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Ricostruire la Pythoctonia in Hymn Ap.: l’apporto del P Oxy 841.

Intertestualità dell’Hymn Ap.

P. Oxy 841, Oxy 2240 + 2442, Oxy 1792, Louvre E 7734 + 7733).

2.4 Ricostruire la Pythoctonia in Hymn Ap.: l’apporto del P Oxy 841.

Per capire quale retaggio dell’Hymn. Ap. sia il più attestato nella tradizione papiracea a noi nota, si dovrà d’ora in avanti considerare il peana di Pindaro come nuovo specimen d’analisi.87

Ho ritenuto di dover prediligere i Peani di Pindaro agli Inni di Callimaco per ragioni legate alla particolarità della tradizione del testo: gli inni callimachei, come si

84 Fr. 114 Pf. = 64 Massimilla. Cfr. D’Alessio 1995, p. 2-5. 85 Già Pfeiffer 1952, pp. 20-32.

86 La statua di Apollo Delio diventa in epoca tardo repubblicana – imperiale paradigma del buon sovrano:

Phil., Legatio ad Gaium 95.

87

Sul peana come forma poetica appartenente al genere della Kultlirik, Herington 1985, p. 3 e ss.; Nagy 1990; Käppel 1992b, p. 34 e ss. Sui contatti con l’innografia egizia, Rutherford 2001, p. 11. Per l’etimologia di peana (ἰηπαιηών n Hymn. Ap. 517 ~ PMG 922; cfr. ἰόβαγχος in Procl., Chrest. 320b 31 e

ss.), Gérard – Rousseau 1968, pp. 164-65; Schwyzer 1950, ii 239.4; Rutherford 2001, p. 13 nn. 14, 16, 17 soprattutto. Cfr. Calame 2009.

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sa, derivano tutti dai subarchetipi del perduto Ψ, e tutti i frammenti di manoscritti papiracei (come P. Oxy. 2258 A fr. 2 e P. Ant. 20 per l’inno ad Apollo) non presentano varianti significative rispetto al testo trasmesso dai codici.88

Vorrei iniziare proponendo un confronto tra le sezioni eziologiche dell’Hymn.

ApP. e Pa. VI, sia per giustificare la scelta dei raffronti successivi sia per gettare luce

su alcuni particolari del culto delfico, che, per quanto presupposti nell’Hymn. ApP., creano ancora oggi delle zone d’ombra del componimento.

La scelta del Pa. VI, trasmesso da P. Oxy. 841, non è d’altronde casuale, essendo il più rappresentativo del genere “peana” nel contesto cultuale dei Theoxenia e, forse per questo, il meglio conservato.89

Diversi sono i problemi, non solo esegetici, sollevati dal testo trasmesso dal principale testimone P. Oxy. 841. Il primo ad avere catturato l’attenzione è stato quello dell’invocazione di Egina all’inizio della terza triade, poco familiare rispetto al tema della performance che il titolo posto a margine del papiro lascia immaginare (Δελφοῖς εἰς Πυθώ).90

Nostra principale preoccupazione, tuttavia, non sarà di chiarire il perché della presenza “intrusa” degli Egineti e del riferimento all’eroe Aiakos in Pa. VI.91

Sarà molto più interessante ricostruire come Pindaro, partendo dalle tre sfumate immagini di Hymn. ApP. (v. 363, vv. 516-19, 543-44), elabori una eziologia alternativa della

Pythoctonia, sfruttando anche da un punto di vista compositivo il potenziale mimetico

dello epiphthegma, posto solitamente a chiusura di una triade di peana.92

A tal fine sarà opportuno concentrarci sulla seconda triade e in particolare sui vv. 121-122 del peana, posti a chiusura dell’immagine dell’uccisione di Neottolemo.

2.4.1 Le tre immagini della Pythoctonia in Hymn. Ap.

Partiamo dalle tre immagini dell’Hymn. Ap., apparentemente chiare se le si considera come piccoli anelli di una catena monumentale: le prime due, consistenti nell’uccisione della dracena fatta imputridire (393) e nel corteo dei Cretesi al seguito di Apollo, sono evidentemente legate alla fondazione del santuario delfico; la terza, che in modo più oscuro annuncia il sopraggiungere dall’esterno di individui-

88 D’Alessio 2007, pp. 32-33. Per il trittico apollineo ad aperture di raccolta, Bornmann 1988, pp. 113-

116; Haslam 1993, pp. III – 25. Cfr. Williams 1978.

