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L'applicazione della linguistica all'indicizzazione: letteratura favorevole Avevamo posto come prima ipotesi la rilevanza dello studio della linguistica per

Lista riassuntiva degli indici e dei collegamenti

3. Un approccio linguistico all'indicizzazione

3.1.2. L'applicazione della linguistica all'indicizzazione: letteratura favorevole Avevamo posto come prima ipotesi la rilevanza dello studio della linguistica per

l'indicizzazione; in realtà, si tratta di una “ipotesi” in realtà ampiamente consolidata. Tuttavia la rilevanza della linguistica per l'indicizzazione non è a dire il vero è

universalmente accettata; esiste infatti una parte di autori, di certo minoritaria, che escludono o limitano fortemente l'idea dell'utilità della linguistica per l'analisi o il miglioramento dell'indicizzazione; di questa posizione renderemo conto nel prossimo the structure of NL, so that they may express any concept which can be now, or may be in the future, expressed in NL. The ideal IL would presumably be the SL itself, for the following reasons: (i) Its semantic structure would be based on actual language usage and not upon the conceptual patternings of the

designers of the IL [...] the possible conceptual classifications of the world are infinite but that the semantic structure of NL is relatively constant. (ii) Its syntactic structure would retain as much of the variety of NL syntax as necessary. It would not, unlike many existing ILs, abandon NL syntax altogether or set up a system of logical syntax unrelated to language habits [...] (iii) It would be as flexible and expressive as the best ILs, because, being based on NL structure, it would be able to express any concept which can be expressed in NL. (iv) If incorporated in an automated system, no SL IL algorithm would, of course, be required, Thus,→ the translation processes would be greatly simplified. (v) Being based on language usage, it would be more easily adaptable to changes in semantic structure: in many fields of learning and research terminology is frequently redefined and new terms are created”.

142 Idea già di JESSICA S. MELTON, A use for the techniques of structural linguistics in documentation research, in Classification research. Proceedings of the second International Study Conference held at Hotel Prins Hamlet,

Elsinoore, Denmark, 14th to 18th September, 1964, edited by Pauline Atherton, Copenhagen, Munksgaard, 1965, p. 472. Cfr. anche ELAINE SVENONIUS, Directions for research in indexing, classification, and

cataloging, “Library resources and technical services”, 25, 1 (1981), p. 91: “A stumbling block in the way of developing better means of bibliographical control has been the lack of a general theory of bibliographic description. An instance of this, mentioned earlier, is the lack of a metalanguage suitable for the desription and comparison of various indexing languages”.

paragrafo.

Per discutere la questione della rilevanza della linguistica per l'indicizzazione, è utile iniziare facendo riferimento a un articolo di Amy J. Warner del 1991, che presenta una lista e una discussione della letteratura pertinente.143 Warner evidenzia come alcune aree della linguistica – in particolare la linguistica chomskyana – siano già state ampiamente studiate nell'ambito dell'indicizzazione;144 secondo l'autrice rimarrebbero tuttavia alcune aree della linguistica esplorate solo parzialmente dall'indicizzazione.145 A partire da un'analisi della letteratura bibliografica pertinente, Warner mostra come le citazioni a lavori di linguistica tendano a essere: 1) relative a un numero ristretto di lavori prodotti tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta da un numero ristretto di linguisti (Chomsky e la sua scuola, principalmente); 2) relative sempre agli stessi lavori a distanza di decenni, ovvero senza seguire le novità emerse negli anni successivi in ambito linguistico; 3) relative soprattutto a semantica e sintassi, tralasciando invece

tendenzialmente pragmatica e fonologia.146 Dopo questa panoramica iniziale, sostanzialmente corretta anche a distanza di circa vent'anni, ripercorriamo adesso

cronologicamente la letteratura relativa alla questione della rilevanza della linguistica per l'indicizzazione e alle questioni correlate. Pioniere di uno studio linguistico

dell'indicizzazione fu, negli anni Dieci del Novecento, Kaiser: la contrapposizione tra “concreti” e “processi” che costituisce uno dei fulcri del suo sistema, infatti, è

grammaticale nella sua essenza, ricalcata com'è su quella tra argomenti/sostantivi e predicati/verbi.147

Per avere uno studio specificamente dedicato all'utilizzo della linguistica per l'indicizzazione bisogna tuttavia attendere la seconda metà degli anni Sessanta; è a partire da allora, e fino alla metà degli anni Settanta, che un gruppo di linguisti prestati alla documentazione producono i primi lavori importanti (e che tali rimangono ancora oggi): sono gli studi di Maurice Coyaud, Jean-Claud Gardin e W. John Hutchins.148

