1.2 “L’altra metà del cielo”: le donne cinesi sotto la Cina comunista
27 Friedrich Wilhelm August Fröbel, fu un famoso pedagogista tedesco che creò il concetto di “Kindergarten”, letteralmente il “giardino dell’infanzia” Egli è il primo che innalza il ruolo delle strutture prescolari a veri e
2.2 Amministrazione e gestione di strutture per l’accoglienza di bambini in età prescolare: quadro istituzionale e legale
2.2.1 L’apparato legale il suo contenuto
Dal 1980 il sistema educativo prescolare cinese è andato incontro a grandi cambiamenti grazie anche all’impulso dato dalle riforme economiche. Per definire i diritti legali e gli interessi degli asili, circoscrivere le responsabilità, gli obblighi dei diversi apparati governativi e chiarire il sistema organizzativo amministrativo a livello locale, nel 1989 il Ministero dell’educazione ha emanato due importantissimi regolamenti: “Regolamento sulla gestione degli asili” e “Regolamento degli asili” (Zhu, 2009). Questi regolamenti furono applicati su larga scala grazie a provvedimenti amministrativi condotti dagli enti locali, in ogni asilo della nazione. In particolare il regolamento degli asili del 1989, descrive il nuovo standard educativo al quale devono uniformarsi gli asili cinesi.
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Il corretto sviluppo del bambino diviene centro focale dell’esperienza educativa e l’enfasi comunista sull’uniformità viene completamente ribaltata in favore della esaltazione delle caratteristiche e predisposizioni peculiari del singolo. Il nuovo regolamento concentra l’attenzione su punti quali, lo sviluppo, l’apprendimento attivo, la caratterizzazione individuale, il lavoro di gruppo e il rispetto del rapporto tra bambino e insegnante. Il Regolamento sulla gestione degli asili invece, comprende una serie di norme pratiche votate a definire gli standard riguardanti l’utilizzazione degli spazi, le norme di sicurezza e igienico sanitarie, la definizione dei requisiti del personale e la relazione con le famiglie e la comunità.
Il problema che si è dovuto ben presto affrontare è quello riguardante il distacco delle norme dalla realtà cinese. L’atteggiamento progressista dei regolamenti, in molti casi si è scontrato con le pratiche
della cultura tradizionale, ancora fortemente radicata, soprattutto nelle aree rurali del paese. Ad esempio, il concetto dell’osservanza delle gerarchie che prevede l’obbedienza al superiore, si è
contrapposto al principio introdotto dai nuovi regolamenti di mutuo rispetto tra maestra e alunno. Dal 2001 il Ministero dell’educazione per cercare di porre rimedio a questo problema ha emanato una
serie di ulteriori documenti e regolamenti volti a chiarire i dubbi riguardanti l’applicazione delle norme precedenti. Tra i più significativi troviamo: “Principi guida sull’attività educativa all’interno degli asili (2001)” e “Principi guida sullo sviluppo della riforma dell’educazione della prima infanzia (2003)”.
Questi documenti sottolineano l’importanza della componente educativa all’interno degli asili e allo
stesso tempo la centralità della cooperazione con la famiglia, la comunità e la scuole primaria. Il processo educativo deve avvenire adattandosi al naturale sviluppo del bambino attraverso l’utilizzo
di metodi di apprendimento che stimolino la creatività e le sue attitudini. Al loro interno emerge chiaro il distacco rispetto l’atteggiamento conservatore: il bambino diviene un soggetto indipendente avente diritti che, in quanto tali, devono essere rispettati.
Altri importanti documenti emanati nel 2010 sono il: “Piano nazionale di medio e lungo periodo per lo sviluppo e riforma dell’educazione (2011-2020)”, “Suggerimenti sullo sviluppo nazionale dell’educazione prescolare”, e nel 2011 i: “Principi guida sullo sviluppo dei bambini cinesi (2011- 2020)”.
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Tabella 11. Leggi e regolamenti attualmente in vigore sull’educazione della prima infanzia
Fonte: World Bank, 2013.