89

Sui Theoxenia, Parker 2011, pp. 142-44; Jameson 1994, pp. 35-57 (SEG 50.168); Veyne 2000.

90 Rutherford 1997, pp. 1-21.

91 Radt 1958, pp. 163-8; Bona 1988, pp. 135-37; Gentili 1995, p. 193 n. 69. 92

Si veda la messa a punto in Gentili 1990, pp. 1-17, e soprattutto Angeli Bernardini 1983, pp. 19-74. Cfr. Krummen 1990, pp. 3-30.

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conquistatori non meglio identificati (vv. 543-44), rimanda alla sfera più specifica dell’amministrazione cultuale da parte dei sacerdoti.

Dal πύθευ di v. 363 della prima immagine al παιηόνες/ἰηπαιήον ἂειδον dei vv. 516-519 della seconda vi è tuttavia una successione non del tutto chiara: qual è l’anello che spiegherebbe eziologicamente il passaggio da Apollo Pytheios e

Delphinios (495)93 all’Apollo del peana (si pensi alla citazione eccezionale, a fini etimologici, di ἰηπαιήον), da cui la definizione dei Cretesi come παιηόνες?94

In altre parole, secondo quale schema il cantore avrebbe annoverato il canto del peana, non spiegato in relazione all’uccisione della dracena o alla scelta dei sacerdoti, come momento decisivo della Pythoctonia nell’Hymn. Ap.?

L’iconografia non sembra confortare l’ipotesi di derivazione della nuova epiclesi dal tradizionale ἵε παῖ ἰόν, gridato dagli astanti per incoraggiare lo slancio di Apollo contro la dracena, dal momento che l’unico reperto a nostra disposizione raffigura il dio nell’atto di lanciarsi dalle braccia della madre in assenza del mostro.95

Il σημάντορες del v. 542, non necessariamente legato a mio parere all’egemonia anfizionica su Crisa, permette d’altra parte di gettare uno sguardo nuovo sulla questione. Esso rappresenta la parola chiave della terzo fotogramma (vv. 559 – 544), che evoca nell’immagine del buon sacrificio il coronamento della Pythoctonia, coincidente con l’amministrazione autoctona del culto da parte dei sacerdoti. Il possibile significato dei σημάντορες del v. 542 può essere però compreso solo considerando le innovazioni di Pindaro sulle tre immagini dell’Hymn. Ap. nel P. Oxy. 841.

2.4.2. ‹ἰὴ› ἰῆτε νῦν μέτρα παιηόν]ων: un epiphtegma – aition in P. Oxy. 841 (121).

L’episodio narrativo col quale Pindaro chiarisce innovando le immagini dell’Hymn. Ap. nel Pap. Oxy. 841 si costruisce su tre diversi momenti: uccisione di Achille da parte d’Apollo (vv. 77-91), presa di Troia da parte di Neottolemo per volere

93 Herda 2008, pp. 14-18.

94 Huxley 1975, pp. 119-24; Janko 1982, pp. 132, 200. Sul katakeleusmos di Sacada d’Argo (test. 10

Gent.-Pr., = Athen. 13 p.610c), anticipatore delle forme del peana in età coeva all’Hymn. ApP.: Strabo. 9.3.10; Arist., Ran. 207, Av. 1273; Eur., IT 1406. Cfr. Bowie 2010, pp. 52-53.

95 LIMC Ap. 993 = Roscher ML 3, 3407 fig. 4. Cfr. Fontenrose 1959, pp. 16-17, 550 (Appendix 7). Per

l’etimologia da ἵε παῖ ἰόν: Clearco di Soli, fr. 64 Wehrli (= Athen. 701d); Ap. Rhod. 2, 701-13; Call.,

Hymn. Ap. 97-104; contra, Ephor., FGrHist 70F31. Cfr. Williams 1978, p. 85. Per l’immagine

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di Zeus (vv. 92-98), giuramento di Apollo contro Neottolemo, che deve pagare per l’uccisione di Priamo sull’altare di Zeus Herkeios (vv. 105-117).96

Questi antefatti conducono all’uccisione di Neottolemo, arrivato a Delfi con smanie di conquista ai danni dei sacerdoti, da parte di Apollo (vv. 117-120). La narrazione della morte dell’eroe è chiusa da un’appendice che, ponendo fine all’intero movimento della triade, si distingue formalmente da tutti gli altri epiphthegmata, quasi a rappresentare essa stessa l’enunciazione – aition alla base del lamento ἰὴ ἱὲ Παιάν, ἰήιος.97 Consideriamo, allora, i vv. 117-122: [α]μφιπόλοις δὲ μ]υριᾶν περιτιμᾶν δηρι]αζόμενον κτάνεν ‹ἐν› τεμέ]νει φίλῳ γᾶς παρ ὀμφαλὸν εὐρύν 120 ‹ἰὴ› ἰῆτε νῦν μέτρα παιηό - ν]ων ἰῆτε νέοι.

