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Riflessioni sui risultati delle due interviste

2. PARTE SECONDA

2.2 Interviste

2.2.3 Riflessioni sui risultati delle due interviste

Vediamo ora di analizzare, nel presente paragrafo, le risposte degli intervistati. Guardando i risultati delle due interviste si possono notare alcune somiglianze tra le risposte riguardanti gli errori ricorrenti – da parte dei parlanti con L1 italiana – del tedesco e quelli – da parte dei parlanti con L1 tedesca – dell’italiano, ma anche alcune differenze.

Sull’utilizzo dei tempi verbali, in tutti e due i casi, gli alunni fanno molti errori. Spesso i ragazzi italiani sbagliano già ad usare il presente, un errore abbastanza grave, considerando che il presente è un tempo importantissimo, e tendono a non distinguere inoltre i diversi verbi modali, ovvero können, müssen, sollen e wollen, che fanno parte delle basi della grammatica tedesca. I ragazzi tedeschi, invece, non riescono ad utilizzare il passato remoto, anche se bisogna dire che questa è una carenza anche dei docenti che lo insegnano poco e della poca importanza che in Alto Adige viene data a questo tempo. Infatti, il passato remoto è un tempo verbale che al nord d’Italia non viene praticamente mai utilizzato perché considerato un tempo “antico”, mentre nel centro e sud d’Italia viene usato comunemente. Inoltre, gli studenti tedeschi hanno problemi nel distinguere il passato prossimo dall’imperfetto quando si tratta di mettere in pratica le regole e quindi di utilizzarle. Grosse difficoltà hanno soprattutto quei ragazzi provenienti dalle valli o da fuori Bolzano, che vivono in un ambiente esclusivamente monolingue e che perciò non hanno contatto con l’ambiente e con la lingua italiana, mentre quelli provenienti da famiglie bilingui non fanno molta fatica.

Sull’uso corretto degli ausiliari haben e sein i ragazzi italiani non sbagliano se hanno imparato precedentemente, alle scuole medie o alle elementari, i paradigmi con l’ausiliare (ad esempio ich bin gegangen invece che solo gegangen), altrimenti fanno qualche errore anche se non così determinante. Anche i ragazzi tedeschi non hanno grandi difficoltà con gli ausiliari essere e avere; con i verbi riflessivi fanno un po’ di fatica ma una volta imparato quale ausiliare si usa per quel tipo specifico di verbi, lo sanno poi applicare in modo giusto.

Nell’uso degli articoli determinativi e indeterminativi, gli studenti italiani si sbagliano frequentemente, molto spesso perché in italiano certe parole hanno un determinato articolo e in tedesco un altro (ad esempio: la luna – der Mond) e anche perché in tedesco, oltre a maschile e femminile, c’è il genere neutro e quindi anche l’articolo neutro (das/ein), mentre in italiano esistono solo maschile e femminile. Anche gli studenti tedeschi hanno grandi difficoltà con gli articoli. Un errore molto frequente è mettere il al posto di lo oppure di l’: ad esempio *il sgabello invece che lo sgabello, oppure *il straniero invece che lo straniero e *il albero al posto di l’albero. Per quanto riguarda gli articoli indeterminativi, tanti ragazzi sbagliano a mettere l’apostrofo; molto spesso, se c’è un sostantivo femminile, non mettono l’articolo indeterminativo con l’apostrofo: ad esempio in un’autrice italiana non mettono l’apostrofo.

Per quanto riguarda l’ascolto si nota una grande differenza tra le due scuole. I ragazzi italiani che imparano il tedesco, infatti, hanno moltissime difficoltà a sentire e capire un discorso, nei test di ascolto in classe. Questo perché, vivendo in un ambiente dove la maggioranza delle persone parla italiano (Bolzano), non sono abituati a sentire conversazioni e a parlare il tedesco.

