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Parliamo adesso degli attributi nominali specifici: sia interni (nel caso delle relazioni di equivalenza) sia esterni (tutti gli altri); ricordiamo anche che tutti gli attributi esterni sono attributi nominali.

Ogni entità (Opere, Manifestazioni, ma anche Eventi, Persone, Enti, etc.) può avere una o più date, dichiarate dalla risorsa oppure congetturate, integrate o corrette

dall'indicizzatore. In questi casi vi è un attributo (esterno) di data — e una corrispondente relazione di data con un Tempo. Le date possono essere di tipo differente sulla base dell'entità di riferimento: vi sono date dell'Opera (data di composizione), dell'Espressione (data di copyright, etc.), del Contenuto editoriale, della Manifestazione (data di

pubblicazione, data di stampa, etc.), dell'Item, dell'Evento (data dell'evento), delle Persone ed Enti (date di nascita, di morte, di attività). La data può essere chiusa o aperta, in base all'esistenza o meno di un termine previsto della data.

Le entità possono avere uno o più luoghi di creazione (luogo di composizione dell'Opera), modifica (Espressione), produzione, pubblicazione, distribuzione, stampa, etc.

(Manifestazione), siano o meno dichiarati all'interno di una risorsa; anche Enti, Eventi, Concetti, Tipi di persona, Tipi di ente, Tipi di testo, Tipi di risorsa, etc. possono avere un luogo associato. In tutti questi casi si ha a che fare con attributi (esterni) di luogo di vario tipo — e con corrispondenti relazioni tra l'entità e un Luogo).

A differenza di FRBR, il nostro modello prevede una trattazione esplicita delle cosiddette “relazioni semantiche”57 e dei relativi attributi; approfondiremo tali relazioni soprattutto 57 L'espressione “relazione semantica”, nel senso con cui è utilizzata nell'indicizzazione, è del tutto scorretta perché come diremo nel terzo capitolo non soltanto le “relazioni semantiche”, ma la totalità di relazioni,

nel prossimo capitolo (vedi 3.2.5.3.3, 3.3.6.4.2 e ss.), ma ne forniamo qui una breve trattazione funzionale alle esigenze della nostra modellizzazione concettuale degli attributi e delle relazioni. Gli attributi relativi alle “relazioni semantiche” (termine specifico, termine generico, etc.) sono attributi nominali comuni a tutte le entità del nostro

modello; a essi corrispondono precise “relazioni semantiche” (iponimia, iperonimia, etc., vedi sotto). L'espressione “relazioni semantiche” è tradizionalmente utilizzata nell'ambito dell'indicizzazione per soggetto (per questo le “relazioni semantiche” sono assenti da FRBR), mentre nell'indicizzazione per autore si utilizzano generalmente termini diversi. Si tratta di una difformità del tutto infondata, poiché come mostreremo in entrambi i casi (indicizzazione per soggetto e per autore) si ha a che fare con il medesimo tipo di relazioni. Nell'ambito dell'indicizzazione per soggetto, e dei thesauri in particolare, l'espressione “relazioni semantiche” è utilizzata per indicare relazioni di significato di vario tipo tra le entità utilizzate come soggetti, tradizionalmente suddivise in tre categorie diverse: relazioni gerarchiche (a loro volta suddivise in relazioni gerarchiche generiche, partitive e d'altro tipo, vedi sotto), relazioni di equivalenza, relazioni associative.

Prima di discuterle, notiamo che le “relazioni semantiche” differiscono in un elemento fondamentale rispetto agli altri attributi nominali del nostro modello concettuale: mentre questi riguardano il rapporto tra una prima entità e una seconda entità che svolge,

rispetto alla prima, un ruolo specifico, ovvero ne costituisce una caratteristica specifica (l'autore, il soggetto, il luogo di pubblicazione, il proprietario, etc.), le “relazioni

semantiche” riguardano: 1) nel caso delle relazioni gerarchiche (e associative): rapporti tra una prima entità e una seconda entità nella sua interezza; 2) nel caso delle relazioni di equivalenza: rapporti tra i diversi nomi (attributi interni) di un'entità.