Il primo elemento che rende questa una chiusa particolare è il μέτρα παιηόν]ων del v. 121 (~ παιηόνων ἂνθεα, Bacch. 16, 8-9), nesso quasi unico in Pindaro per via del μέτρα, che, se si intende παιηόνων come un genitivo oggettivo, si riferirebbe alla giusta misura del lamento trionfale dei neoi prima che una nuova triade inizi.

L’effetto transizionale sortito eccezionalmente dal μέτρα farebbe di questi ultimi versi uno epiphthegma a metà, un ritornello – lamento imperfetto e non pensato, verosimilmente, solo per scandire le diverse stanze del peana.98 Una superficiale lettura potrebbe far pensare che si tratti di un προκήρυγμα, invocazione ai giovani spesso collocata a inizio o a fine strofe per dare avvio all’elogio dei vincitori.99 Qui, però, oltre a non esserci vincitori da elogiare, l’io del poeta (o del corodidascalo)100

96 Parker 2005, pp. 17-19.

97 Per la connessione tra il peana e il cretico, vd. Blumenthal 1942, 2361-62.

98 Bundy 1962, p. 473. Per μέτρον in Pindaro, I. 1.61-64 (metron è la lunghezza che rende il

componimento troppo breve per rievocare tutti i trionfi di Erodoto). Probabile che il modello qui sia Hes.,

Op. 694., con sfumatura anche etica del termine. Per una panoramica sulle occorrenze e le dislocazioni

del refrain peanico, Käppel 1902, p. 66.

99 Pind., I. 8.1; Bacch. 13, 190. 100

Sui problemi circa l’identità della persona loquens nel melos, Lefkowitz 1991, con una ricca bibliografia in D’Alessio1994, pp. 117-139.

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sembra voler sollecitare i destinatari a perpetuare nel presente, nello stesso momento in cui l’ordine è impartito, l’atto iniziale del lamento (si pensi al νῦν di Parth. II).

Oltre al μέτρα, anche ἰῆτε sorprende per la sua unicità: grammaticalmente inspiegabile, per quanto l’ipotesi di interiezione al plurale sul modello di τῆ/τῆτε proposta da Wackernagel sembri ancora oggi essere la più probabile,101 esso governerebbe il vicino μέτρα παιηόν]ων secondo un uso non frequente ma comunque attestato in altri componimenti cultuali.102

Oltre a questi dati eccezionali da un punto di vista formale, quel che permette di legare tutto questo alle tre immagini dell’Hymn. Ap. è il significato dell’episodio di Neottolemo, che appare proprio come un semantor in P. Oxy. 841. Qui si comincia a misurare l’apporto del papiro rispetto ai semantores dell’Hymn. Ap.

Vorrei infatti far notare che le varianti del mito sull’arrivo di Neottolemo a Delfi, compresa quella in Pindaro,103 confluiscono tutte verso una scena di sacrificio (consumatosi per di più nei pressi dell’omphalos)104

contro un usurpatore esterno (Neottolemo) che al momento dell’uccisione da parte del dio diventa eroe cultuale e addirittura themiskopos efebo.105 In merito a ciò, Pausania ci informa che in suo onore si tenevano i Theoxenia (cui si fa riferimento proprio agli inizi della seconda triade di

Pa. XII), durante i quali – e questo spiegherebbe il νέοι di 122 - paides e korai

svolgevano degli enagismata, veri e propri riti misterici d’iniziazione.106 Vorrei portare a confronto un interessante parallelo contenuto in P. Yale 18 (inv. 44). Ai vv. 55 – 57 del fr. 140a, su cui ritornerò nel corso della trattazione, Eracle ucciderebbe i

101

Wackernagel 1943, p. 184. Cfr. Schroeder 1923, p. 538. Contra, Wilamowitz 1908, p. 348 n. 2 (forma paragrammaticale di ἵημι).

102 Pind., Pa. XII (P. Oxy. 2442, fr. 32, col.2), vv. 3-4, 11-2, 19-20; Peana ad Asclepio in PMG 934. Per

lo ἰῆτε, il circonflesso è in P. Oxy. 841. Non c’è motivo di accettare lo ἲητε di Schroeder, accolto da Turyn, Radt e Bona come imperativo aoristo formatosi per analogia de αἰαῖ da αἰάζειν. Si tratta di una soluzione non del tutto da escludere, ma troppo artificiosa e poco prevedibile a mio parere in un’ottica di efficacia performativa.

