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Come apprendono gli stranieri l’italiano / il tedesco LS?

3. PARTE TERZA

3.1 Confronto tra due mondi: italiano L2 vs. italiano Lingua di contatto

3.1.2 Come apprendono gli stranieri l’italiano / il tedesco LS?

Gli studenti stranieri, nella maggior parte dei casi almeno (anche lì si trovano comunque alcuni elementi che non hanno voglia di imparare o di fare ogni qualsiasi tipo di attività, lavoro, ecc.), hanno tutta un’altra motivazione ad apprendere una o addirittura due lingue a loro completamente straniere. Per loro l’arrivo in una terra straniera comprende infatti soprattutto l’apprendimento della lingua parlata in quel paese, come primo passo importante per l’integrazione nel territorio, nella vita sociale e nel mondo del lavoro.

Che si tratti di ragazzi nati in Italia, figli di migranti, o ragazzi appena arrivati nel nostro paese da qualche anno, in ogni caso essi vengono spinti dai genitori ad andare a scuola e a frequentare dei corsi per imparare la lingua. Essi hanno capito che l’apprendimento di una lingua è un’opportunità, data non affatto per scontato, che permette di trovare alloggio, lavoro e cibo per nutrirsi; molti immigrati arrivano infatti da paesi dove l’educazione è un privilegio non

accessibile a tutti e la vita è tutt’altro che semplice, da paesi dove si fa la fame e dove si scappa da guerre.

Inoltre

“chi studia una lingua straniera si presuppone lo faccia per venire in contatto in qualche modo con il popolo che la parla, per penetrare nella sua vita e fruire dei suoi prodotti.

Ne consegue che il fine dell’apprendimento dovrebbe essere quello di condurre alla tolleranza del diverso, a relativizzare il proprio modo di interpretare la vita, all’interesse interculturale e al superamento della distinzione cultura – civiltà perché ogni cultura ha un valore in sé e deve essere rispettata e perché la tolleranza porta ad una migliore convivenza fra persone appartenenti a diverse culture.” (Diadori 2007: 34)

Ecco che si spiega quindi la differenza tra i due modi di apprendimento della lingua. La differenza sta in due diversi tipi di motivazione e di atteggiamento nei confronti della L2 o della lingua straniera.

Si può concludere dicendo che:

“Avere uno splendido laboratorio linguistico, ma nessuna motivazione all’apprendimento della L2 è come possedere un’automobile potente, ma nessuna intenzione di guidarla. Come ogni apprendimento, anche quello della L2 richiede intenzionalità e un impegno costante nel tempo che solo una buona motivazione può garantire.” (Paladino / Forer 2012: 137)

CONCLUSIONI

Nella prima parte del lavoro lo scopo è stato quello di inquadrare la psicolinguistica, mettendone a fuoco le principali teorie sull’apprendimento linguistico: il behaviorismo di Burrhus Frederic Skinner e il generativismo di Noam Chomsky, soffermandosi sull’apprendimento da parte dei bambini.

Nella seconda parte, si è voluto trattare il tema dell’apprendimento dell’italiano (e del tedesco) come lingua seconda o straniera dal punto di vista didattico in Alto Adige. Attraverso le interviste a due professori di lingua seconda, sono state tratte delle conclusioni molto interessanti. Si sono visti in particolare gli errori che gli alunni fanno nei vari ambiti della lingua: nell’utilizzo dei tempi verbali, nell’uso dell’ausiliare haben o sein, in tedesco, e essere o avere, in italiano, nell’uso degli articoli determinativi e indeterminativi e in altri campi, come ad esempio nell’ascolto, nel parlato, nella lettura e nella scrittura. Inoltre, i due professori hanno espresso delle opinioni personali sui motivi per i quali l’apprendimento della L2 non produce talvolta buoni risultati. Da una parte si è visto quanto la grammatica sia la base fondamentale per l’apprendimento della L2 ma anche di una qualsiasi lingua straniera e quanto sia importante insegnarla bene fin da subito, quando si è ancora bambini, e anche correggere gli errori al fine di evitare che si prosegua la formazione con delle lacune grammaticali. È quindi necessaria un’impostazione grammaticale e anche lessicale precisa. Si è dimostrato che apprendere una lingua seconda o una lingua straniera in età precoce, è molto più efficace che apprenderla in un’età successiva. Secondo il linguista Eric Lennenberg, la capacità di apprendere una lingua nei bambini avviene nei primi dieci anni di vita, cioè “in quell’arco di tempo in cui il nostro cervello è preparato a costruire la sua grammatica mentale” (Sabatelli 2010: 79). È il caso anche della lingua seconda: “l'acquisizione della L2 ha, infatti, più probabilità di successo se il bambino viene esposto alla seconda lingua prima dei 10 - 12 anni, ovvero prima della pubertà.”

