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Gli indici o elementi indicali costituiscono la traduzione degli attributi del modello concettuale in strutture catalografiche fisiche; più precisamente, gli indici sono il prodotto dell'incrocio di attributi da un lato e funzioni catalografiche dall'altro — ciò è vero per la maggior parte degli indici, ma non per tutti: come diremo, alcuni tipi di indici non nominali non sono necessariamente legati ad attributi specifici dell'entità —; allo stesso modo, i collegamenti sono la traduzione delle relazioni del modello concettuale in strutture catalografiche fisiche.

Nelle discussioni che seguiranno, ci concentreremo soprattutto sugli indici, facendo riferimento ai collegamenti più che altro in rapporto a specifiche tipologie di indici. Suddivideremo la trattazione degli specifici indici sulla base dei criteri già adottati per la trattazione degli attributi e delle relazioni: prima, dunque, gli indici che corrispondono agli attributi nominali; poi gli indici che corrispondono agli attributi non nominali, più alcuni indici che non corrispondono necessariamente a particolari attributi e che non fanno comunque riferimento a ulteriori entità: sono indici di questo tipo i metaindici e gli indici valutativi; infine, discuteremo a parte gli indici relativi alla rappresentazione del soggetto.

Prima di passare alla discussione dei vari indici, però, è necessario suddividere gli indici in 130 VIAF. Virtual international authority file, disponibile all'indirizzo <http://www.viaf.org/>. Cfr. anche MICHAEL GORMAN, Cataloging and the new technologies, in The nature and future of the catalog. Proceedings

of the ALA’s Information Science and Automation Division’s 1975 and 1977 Institutes on the Catalog, edited by Maurice J. Freedman and S. Michael Malinconico, Phoenix, Oryx, 1979, p. 133-134. Cfr. anche PAUL GABRIELE WESTON, FRBR e utente. Considerazioni sulla ricerca, in SEMINARIO FRBR, Seminario FRBR.

Functional requirements for bibliographic records, Requisiti funzionali per record bibliografici, Firenze, 27-28 gennaio 2000, atti a cura di Mauro Guerrini, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2000, disponibile all'indirizzo <http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/conf/frbr/weston.htm>, p. 127: “Rinunciare ad una forma autorevole non significa rinunciare al controllo o alla struttura sindetica che collega forme alternative o correlate, ma nasce dall'esigenza di rispettare, anche nei fatti, la filosofia user-oriented che informa il modello strutturale di FRBR [...] pare più opportuno lasciare ad ogni biblioteca [...] di stabilire la forma preferita per l'accesso”. Cfr. anche LIBRARY OF CONGRESS. WORKING GROUP ON THE FUTURE OF BIBLIOGRAPHIC CONTROL, On the Record. Report of the Library of Congress Working Group on the

Future of Bibliographic Control, Washington, D.C., Library of Congress, 2008, disponibile all'indirizzo <http://www.loc.gov/bibliographic-future/news/lcwg-ontherecord-jan08-final.pdf>, p. 19.

diverse tipologie sulla base delle loro specifiche caratteristiche, ovvero abbozzare una tassonomia generale degli indici. La prima classificazione degli elementi indicali è legata alla natura fondamentale degli indici: questi possono essere suddivisi in indici (senza ulteriori specificazioni), che registrano attributi di un'entità, e in metaindici, che non riflettono direttamente nessun attributo di un'entità ma piuttosto forniscono

informazioni sugli indici stessi; approfondiremo i metaindici in 2.24.

Una seconda classificazione degli indici è quella, già menzionata indirettamente, tra indici nominali e indici non nominali: gli indici nominali sono quelli che corrispondono agli attributi nominali; gli indici non nominali sono quelli che corrispondono agli

attributi non nominali, più indici non necessariamente riferiti a specifici attributi come metaindici e indici valutativi.

