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2. PARTE SECONDA

2.5 La concordanza dei tempi verbali

In questo capitolo vorrei soffermarmi sull’uso dei tempi verbali e della concordanza dei tempi nelle frasi e nei testi.

Innanzitutto si può affermare che si distingue fra tre dimensioni del tempo: passato, presente e futuro. Essi rappresentano il sistema di riferimento per i diversi tempi.

Il linguista Harald Weinrich distingue i tempi in due gruppi che regolano l’“atteggiamento comunicativo”: i tempi “commentativi” (passato prossimo, presente, futuro, futuro anteriore) e i tempi “narrativi” (imperfetto e passato remoto, trapassato prossimo/ remoto e condizionale passato) (Weinrich 2004: 28-30).L’autore sostiene che i tempi commentativi prevalgono nella poesia lirica, nel dramma, nel dialogo in genere, nel saggio critico-letterario, nell’articolo di fondo, nel testamento, nella conferenza scientifica, nel discorso rituale, nel saggio biografico,

PRES IND > (AUS) PART PASS > IMP > FUT > COND > CONGIUNTIVO

16. Il solo PART è usato prima per l’espressione della perfettività, successivamente la forma è accompagnata dall’AUS. Del PASS PROSS vengono acquisite, e di nuovo in accordo con quanto sub 12, le forme in -ato:

-ato > altre forme

17. Dei CLIT, vengono acquisiti dapprima quelli di 1a e 2a PERS, poi di 3a:

1a / 2a > 3a

18. La focalizzazione di frase viene espressa dapprima con elementi in posizione preverbale, la posizione post-verbale segna un secondo passo acquisizionale (es.: anche c’è Svizzera > c’è anche in Svizzera):

FOC. pre-V > FOC. post-V

mentre il gruppo dei tempi narrativi predomina nella novella, nel romanzo ed in ogni tipo di narrazione (ma non nei dialoghi che vi sono eventualmente inseriti) (ibid. pp. 52, 60-61).

Le forme verbali, che ricorrono quindi costantemente nella catena dei segni di un testo, sono utilizzate dall’emittente per poter dare al destinatario un segnale di tipo particolare e per trasmettergli informazioni sui fatti di cui si tratta nel testo (ibid. pp.83-84).

Seguirà ora una tabella presa da Siller-Runggaldier (2015/16):

Bezugssystem Vorzeitigkeit Aktzeit Nachzeitigkeit

Gegenwart passato prossimo presente futuro semplice

Vergangenheit trapassato prossimo / remoto

imperfetto

passato remoto

imperfetto

condizionale passato

Zukunft futuro anteriore futuro semplice /

Tabella 4: Sistemi di riferimento temporale (fonte: Siller-Runggaldier 2015/16)

Nella colonna di sinistra abbiamo i tre sistemi di riferimento, il presente (Gegenwart), il passato (Vergangenheit) e il futuro (Zukunft), che possono esprimere a loro volta tre rapporti temporali diversi: anteriorità (Vorzeitigkeit), contemporaneità (Aktzeit) e posteriorità (Nachzeitigkeit).

Se in una frase si è nel presente, inteso come Gegenwart, e vogliamo esprimere contemporaneità, utilizzeremo il tempo presente; se si vuole esprimere una relazione di anteriorità, si utilizzerà il passato prossimo, e se si vuole esprimere posteriorità si utilizzerà il futuro semplice. Se invece si è nel passato, inteso come Vergangenheit, e si vuole esprimere contemporaneità, si userà l’imperfetto o il passato remoto; se si vuole esprimere anteriorità si userà il trapassato prossimo o il trapassato remoto, e se si vuole esprimere posteriorità si userà l’imperfetto o il condizionale passato. Infine, se si è nel futuro, inteso come Zukunft, verrà usato il futuro semplice se si vuole esprimere contemporaneità e il futuro anteriore per esprimere un’anteriorità.

Nel mondo narrato si ricorre all’uso del trapassato remoto e del trapassato prossimo per evidenziare un caso di retrospezione o anteriorità (l’evento è anteriore a quello espresso con il passato remoto o l’imperfetto) oppure il condizionale passato per un’anticipazione o posteriorità (in questo caso il fatto è posteriore a quello espresso con i tempi passati semplici;

si tratta del cosiddetto “futuro nel passato”) (Weinrich 2004: 85).

L’uso dei tempi e dei modi della frase principale e della frase subordinata viene stabilito da un insieme di regole, noto come la concordanza dei tempi, che corrisponde alla consecutio temporum del latino.

Per fare qualche esempio, la tabella seguente potrebbe essere molto utile (anche nell’insegnamento dei tempi verbali a scuola):

Rapporto temporale Frase principale Frase subordinata

Anteriorità

Marco pensava / pensò (imperfetto / passato remoto)

che aveva studiato abbastanza (trapassato prossimo)

Contemporaneità

che doveva studiare ancora di più (imperfetto)

Posteriorità che avrebbe studiato ancora

di più (condizionale passato)

Tabella 5: Rapporti temporali dei tempi passati

Vediamo di spiegare meglio la tabella qui sopra illustrata. Innanzitutto bisogna dire che la frase di esempio è divisa in una proposizione principale e un’altra subordinata, che troviamo rispettivamente nella seconda e nella terza colonna. Nella prima colonna abbiamo i vari rapporti temporali che utilizzeremo a seconda del rapporto che vogliamo esprimere nella frase subordinata. Se vogliamo esprimere un rapporto di anteriorità, utilizzeremo il trapassato prossimo nella frase subordinata (…che aveva studiato abbastanza); se invece vogliamo esprimere una contemporaneità, dovremmo usare nella subordinata il tempo imperfetto (…che doveva studiare ancora di più); infine, se il rapporto è di posteriorità rispetto alla frase principale, il tempo che verrà adoperato sarà quello del condizionale passato, noto anche come il futuro nel passato (…che avrebbe studiato ancora di più).