143 AMY J. WARNER, Quantitative and qualitative assessments of the impact of linguistic theory on informations

science, “Journal of the American Society for Information Science”, 42, 1 (1991), p. 64: “Linguistics has received attention in the literature of information science, indicating that a possible relationship exists or has existed between the two fields. Some authors have explored the interdisciplinary nature of information science and specifically mention linguistics as a relevant part of this discipline. These include discussions of information science as part of the “information sciences” of which linguistics is also a part [...] of the “communication sciences” [...] Others have attempted to outline specific areas where linguistics might benefit information science”.

144 AMY J. WARNER, Quantitative and qualitative assessments of the impact of linguistic theory on informations

science, cit., p. 70.

145 AMY J. WARNER, Quantitative and qualitative assessments of the impact of linguistic theory on informations

science, cit., p. 64: “One might claim from the amount of discussion which has taken place that the relevance of linguistics to information science has been fully explored. However, the research reported on here will suggest that this is not the case and that in fact information scientists may have neglected portions of linguistics which are of potential value to the field”.

146AMY J. WARNER, Quantitative and qualitative assessments of the impact of linguistic theory on informations

science, cit., p. 65.

147JULIUS OTTO KAISER, Systematic indexing, London, Pitman, 1911.

148 MAURICE COYAUD, Introduction a l'ètude des langages documentaires. Thèse de doctorat du 3e cycle

présentée à la Faculté des lettres et sciences humaines de Paris, Paris, Klincksieck, 1966; MAURICE COYAUD,

Linguistique et documentation. Les articulations logiques du dicours, Paris, Larousse, 1972; R. C. CROS — JEAN-CLAUDE GARDIN — F. LÉVY, L'automatisation des recherches documentaires. Un modèle général 'Le SYNTOL', 2e édition revue et augmentée, Paris, Gauthier-Villars, 1968; JEAN-CLAUDE GARDIN, Semantic analysis

Coyaud è forse il primo studioso nell'ambito dell'indicizzazione a utilizzare

esplicitamente la linguistica per lo studio dell'indicizzazione, e in particolare a tentare un confronto sistematico tra linguaggio naturale e lingue documentarie;149 qualche anno dopo, Coyaud si spingerà fino a sostenere il rapporto inverso, ovvero la rilevanza dello studio dell'indicizzazione per la linguistica.150 Gardin evidenzia fin dalla fine degli anni Sessanta la rilevanza della linguistica, e in particolare della semantica, per

l'indicizzazione; uno dei frutti del suo studio linguistico dell'indicizzazione è la lingua documentaria SYNTOL. W. John Hutchins, uno dei primi proponenti del concetto di circalità, ha prodotto nella prima metà degli anni Settanta alcuni lavori importanti, tra cui un monumentale studio delle lingue documentarie, rapportate al linguaggio naturale secondo le categorie tipiche della linguistica; in questo lavoro l'autore lamenta in

apertura l'assenza di uno studio linguistico generale dell'indicizzazione (che lui stesso prova a fornire); tra le altre cose, sottolinea la rilevanza della linguistica testuale per l'analisi documentaria;151 l'imponente lavoro di Hutchins è tuttavia di taglio soprattutto descrittivo, non volto a un miglioramento delle lingue documentarie; esso non

considera inoltre – ciò è per l'epoca inevitabile – alcune delle modificazioni fondamentali del linguaggio dovute al passaggio da un ambiente cartaceo a uno

elettronico. La rilevanza della linguistica per l'indicizzazione viene in quegli anni notata, benché solo en passant poiché si tratta di lavori prettamente linguistici, da linguisti del calibro di Julien A. Greimas e dallo stesso Noam Chomsky.152 Un altro lavoro

importante, forse il primo prodotto da autori che non sono linguisti, e risalente sempre alla prima metà degli anni Settanta, è quello di Karen Sparck-Jones e Martin Kay; si tratta di uno studio dedicato alla tematica dell'applicazione della linguistica

all'indicizzazione automatizzata, che dal quel momento in poi sarà anche l'ambito di maggiore applicazione della linguistica all'indicizzazione (linguistica computazionale).153

procedures in the sciences of man, “Social science information”, 8, 1 (1969), p. 17-42; JEAN-CLAUDE GARDIN, Document analysis and linguistic theory, “Journal of documentation”, 29, 2 (1973), p. 137-168; W. JOHN HUTCHINS, Linguistic processes in the indexing and retrieval of documents, cit.; W. JOHN HUTCHINS,

Languages of indexing and classification, cit.