Una terza classificazione degli indici è quella, basata sulle corrispondenti tipologie di attributi, in indici interni ed indici esterni; tutti gli indici esterni sono indici nominali. Una quarta classificazione degli indici è possibile sulla base delle funzioni dell'utente: gli indici (e metaindici) possono così essere suddivisi in punti di accesso (funzionali a Trovare e Navigare) ed elementi che definiamo “non ricercabili”; questi ultimi possono essere ulteriormente suddivisi in elementi “descrittivi” (funzionali a Identificare e Selezionare) ed “inventariali” (funzionali a Ottenere) — la terminologia è di nostra elaborazione. La scelta di quali indici costituiscano punti di accesso e quali elementi non ricercabili deriva in parte dalla natura degli attributi stessi cui fanno riferimento gli indici, in parte da nostre scelte. Abbiamo sopra spiegato come la natura del catalogo elettronico faccia sì che ogni elemento indicale costituisca potenzialmente un punto di accesso. D'altro canto, occorre riconoscere che non tutti gli attributi sembrano idonei a costituire chiavi di ricerca utili per la prima fase di recupero dell'informazione, quella costituita dall'interrogazione del catalogo: non tutti gli attributi sembrano funzionali a Trovare. I punti di accesso del nostro modello sono dunque gli elementi indicali che corrispondono ad attributi che abbiamo ritenuto essere funzionali a Trovare, a seconda dei casi, anche a Navigare, oltre che a Identificare, Selezionare e Ottenere: dunque tutti gli attributi nominali (interni o esterni), più gli identificatori delle entità (ISBN, EAN, etc.); ai punti di accesso corrispondenti a questi attributi si aggiungono gli identificatori delle

registrazioni, elementi metaindicali che individuano le entità oggetto di registrazione. In 2.4 avevamo detto che almeno un certo numero di attributi svolge due o più funzioni, in modo relativo e complementare; tali attributi, lo esplicitiamo adesso, sono quelli che abbiamo individuato come attributi funzionali a Trovare e che a livello fisico, dunque, corrispondono ai punti di accesso.

Qui è necessaria una nota sulla questione dell'autonomia dei punti di accesso ai fini della ricerca (funzioni Trovare e Identificare): un singolo punto di accesso non è

necessariamente autonomo in una ricerca, cioè tale da Identificare un'entità sempre e comunque: soltanto gli identificatori delle entità e gli identificatori delle registrazioni, che mirano a Identificare un'entità in modo assoluto e preventivo, possono aspirare a tale capacità; tutti gli altri punti di accesso permettono di Trovare un'entità, ma non garantiscono di Identificarla; gli identificatori hanno dunque un ruolo fondamentale nella disambiguazione delle relazioni di omonimia tra le entità; riprenderemo la

discussione della funzione di disambiguazione degli identificatori nel prossimo capitolo (vedi 3.3.6.4.2.2.6).

esclusivamente a descrivere un'entità (funzioni Identificare e Selezionare) come

descrizioni fisiche o d'altro tipo, note, etc. (“elementi descrittivi”), oppure a Ottenere una risorsa come la segnalazione delle condizioni di disponibilità, della collocazione fisica, etc. (“elementi inventariali”).

A questo punto è necessario parlare della rappresentazione indicale delle relazioni. Le relazioni del modello possono essere rappresentate, a livello indicale, in modo implicito o esplicito: sono rappresentate in modo implicito quando le entità i cui nomi fungono da attributi dell'entità descritta sono registrate in forma discorsiva, senza collegamenti tra le registrazioni delle diverse entità. Viceversa, quando le relazioni sono rappresentate in modo esplicito si ha a che fare con un terzo e duplice grado di controllo formale della relazione; esso implica: 1) la registrazione autonoma dell'entità il cui nome funge da attributo dell'entità descritta; 2) la creazione di collegamenti fisici tra le registrazioni delle due entità.

