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1.2 “L’altra metà del cielo”: le donne cinesi sotto la Cina comunista

1.3 Le donne cinesi nell’epoca del socialismo di mercato e le disuguaglianze ancora esistent

1.3.4 Matrimonio e famiglia

Il matrimonio ha sempre rappresentato il pilastro portante della struttura sociale cinese tradizionale. Esso era considerato tappa obbligatoria nella vita di ciascun individuo e in particolare nella vita delle donne assumeva importanza primaria, soprattutto visto e considerato che prima del XX secolo la vita della donna si svolgeva solo all’interno della dimensione familiare. La situazione iniziò a subire drastici cambiamenti soprattutto a partire dalle riforme comuniste che cominciarono ad introdurre una nuova concezione del matrimonio, visto non più come obbligo imposto dalle generazioni più anziane, ma come libera scelta della donna. La Politica del figlio unico ha in una certa misura, liberato la donna dalle responsabilità familiari. Non essendo più responsabile di prole numerosa, essa ha la possibilità di realizzare se stessa attraverso lo studio e il lavoro, oltre che in ambito familiare. I giovani, soprattutto quelli cresciuti nelle città, possiedono gli strumenti per resistere alle pressioni della famiglia e della società che vede ancora il matrimonio come struttura portante della collettività. Inoltre le relazioni sessuali prematrimoniali non sono più condannate come un tempo e ciò contribuisce ad un atteggiamento di minore stress nel cercare di creare una famiglia in giovane età (Attané, 2005).

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Tabella 10. Stato civile della popolazione cinese a partire dai 15 anni, 2010

Anno Celibe/nubile % Sposato/a %

Totale Femmine Maschi Totale Femmine Maschi 1982 28.6 24.2 32.7 63.7 65.5 61.9

1990 25.1 21.1 29 68.2 70 66.4

1995 20 16.4 23.6 73.2 74.8 71.7

2000 20.3 16.7 23.7 73.3 74.8 71.8

2010 21.6 18.5 24.7 71.3 72.3 70.4

Fonte: National bureau of statistic of China, “Women and men in China 2012”.

Figura 7. Stato civile della popolazione cinese 18-64 anni, per sesso e zona di residenza, 2010

Fonte: All-China Women’s Federation, 2010.

11.9 83.8 3.3 1.1 8.4 82.1 4.7 4.8 12.6 83.3 1.7 2.3 5.6 88.2 0.8 5.4 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Celibe/nubile Sposato/a Divorziato/a Vedovo/a

Uomini residenti in zone urbane Donne residenti in zone urbane Uomini residenti un zone rurali Donnne residenti in zone rurali

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Benché il matrimonio non rappresenti più una costrizione, la maggioranza della popolazione, soprattutto femminile, lo considera ancora il coronamento della vita di coppia. I dati riportati nella tabella 10 evidenziano come nel 2010 ben il 72,3% della popolazione femminile over 15 è sposata e mentre nelle zone urbane le donne single sono in aumento, i dati rappresentati nella figura 7 mostrano che nelle zone rurali solo il 5,6% è nubile rispetto all’8,4% delle residenti in aree urbane. Le Leggi sul matrimonio dell’epoca delle riforme prendono spunto dall’antecedente Legge comunista del 1950. La Legge del 1980 e la più recente del 2002 confermano i principi della legge comunista, e in particolare la versione del 200224, introduce alcune novità. Il divorzio può essere richiesto indistintamente da uno dei due partner e per la prima volta la bigamia e le violenze domestiche divengono causa legale di divorzio (Attané, 2005).

Figura 8. Tasso di crescita dei divorzi, 1978-2011

Fonte: National bureau of statistic of China, “Women and men in China 2012”.

24Per il testo della norma si veda, http://www.npc.gov.cn/englishnpc/Law/2007-12/13/content_1384064.htm.

0.20% 0.40% 0.70% 1% 2% 2.10% 0.00% 0.50% 1.00% 1.50% 2.00% 2.50% 1978 1985 1990 2000 2010 2011

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Il nuovo benessere economico, l’influenza di modelli di emancipazione occidentale e le conseguenze delle Politiche di pianificazione familiare che hanno generato una generazione di figli unici, sono solo alcune delle cause che hanno visto l’impennarsi del tasso di divorzi degli ultimi anni. Osservando la figura 8 si evince come, a partire 2003, il tasso di crescita dei divorzi sia salito costantemente e per 13 milioni di coppie sposate nel 2011, vi siano 2,87 milioni di coppie divorziate, con un tasso di crescita dei divorzi rispetto all’anno precedente del 2,10%.

Il nuovo contesto sociale vede dunque, una nuova donna, non più in balia delle scelte di matrimoni combinati, ma libera di sposarsi seguendo i propri criteri nella scelta del partner. Questo nuovo potere acquisito contrasta aspramente il sistema tradizionale patriarcale (Settles e Sheng, 2008) e introduce modelli sociali completamente inediti. Nelle zone rurali la situazione è più controversa e in molti casi i matrimoni rimangono fortemente influenzati dalle preferenze dei genitori. Le donne sono ancora influenzate dallo schema tradizionale secondo il quale il divorzio è un atto estremamente disonorevole. La violenza domestica in queste aree della Cina, è ancora considerata come un mezzo indispensabile per ottenere il dovuto rispetto da parte della moglie, non quindi necessariamente un atto da condannare.

D’altronde le concezioni tradizionali sono profondamente radicate nella società cinese, perciò la posizione della donna all’interno della famiglia, nonostante i grandi miglioramenti degli ultimi decenni, è sempre in qualche misura influenzata dalla figura maschile a lei più vicina. Nonostante la maggioranza delle donne cinesi si reputino soddisfatte della loro posizione all’interno del nucleo familiare, quando si prende in considerazione il loro potere decisionale all’interno della coppia le differenze tra i sessi sono ancora evidenti. Nel 2010 solo una donna su sette possiede una casa di proprietà e una su quattro è co-proprietaria con il compagno (ACWF, 2010).

La percezione che le donne cinesi hanno di se stesse pare comunque essere migliorata e dal report stilato dall’ACFW sulla condizione femminile (2010), emerge come il 59,5% della popolazione urbana consideri che l’uguaglianza tra i sessi sia raggiunta, mentre il 33,7% consideri ancora la posizione maschile come privilegiata. Anche nella sfera domestica ben l’88,6% concorda con l’affermazione che vede il maschio come parte attiva nella gestione della casa. Nonostante i dati dimostrino una controtendenza rispetto le tradizioni, nella realtà dei fatti la donna molto spesso vede la sua posizione discriminata rispetto quella maschile ed essa viene ancora identificata come la principale responsabile nella cura della casa e dei figli.

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1.3.5 Donne divise tra lavoro e responsabilità familiari, un ritorno alle origini?