149MAURICE COYAUD, Introduction a l'ètude des langages documentaires, cit., p. 5-6, 79-122. 150MAURICE COYAUD, Linguistique et documentation, cit., p. 11.

151 W. JOHN HUTCHINS, Languages of indexing and classification, cit., p. 1, 108.

152ALGIRDAS JULIEN GREIMAS, Semantica strutturale, Roma, Meltemi, 2000, traduzione di Sémantique

structurale. Recherche de méthode, Paris, Larousse, 1966, p. 98: “L'analisi semica del livello semiologico del linguaggio appare il compito primo della semantica strutturale. Tale analisi [...] renderebbe inoltre grandi servigi ai vari procedimenti della linguistica applicata [...] e anche alla costruzione di linguaggi

documentari”; cfr. anche NOAM CHOMSKY, La grammatica trasformazionale. Scritti espositivi, Torino, Boringhieri, 1975, traduzione di Logical structures in language, A transformational approach to syntax, On the

notion 'Rule of grammar', The formal nature of language, p. 30-31: “Finora ho discusso impostazioni della teoria del significato da un punto di vista abbastanza remoto dagli interessi pratici del campo della

documentazione. Penso che ciò sia inevitabile. Lo studio del significato è disgraziatamente in uno stato di arretratezza e penso che non possa ancora pretendere di offrire risultati significativi, che abbiano immediate implicazioni pratiche per problemi come quelli del reperimento dell'informazione [...] Ciò che ho suggerito è che la teoria della struttura linguistica può riuscire a incorporare una parte di quell'enorme e confuso groviglio che è chiamato problema del significato [...] è stato suggerito che il tipo di linguaggio artificiale [...] potrebbe costituire un ponte tra il linguaggio comune e qualche tipo di linguaggio di macchina”.

153 KAREN SPARCK-JONES — MARTIN KAY, Linguistics and information science, New York, Academic Press, 1973. L'opportunità dell'applicazione della linguistica all'indicizzazione (automatizzata) è evidenziata da EUGENE GARFIELD, The relationship between mechanical indexing, structural linguistics and information

Negli anni successivi diverranno sempre di più i lavori di teorici dell'indicizzazione riguardanti in modo più o meno diretto la tematica dei rapporti tra linguistica e

indicizzazione. Risalgono a questo periodo alcuni importanti lavori di Svenonius, Derek Austin, Yves Gilbert Courrier e lo stesso Fairthorne. Austin, creatore del PRECIS, già nella seconda metà degli anni Settanta fa riferimento all'impiego dell'analisi

trasformazionale nell'ambito dell'indicizzazione; qualche anno dopo, lo studioso britannico sottolineerà l'importanza del linguaggio naturale come fonte per

l'elaborazione delle lingue documentarie.154 Courrier evidenzia la natura linguistica dell'indicizzazione e, dunque, il fatto che la teoria dell'indicizzazione non possa

prescindere da uno studio del linguaggio e del significato.155 Fairthorne, a cui abbiamo fatto più volte riferimento nella discussione della circalità, ha evidenziato come

quest'ultima, in quanto proprietà di un discorso, sia strettamente connessa ai problemi generali del linguaggio e del significato.156 L'attenzione di Svenonius alle problematiche linguistiche risale alla seconda metà degli anni Settanta, con l'idea di una

sistematizzazione delle lingue documentarie attraverso uno studio di tipo linguistico, ed è stata una costante della sua produzione, culminata nel capolavoro The intellectual

foundation of information organization (2000). Qui la studiosa americana, oltre a

sottolineare in più luoghi la rilevanza della linguistica per l'indicizzazione, compie un importante passo in avanti nell'applicazione della linguistica: propone infatti la nozione di “lingua bibliografica”, ovvero documentaria, per analizzare non soltanto gli strumenti dell'indicizzazione per soggetto, ma anche quelli (regole e codici di catalogazione) tipici dell'indicizzazione per autore; accomunando strumenti di indicizzazione per soggetto e per autore sotto l'etichetta dei lingue bibliografiche, Svenonius pone la pietra angolare per la costruzione di una visione unitaria della catalogazione.157

3.1.3. L'applicazione della linguistica all'indicizzazione: discipline correlate e