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Centri per l’infanzia a Shanghai: esclusività e commercializzazione

1.2 “L’altra metà del cielo”: le donne cinesi sotto la Cina comunista

3. Le donne cinesi della sandwich generation nel contesto di una metropoli urbana: Shangha

3.3 I fattori che influenzano la condizione della donna sandwich a Shangha

3.3.1 Centri per l’infanzia a Shanghai: esclusività e commercializzazione

Il sistema di gestione, organizzazione dei centri prescolari per infanzia è già stato dibattuto nel secondo capitolo. Caratteristica principale che ha coinvolto il sistema educativo cinese dopo le riforme economiche è stata proprio la decentralizzazione in mano ai governi locali del controllo sugli enti scolastici65.

Questo sistema ha fatto sì che, soprattutto in un settore fortemente privatizzato come quello degli istituti prescolastici, lo sviluppo sia stato geograficamente disomogeneo. Per quanto riguarda Shanghai nello specifico fin da subito, nel 1985, venne emanato un documento, “Decisioni sulla riforma della struttura del sistema educativo”, che enfatizzava la volontà da parte del governo locale di creare un sistema educativo autoctono, che puntasse sempre a raggiungere l’eccellenza, non solo a livello nazionale ma anche internazionale.

Nel 1995 venne creato un organo atto al controllo dei vari aspetti riguardanti lo sviluppo del sistema scolastico, la Commissione municipale dell’educazione, sotto il controllo del Ministero dell’Istruzione e del governo municipale. Il principale obbiettivo era quello di creare un sistema educativo che creasse un collegamento continuo tra le varie fasi scolastiche dalla pre-primaria alla universitaria. Decentralizzazione non significa solo maggiore potere per i governi locali, ma nel caso di Shanghai, si è trattato principalmente di lasciare libertà agli istituti: libertà di scegliere i propri obbiettivi e il proprio stile di insegnamento nonché i principi culturali ed etici da seguire (Chan et al., 2004).

In ogni caso il processo di decentralizzazione dell’educazione che ha coinvolto Shanghai è più che altro da connotarsi come un cambiamento dei doveri, più che come una perdita di controllo da parte del governo municipale. Ora il governo vigila sul rispetto delle norme e delibera sulla distribuzione delle responsabilità; questo compito, secondo una raccomandazione prettamente cinese, deve avvenire in concomitanza con l’appoggio della società civile che può fingere da intermediario ed ha sempre avuto un ruolo importante all’interno del sistema educativo della città.

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L’apertura di Shanghai al nuovo la predispone verso un atteggiamento stimolante per lo sviluppo di un sistema scolastico efficiente. Forse per questa ragione, ma soprattutto per il fatto che il governo municipale reagì immediatamente alle indicazioni del governo centrale, dando il via alla riforma del sistema educativo precocemente, il tasso di iscrizione nel 2010 negli istituti prescolari ha raggiunto il 98% (Shanghai Statistical Yearbook, 2010) sorpassando gli obbiettivi per il 2020 del “Piano nazionale di medio e lungo periodo per lo sviluppo e riforma dell’educazione (2011-2020)” (Oecd, 2010).

Le figure 30 e 31 rappresentano visivamente la forte crescita che ha caratterizzato il settore dell’educazione infantile negli ultimi dieci anni.

Figura 30. Numero degli asili sul territorio di Shanghai, vari anni

Fonte: Shanghai Statistical Yearbook, 2009,2014. 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 Numero asili 2000 2007 2010 2013 Aumento del 50,9% rispetto al 2000

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Figura 31. Numero degli iscritti ad asili sul territorio di Shanghai, vari anni

Fonte: Shanghai Statistical Yearbook, 2009,2014.

La tendenza alla commercializzazione dell’educazione è globale ed è un fenomeno già sperimentato da società occidentali: essa crea il pericoloso concetto che vuole l’educazione come mezzo per

ottenere un ritorno economico e creare un mercato più che come ente formante di coscienze. La propensione per la creazione di un sistema scolastico “di mercato” origina un pericoloso squilibrio

all’interno della società stessa in quanto l’accessibilità a questi centri può divenire nulla proprio a causa dell’eccessiva richiesta economica a carico delle famiglie. Inoltre se una famiglia urbana, quindi possedente il permesso di residenza, ha un reddito che permette l’iscrizione dei figli ad asili e affini privati, ciò non si può dire dei milioni di migranti che vivono in città. L’esclusività di questi istituti non dovrebbe essere definita dal prezzo o quantomeno dovrebbero essere presenti delle alternative pubbliche ugualmente efficienti. Anche se questi ultimi volessero iscrivere i propri figli in un asilo pubblico essi si ritroverebbero ostacolati dalla mancanza dell’hukou in quanto i bambini che non lo possiedono non possono frequentarli. Ciò nonostante la situazione riguardante Shanghai è meno drammatica rispetto ad altre aree della Cina.