Le relazioni gerarchiche sono quelle in cui è presente un concetto di gerarchia tra i termini; ne esistono di diversi tipi. Le relazioni gerarchiche generiche (o di eponimia) sono le relazioni tra un genere o classe e le sue specie o individui. Un esempio di relazione generica è quella che lega “Felini” a “Gatti”: “Felini” è in relazione generica o iperonimica con “Gatti”, “Gatti” è in relazione specifica o iponimica con “Felini”; riferendoci agli attributi, “Felini” è termine generico o iperonimo di “Gatti”, “Gatti” è termine specifico o iponimo di “Felini”. Altri esempi di relazione generica sono quelli che legano “Biblioteche” (termine generico) a “Biblioteche ecclesiastiche” (termine specifico), o “Letteratura” (termine generico) a “Letteratura italiana” (termine specifico); sono possibili anche relazioni generiche tra tipi diversi di entità, e in particolare tra entità collettive ed entità individuali, per esempio tra tipi di luogo (Altre entità, nel nostro modello) e Luoghi, come tra “Vulcani” (o più precisamente “Vulcani italiani”) ed “Etna”; l'eventuale rappresentazione indicale di quest'ultimo tipo di relazioni gerarchiche è importante perché un utente interessato alla classe (“Vulcani”) potrebbe essere interessato anche all'individuo (“Etna”), e viceversa.

Come avremo modo di dire nel prossimo capitolo (vedi 3.2.5.3.3, 3.3.6.4.2.2.2.4), gli elementi dei termini che non indicano il genere o la classe, ma piuttosto la specificano (“ecclesiastiche” in “Biblioteche ecclesiastiche”, “italiana” in “Letteratura italiana”), sono a loro volta legati da relazioni semantiche reciproche rispetto a quelle generiche: le relazioni semiche e sememiche, normalmente non trattate dall'indicizzazione per soggetto attributi ed entità dei modelli concettuali sono da ritenersi di natura semantica (vedi 3.3.4.6); in 2.14 proporremo un'espressione più appropriata, ma almeno per il momento continueremo a utilizzare l'espressione “relazioni semantiche”.

tradizionale.

Un'altra tipologia di relazione gerarchica sono le relazioni partitive (o partonomiche), che indicano la relazione tra un intero e una sua parte. Un esempio di relazione partitiva è quella che lega “Italia” a “Calabria”: “Italia” è in relazione olonimica rispetto a

“Calabria”, “Calabria” è in relazione meronimica rispetto a “Italia”; referendoci agli attributi, “Italia” è un termine olonimo di “Calabria”, “Calabria è un termine meronimo di “Italia”; altri esempi di relazione partitiva sono quelli che legano “Mano” (olonimo) a “Pollice” (meronimo), oppure “Fisica” (olonimo) a “Termodinamica” (meronimo). Le relazioni di equivalenza sono relazioni che indicano una sinonimia o più in generale un rapporto tra elementi (nomi, termini, titoli) che abbiano una forma diversa ma un significato identico o molto simile. Esempi di relazione di equivalenza sono quelli tra “Prima guerra mondiale” e “Grande guerra” oppure tra “Gatto” e “Felis silvestris catus”; sono inoltre esempi di relazione di equivalenza i già citati “Biblioteca della Regione Sicilia” e “Biblioteca Alberto Bombace”, o ancora “Bioetica” e “Etica della vita”.

Vi sono poi anche le relazioni semantiche tra i diversi elementi di termini composti come “Etica della vita” o “Biblioteca della Regione Sicilia”; nel termine composto “Etica della vita”, per esempio, vi è una precisa relazione tra i termini “Etica” e “Vita”. Si tratta delle relazioni sintagmatiche che toccheremo più sotto ma che approfondiremo soprattutto nel prossimo capitolo (vedi 3.2.7, 3.3.6.4.3).

