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Note generali di metrica e prosodia in Hymn Ap.

Poligenesi e forma dell’Hymn Ap.

8. Metrica e prosodia nell’Hymn Ap.

8.2 Note generali di metrica e prosodia in Hymn Ap.

Prima di addentrarci nella più complessa questione della condotta tricolica (o tetracolica?) della sezione delia, sarà opportuno presentare e discutere i dati rilevati sulla semplice veste metrico – prosodica dell’intero Inno (cfr. Appendice II, tav. Ia).

Operando una scelta diversa da quella più in auge tra i commentatori, ho ritenuto opportuno escludere dalla trattazione i dati relativi non solo alla correptio epica e ai fenomeni secondari di sinizesi, crasi ed elisione,504 ma anche a quelli più rilevanti dello iato e dell’enjambement (comunque riportati in nota).505

Partendo dal presupposto che l’Hymn. Ap. non differisce granché dagli altri suoi modelli quanto a trattamento vocalico e interruzione del verso,506 non sono dell’idea che entrambi i fatti prosodici possano essere parametri utili per valutare con nuove prospettive l’anatomia metrica del componimento. A ciò aggiungo che i dati relativi all’enjambement, com’è stato da poco e convincentemente argomentato, a stento potrebbero comunicare qualcosa sull’oralità dell’Inno o, più in generale, sulla sua genesi compositiva.507

Primo punto da trattare sarà, allora, quello della distribuzione degli schemi compositivi. Segnalo che per la presente analisi ho ritenuto opportuno basarmi, per la scansione del verso, sul concetto di parola grammaticale, in modo tale da poter omologare i risultati della mia ricerca a quelli già ottenuti in precedenza da altri. Solo quando si tratterà di verificare la colizzazione dell’Hymn. Ap. preso singolarmente, mi baserò sulla nozione di parola metrica. Per i dati dei corpora, fatta eccezione per l’Hymn. Ap., rinvio a LaRoche 1898, Van Groningen 1953, Vergados 2013,508

i quali rimangono per l’appunto ignari della parola metrica come parametro di studio del

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Sulla sinecfonesi, West 1966a, p. 100; cfr. Richardson su Hymn. Dem 91. Sul metrical lengthening, Thumb 1959; Wyatt 1969; West 1982, p. 38. Per l’elisione evitata nei punti di cesura, rinvio a Maas 1962, cap. 139.

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Iati certi (non apparenti o etimologicamente spiegabili) ricorrono, limitatamente alla suite pitica, ai vv. 210, 231, 239, 251, 257, 259, 271, 276, 277, 284, 288, 291, 297, 305, 307, 309, 315, 322, 324, 339, 346,349, 350,363, 390, 395, 441 (lo iato dopo ἢματι ricorre nella stessa posizione anche ad Il. 6. 422, combinato tradizionalmente con Ἄιδος ἒιδος . Da notare che μέσῳ ἢματι ricorre nella stessa sede a Hymn.

Herm., 17) 458, 460, 472, 476, 507, 532, 540. Per l’ammissibilità degli iati in posizione cesurale, van

Leeuwen 1894, pp. 76-77. Per la presenza del digamma nel dialetto omerico, cui addurre l’esistenza della categoria degli iati apparenti, vd. la discussione in Chantraine 1958, pp. 106-157. Per Hymn. Herm., Vergados 2013, pp. 62 – 64.

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26.9% nel’l’Hymn. Ap. per enjambement, inferiore al 37.2% dell’Hymn. Dem. e al 28.3% dell’Hymn.

Aphr., ma di molto più alta rispetto al 22.8 % dell’Hymn. Herm. (quello a mostrarne complessivamente la

percentuale più bassa). Cfr. Barnes 1979, p. 7: Il. 26.7%, Od. 27.5%, Th. 26.4%, Erga 29.1%, Scudo 33.6%. Quanto ad unenjambed, l’Hymn. Ap. presenta il 44.0% rispetto al 44.8% dell’Hymn. Herm., al 40% dell’Hymn. Dem. e al 47.4% dell’Hymn. Aphr.

507 Friedrich 2000; contra Cantilena 1980. 508

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verso. La scelta dell’Hymn . Herm. come uno dei modelli di paragone è dovuta ai frequenti richiami formulari con l’Hymn. Ap. già evidenziati da Vergados 2013.509

Riporto, a questo punto, i dati statistici ottenuti sull’Hymn. Ap. e su una parte del corpo epico arcaico (Iliade, Odissea, Inni, Esiodo). Quanto al Ciclo, non ho potuto avvalermi di studi relativi alla struttura metrica dei singoli frammenti.

Dallo studio delle alternanze dattili / spondei nell’Hymn. Ap., confrontate con i dati relativi al restante corpo epico arcaico, è emerso che le sequenze più attestate nel testo sono 4da + 1sp (38.6 %, Appendice II) e 3da + 2sp (32.2 %), con una frequenza più bassa che nell’Iliade (42.6 %, 29.7 %), nell’Odissea e in Esiodo (40.6 %, 32%), e negli Inni (41%, 30.4 %).