(ibid.) Dall’altra parte si è notato quanto i motivi socio-psicologici possano influenzare l’apprendimento di una lingua seconda: a volte i ragazzi non hanno la motivazione ad imparare la lingua e altre volte (o anche allo stesso tempo) vivono in un contesto monolingue dove non stanno a contatto con l’altra cultura e l’altra lingua. Infine, da tutte e due le parti, è stato espresso quanto sia importante la famiglia e l’impostazione culturale che i genitori danno al proprio figlio e quanto sia importante stare a contatto con la lingua e la cultura dell’altro.

Nella seconda parte sono stati inoltre analizzati otto testi scritti di studenti germanofoni e stranieri che frequentano una scuola di tipo tecnico-scientifico. Si trattava di testi narrativi che

gli studenti dovevano continuare a scrivere, partendo da alcune informazioni di base o da inizi di testo. Il compito principale era quello di scrivere e concludere la storia, utilizzando tempi passati. Si sono voluti quindi analizzare gli errori presenti nel testo, dandone una correzione.

Tra gli errori più eclatanti si è trovato in primis l’uso scorretto dei verbi e della loro concordanza nelle frasi del testo, dei pronomi, delle preposizioni e degli articoli. Si sono trovati inoltre errori nell’uso degli avverbi e degli aggettivi, errori riguardo all’ordine delle parole e errori di ortografia. Una parte considerevole degli errori consiste anche in un uso sbagliato o impreciso di parole e combinazioni di parole a livello semantico-lessicale.

Dai risultati di quest’analisi si è voluto constatare come ancora tanti studenti (ma anche adulti, ad esempio i genitori degli studenti) facciano fatica ad imparare l’italiano. Stupisce soprattutto il fatto che gli studenti, dopo ben dieci anni di apprendimento della L2, non riescano ancora ad esprimersi correttamente in italiano e che facciano ancora errori gravi, molto spesso errori basilari. Come è stato visto anche dalle interviste agli insegnanti e analizzando il contesto sociale altoatesino, gli errori sono anche e soprattutto dovuti a un fatto sociale, nonché storico, e motivazionale. In molti casi, infatti, sia nel caso dei tedeschi che degli italiani, manca la motivazione e la voglia di apprendere la lingua seconda. Ovviamente la situazione è migliorata rispetto ad un po’ di tempo fa, ma troviamo comunque ancora delle situazioni di rifiuto verso l’altra cultura e quindi verso l’altra lingua. Spesso si tratta di primeggiare sull’altra lingua:

coloro che hanno questo atteggiamento di rifiuto, ritengono la loro lingua e la loro cultura più importante dell’altra (si sentono purtroppo ancora frasi come «qui siamo in Italia quindi si parla italiano» oppure «non devo imparare l’italiano, in fondo in Alto Adige la lingua dominante è il tedesco, in quanto apparteneva all’Austria»). Come conseguenza di questo rifiuto, viene a mancare perciò la motivazione ad apprendere l’italiano o il tedesco, perché, come si sa, senza motivazione e volontà di apprendere, una lingua si impara molto più difficilmente.

Nella terza parte della tesi, si è voluto fare un confronto tra i modi di apprendimento della lingua da parte degli altoatesini, tedeschi e italiani, e da parte degli stranieri nati o arrivati in Alto Adige da poco. Le conclusioni che sono emerse da questa riflessione sono a dir poco interessanti: si è visto infatti, come per gli stranieri imparare l’italiano o il tedesco risulti in apparenza più facile che rispetto agli altoatesini tedescofoni o italofoni e ci si è chiesto come mai molti giovani o adulti non riescano a parlare correttamente in italiano o in tedesco. Qual è la parola-chiave di questa riflessione? – Motivazione: è infatti proprio la motivazione il fattore mancante nell’apprendimento di alcuni altoatesini, perché senza la motivazione a voler sapere la lingua e a ritenerla necessaria per vivere in una terra come l’Alto Adige, non si riuscirà mai

ad imparare la lingua in modo corretto. Gli studenti immigrati hanno spesso, non sempre, un’altra volontà di apprendere la lingua, legata alla loro volontà di integrarsi nel territorio e nella vita sociale.

Descrivendo il sistema scolastico altoatesino, si è messa a fuoco l’importanza che la L2 gioca nell’ambito della scuola in Alto Adige, analizzando gli aspetti positivi ma anche quelli ancora mancanti del sistema scolastico e formativo altoatesino. Tra gli aspetti positivi è da menzionare senz’altro la nascita di progetti per rafforzare l’insegnamento della lingua seconda, concentrati soprattutto sull’apprendimento veicolare di una lingua, come ad esempio i progetti CLIL, gli scambi non solo tra docenti ma anche tra studenti, i soggiorni studio, la scuola trilingue e il progetto pilota per l’insegnamento della L2 alla scuola materna. Un aspetto mancante riguarda invece la somma delle ore di L2, che sono troppo poche, ma negativa e non di rado antiquata è soprattutto la modalità di insegnamento della lingua seconda: la lezione è molto spesso solamente frontale e ci si concentra più che altro sulla letteratura, la storia e la cultura, trascurando allo stesso tempo l’insegnamento della lingua stessa, in particolare della sua grammatica, ma anche di aspetti riguardanti la variazione linguistica (per es. la differenza tra scritto e parlato).