Un'altra tipologia di “relazione semantica”, spesso non considerata come tale dall'indicizzazione per soggetto, è quella delle relazioni di omonimia e polisemia. Le relazioni di omonimia sono quelle tra termini identici nell'aspetto ma differenti nel significato, come per esempio “Gru” (l'attrezzatura) e “Gru” (l'uccello); simili alle relazioni di omonimia sono le relazioni di polisemia, che esistono tra le diverse accezioni di senso di uno stesso termine, per esempio tra i diversi sensi con cui può essere inteso il termine “Radice” (radice di pianta, radice matematica, etc.).

Le relazioni associative, infine, sono relazioni residuali (super-relazioni) dell'indicizzazione per soggetto che raccolgono tutte le relazioni di significato tra le entità che non ricadono nelle relazioni gerarchiche, di equivalenza, etc.: antonimia (relazioni tra termini di significato contrario), relazioni tra un agente a un'attività o tra un'attività e un oggetto, relazioni causa-effetto, etc. A causa di questa natura eterogenea e poco definita, non prenderemo in considerazione le relazioni associative all'interno del nostro approccio, preferendo parlare piuttosto di antonimi e di relazioni d'altro tipo; spiegheremo motivi e dettagli di queste scelte nel prossimo capitolo (vedi 3.3.6.4.21, 3.3.6.4.2.2.3).

All'inizio del paragrafo, avevamo accennato al fatto che nonostante alcune difformità terminologiche, le “relazioni semantiche” riguardano la catalogazione per autore allo stesso modo della catalogazione per soggetto. Così, anche se nella catalogazione per autore non si parla generalmente di relazioni di equivalenza, le relazioni tra diversi nomi o forme del nome di una Persona o di un Ente, oppure le relazioni tra i diversi titoli di un'Opera, sono in tutto e per tutto identiche alle relazioni di equivalenza che vigono tra Concetti, Oggetti etc.; benché nel caso di nomi personali e di enti, e nel caso dei titoli, non si possa parlare di vera e propria sinonimia, si tratta sempre di relazioni tra elementi che hanno una forma diversa ma uno stesso significato; così, sono altri esempi di relazioni di equivalenza quelli tra le diverse forme del nome di un Ente (“IFLA”, “International Federation of Library Associations and Institutions”), o di una Persona (“John Hutchins”, “W. John Hutchins” e “William John Hutchins”, etc.), o ancora tra titoli differenti di

un'Opera (“Pinocchio”, “Le avventure di Pinocchio”).

Le stesse considerazioni valgono per le relazioni partitive, spesso definite relazioni tutto/parte nell'ambito della catalogazione per autore: sono relazioni partitive quelle tra enti gerarchici, e cioè tra un ente sovraordinato (“Regione Sicilia”) e uno subordinato (“Biblioteca della Regione Sicilia”); ma anche tra un'Opera (“Divina commedia”) e le sue parti (“Inferno”, “Purgatorio”, etc.).

Se le relazioni di polisemia e di antonimia riguardano a rigor di termini soltanto Concetti ed altre entità collettive, l'omonimia è invece una “relazione semantica” che ritroviamo spesso nella catalogazione per autore: vi possono essere due Persone omonime (“Thomas Mann” autore de La morte a Venezia, “Thomas Mann” autore di Oxford guide to library

research), due Opere dallo stesso titolo, etc.

Infine, attualmente la catalogazione per autore non prevede generalmente la possibilità di rappresentare relazioni gerarchiche generiche per entità come Persone, Enti, Testi,

Risorse, etc. Ma si tratta di una mancanza ingiustificata: anche Persone, Enti, Testi, Risorse, etc., come tutte le altre entità, intrattengono relazioni generiche con altre entità. Ogni persona appartiene a una o più categorie: etnia o nazionalità, professione, religione, sesso, etc.; ogni Ente appartiene a una specifica categoria di enti, o in alcuni casi anche a più d'una; e lo stesso può dirsi per Testi e Risorse, ciascuno dei quali può appartenere a più categorie testuali o fisiche. Si tratta, in tutti questi casi, di relazioni generiche (e relativi attributi) tra Persone (iponimo) e Tipi di persona (iperonimo), Enti (iponimo) e Tipi di ente (iperonimo), Testi (iponimo) e Tipi di testo (iperonimo), Risorse (iponimo) e Tipi di risorsa (iperonimo). Così, per esempio, “Luigi Pirandello” appartiene alla