Spesso il testo deve essere ripetuto anche 3-4 volte; quelli di madrelingua tedesca o bilingui capiscono il testo subito, ma sono rari casi in una classe. Al contrario, i ragazzi tedeschi non hanno problemi nel capire i testi: l’ascolto è una delle competenze che sanno gestire meglio, vivendo a Bolzano e quindi in una città dove sentono parlare molto spesso l’italiano.

Nel parlato gli alunni italiani hanno la tendenza a parlare in maniera mnemonica, perché non sono abituati a parlare tedesco in una città come Bolzano; solo alcuni sanno parlare con parole proprie. Qui una carenza riguarda anche il livello lessicale: molto spesso i ragazzi non imparano tante unità lessicali e quindi mancano loro delle parole nelle conversazioni. Nella scuola tedesca, gli alunni hanno un livello abbastanza buono, almeno la maggior parte di loro.

Ovviamente, quelli provenienti dalle valli fanno più fatica e parlano più spesso in maniera mnemonica.

Nel caso della lettura, in tutte e due le scuole la maggior parte degli alunni riesce a leggere e a capire quello che sta leggendo. Ci sono, tuttavia, in tutti e due i casi, dei ragazzi che hanno grosse difficoltà a leggere, una delle prime competenze che i bambini imparano: risulta quindi un fatto abbastanza grave che certi ragazzi, alle scuole superiori, non riescano a capire quello che stanno leggendo; molti di questi fanno fatica a leggere anche nella loro lingua madre, per una questione di abitudine.

Passando alla scrittura, gli alunni della classe tedesca se la cavano abbastanza bene; ogni tanto sfugge loro qualche parola, ma non è un grosso problema. Anche dando loro un testo breve con un argomento semplice da svolgere, non hanno molte difficoltà, anche se ci possono essere però degli errori di grammatica. Gli alunni della classe italiana, invece, hanno molte difficoltà nella scrittura. A detta dell’insegnante, “la scrittura è la competenza che meno posseggono e fanno fatica dal punto di vista lessicale, grammaticale e ortografico: gli errori di ortografia sono molto frequenti” (Intervista insegnante 1: 2018).24 Ultimamente, inoltre, l’insegnante ha trovato spesso errori di concordanza, un “errore in aumento” (ibid.), soprattutto in quelle forme di sostantivi o aggettivi con la e finale; ad esempio per verde – verdi, invece che mettere un albero verde – degli alberi verdi, mettono un albero verde – *degli alberi verde. Questi errori vengono fatti soprattutto da ragazzi provenienti da un ambiente monolingue.

Come mai, allora, dopo molti anni di apprendimento di italiano L2 o tedesco L2, gli alunni non hanno ancora acquisito del tutto le competenze linguistiche (soprattutto in riferimento alla grammatica) ossia raggiunto un livello di competenza più alto? Secondo il professore di tedesco intervistato, “gli errori cominciano già alle scuole elementari” (Intervista insegnante 2: 2018)25, dove non viene fatta molta grammatica. La stessa cosa vale anche per le scuole medie, dove viene insegnata ai ragazzi una grammatica deduttiva, molto approssimativa, e non approfondita.

Inoltre, sostiene il professore, alcuni errori, alle scuole primarie e medie, non vengono corretti, e quindi le lacune dei ragazzi rimangono anche quando arrivano alle superiori, dove poi è più difficile far apprendere ai ragazzi la grammatica e far correggere i loro errori. È l’impostazione che è sbagliata: “per poter apprendere il tedesco serve invece un’impostazione grammaticale e lessicale precisa.” (ibid.) Secondo l’insegnante d’italiano intervistato, i motivi sono più che altro socio-psicologici: i ragazzi che abitano fuori Bolzano e nelle valli non hanno abbastanza

24 Tutte le citazioni indicate con (Intervista insegnante 1: 2018) sono tratte dall’intervista ad un professore di italiano L2/LS, fatta a Bolzano il 14 dicembre 2018 (vedi anche bibliografia).