Leggi approvate dal Congresso Nazionale
Legge sull’educazione
Marzo 1995
Legge sull’insegnamento Ottobre 1993
Legge per la promozione dell’insegnamento privato Dicembre 2002
Regolamenti e leggi minori emanate dal Consiglio di stato e dal Ministro dell’eduzione riguardanti la gestione degli asili
Regolamento sulla gestione degli asili (Moe)
Settembre 1989
Principi di funzionamento nella gestione degli asili (Moe) Marzo 1996 Principi guida sull’attività educativa all’interno degli asili (Moe) Agosto 2001 Decisioni sulla riforma e sviluppo dell’educazione primaria 2001 Principi guida sullo sviluppo della riforma dell’educazione della prima infanzia 2003 Principi guida sull’attuazione della promozione dell’educazione privata Febbraio 2004 Suggerimenti sullo sviluppo nazionale dell’educazione prescolare Novembre 2010 Piano nazionale di medio e lungo periodo per lo sviluppo e riforma
dell’educazione (2011-2020)
Maggio 2010
Principi guida sullo sviluppo dei bambini cinesi (2011-2020) Agosto 2011 Regolamento sulla riscossione delle tasse degli asili (Moe) Dicembre 2011 Principi guida sull’apprendimento e sviluppo dei bambini da 0 a 6 anni (Moe) Settembre 2012 Principi guida sul controllo e valutazione dell’educazione prescolare (Moe) Febbraio 2012
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Queste linee guida mirano a colmare il vuoto esistente tra le norme generali e le realtà locali permettendo ai vari istituti di mettere in pratica correttamente le disposizioni introdotte. Il “Piano nazionale di medio e lungo periodo per lo sviluppo e riforma dell’educazione (2011-2020)” ribadisce l’importanza dell’educazione prescolare e si pone tra gli obbiettivi primari l’accesso universale agli asili per l’anno 2020 e la promozione dello sviluppo dei centri nelle aree più povere del paese34. Tra i punti principali trattati dal piano troviamo:
1. Definizione delle responsabilità degli organi governativi: i governi ai vari livelli sono tenuti alla creazione di “asili-modello” che dovranno essere gestiti secondo un sistema di responsabilità collettiva attingendo da risorse pubbliche e private. Le famiglie meno abbienti hanno il diritto di ricevere supporto e l’amministrazione degli istituti deve essere guidata dal dipartimento dell’educazione competente per poter raggiungere standard qualitativi e quantitativi efficienti. La qualità dell’insegnamento deve essere migliorata attraverso la selezione del personale e i salari e benefici degli inseganti devono essere conformi alle norme vigenti.
2. Sviluppo dell’educazione prescolare nelle aree rurali: è indispensabile garantire l’accesso agli asili a tutti i bambini residenti in aree povere, in particolare ai figli dei migranti. I governi locali devono mettere a servizio della comunità tutte le risorse disponibili; le strutture esistenti devono essere integrate con tutti i mezzi e gli asili cittadini devono fungere da modello per la creazione di strutture simili all’interno dei villaggi.
Al momento della sua emissione il piano si poneva l’obbiettivo di raggiungere nel 2015 un aumento nel tasso di iscrizione degli asili nel percorso della durata di 3 anni dal 50,9% del 2009 al 60%, della durata di 2 anni dal 65% al 70%, della durata di un anno dal 74% all’85% e nel 2020 rispettivamente del 70%, 80% e 95%. Il piano enfatizza inoltre l’importanza dell’incremento della creazione di risorse
atte allo sviluppo dei centri di assistenza all’infanzia della fascia 0-3 anni.
I “Principi guida sullo sviluppo dei bambini cinesi (2011-2020)”, approfondiscono più dettagliatamente gli obbiettivi da raggiungere per l’espansione dell’educazione prescolare, evidenziando il ruolo fondamentale del settore privato nel rinforzare la presenza sul territorio, soprattutto nelle aree rurali, di strutture volte all’accoglienza dei bambini.
34 Per approfondimenti si veda: “Outline of China’s National Plan for Medium and Long-term Education
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Un altro importante documento emanato dal Ministero dell’educazione nel 2012 è: “Principi guida sul controllo e valutazione dell’educazione prescolare” ed ha contribuito, attraverso il monitoraggio delle strutture, al miglioramento degli standard qualitativi. Il controllo dei centri è svolto a livello provinciale e municipale, coordinato dal Ministero dell’educazione e organizzato dal Comitato provinciale per l’educazione.
Esso si compone di due punti: il sistema di ispezione e il sistema di valutazione e classificazione. Le ispezioni dovrebbero essere effettuate da gruppi composti da personale competente una volta ogni
tre anni. Tuttavia questo sistema si basa sul controllo del rispetto degli standard qualitativi imposti da ogni singola provincia e a livello locale. Inoltre le ispezioni sono condotte principalmente nelle aree urbane, le aree rurali molto spesso non vengono nemmeno prese in considerazione. Le strutture vengono valutate secondo alcuni criteri che riguardano principalmente: gli spazi fisici e gli strumenti educativi, la qualità del personale addetto all’insegnamento, l’amministrazione e la gestione dei centri e l’assistenza e educazione del bambino. A valutazione compiuta è assegnato un punteggio che inserirà la struttura in una classifica. Questo permette ad alcuni centri di alzare le tasse di iscrizione, in virtù di un posizionamento di prestigio (Zhou, 2009).
Le politiche attuali riflettono il cambiamento dell’atteggiamento del partito nei confronti dell’educazione. I documenti emanati nel nuovo millennio pongono come obbiettivo focale lo sviluppo del bambino. Tuttavia le nuove norme mancano di concretezza e si limitano a delineare obbiettivi educativi globali e principi generali. La reale attuazione delle indicazioni dev’essere portata avanti dai governi locali attraverso ulteriori normative invece di lasciare troppo spazio ai singoli asili nella definizione del proprio curriculum formativo. La mancanza di concretezza delle norme e la diffusione, dopo la liberalizzazione di mercato (1980) di asili privati, ha contribuito alla fioritura negli ultimi anni, di svariati sistemi educativi che possono prendere spunto da famosi pedagogisti occidentali (ad esempio uno dei metodi più utilizzati è quello Montessori) o possono essere peculiari della struttura stessa. Il governo propone dei centri che fungono da “modello”, tuttavia, la libertà sulla linee educative da seguire è praticamente totale, a patto che vengano rispettati i regolamenti e i principi guida governativi (Chen, 2009).
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