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1.2 “L’altra metà del cielo”: le donne cinesi sotto la Cina comunista

3. Le donne cinesi della sandwich generation nel contesto di una metropoli urbana: Shangha

3.2 Perché Shanghai? Il modello di avanguardia urbana cinese

3.2.1 Contesto storico

Inquadrare storicamente la città aiuta a comprendere le caratteristiche peculiari che ne hanno formato i connotati sin dall’epoca imperiale. Fin da epoca Song, nella sede dell’attuale città, sorgeva un porto importante per l’impero che nel 1280 fu denominato come Shanghai. Dopo la Guerra dell’Oppio gli accordi stipulati nel trattato di Nanchino costrinsero la città di ad aprirsi al commercio e sancirono la salvaguardia del principio di extraterritorialità per gli inglesi; inoltre nel 1845 nacque la concessione francese alla quale seguì l’istituzione di altre concessioni straniere. Con lo stabilimento di comunità europee nel suo territorio venne sancito il passaggio da città portuale commerciale a centro internazionale. Entro il 1930 Shanghai divenne la settima città per grandezza al mondo e il centro principale industriale, commerciale e finanziario della Cina. Proprio il suo carattere multietnico la rese una delle città asiatiche più moderne sede di università, aziende commerciali, negozi e banche tanto che riuscì a guadagnarsi l’appellativo “Parigi d’Oriente”.

57 La stessa cosa vale per i figli: se tradizionalmente le madri si sentono “sacrificabili” rispetto al maschio

nell’abbandono del lavoro per dedicarsi alle cure dei figli, esse creano delle alternative alle cure formali che lo Stato dovrebbe offrire.

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La sua apertura verso l’esterno la rese il collegamento tra la Cina ed il resto del mondo. Il suo carattere dinamico e la relativa libertà di pensiero di cui godeva la sua popolazione la fecero diventare culla di alcune filosofie culturali tra le più radicali. Non a caso fu proprio a Shanghai che, nel 1921, fu fondato il Partito Comunista.

Dopo la Seconda Guerra mondiale, la lotta per il potere tra i Nazionalisti e i Comunisti si concluse

con la vittoria di questi ultimi. Questo momento storico fu cruciale nella storia della città. Centro internazionale, essa era guardata con sospetto dal Pc in quanto sarebbe stata preda di influenze

capitaliste e borghesi. Così durante gli anni del comunismo Shanghai si trasformò da centro di fermenti multiculturali a mero produttore industriale che, secondo i piani comunisti, avrebbe dovuto sostenere l’economia del paese. Dal 1950 al 1957 la proporzione di impiegati in imprese private passò dal 75% allo zero (Perry,1994). Entro il 1951 quasi tutti gli stranieri lasciarono la città e le loro attività commerciali furono nazionalizzate entro il 1956.

Il periodo della rivoluzione culturale (1966-1976) coinvolse profondamente Shanghai, in quanto sede della “banda dei quattro”58. Lo sviluppo della città, già penalizzato con l’attuazione dell’economia pianificata comunista, si bloccò. In cinque anni nella città non fu costruito assolutamente nulla (Wong et al, 2004). Nel 1978 il 99,9 % dei lavoratori era impiegato in imprese statali, regolarmente iscritto ad una Danwei59. La stratificazione sociale era limitata e rigidamente controllata: la società era divisa in operai, contadini, intellettuali e soldati. Coloro che non rientravano in nessuna di queste categorie erano considerati dissidenti.

Dopo la caduta del comunismo obiettivo primario divenne quello di restaurare i fasti del passato attraverso delle riforme, chiamate “Quattro modernizzazioni”, in campo agricolo, industriale, della difesa e della scienza e tecnologia. La riforma economica inizialmente coinvolse le aree rurali con lo smantellamento delle comuni, e poi successivamente le aree urbane. Nel 1984 la politica dell’apertura, Gaige Kaifang (改革开放) coinvolse anche Shanghai e significativamente venne data la possibilità ad agenti esteri di investire nel suolo della città. Inoltre, il controllo centrale venne gradualmente delegato alle singole regioni o municipalità.

