• Non ci sono risultati.

Allegato 2. Scheda dell`intervistato

4. Analisi del linguaggio degli artigiani.

4.1 Ideologia linguistica

4.1.1 Appunti teorici.

4.1.2 I marcatori spazio-temporali. 4.1.3 La distanza tra parlanti

4.1.4 Verbi regionali come espressione dell’ideologia linguistica

4.1.1 Appunti teorici.

Il concetto di ideologia presenta molteplici interpretazioni ed è stato utilizzato in discipline diverse, filosofia, storia, scienze sociali, per citarne solo alcune. In questo capitolo si esamina come tale concetto è stato utilizzato per l’analisi linguistica, considerando, in particolare, gli aspetti di maggior utilità per lo svolgimento della ricerca condotta.

Gli studi sull’ideologia si possono dividere in due filoni diversi, per certi versi antagonisti. Il primo è quello che tratta l’ideologia come un sistema di credenze, di percezioni o un insieme di idee sull’organizzazione del mondo. Questa interpretazione lega l’ideologia all’inconscio, al significato e all’azione umana, quindi all’aspetto sociale della vita, al suo lato materiale e pratico.

Il secondo filone è invece legato al concetto politico dell’ideologia che tratta, spiega e analizza i rapporti di forza. Il potere sociale, economico, politico in rapporto con le idee, con la lotta e la contestazione del dominio, rappresenta il significato dell’ideologia, come nell’ideologia marxista o leninista. In questo caso l’ideologia è considerata uno strumento utilizzato dall’alto, dai gruppi dominanti per ottenere oppure mantenere il potere asimmetrico1.

1 Tradizionalmente ogni filone è diviso in altri sottogruppi. Una trattazione completa e precisa degli

“Rappresentazioni sia esplicite che implicite che costruiscono l’intersezione tra il linguaggio e gli esseri umani nel mondo sociale sono quello che noi intendiamo come l’ideologia linguistica”2.

Analizzare le forme materiali della cultura e dell’attività umana senza aver preso in considerazione le varietà linguistiche utilizzate per descrivere e spiegare queste pratiche produrrebbe un’analisi certamente parziale, poco significativa, vista la storia della sociolinguistica negli ultimi decenni. Le forme del parlato e dell’organizzazione sociale sono direttamente collegate e dipendenti. Le forme del parlato, le forme della lingua sono socialmente variabili. Certamente i fattori “classici” come sesso, età, grado d’istruzione sono sempre e obbligatoriamente considerati in tutte le ricerche linguistiche però non sono sufficienti per tracciare conclusioni soddisfacenti. Tra questi fattori espliciti del mondo sociale e della sua strutturazione e la lingua che sentiamo c’è un “cuscinetto”, uno strato della cultura che assorbe il livello sociale, la base culturale e la visione del mondo nelle pratiche linguistiche. Questo strato invisibile ma percepibile è l’ideologia che Thompson definisce come:

…ideology does not float some ethereal realm of ideas but is tied very closely to the medium of linguistic communication. Ideology pertains to that part of consciousness which can be said; it has a public objectivity which enables the projects it promotes to be discussed among strangers (Thompson, 1984, p. 85).

L’ideologia non è indipendente, non è una disciplina a sé che può essere studiata, ma è una stretta interconnessione di varie discipline sociali. Nel nostro caso consideriamo la linguistica e la cultura materiale. Consideriamo l’ideologia non come un insieme di idee astratte ma come un insieme di pratiche costruite sulla base delle idee “incarnate” e come la conseguenza dell’interazione tra i processi sociali e linguistici. La conseguenza non raffigura un rapporto di causa-effetto stretto e diretto, ma un processo complesso e non sempre facilmente interpretabile.

L’ideologia definita dai linguisti può essere interpretata con più o meno forte accento sul ruolo della lingua e/o del mondo sociale oppure come un “sistema culturale delle idee sui rapporti sociali e linguistici, insieme alla loro carica morale e politica” (Irvine, in Schieffelin 1998, p.255 trad. di chi scrive).

Il nostro interesse è stato quello di analizzare gli aspetti culturali nella costruzione del linguaggio, spiegare perché i parlanti si rivolgono ad un certo tipo di costrutti linguistici

piuttosto che ad altri e investigare queste scelte dal punto di vista dell’origine e della strutturazione delle idee e della visione del mondo.

Thompson (1984) analizza profondamente l’analisi del discorso come disciplina della linguistica, la scuola di Alvin Gouldner applica l’analisi discorsiva alla comunicazione. Noi abbiamo investigato il significato negli aspetti materiali della vita, il significato inglobato nell’azione umana. L’azione sociale ci dà il quadro del mondo, basato sull’ideologia che non è e quasi mai conscia ma “it has a very special relationship to the consciousness (and unconsciousness) of persons and to the social relations of their collectivity. The ideological is a part of consciousness the can be given words: it can be said” (Gouldner, 1976, p.81).

Un altro punto di vista condiviso dalla scuola francese dei post-strutturalisti, rappresentata soprattutto da Althusser, definisce l’ideologia come l’insieme delle relazioni vissute (lived relationships) (Althusser, 1971).

Bourdieu invece introduce il concetto di habitus (1977) definendolo come la somma e l’insieme di tutte le disposizioni culturali e morali che “possiede” un individuo oppure un gruppo: “funzione come la memoria collettiva, riproducendo nei successori ciò che è stato acquisito dai predecessori” (p. 87).

Quindi possiamo definire l’ideologia come concettualizzazione culturale delle esperienze, tradizioni, percezioni del mondo e soprattutto del linguaggio sia individuali che collettivi, come un filtro interpretativo delle credenze. La nostra visione dell’ideologia può essere classificata come “neutra”, in contrapposizione a quella spesso concepita come “negativa”, cioè quella legata al concetto del potere asimmetrico.

Studiare l’ideologia attraverso l’espressione linguistica vuol dire focalizzare l’attenzione non sulla struttura della frase e sui segni ma sui modi di descrivere l’azione e l’interazione, cioè come attraverso una frase si riproduce l’ordine sociale e la società stessa.

L’analisi del linguaggio e del discorso ha dei metodi precisi e ben noti; analisi della conversazione, analisi della struttura grammaticale, analisi dell’interazione con l’utilizzo del modello descrittivo di Sinclair3 sono utilizzati per indagare sull’ideologia linguistica. Molte, se non tutte, le teorie danno importanza alla struttura sociale del rapporto. La dominazione e il rapporto di forza sono le parole chiave per la ricerca sociale anche per rilevare il ruolo dell’ideologia. I rapporti di forza nella società sono sempre presenti esplicitamente e implicitamente. Il potere è quella categoria che guida e definisce il rapporto sociale. Anche nel parlare il potere definisce le linee del discorso e posiziona i

parlanti assegnando i ruoli di un certo tipo. I rapporti sociali, la distribuzione del potere e dei processi relativi all’espressione del potere all’interno della comunicazione si incorporano nello studio delle ideologie linguistiche.

Boas (1911) riteneva che tutte le categorie linguistiche appaiono inconsce nei madrelingua. La stessa cosa possiamo anche dichiarare per le ideologie linguistiche trovate e identificate nella lingua degli artigiani: essi non possono valutare il loro modo di parlare, lo fanno come fa tutto il loro gruppo professionale, la loro “community of practice” (Lave & Wenger 1991; Wenger 1998)perché l’ideologia è sempre condivisa, condivisa dal gruppo sociale di partecipazione e appartenenza. Le radici culturali dell’ideologia devono essere ricercate nella dimensione della pratica e delle azioni sociali usate tra i parlanti.