Ciò vale, lo precisiamo, per tutte le relazioni che riguardano una prima entità e una seconda entità il cui nome sia un attributo nominale esterno della prima entità, e cioè per la maggior parte delle relazioni. Diversa è la questione per le relazioni di equivalenza tra i diversi attributi nominali interni di un'entità, per le relazioni di subordinazione e

coordinazione tra i diversi temi estensionali (attributi nominali esterni) di un Testo, e per le relazioni di omonimia e polisemia. In presenza di più nomi (attributi nominali interni) di un'entità, essi sono legati da una relazione di equivalenza. Però, a differenza delle altre relazioni che intercorrono tra gli attributi nominali esterni, la rappresentazione —

necessariamente esplicita — di una relazione di equivalenza avviene già con la sola registrazione dei vari (due o più) nomi di un'entità: la relazione di equivalenza non comporta dunque collegamenti fisici ma soltanto la registrazione di attributi dell'entità. Una condizione simile vale anche per i diversi temi estensionali di un Testo, le cui relazioni, se controllate formalmente, possono essere registrate non tramite reciproci collegamenti, ma semplicemente tramite elementi indicali differenziati: semplicemente più indici di tema estensionale, nel caso delle relazioni di coordinazione; indice di tema estensionale e indici di sottotema estensionale, nel caso delle relazioni di subordinazione. Infine, per quanto riguarda le relazioni di omonimia e polisemia, nemmeno esse

necessitano di particolari collegamenti fisici; tradizionalmente, la disambiguazione di omonimie e polisemie avviene tramite l'utilizzo di “qualificazioni”, elementi indicali non previsti nel nostro approccio, e note; per quanto ci riguarda, riteniamo che la

rappresentazione delle relazioni di omonimia e polisemia possa restare nella maggior parte dei casi implicita, essendo la disambiguazione già svolta indirettamente dalle altre relazioni semantiche paradigmatiche (gerarchiche, di equivalenza, di antonimia, etc.) e dagli identificatori; in via del tutto residuale, può comunque essere prevista la possibilità di elementi descrittivi (note) che chiariscano la relazione di omonimia. Approfondiremo nel prossimo capitolo la discussione delle relazioni di omonimia e polisemia, e della loro trattazione indicale (vedi 3.2.5.3.3, 3.3.6.4.2.2.6).

Questo terzo grado di controllo formale, sia nel caso delle relazioni di equivalenza tra nomi dell'entità, sia nel caso delle relazioni tra temi estensionali, sia ancora nel caso delle relazioni tra attributi (nominali) esterni e delle relazioni di omonimia e polisemia,

corrisponde a ciò che tradizionalmente viene definito authority control e gli indici che ne risultano vengono tradizionalmente detti “controllati”. Pur precisando che, come

controllo dell'universo bibliografico, adotteremo anche noi questa terminologia e parleremo, per attributi nominali di cui siano state controllate le relazioni, di indici controllati. Parleremo invece di indici non controllati sia per gli attributi non soggetti a questo terzo grado di controllo formale.

Fin qui non abbiamo parlato in modo esplicito della rappresentazione indicale delle relazioni sintagmatiche. Nella tassonomia degli attributi, abbiamo mostrato come gli attributi nominali si suddividano in “semplici” e “complessi”. La rappresentazione indicale dei nomi complessi e delle relazioni tra i diversi elementi (entità o elementi componenti non significativi, vedi sotto) a cui essi fanno riferimento può anche in questo caso essere implicita o esplicita (verosimilmente soltanto per gli attributi nominali

complessi stabiliti come indici controllati). In questo secondo caso il controllo formale comporta: 1) la registrazione autonoma dell'ulteriore entità o delle ulteriori entità menzionate esplicitamente nel nome complesso di un'entità; 2) la creazione di collegamenti fisici tra le registrazioni tra le diverse entità coinvolte, per esempio un collegamento dalla registrazione della “Biblioteca della Regione Sicilia” alla registrazione della “Regione Sicilia”; 3) la creazione di collegamenti fisici (o espedienti simili, come operatori di ruolo, etc.) tra i diversi elementi — a esclusione di articoli, preposizioni, etc. — che fanno parte nel nome complesso, per esempio “Biblioteca - [parte/intero] - Regione Sicilia” o “[parte:] Biblioteca - [intero:] Regione Sicilia”.

Parleremo in questo caso di indici (nominali controllati) collegati; parleremo invece di indici non collegati per indici nominali relativi a nomi complessi le cui relazioni sintagmatiche non siano state controllate formalmente. Nessuno strumento di

indicizzazione attuale prevede indici collegati o espedienti simili; essi costituiscono una possibilità teorica, peculiare del nostro approccio. Il controllo formale dei nomi complessi e delle relative relazioni sintagmatiche costituisce un vero e proprio ulteriore grado di controllo formale dell'universo bibliografico.