25 Tutte le citazioni indicate con (Intervista insegnante 2: 2018) sono tratte dall’intervista ad un professore di tedesco L2/LS, fatta a Bolzano il 13 dicembre 2018 (vedi anche bibliografia).

motivazione ad imparare l’italiano, e “non reputano l’italiano una lingua importante e necessaria nella loro quotidianità” (Intervista insegnante 1: 2018). Inoltre, fuori Bolzano, non ci sono molti contesti bilingui, anzi in alcune zone non ce ne sono proprio, e quindi i ragazzi tedeschi non hanno possibilità di mettersi in contatto con la cultura, e quindi anche con la lingua, italiana: “non hanno il contesto con cui venire a contatto con la lingua italiana, da un lato, e dall’altro c’è un ambiente socio-culturale-politico che non favorisce la lingua.” (ibid.) Un ruolo importante lo svolge anche l’impostazione culturale della famiglia e dell’ambiente in cui il ragazzo o la ragazza vive. “Oggigiorno c’è più la tendenza nelle famiglie a spingere i ragazzi verso lo studio del tedesco, perché di solito le famiglie ci tengono, sono più preoccupate”, secondo il professore di tedesco intervistato, perché in Alto Adige “la conoscenza della lingua tedesca ti consente di trovare lavoro, e quindi le famiglie sono più attente a questo aspetto”

(Intervista insegnante 2: 2018). Il problema è che i ragazzi a Bolzano non hanno abbastanza contatto con la lingua tedesca e con l’ambiente tedesco in generale. Se stessero più a contatto con i loro coetanei di madrelingua tedesca, riuscirebbero meglio ad applicare la lingua nelle varie situazioni quotidiane. L’ambiente in cui i ragazzi sono li aiuta moltissimo. I soggiorni studio ne sono un esempio: stando infatti solo a contatto con un ambiente tedesco, gli alunni parlano, per automatismo, in tedesco e non in italiano. Secondo il professore d’italiano intervistato, spesso la famiglia gioca un ruolo importante nell’apprendimento del ragazzo:

molte volte è la famiglia stessa, spinta da pregiudizi, ad avere una sorta di rifiuto verso la lingua e la cultura italiana e altre volte sono i ragazzi stessi ad avere un atteggiamento di rifiuto verso l’Italia in generale. È quindi “un blocco mentale”, come dice uno degli insegnanti intervistati:

“chi invece impara italiano all’estero è più motivato perché ha interesse per l’Italia, per la sua cultura, ecc.” (Intervista insegnante 1: 2018).

Ciò che è stato espresso dai due insegnanti rappresenta una fotografia della realtà scolastica e sociale di Bolzano. È evidente come per i ragazzi di lingua tedesca di Bolzano, che quindi vivono in un ambiente cittadino molto italiano, l’apprendimento e la comunicazione in L2 siano più facilitate dei loro coetanei provenienti dalle valli e dai paesi limitrofi.

Più difficile, viceversa, è l’apprendimento e la comunicazione in L2 dei ragazzi italiani

“cittadini”, dove le occasioni di frequentare un ambiente fortemente tedesco sono limitate. È risaputo che ragazzi italiani che vivono in paesi come Vipiteno, Brunico, Appiano, ecc., hanno molte opportunità di sentire parlare prevalentemente tedesco e riescono quindi ad integrarsi maggiormente e a comunicare più spontaneamente in L2. Nel capoluogo bolzanino i due gruppi linguistici in ambito sociale sono sicuramente più separati che in un paese e ne consegue

ovviamente una minore integrazione sociale e anche linguistica. I ragazzi provenienti da famiglie mistilingui non hanno alcuna difficoltà a comunicare in ambedue le lingue e ad integrarsi.

Si nota ultimamente una maggiore disponibilità nell’ambiente italiano all’apprendimento della lingua tedesca, visto come occasione per garantire un futuro con più opportunità ai propri figli in una terra mistilingue come l’Alto Adige.