103 Apollod., Epit. 6.14; Eur., Or. 1655 – 1657; Strabo IX 3.9; schol. vet. a Pind., N. 7. 40 (5b); Eur., Andr. 1147 -1149, 1161 – 1165; Paus., I.13.9. Cfr. Suarez de la Torre 1997, pp. 154-55.

104 Detienne – Vernant 1979, pp. 215-237, soprattutto p. 234.

105 Pavese 1993, pp. 469-79. Sulla Ephebenfest di Delfi, Burkert 1975, pp. 1-21, soprattutto 10. Su Apollo Lykeios protettore dell’efebia, Graf 1985, pp. 220-226. A Delfi si ha conoscenza del culto ad Apollo

Theorios (Plut., E Delph. 394a; Pind., N 3, 70 con lo scolio ad. loc = III, p. 59 Drachmann).

106 Gnoli – Vernant 1982, pp. 89-105; De Polignac 1984, pp. 127-151 ; Snodgrass 1987, pp. 160-161.

Sugli enagismata, Parker 1996, p. 39. Per altri peani nei Theoxenia, Käppell 1992 (Pa. 39, 45, 46). Cfr. Paus., IX 10, 4, e Procl., Chrest. ap. Phot. Bibl. 239 (p. 321 a –b Bekker) per il rito analogo della

daphnephoria. Si ritiene oggi è che questa istituzione fosse una festa agraria primaverile in onore di

Apollo Ismenios e Galaxios, che si ripeteva ogni otto anni. Il dio, in quella occasione, chiamava le eroine a raccolta (il καλεῖ συννίμεν del Pyth. XI, v. 8, rievoca il καλεῖ χορεῦσαι all’inizio del fr. 94c, il dafneforico per Daifanto). I tratti in comune della daphnephoria tebana con altre feste in onore di Apollo, come quella del Septerion a Delfi o le Thargelia di Atene o le Delia di Delo confermano che il periodo abituale dell’anno per queste celebrazioni era la primavera. Cfr. Calame 1977b, p. 193.

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Parii su ordine di Apollo, deciso a reprimere gli ἒργ’ἀναιδῆ di un sovrano “sterminatore di stranieri”; da questo evento si sarebbe poi avuta la fondazione del culto di Apollo Dalios.

Il Pap. Oxy. 841 non sarebbe quindi l’unico a narrare dello sterminio di un usurpatore esterno, che si pone come momento che è all’origine di una fondazione cultuale.

Giunti a questo punto della riflessione, è possibile trarre delle conclusioni sulla duplice costruzione per immagini della Pythoctonia.

La testimonianza del P. Yale 18, assieme a quella del nostro peana, rende legittimo vedere nello sterminio di σημάντορες il motore per episodi di fondazione, o di affermazione nel tempo, di un culto locale. Se questa ipotesi fosse giusta, credo allora che si dovrebbe tornare a riflettere sul significato mitologico, piuttosto che storico, del semantores dell’Hymn. Ap., sterminatori, forse, non autoctoni e la cui soppressione avrebbe potuto segnare una svolta nella storia del culto di Apollo a Delfi dopo l’istituzione del sacerdozio.

Forgiando un motivetto aition seguito al grande exploit di Apollo Paian, mi sembra che Pindaro abbia offerto una nuova prospettiva di lettura per gli ἰηπαιήον ἂειδον/ σημάντορες di Hymn. Ap.

Nel farlo, egli ha ridimensionato l’importanza eziologica dell’uccisione della dracena e proposto una versione del mito incardinata sul motivo del semantor e rimasta, per alcune fonti, maestra. Riplasmando le varie versioni provenienti dai

posthomerica, la Pythoctonia del Pa. VI si fonda, nello specifico, sulle ultime

vicissitudini di un Neottolemo che rievoca in sé l’idea di una seconda dracena e di un

semantor proveniente dall’esterno.107

In una progressione di immagini nuova rispetto alla tradizione, si farebbe così risalire all’uccisione-eroizzazione di Neottolemo il primo lamento/trionfo del peana, qui riproposto, non a caso, sotto una forma variata rispetto a quella tradizionale.108

2.5 ἀλ]λοτρίαις ἀν’ἳπποις: ricostruendo una nuova immagine per la nascita