terza categoria ricorrono solo Δάλιος (Pae. 5.1, 19, 37, 43) e Δηρηνός (Pae. 2.5, non citato tra l’altro nei manoscritti e rietimologizzato in Lycophr. 440, Δήραινος).81

Segnalo a margine una variazione sul tradizionale ἑκάβολος che mi è sembrata molto interessante. Al v. 182 di Pa. VI, se si accoglie la recente congettura di Ferrari ἐπαβολ[έ]οντ(α) (nel tentativo di ricostruire i vv. 169-83 nella loro duplice versione in P. Oxy. 841 e in PSI 147),82 si avrebbe coniata la definizione per Apollo di ἐπήβολος ἐννόμων, di colui che signoreggia o patrocina egemonicamente sulle ritualità proprie delle Muse.83

Una variazione ai miei occhi analoga, ma che presuppone modelli completamente diversi (il ‘mimo’ epigrammatico in Posidippo XIX HE), è quella che

80 Cfr. Eur., Andr. 1149-1152; Strab., IX 421. 81

Sull’epiteto trace in –ηνος per Apollo, Goçeva 1977, pp. 207-223.

82 P. Oxy. 841 (fr. 15, col. 1), metà del II d.C., pubblicato da Grenfell – Hunt, V, 1908; PSI 147 (frr. III,

XI, XII, V) pubblicato da Vitelli 1913, pp. 73-79. Cfr. Snell 1938, pp. 425-28. Per gli usi cristiani dei papiri, Roberts 1983, p. 71; Turner 1977, p. 113. Sui calcoli delle lacune, Radt 1958, pp. 32-33; D’Alessio – Ferrari 1988, p. 176.

83

Così ἐπήβολος in Hdt. 9.94 (PSI 4.418.22); Asch., Ag. 542; ἐφήβολος ἃρματι νύσσα in CIG 4303a 20. Cfr. D’Alessio – Ferrari 198, p. 177 sul commento ai vv. 182-83. La funzione coregica d’Apollo è attribuita alle Muse in Alcm., fr. 4 (Μῶσ ἀγε Μῶσα μέλος νεοχιμὸν ἀρχε παρθένοις ἀείδην) mentre il φιλεῖ μολπάς δ Ἀπόλλων in Stes., fr. [278] D. richiama il φιλόμολπος in Alcm., fr. 1C (cfr. Call., Hymn.

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si legge nel P. Oxy. 2208 fr.3, che, insieme a P. Oxy. 2212 fr.19 e P. Oxy. 2211 fr. 2v, trasmette i frammenti 114 e 115 del terzo libro degli Aitia.84

In questi viene fornita una spiegazione allegorica della statua di Apollo Delio (quella di Tektaios e Anghelion?), cui va riferito il πολυγώνιε χαῖρε (‘Salve a te, dai molti spigoli’) dei vv. 2-3.85

Il riferirsi alla statua con un epiteto del genere, oltre al fatto che il modello di riferimento sia la statua lisippea di Kairos di cui scrive Posidippo, aiuta a capire quale sia la variazione compiuta sullo strato arcaico della

atasthalia. Come Kairos è l’occasione che, perduta, non perdona, così Apollo è il

punitore pronto a dare una chance di pentimento: πολυγώνιος, per l’appunto, remunerativo e punitivo insieme.86

I papiri di Pindaro contribuiscono allora in buona parte, anche e non solo attraverso l’epiclesi, a relativizzare alcuni aspetti di Apollo considerati, in tutto il loro eccesso, come distintivi della figura divina. Non solo: essi conservano, come avremo modo di vedere nei prossimi paragrafi, testi o parti di testo che attestano una netta presa di distanza dalla narrazione tradizionale degli episodi eziologici nell’Hymn. Ap.

Ponendo da parte l’argomento dell’epiclesi, che è servita ad illuminare in via preliminare il tratto preponderante di Apollo su cui si fonda la scelta del soggetto da cantare nei Peani, il nostro prossimo passo sarà delineare, rispetto al paradigma dell’inno, la personale strada del mito scelta e riplasmata ad hoc per il canto rituale del peana in P. Oxy. 841, P. Oxy 2440, P. Oxy. 2442, P. Oxy. 841, P. Oxy. 1792, P. Louvre 7734 + 7733.