• Non ci sono risultati.

Capitolo 1. Introduzione al 1989

1. Aspettando la questione tedesca

Il 1989 non inizia come l’anno della riunificazione tedesca. Solo verso la seconda metà dell’anno, quando il fermento in Europa dell’Est assumerà dimensioni tali da coinvolgere la Repubblica Democratica Tedesca, le due potenze bipolari cominceranno ad aggiornare la propria politica e prenderanno in considerazione, tra le varie eventualità, uno stravolgimento dell’ordine costituito in Europa, basato su un mutamento della ormai quarantennale divisione della Germania.

Nondimeno i presupposti della caduta del muro di Berlino sono da ricercarsi in parte proprio nei primi mesi del 1989; donde nasce l’esigenza di analizzare le dinamiche e i protagonisti principali degli eventi che condussero e, in un certo senso, resero possibile lo smantellamento di uno dei tasselli fondamentali della cortina di ferro.

Tale analisi è tanto più importante perché è proprio in questi primi mesi che vengono delineati, pur sommariamente e in modo non definitivo, i caratteri fondamentali della politica americana dell’amministrazione Bush; caratteri che andranno largamente ad influenzare e indirizzare la posizione americana sulla caduta del muro di Berlino e la riunificazione tedesca

È un fatto più o meno ovvio che il clima, le politiche e gli eventi del 1989 contribuirono in maniera sostanziale a determinare l’apertura delle frontiere tra Berlino Ovest ed Est. Chiaramente non si trattò di una reazione a catena, un inevitabile concatenamento di fatti; come si è già accennato nell’introduzione, il muro cadde quasi per caso la notte tra il 9 e il 10 novembre 1989.22

22

A tal proposito Rice-Zelikow parlano di una “whig” interpretation, Zelikow Philip and Rice Condoleezza,

Germany Unified and Europe Transformed, A study in Statecraft, Harvard University Press, Cambridge,

Lo scopo è dare un’idea del contesto all’interno del quale il muro cessò di esistere, innescando il processo di riunificazione tedesca. Sarebbe infatti fuorviante presentare la politica dell’amministrazione Bush senza dare un’idea, seppur stilizzata, di quanto stava accadendo nel mondo al di là della cortina di ferro e di come esso venisse visto a Washington. L’attenzione è, quindi, rivolta anche a quegli aspetti esterni e indipendenti dall’amministrazione Bush, tanto più che questa si inseriva in un panorama in evoluzione, in cui i punti di riferimento stavano variando e rispetto ai quali gli Stati Uniti di Bush dovettero di continuo riposizionarsi.

Protagonisti quasi indiscussi del 1989 furono sicuramente Gorbaciov, con la sua perestroika e il new thinking, e ovviamente i vari movimenti e organizzazioni anti-regime che, in Polonia, in Ungheria e, a cascata in tutta l’Europa comunista, diedero il via alla disintegrazione della sfera di influenza sovietica

Quale fu all’interno di questo contesto, il ruolo degli Stati Uniti?

I primi mesi della nuova amministrazione, segnati da un ripensamento globale della politica americana, vengono genericamente denominati la ‘pausa’23

I mesi della pausa furono criticati soprattutto in relazione alle proposte e alle aperture sovietiche, e alla situazione molto fluida in Europa Orientale.

; con tale termine infatti si vuole andare a sottolineare quello che nella stampa fu spesso etichettato come un prolungato silenzio. Tale periodo ispirò commenti di ogni tipo sul presidente: per alcuni divenne il simbolo di una politica cauta e prudente, per altri un ‘wimp’.

Nonostante la revisione della politica estera portasse alla stesura di una serie di documenti di dubbia incidenza e poca originalità, essa ebbe il merito di tracciare le prime linee della politica dell’amministrazione che venne resa pubblica in quattro discorsi presidenziali tra l’aprile e il maggio del 1989; emergevano, quindi, le basi della politica verso l’URSS, verso l’Europa dell’Est e verso la NATO, facendo rientrare in questo ultimo punto la politica verso gli alleati europei. All’interno di quest’ultimo punto comincia ad essere accennata una politica non tanto verso la questione tedesca, piuttosto verso la RFT, che continuava ad essere un alleato chiave per gli USA.

Non esisteva, invece, una politica americana verso la questione tedesca o la riunificazione tedesca nel 1989, almeno fino alla caduta del muro di Berlino; tra l’altro le relazioni tra il cancelliere Kohl e il presidente Bush nei primi mesi furono piuttosto tese.

23

Svetlana Savranskaya, Thomas Blanton, and Vladislav Zubok, (edited by), Masterpieces of History. The

C’è inoltre da aggiungere che le priorità dell’amministrazione erano, o sembravano essere, ben lontane dalle sponde europee; l’attenzione era rivolta principalmente ad alcune questioni interne (come costruire una politica bipartisan, la politica economica) e al Centro e Sud America, dove ancora non era completamente sparito l’eco dello scandalo Iran- Contra e la politica sovietica continuava a impensierire l’amministrazione.

La lunga pausa dell’amministrazione, la poca attenzione rivolta all’Europa dell’Est, e più in generale all’Europa, il silenzio riguardo ad un incontro con Gorbaciov, diventarono un vero leitmotiv all’interno del dibattito sulla capacità dell’amministrazione di portare avanti una strategia e una politica concreta ed efficace. Questo dibattito si andò inasprendo con l’avanzare dei mesi, considerando la velocità con la quale si susseguivano gli eventi al di là dell’Atlantico e la popolarità dei discorsi del segretario comunista. Tra gennaio e aprile Bush dovette a più riprese difendersi dalle accuse di stare ostacolando il dialogo Est-Ovest, di non supportare le riforme in Europa dell’Est, di avere formato un’amministrazione incapace di formulare una politica coerente, e via dicendo. A ben vedere la realtà dei fatti è più complessa di come apparve a molti all’inizio del 1989.

In ogni caso è proprio in questi mesi di pausa che va ricercata e indagata l’origine del ‘non ruolo’ o del ruolo indiretto dell’amministrazione Bush verso il crollo della cortina di ferro e il muro di Berlino, perché è proprio in questa fase che l’amministrazione diede vita all’oltre contenimento.