categoria degli “Autori” (o più precisamente degli “Autori italiani”); “Leonardo da Vinci” è iponimo di “Scienziati italiani” ma anche di “Artisti italiani”; “Biblioteca della Regione Sicilia” è iponimo di “Biblioteche” (o più precisamente delle “Biblioteche regionali siciliane”), “Associazione italiana biblioteche” è iponimo di “Associazioni bibliotecarie italiane”. La classe di appartenenza di un'Opera può coincidere semplicemente con la sua forma testuale (vedi sotto); a volte, invece, alcune Opere appartengono anche a tipologie testuali d'altro tipo, non riconducibili a forme testuali. Per esempio, la Bibbia appartiene ai “Testi sacri del Cristianesimo”, ovvero ne è un iponimo.

Riferendoci al livello fisico dell'indicizzazione, potremmo chiederci: la possibilità di una rappresentazione indicale delle relazioni generiche tra entità tipiche della catalogazione per autore è senz'altro possibile; ma essa è utile? Lo è doppiamente. La registrazione delle relazioni generiche tra Opere, Persone, Enti, etc. è utile nelle ricerche per soggetto perché, così come per Luoghi, Eventi, Oggetti, etc., un utente interessato a una certa entità come soggetto (una particolare Persona, un particolare Ente, etc.) potrebbe essere interessato alla relativa categoria di appartenenza (Tipo di persona, Tipo di ente etc.). Ma è anche utile nelle ricerche per autore e titolo: un utente finale, infatti, potrebbe essere interessato a tutte le opere scritte da immigrati, o da artisti, o da altri Tipi di persona; potrebbe essere interessato a tutte le manifestazioni emanate da banche, da enti governativi, da

biblioteche, o da altri Tipi di ente; e così via.

Le “relazioni semantiche”, dunque, valgono — fatta qualche eccezione come l'antonimia, la polisemia, etc. — per tutte le tipologie di entità. Esse restano identiche a prescindere dal ruolo contingente (attributo o relazione) svolto da un'entità: l'appartenenza di una Persona a una professione vale ed è identica sia nel caso essa sia soggetto di un'Opera, sia nel caso ne sia il responsabile; l'appartenenza di un Luogo a un altro Luogo più ampio

non varia se esso è luogo di pubblicazione piuttosto che il luogo di cui parla un'Opera. Nel caso in cui un'entità sia il tema di un Testo, ovvero ne rappresenti la circalità estensionale, vi è semmai una potenziale sovrapposizione tra le “relazioni semantiche” dell'entità che costituisce la circalità estensionale del Testo e la circalità intensionale del Testo (per le nozioni di circalità estensionale e intensionale, vedi 2.16.4).

Finora abbiamo utilizzato l'espressione “relazioni semantiche” sempre tra virgolette; prima di passare alla trattazione degli altri attributi e relazioni del nostro modello, ne chiariamo il motivo. L'espressione “relazioni semantiche” non è corretta, perché, come avevamo peraltro anticipato, tutte le relazioni del modello concettuale sono semantiche. L'individuazione di tutti i vari elementi del modello concettuale (relazioni, ma anche attributi ed entità) scaturisce in ultima analisi da una selezione di elementi di significato del linguaggio naturale, operata sulla base delle specifiche caratteristiche ed esigenze dell'accesso bibliografico: dunque la totalità degli elementi del modello concettuale è di natura semantica. Semmai, è vero che le “relazioni semantiche” sopra discusse sono le uniche relazioni semantiche del modello concettuale che abbiano una corrispondenza diretta (tranne nel caso delle relazioni associative) con le relazioni semantiche trattate esplicitamente dalla linguistica, e cioè quelle indipendenti dal particolare contesto dell'accesso bibliografico. Date queste condizioni, da qui in poi non parleremo — in riferimento alle relazioni gerarchiche, di equivalenza, di omonimia, polisemia, etc. — di “relazioni semantiche”, ma piuttosto di “relazioni semantiche paradigmatiche” e, in rapporto alle relazioni tra gli elementi componenti un nome complesso, di “relazioni sintagmatiche”; spiegheremo queste nozioni nel prossimo capitolo (vedi 3.2.3, 3.2.6, 3.3.5, 3.3.6.1, etc.).