Quando tutti gli elementi (non relativi a preposizioni, articoli, etc.) di un nome

complesso individuino entità e siano pertanto collegati a proprie registrazioni, parleremo di indici totalmente collegati (per esempio in presenza di collegamenti da “Etica della vita” alle registrazioni di “Etica” e “Vita”); quando invece non tutti gli elementi di un nome complesso individuino entità, perché nel nome è presente un elemento che non è ritenuto significativo in modo autonomo, parleremo di indici parzialmente collegati (vedi l'esempio suddetto di “Biblioteca della Regione Sicilia”); nomi complessi di entità

individuali avranno generalmente indici parzialmente collegati; nomi complessi di entità entità collettive avranno generalmente indici totalmente collegati.

Approfondiremo gli indici (parzialmente e totalmente) collegati e non collegati nel prossimo capitolo, con una terminologia un po' diversa (vedi 3.3.6.2.5). Gli indici controllati e collegati (e i relativi collegamenti) sono le strutture catalografiche principali per il soddisfacimento della funzione Trovare e — tranne nel caso del controllo delle relazioni di equivalenza, di subordinazione e coordinazione tra temi estensionali, e di omonimia — Navigare.

Il processo di formalizzazione delle relazioni tra le differenti entità e tra i nomi delle entità comporta la creazione di una rete, detta rete sindetica, che rispecchia in modo

formalizzato e sintetico la semantica dell'universo bibliografico nel suo complesso e aiuta l'utente a muoversi tra le entità e a chiarire i loro rapporti reciproci. Le varie

rapporti tra funzioni del catalogo e indici.

Se guardiamo alle suddette classificazioni nella prospettiva delle funzioni ci accorgiamo che: 1) la funzione Trovare è soddisfatta dai punti di accesso in generale (indici nominali o non nominali, controllati o non controllati, ed eventualmente collegati o non collegati); 2) la funzione Navigare è soddisfatta soltanto dai punti di accesso controllati (e da

eventuali punti di accesso collegati); 3) le funzioni Identificare e Selezionare sono soddisfatte sia dai punti di accesso sia dagli elementi descrittivi, i quali possono servire a seconda dei casi sia a individuare elementi già noti all'utente finale (Identificare), sia a fornire ulteriori informazioni su elementi noti o non noti (Selezionare); 4) la funzione Ottenere è soddisfatta sia dai punti di accesso sia dagli elementi inventariali — i quali riguardano però soltanto le Risorse.

Queste osservazioni ci portano a stabilire la seguente gerarchia tra gli elementi indicali volti a soddisfare le funzioni: 1) gli elementi indicali più importanti sono i punti di accesso controllati (e gli eventuali punti di accesso collegati), funzionali a tutte e cinque le funzioni (Trovare, Navigare, Identificare, Selezionare, Ottenere); 2) seguono i punti di accesso non controllati (nominali o non nominali) che svolgono le funzioni Trovare, Identificare, Selezionare e Ottenere; 3) seguono infine gli elementi descrittivi, funzionali a Identificare e Selezionare, da un lato, e gli elementi inventariali, funzionali a Ottenere, dall'altro; elementi descrittivi e inventariali sono funzionalmente esclusivi (i primi servono a Identificare e Selezionare; i secondi a Ottenere) e dunque incommensurabili in termini di importanza funzionale, ma sono entrambi meno importanti dei punti di accesso; se volessimo stabilire una gerarchia tra tali elementi, dovremmo porre gli elementi inventariali all'ultimo posto perché relativi soltanto a Ottenere (mentre gli elementi descrittivi servono a Identificare e Selezionare) e perché Ottenere è, come già detto, cronologicamente l'ultima delle cinque funzioni. Un'ultima classificazione delle tipologie indicali è quella, sulla base della fonte dell'indicizzazione, e relativa alle sole entità

bibliografiche, tra indici derivati e assegnati. Una parte degli elementi informativi di un'entità bibliografica può essere derivata direttamente da essa o da entità bibliografiche associate (per esempio le edizioni di un'Opera, oppure, nel caso del nome di un Ente, dal sito ufficiale dell'Ente); gli elementi così indicizzati sono detti indici derivati.