Un dato interessante, forse più risolutivo degli altri, emerge se ad essere presi in considerazione sono i numeri dell’Hymn. Herm: più ricorrenti sono qui le sezioni olodattiliche (5da, al 27.2 %) e a quattro dattili (4da + 1sp, al 43.4 %). Ferma restando la preponderanza globale della cellula dattilica sia nell’uno che nell’altro inno, ciò su cui intendo porre l’accento è la qualità dei dati dell’Hymn. Herm. rispetto al tutto. A fronte di quanto è stato di recente enfatizzato, l’alta percentuale di versi con struttura 4da + 1sp è nell’Hymn. Herm. senz’altro significativa rispetto ai modelli confrontati, ma non decisiva – a mio avviso – se si considera, d’altro canto, la globalità dell’andamento prosodico dell’Hymn. Ap.

Ad un’attenta analisi della distribuzione degli spondei (Appendice II, tav. Ic per una distribuzione localizzata), risulta chiaro che il tasso di ricorrenza delle sequenze spondaiche rimane costante o comunque più alto che in Il., Od., Hes., Hymn.: le sequenze rappresentate meglio e in percentuale maggiore che altrove continuano ad essere, non casualmente, 2 da + 3 sp (12.1 % contro il 9.2 % di Esiodo e il 5.7 % dell’Hym. Herm.) e 1da + 4sp (1.3% contro il 0.9% d’Esiodo e lo 0.5% nell’Hym.

Herm.).

Anche i dati relativi alla densità spondaica parlano a favore di un’eccezionalità compositiva dell’Hymn. Ap.: rispetto all’Hym. Herm., il cui luogo prediletto ad accogliere spondei è il primo piede, nel nostro Inno riscontriamo un’inversione di tendenza per la quale in seconda sede – non in prima – si registra una ricorrenza non trascurabile, anche in termini di differenza numerica (il 191 dell’Hym. Herm. nel secondo piede confronta un 234 dell’Hym. Ap.), di due elementi lunghi. Parlando ancora di dati grezzi, è altrettanto significativo che la percentuale di versi

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spondeiazontes, quarantatré in tutto, sia di molto più alta che in Omero, Esiodo e

nell’Hymn. Herm., come il prospetto in appendice mostra chiaramente (8.0% contro il 6.4% dell’Hym. Herm.).510

Nel caso dell’Hymn. Ap., le parole che meglio si prestano a creare un effetto amplificato finale sono non solo nomi comuni di fatto appartenenti a formule tradizionali o nomi di dèi, ma anche toponimi,511 il che rientra nella particolare struttura a priamel fatta recentemente oggetto di riflessione.512

Sarebbe senza dubbio riduttivo limitare l’intera discussione alla sola presentazione di cifre e percentuali, pur rimanendo lo studio statistico una tappa fondamentale per acquisire delle seppur limitate conoscenze sulla struttura generale e particolare del verso.513

Un dato significativo che, ad ogni modo, abbiamo avuto modo sin qui di constatare – e di cui dovremo tenere conto nel corso della riflessione – è la presenza capillare dell’unità - spondeo in tutte le sue possibilità di ricorrenza e combinazione. Questa presenza, riflettendo una strategia di versificazione a cui probabilmente il cantore avrà fatto riferimento al momento dell’esecuzione, ha di fatto contraddistinto l’Hymn. Ap. dalla restante produzione esametrica arcaica presa in esame da un punto di vista morfologico e, come si vedrà a breve, semantico.

Esposta la morfologia elementare dell’esametro dell’Hym. Ap., il passo successivo sarà allora quello di applicare un modello di colizzazione avanzato in grado di isolare i pattern di ciascun verso, in modo tale da aprire la discussione al tema, altrettanto delicato, del legame tra esigenza ritmica e distribuzione marcata o non marcata del materiale formulare.

Prima di procedere in questo senso, sarà tuttavia utile ricordare brevemente i contributi fondamentali che hanno permesso di avanzare nel campo degli studi sulla versificazione omerica, e ai quali ho fatto riferimento per elaborare un sistema di suddivisione e valutazione della metrica dell’Inno.

510 West 1982, p. 37; Maas 1962, cap. 83, osserva che il decimo biceps monosillabico è molto spesso

parte di un’intera parola posta a conclusione del verso. Ne sono eccezioni, nell’Hymn. Ap., i vv. 74, 467 (per Hymn. Herm 243 = 321, 467, 570).

511 Per la categoria delle parole tradizionali: 10, 74, 113, 243, 298, 355, 398, 424, 529, 537, 167, 274, 479,

481; per la categoria nome – epiteto: 199, 210, 94, 97, 200; per la categoria nomi geografici: 217, 269, 396, 219.

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Richardson 2011, pp. 9- 13.

513 Guiraud 1959, p. 7: “Métrique et versification constituent le domaine privilégié de la statistique

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8.3 Dal funzionalismo di Kahane al primo bilancio di Michelazzo. Nuove