Questo è il caso delle frasi principali al passato. Come sappiamo, il tempo della principale può essere al presente, al passato (come abbiamo visto nella tabella) o al futuro. Vediamo quindi come funziona la concordanza al presente:

Rapporto temporale Frase principale Frase subordinata

Anteriorità

So (presente)

che hai scritto (pass. prossimo) / scrivesti (pass. remoto) / avevi scritto (trap. prossimo) / scrivevi

(imperfetto) un libro

Contemporaneità che scrivi un libro (presente)

Posteriorità che scriverai un libro (futuro)

Tabella 6: Rapporti temporali dei tempi del presente

Vediamo invece come si fa a fare la concordanza al futuro:

Rapporto temporale Frase principale Frase subordinata

Anteriorità

Saprò (futuro)

se avrai fatto (futuro composto) / hai fatto (pass. prossimo) / avevi già

fatto (trap. prossimo) i compiti

Contemporaneità se farai (futuro) / fai (presente) i

compiti

Posteriorità

se farai (futuro) / fai (presente) i compiti

Tabella 7: Rapporti temporali dei tempi del futuro

Anche nel caso della concordanza con i tempi del presente e quelli del futuro vi è lo stesso procedimento di quello con il passato. Nel caso del presente, se si vuole esprimere nella subordinata un rapporto di anteriorità, si possono usare il passato prossimo, l’imperfetto, il

trapassato prossimo o il passato remoto (anche se quest’ultimo non è più così in uso); se invece nella subordinata vogliamo esprimere un rapporto di contemporaneità, utilizzeremo sempre il presente; infine, per esprimere una posteriorità nella subordinata, si usa il futuro semplice.

Nel caso del futuro, se nella subordinata si vuole esprimere un’anteriorità, si potranno utilizzare il futuro composto, il passato prossimo o il trapassato prossimo; per esprimere una contemporaneità o una posteriorità, si andrà ad utilizzare, in entrambi i casi, il futuro o il presente.

Come abbiamo visto dalle tabelle, la concordanza dei tempi verbali non è affatto una questione semplice, anzi, a volte anche i madrelingua devono impegnarsi per rispettare l’ordine dei tempi verbali. A mio parere bisognerebbe fare più grammatica a scuola, perché è proprio lì che gli studenti hanno le carenze maggiori. Facendo esercizi sulla concordanza dei tempi, ad esempio, si potrebbero coprire delle lacune che gli studenti altrimenti si porterebbero avanti per sempre.

Un esercizio che si potrebbe fare in classe è quello che seguirà a breve, nel quale si chiede all’alunno/a di sostituire il tempo appropriato per esprimere un’azione anteriore. Non volendo dilungarmi troppo con gli esercizi scolastici, mi permetterò di mostrare solamente un esercizio fra i tanti possibili:

1) Franco capì subito quello che (succedere) __________

2) Babbo, quando mi comprerai il motorino che mi (promettere) __________?

3) Dopo che (finire) __________ di studiare, andai a fare una passeggiata.

4) Alberto mi ha detto che, soltanto per un mese, (lavorare) __________ in quell’ufficio.

5) Dopo che (fare) __________ l’esame, partirò per Roma.

6) Alberto raccontava che da giovane (vivere) __________ cinque anni a San Francisco.

7) Marta disse che Luigi (tradirla) __________ con Sonia.

8) Domani chiederò ad Alberto se Franco (arrivare) __________.33

In particolare la distinzione tra i due aspetti verbali, l’aspetto perfettivo e quello imperfettivo, rappresenta uno degli ostacoli più difficili che gli studenti di italiano devono affrontare, soprattutto se si tratta di parlanti, come i parlanti del tedesco ad esempio, che non hanno la stessa categoria grammaticale nella loro lingua madre:

33 L’esercizio è stato preso da: http://www.adgblog.it/2010/12/13/esercizio-con-la-concordanza-dei-tempi/ (ultimo accesso: 28.01.2019)

“L’italiano, inoltre, unisce alla categoria semantica di azione (verbi durativi e non durativi) quella morfologica di aspetto (tempi perfettivi: passato prossimo/passato remoto e tempi imperfettivi: imperfetto). Il tedesco non ha alcuna codificazione grammaticale dell’aspetto, per cui nei primi livelli il parlante tende a usare in modo generalizzato il passato prossimo, salvo poi sovraestendere l’uso dell’imperfetto a tutti i casi, nelle prime fasi di contatto con questo tempo verbale. (Novi: 9-10).

Altre difficoltà che riguardano le differenze morfosintattiche tra le due lingue sono: “la costruzione della frase; la posizione della negazione; l’uso dei modi indefiniti; le costruzioni infinitiva; la collocazione dell’aggettivo e degli avverbi; le frasi ipotetiche” (Novi: 11). Inoltre, tra gli errori più frequenti sono da menzionare anche gli “aspetti lessicali; [lo] stile e [i] registri nella comunicazione orale e scritta” (ibid.).