Una parte degli elementi informativi di un'entità bibliografica può essere invece costituita da: 1) elementi segnici presenti nell'entità bibliografica ma totalmente rielaborati

dall'indicizzatore; 2) elementi non segnici dell'entità bibliografica, la cui registrazione è necessariamente frutto di un esame dell'entità bibliografica da parte dell'indicizzatore; sono elementi di questo tipo il tipo di supporto, le dimensioni, etc.; 3) elementi assenti in quanto tali dall'entità bibliografica ma escogitati dall'indicizzatore sulla base di un'analisi dell'entità bibliografica. In tutti questi tre casi parleremo di indici assegnati.

Parlando del soggetto, avevamo spiegato che esso è costituito in parte da elementi espliciti (circalità estensionale), in parte da elementi impliciti (circalità intensionale), in parte da elementi che possono essere espliciti o impliciti (punto di vista). Gli elementi impliciti non possono che essere frutto della riflessione dell'indicizzatore e dunque essere registrati come indici assegnati. Diversa è la questione per la circalità estensionale: questa può essere o individuata dall'indicizzatore sulla base di una preventiva analisi dei termini e discorsi di un Testo, e dunque tradotta successivamente in un'espressione sintetica scelta dall'indicizzatore — sulla base di un controllo formale, cioè dell'utilizzo di uno strumento di indicizzazione, o meno —, o semplicemente essere determinata tramite una trascrizione

(manuale o automatizzata) di parti attinenti la circalità di un Testo come titoli, sommari, abstract, quarte di copertina, etc. Vi sono pro e contro in entrambi i casi: l'indicizzazione assegnata è frutto di una mediazione dell'indicizzatore e dunque soltanto essa permette di mettere in rapporto la circalità estensionale con le esigenze dell'utente finale; mentre l'indicizzazione derivata si ferma all'aspetto esteriore dei segni delle parole (significanti, come spiegheremo nel prossimo capitolo, vedi 3.2.1), l'indicizzazione assegnata permette di risalire ai significati delle parole; le formulazioni (termini o frasi) tipiche

dell'indicizzazione assegnata sono generalmente maggiormente sintetiche di quelle ottenute tramite l'indicizzazione derivata; l'indicizzazione assegnata permette di

differenziare lingua del testo e lingua dell'indicizzazione, ovvero permette di raggruppare tutti i testi su un determinato argomento a prescindere dalla loro lingua; l'indicizzazione assegnata è però molto più costosa di quella derivata. Così come abbiamo fatto nella discussione del soggetto, e pur nella consapevolezza di una complessiva superiorità qualitativa dell'indicizzazione assegnata su quella derivata, anche in questo caso

suggeriamo di vedere indici assegnati e derivati non come alternativi ma piuttosto come complementari tipi di indice: li considereremo entrambi come indici del nostro

approccio, con l'indicazione che uno strumento di indicizzazione dovrebbe prevedere l'impiego di entrambi i tipi di indice, magari differenziandone l'utilizzo; per esempio, come già accennato, prevedendo un'indicizzazione per soggetto di livello complessivo di carattere assegnato, e un'indicizzazione per soggetto di livello analitico di carattere derivato. In questo caso, gli indici di soggetto derivati potrebbero integrare o sostituire l'indicizzazione assegnata dei sottotemi subordinati al tema principale di un'entità testuale. L'opportunità dell'integrazione di indici derivati e assegnati è naturalmente estendibile anche agli attributi non relativi al soggetto: frontespizio, copertina,

illustrazioni, etc. possono infatti essere oggi facilmente registrate o collegate all'interno di una registrazione tramite digitalizzazione.

Passiamo adesso alla discussione delle singole tipologie di indici; discuteremo soltanto quelle più importanti o su cui è opportuno fare delle precisazioni.