Secondo dati ufficiali della Commissione municipale di Shanghai per l’educazione, gli asili pubblici nel 2011 rimangono in maggioranza rappresentando il 66% del totale, anche se gli asili privati sono in costante aumento. I costi per l’iscrizione a questi asili sono molto più bassi rispetto agli asili privati, e secondo le linee standard emanate dal governo municipale per ogni mese le tasse sono di 1300 Yuan e 2300 Yuan per gli asili nei quali i bambini si fermano anche la notte. Questi ultimi possono risultare particolarmente inusuali agli occhi di un occidentale ma molto spesso sono ragioni pratiche, oltre a convinzioni culturali, a spingere i genitori ad iscrivere i loro figli presso questi istituti.

0 100000 200000 300000 400000 500000 600000 Numero di iscritti 2000 2007 2010 2013 Aumento del 107,1% rispetto al 2000

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Se questi ultimi infatti sono impegnati in dei lavori che lasciano loro poco tempo da dedicare alla famiglia, l’asilo 24 su 24 può rappresentare una soluzione valida.

Con lo sviluppo economico e l’impulso dato alla accelerazione della modernizzazione del sistema educativo, è divenuto sempre più accettata l’idea, soprattutto in quella classe sociale medio borghese urbana che, per ottenere successo personale nel futuro, occorre cominciare precocemente a ricercare il migliore asilo o istituto prescolastico dove iscrivere il proprio figlio. A Shanghai il fenomeno degli asili privati di “prima classe” è ormai molto diffuso. Nel 2012 sono oltre 400 le scuole private addette alla educazione prescolastica (Global Times, 2013).

Nella tabella 20 sono raccolte le spese di alcuni prestigiosi istituti prescolastici della città di Shanghai. Se si confrontano le rette di questi istituti con il reddito pro capite medio delle famiglie residenti in aree urbane nel 2013 la disparità è sconcertante: ad esempio per iscrivere il proprio figlio all’istituto Montessori chidren’s house una famiglia dovrebbe disporre di almeno 150 000 Yuan da destinare all’educazione prescolastica del figlio ma i 43 851 Yuan di reddito medio delle famiglie urbane rende evidente come questi istituti siano strettamente elitari (Shanghai Statistical Yearbook, 2014).

Tabella 20. Costo di alcuni dei più prestigiosi istituti prescolastici di Shanghai, anno 2014/2015 Istituto prescolastico Costo per il servizio di asilo full time di un

anno

Hong qiao international school 117 900 Yuan (più 9000 Yuan di deposito e 1600 Yuan di tasse di iscrizione)

Yew Chung international school of Shanghai 143 000 Yuan (più 20 000 Yuan di deposito e 2000 Yuan di tasse di iscrizione)

Montessori children’s house 144 600 Yuan (più 12 500 Yuan di deposito, 4750 Yuan di trasporto, 2250 Yuan per i pasti) Sino european international preschool 152 000 Yuan (più 10 000 Yuan di deposito e

1500 di tasse di iscrizione)

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A fronte di un’offerta variegata dal punto di vista di costi di iscrizione la qualità è spesso compromessa quando si prendono in considerazione piccoli asili privati, molto spesso frequentati dai

figli dei migranti o semplicemente dalla fascia di popolazione più povera (World Bank, 2011). Se quindi alcuni dei più prestigiosi asili si fregiano dei metodi pedagogici più all’avanguardia molto

spesso importati dall’occidente, delle strutture e materiali più efficienti, dei curricula di insegnamento bilingue e più creativi, dall’altro lato i piccoli asili cinesi hanno sì costi ridotti ma, allo stesso tempo, sono spesso creati in strutture inadeguate, si avvalgono di personale non qualificato e non presentano un piano coerente di sviluppo per l’educazione dei bambini.

3.3.2 Influenza alla partecipazione della donna al mercato del lavoro e la seconda