Continuiamo con la trattazione di altri attributi nominali del nostro modello. Tra gli attributi esterni specifici a Testi, Risorse, Persone, Enti (e Famiglie, nel nostro modello), vi è quello di provenienza: Persone o Enti che hanno precedentemente posseduto Item o Oggetti.

Altro attributo esterno che riguarda Testi (Contenuti editoriali) da un lato e Persone dall'altro è quello di omaggio; si tratta del caso delle miscellanee in onore o Festschrift; l'omaggio è stato tradizionalmente assimilato a una responsabilità o a un soggetto, ma non ricade in nessuna delle due, e dunque abbiamo preferito distinguerlo nel nostro modello.

La nozione di responsabilità e quelle correlate (autore, attribuzione, etc.) è, come il soggetto, una nozione al contempo centrale e complessa dell'accesso bibliografico. Non discuteremo in profondità la nozione di responsabilità, perché ciò esula dagli scopi della nostra modellizzazione. La responsabilità lega un'entità bibliografica (Testi e Risorse) con Persone ed Enti; non prevediamo la possibilità di una responsabilità da parte di Famiglie. All'attributo “responsabile” dell'entità bibliografica corrisponde un reciproco attributo “responsabile di” della Persona o dell'Ente.

Fin qui abbiamo parlato di responsabilità in modo generico. In effetti, esistono

responsabilità di tipo assai diverso, sia sulla base dell'entità di riferimento, sia sulla base del tipo di operazione sui cui è esercitata la responsabilità: così, accanto a responsabilità testuali (intellettuali, artistiche, di curatela) vi sono anche responsabilità non testuali relative alla pubblicazione e alla produzione materiale (stampa, etc.). Le responsabilità possono inoltre essere di gradi di importanza differenti: in presenza di due o più

importanza, oppure uno dei responsabili può avere un ruolo principale rispetto agli altri. È teoricamente possibile distinguere le differenti responsabilità sulla base di diversi criteri; per esempio, FRBR suddivide le diverse tipologie di responsabilità sulla base di entità bibliografica di riferimento (responsabilità di creazione per l'Opera, di realizzazione per l'Espressione, di produzione per la Manifestazione); e lo stesso vale per i gradi di responsabilità.

Tra gli attributi esterni specifici di Persone, Enti e Famiglie dobbiamo parlare almeno degli attributi di possesso,58 di affiliazione istituzionale e di componente familiare. L'attributo di possesso riguarda Enti posseduti da Persone o Famiglie che ne sono i possessori. Simile all'attributo di possesso è quello di affiliazione istituzionale; una persona ha un'affiliazione istituzionale rispetto a uno o più Enti, e viceversa un Ente ha come dipendenti o affiliati una o più Persone. Infine, ogni Persona può avere come attributo di famiglia d'appartenenza una Famiglia, e viceversa una Famiglia può avere come attributo di componenti familiari una o più Persone.

Per quanto riguarda gli attributi esterni (e le relazioni) specifici di Testi e Risorse, vanno segnalati innanzitutto quelli (che potremmo chiamare “attributi primari”) corrispondenti alle cosiddette “relazioni primarie” di FRBR, che riguardano le entità del Gruppo 1:59

un'Opera ha come realizzazioni una o più Espressioni; un'Espressione è la realizzazione di un'Opera e ha a sua volta come realizzazioni uno o più Contenuti editoriali (nel nostro modello, non in FRBR) oppure una o più Manifestazioni — a seconda che l'Espressione sia inserita in una raccolta o meno. Il Contenuto editoriale è la realizzazione di due o più Espressioni, tra loro combinate, e può a sua volta avere come realizzazioni una o più Manifestazioni. La Manifestazione è la realizzazione di un'Espressione o di un Contenuto editoriale e può a sua volta avere come esemplari o copie uno o più Item. L'Item è la copia o l'esemplare di una Manifestazione. Come abbiamo già spiegato, tra le entità bibliografiche del Gruppo 1 vi è un tipo di rapporto uno-a-molti, tranne nel caso del rapporto tra Espressioni e Contenuti editoriali.

