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Intervista ad un professore di tedesco L2

2. PARTE SECONDA

2.2 Interviste

2.2.2 Intervista ad un professore di tedesco L2

1) Quali sono i tipici errori nell’utilizzo dei tempi verbali che fanno gli studenti italiani nel parlare il tedesco? Es.: uso del Perfekt / Präteritum. Gli studenti tendono a distinguerli?

«Alcuni hanno già problemi con il presente! Inoltre hanno difficoltà con i verbi modali, che non distinguono, e anche con i passati, trapassati.»

2) Sono in grado di usare correttamente gli ausiliari haben e sein?

«In questo caso dipende da come hanno imparato i paradigmi alle scuole medie. Se l’insegnante delle medie glielo ha insegnato con l’ausiliare, generalmente non lo sbagliano, altrimenti qualche errore sfugge, ma non è così determinante.»

3) Articoli determinativi e indeterminativi. Difficoltà a distinguere tra der/die/das e einer/eine/ein.

«Gli studenti si sbagliano frequentemente nell’utilizzo degli articoli.»

4) Ascolto. Quali difficoltà ci sono nel capire un testo? Quante volte deve ripetere il testo?

«La stragrande maggioranza ha delle difficoltà pazzesche…non sono proprio abituati.

Se devono ascoltare un testo, lo devono ascoltare anche 3-4 volte.»

Quanti lo capiscono al primo ascolto? (In una classe quanti?)

«Sì, qualcuno sì. Rari casi; sono i casi di quelli o di madrelingua tedesca o che hanno fatto le scuole tedesche oppure che hanno fatto soggiorni studio in Germania, e hanno quindi l’orecchio più abituato.»

Prima di fare l’ascolto introduce alcune parole che gli alunni non conoscono ancora?

«Mah, normalmente no, non introduco parole che non conoscono ancora. In prima no.

Magari in quarta e in quinta sì, perché lì il linguaggio diventa già più specifico, letterario, diventa un po’ più complesso. Di solito questo lo faccio dopo.»

Quando Lei parla in classe viene sempre capita?

«Se parliamo delle prime, in generale qualche difficoltà c’è, poi dipende anche sempre da classe a classe. Ci sono delle prime nelle quali io riesco a parlare più lentamente, usando delle frasi più semplici così loro mi capiscono…alcuni magari non capiscono qualche parola, allora alzano la mano e gliela spiego.»

5) Parlato. Nelle interrogazioni in classe, i ragazzi riescono a parlare con parole proprie o rispondono a memoria? Anche durante le esposizioni / presentazioni / referat?

«La tendenza è di studiare a memoria; questa è una tendenza che si tirano dietro fino in quinta e, come Le ripeto, quelli che sono abituati a usare la lingua tedesca, parlano anche con parole proprie, ma sono rari casi.»

Gli alunni sanno sostenere un semplice dialogo con Lei (anche al di fuori della lezione)?

«Un dialogo semplice riescono ben a superarlo, poi a volte non li vengono in mente alcune parole, di cui non conoscono la traduzione. Un’ulteriore carenza è infatti quella lessicale: spesso arrivano dalle medie che hanno grandi difficoltà, perché non avendo il lessico, non riescono né a comprendere né a parlare.»

6) Lettura. Che difficoltà hanno gli alunni nel leggere libri o articoli di livello semplice? Mentre leggono in classe riescono a capire quello che leggono?

«Anche in questo caso la cosa è soggettiva: fanno difficoltà perché non sono abituati a leggere. Però le colleghe di italiano mi dicono che anche con loro hanno difficoltà nella lettura. Quindi se hanno già difficoltà nella propria madrelingua, figuriamoci in un’altra lingua. Quel poco che leggono, lo leggono male, ma riescono, nel 90% dei casi, a capire parte di quello che stanno leggendo.

7) Scrittura. Che difficoltà hanno gli alunni nella comprensione di un testo scritto e nel rispondere alle domande riguardanti il testo?