58 La Banda dei quattro, era un gruppo politico formato dalla moglie di Mao Jiang Qing (江青) e da altri tre

esponenti politici Zhang Chunqiao ( 张 春 桥 ), Yao Wenyuan ( 姚 文 元 ) e Wang Hongwen ( 王 洪 文 ). Questo gruppo con base a Shanghai, era caratterizzato per le sue posizioni radicali e violente e fu il maggior

sostenitore della rivoluzione culturale. I suoi membri, accusati di complottare per pianificare un colpo di stato, furono arrestati nel 1976. Per approfondimenti sulla rivoluzione culturale si veda Sabattini e Santangelo, 2008.

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Inizialmente la crescita economica di Shanghai fu offuscata dallo sviluppo delle zone economiche speciali60 e dai disordini sociali causati principalmente da un’inflazione rampante. Questo malcontento sfociò nella famosa manifestazione nella capitale Beijing (北京), Tian an’men (天安门), sedata con la violenza dal governo.

Agli inizi degli anni novanta il premier Deng Xiaoping avviò una serie di riforme volte ad accelerare lo sviluppo economico della città. Il governo della municipalità di Shanghai assunse un ruolo cruciale nell’approvazione degli investimenti esteri che vennero facilitati anche dalla riduzione delle imposte sul reddito delle imprese passando dal 50%, al 33% (Gamble, 2003).

L’obiettivo era quello di trasformare Shanghai in una città moderna e cosmopolita, cuore della nuova Cina e dell’ideologia del socialismo di mercato. Questo obbiettivo implicava una grande trasformazione dal punto di vista urbanistico, con l’area di Pudong (浦东) come centro focale di questo sviluppo.

Dalla metà degli anni ‘90 la costruzione di grandi opere è stata frenetica61. La costituzione della zona economica speciale di Pudong (1990) ha segnato un punto fondamentale nella modernizzazione della città. Ogni anno sono stati aperti nuovi settori ad investimenti esteri: tra il 1990 e il 2000 Pudong ha attratto 5942 nuove imprese straniere, tra le quali alcune grandi multinazionali come General Motors e Intel. Il settore industriale è cambiato completamente: si è passati da un’economia collettiva alla crescita di un settore privato e, in molti casi, a capitale estero. Quest’ultimo è cresciuto dall’1,1 % del 1980 al 48% del 1996 (Gamble, 2003). A sancire l’entrata della Cina nel mercato globale è anche il suo ingresso nel 2001 nella WTO.

60 Inizialmente (1980) queste zone erano definite in 5 aree geografiche: Shenzhen (深圳), Zhuhai (珠海),

Shantou (汕头) nella provincia del Guangdong (广东), Xiamen(厦门) nel Fujian (福建) e l’intera Hainan (海 南), tuttavia pochi anni dopo, nel 1984, venne aggiunta alla lista anche la città di Shanghai (上海).

61 Nel 1999 è stata completata la prima fase di costruzione dell’aeroporto internazionale di Pudong e nel 2000

la zona finanziaria Lujiazui (陆家嘴) arrivò a contare ben 100 grattacieli. Per approfondimenti si veda Douay N., 2008.

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Questa breve introduzione storica dimostra come il cambiamento, che ha coinvolto Shanghai e tutta la Cina dall’avvio del processo di riforme, è stato rapido e radicale. Se da un punto di vista economico esse hanno portato la Cina ad essere protagonista nel mercato globale, allo stesso tempo hanno creato

degli squilibri sociali che non hanno ancora ricevuto risposte solide dal governo. Shanghai sotto questo punto di vista è pioniera nel campo del Welfare. Ad esempio nel 2000 è stato

emesso il “Regolamento sull’assicurazione sanitaria minima per i lavoratori nelle città di Shanghai”

che prevede una copertura delle spese mediche di base a tutti i lavoratori urbani (Wong et al, 2004). Nel 1993 Shanghai fu la prima città ad istituire un sistema di sussidi per i residenti che si trovassero

sotto la soglia di povertà, il Zuidi shenghuo baozhang (最低生活保障), che è poi stato esteso ad altre città e alle zone rurali62. Questi esempi giustificano la scelta di Shanghai come background ideale per lo studio della popolazione sandwich. Essere stata in passato e attualmente centro pulsante della Cina, l’ha resa più vulnerabile ai problemi che hanno coinvolto poi, anche il resto del paese.