Vi sono poi attributi esterni (e relazioni) delle entità bibliografiche che riguardano entità dello stesso tipo (Opere e Opere, Manifestazioni e Manifestazioni, etc.). Di esse FRBR fornisce una modellizzazione piuttosto dettagliata. Tra quelli relativi alle Risorse, il modello dell'IFLA elenca: 1) per quanto riguarda le Manifestazioni: riproduzione,

versione alternativa (formati alternativi, edizioni pubblicate contemporaneamente); 2) per quanto riguarda gli Item: riproduzione, riconfigurazione. Ogni Risorsa appartiene a uno o più tipi di supporto. L'attributo delle Risorse “tipo di supporto” fa riferimento a un Tipo di risorsa. Tra gli attributi (e le relazioni) tra entità dello stesso tipo relativi i Testi ed elencate da FRBR vi sono invece: 1) per quanto riguarda le Opere: successione,

complemento, riassunto, adattamento, derivazione, imitazione; 2) per quanto riguarda le Espressioni; riduzione, revisione, traduzione, arrangiamento.

Tra gli attributi esterni che riguardano Testi e altre entità, dobbiamo poi menzionare la lingua, la forma testuale, i destinatari e il soggetto. Ogni Testo può presentarsi in una o più lingue. L'attributo esterno di un Testo “lingua” fa riferimento a una Lingua. La lingua può essere quella originale (lingua dell'Opera), oppure, nel caso di traduzioni (Espressioni di un'Opera), una lingua diversa. Opere, Espressioni e Contenuti editoriali 58 Da non confondere con la relazione sintagmatica di possesso, di cui parleremo in 3.2.7.

59 IFLA STUDY GROUP ON THE FUNCTIONAL REQUIREMENTS FOR BIBLIOGRAPHIC RECORDS, Functional requirements for bibliographic records, cit., p. 58-60.

possono anche presentarsi in più lingue (per esempio opere tradotte con testo a fronte in lingua originale, tête-bêche, bibbie poliglotte, etc.).

Ogni Testo può presentarsi o appartenere a uno o più tipi di forme testuali. L'attributo esterno di un Testo “forma testuale” fa riferimento a un Tipo di testo (forma

bibliografica, genere letterario, etc.).

Un attributo esterno importante è quello dei destinatari di un Testo. Ogni Testo è rivolto, esplicitamente o implicitamente, a dei destinatari. I destinatari possono essere rappresentati da una o più categorie di persone o di enti. Alcuni autori e alcuni testi importanti dell'indicizzazione per soggetto hanno considerato i destinatari tra gli elementi del soggetto di un testo: per esempio Derek W. Langridge e Bianca Castañon Moreno, ma anche lo standard NISO Z39.19 per i thesauri multilingue del 2005;60 tuttavia, benché concettualmente legati al messaggio di un testo, al suo soggetto, i destinatari restano distinti rispetto a esso; noi considereremo allora i destinatari come un attributo esterno connesso al soggetto ma distinto rispetto a esso.

Infine, l'ultimo attributo esterno che caratterizza i Testi e che occorre menzionare è il soggetto. Qualsiasi tipo di entità può fungere da soggetto di un Testo. Per il nostro modello concettuale, tuttavia, parleremo di soggetto come attributo solo in senso generico. Riteniamo infatti che parlare semplicemente di un unico attributo “soggetto” sia riduttivo, e che sia necessario approfondire e specificare la nozione di soggetto in un certo numero di elementi diversi (vedi 2.16 e ss.). Prima di approfondire la nozione di soggetto, però, parleremo brevemente degli attributi non nominali del nostro modello.