Nell’apprendimento della lingua seconda, fondamentali per lo studente sono le motivazioni. Ci deve essere innanzitutto una motivazione personale: il ragazzo deve apprendere la lingua non per obbligo ma perché gli interessa impararla. Secondo lo psicologo Robert Gardner la motivazione è la misura dell’impegno o dello sforzo che un individuo mette nell’apprendere una lingua a causa di un suo desiderio e della soddisfazione provata in tale attività (Gardner 1985). Motivazione vuol dire quindi: avere un obbiettivo da raggiungere, avere il desiderio di raggiungerlo, fare uno sforzo per raggiungerlo e avere un senso di soddisfazione una volta raggiunto l’obbiettivo. Fondamentale è inoltre per il ragazzo capire l’importanza che ha l’apprendimento della L2, legata al contesto in cui vive. Qui entrano in gioco i genitori del ragazzo. Essi devono avere un ruolo importante nella sua formazione: devono dargli un input ad apprendere la lingua seconda e motivarlo a studiarla, spiegandogli quanto sia importante non solo per il suo futuro, ma anche nel contesto sociale, culturale e politico in cui vive. Devono dimostrare inoltre al ragazzo un’apertura concreta anche da parte loro verso il mondo in cui la L2 viene parlata, avvicinandosi di più, ad esempio frequentandone l’ambiente culturale e sociale, partecipando a feste e tradizioni della cultura locale, leggendo e guardando programmi televisivi nell’altra lingua, ecc.

Un altro fattore determinante è la credenza ancora diffusa di vivere in due mondi diversi ma separati; spesso molti ragazzi italiani vedono il mondo tedesco distante da loro, anche se vivono da anni nella stessa terra, e non vogliono quindi imparare la lingua “degli altri”, ovvero dei

“crucchi” come vengono chiamati i ragazzi tedeschi. Lo stesso fatto vale anche per i ragazzi di lingua tedesca, che chiamano gli italiani i “Walschen”. Questi due termini risalgono ad un periodo di conflitto tra l’Italia e il Tirolo, e vengono purtroppo utilizzati ancora tutt’oggi, creando spesso disagi e offese nei confronti dell’altro. Questi stereotipi del “noi” e del “loro”

andrebbero ormai superati, vivendo in un’Europa e in un mondo che si sposta continuamente e nel quale le culture si mescolano a vicenda. Bisogna però anche dire che ci sono nuove e varie occasioni che cercano di unire i gruppi linguistici, praticando attività in comune, come ad esempio il teatro, la musica, lo sport oppure i viaggi storico-culturali organizzati dalle varie associazioni giovanili. In queste attività si parlano tutte e due le lingue e i ragazzi possono quindi praticare la loro conoscenza della lingua seconda, applicandola a situazioni quotidiane e non solo, e integrandosi facilmente tra di loro.

Avendo lavorato e collaborato con i centri linguistici e stando a contatto con conoscenti e amici tedescofoni o italofoni, mi sono accorta di quanto ciò che è stato detto sia vero. Ho notato la motivazione che molti immigrati avevano nell’apprendere l’italiano o il tedesco, che con la loro voglia di imparare, anche a volte non sapendo una parola di italiano, si sono impegnati e hanno mostrato interesse verso la lingua; ho notato, invece, in varie situazioni sociali, come ci sia presso alcune persone, soprattutto giovani, questa sorta di rifiuto ad imparare l’altra lingua e come molti non vogliano nemmeno impegnarsi a correggersi o a migliorare le loro capacità linguistiche in L2.

L’apprendimento della L2 richiede un processo di apprendimento che non è affatto semplice e il suo insegnamento richiede un cambiamento dal punto di vista didattico: ci vuole un approccio più veicolare alla lingua; bisogna applicarla ai vari contesti quotidiani e alle altre materie e far parlare di più gli studenti. Inoltre i genitori devono spingere i propri figli ad imparare la L2. In una regione come l’Alto Adige, dove convivono più lingue e culture tra loro diverse, imparare la seconda lingua deve essere un’opportunità e non una costrizione, e conoscere due lingue (e anche di più) va considerato come un arricchimento culturale e sociale. Come disse Frank Smith

“una lingua ti apre un corridoio per la vita. Due lingue ti aprono tutte le porte lungo il percorso.”34

34 Tradotto dall’inglese: “One language sets you in a corridor for life. Two languages open every door along the way.” Preso da: https://www.goodreads.com/quotes/1216027-one-language-sets-you-in-a-corridor-for-life-two (ultimo accesso: 01.02.2019)

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