«Nella comprensione di un testo scritto se la cavano abbastanza; a volte non sanno qualche parola, ma ci arrivano di intuito e poi dipende anche ovviamente dal tipo di testo, perché anche sui libri che abbiamo noi in adozione, a volte ci sono anche dei testi, che per le prime sono un po’ difficili, ci sono tante parole che loro non conoscono. Però

si può sempre fare prima un lavoro lessicale, dove si spiegano agli alunni le parole, e dopo loro leggono e riescono a capire e quindi è diverso.»

Riescono a scrivere un testo breve a tema semplice?

«Sì, sono in grado di scrivere un testo breve. Dandoli un tema elementare, ad esempio

“descrivi la tua famiglia” o “cos’hai fatto durante le vacanze?”, sono in grado di scriverlo, anche se con errori di grammatica.»

8) Domanda aggiuntiva. Perché, secondo Lei, dopo tanti anni di apprendimento di tedesco L2 a scuola, i ragazzi spesso non riescono a parlare o a capire la lingua? Come mai? Secondo Lei quali sono i motivi? Si tratta di troppo poco studio, anche extrascolastico?

«Secondo me ci sono degli errori che cominciano già alle elementari, dove per esempio non abbinano l’articolo al sostantivo, e quindi i bambini sanno magari la parola ma non sanno poi l’articolo. Poi, alle medie, dove ho insegnato un paio di anni, tanto tempo fa, mi sono resa conto perché arrivano alle superiori con un livello molto basso. Alle medie il tedesco non viene corretto, non viene spiegata la grammatica, quindi viene fatta una grammatica deduttiva, molto approssimativa. Un mio collega tutto l’anno non ha fatto altro che fare leggere articoli del giornale Dolomiten, senza dare alcuna impostazione e un altro invece ha fatto tedesco giocando, cioè facendo bricolage. Secondo me, per poter apprendere il tedesco serve invece un’impostazione grammaticale e lessicale precisa.

Poi considerando il contingente delle ore risulta anche difficile riuscire a far tutto.

Servirebbero più ore settimanali per poter fare lezioni dove si possa far leggere, scrivere, ascoltare, parlare, fare compiti in classe, considerando poi che alcune ore saltano perché sono in gita o a teatro, ecc. e quindi le ore diventano veramente poche. Io ho fatto anche un gemellaggio con le scuole tedesche, per metterli anche in contatto con una realtà diversa, poi li porto anche a fare dei soggiorni studio, in Germania, però le ore sono troppo poche. Come dico, secondo me i ragazzi non sanno parlare perché hanno avuto un metodo di insegnamento sbagliato già alle scuole primarie. Bisognerebbe partire con un’impostazione diversa dell’insegnamento della lingua: purtroppo non si approfondisce abbastanza e le lacune grammaticali, lessicali e linguistiche rimangono.

Mancano proprio le basi grammaticali.»

Che ruolo ha inoltre l’impostazione culturale della famiglia e dell’ambiente sul ragazzo e sul suo apprendimento della L2?

«Oggigiorno c’è più la tendenza nelle famiglie a spingere i ragazzi verso lo studio del tedesco, perché di solito le famiglie ci tengono, sono più preoccupate. Nella nostra realtà altoatesina, infatti, la conoscenza della lingua tedesca ti consente di trovare lavoro, e quindi le famiglie sono più attente a questo aspetto. Una volta molto di meno, ma adesso direi di sì. Se i ragazzi avessero più contatto con l’ambiente tedesco, riuscirebbero a parlare sicuramente meglio il tedesco. Le lingue più le usi più non te le dimentichi. Se per un periodo non parli la lingua, torni come dire indietro, e poi a riprenderla si fa molta fatica. Un esempio sono i soggiorni studio: già il secondo giorno gli alunni parlano con me in tedesco; è proprio un meccanismo. La tendenza che normalmente hanno di parlare con me in italiano, passa perché c’è un automatismo: anche l’ambiente in cui sono aiuta i ragazzi moltissimo.»