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Dopo aver affermato che gli eventi del biennio 1989-1990 non furono inevitabili, così come la riunificazione tedesca nella NATO non fu un risultato prestabilito, ed aver appurato che non esisteva un interesse americano per la riunificazione tedesca al di fuori della NATO, si deve ritornare allo schema teorico tratteggiato, per capire cosa rappresenta l’oltre contenimento, la nuova politica delineata dall’amministrazione Bush.

Ciò che si vuole analizzare è se l’oltre contenimento si configuri o meno come una nuova politica. Il contenimento viene realmente messo da parte? La nuova strategia ipotizzata da Bush è una politica indipendente o è solo un nuovo capitolo del contenimento?

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George H W. Bush, Remarks to the Citizens in Mainz, Federal Republic of Germany, May 31, 1989 http://www.presidency.ucsb.edu/ws/index.php?pid=17085#axzz1nVatxZLo

La risoluzione della questione tedesca alle condizioni americane (una Germania riunificata nella NATO) fu un passo avanti verso la realizzazione della politica dell’oltre contenimento o il suo ripudio? Viene quindi da chiedersi se sia più coerente pensare la politica americana verso la Germania all’interno dello schema del contenimento o dell’oltre contenimento; inoltre appare centrale interrogarsi sulla forza della relazione tra contenimento e oltre contenimento.

Per rendere più chiara la posizione del presidente sara utile riportare una sua dichiarazione del maggio 1989:

Wise men -- Truman and Eisenhower, Vandenberg and Rayburn, Marshall, Acheson, and Kennan -- crafted the strategy of containment. They believed that the Soviet Union, denied the easy course of expansion, would turn inward and address the contradictions of its inefficient, repressive, and inhumane system. And they were right -- the Soviet Union is now publicly facing this hard reality. Containment worked. (…) the United States now has as its goal much more than simply containing Soviet expansionism. We seek the integration of the Soviet Union into the community of nations [corsivo mio]. And as the Soviet Union itself moves toward greater openness and democratization, as they meet the challenge of responsible international behavior, we will match their steps with steps of our own. Ultimately, our objective is to welcome the Soviet Union back into the world order.20

Sono due i punti evidenziati :1) il contenimento aveva funzionato; 2) il contenimento non era più la politica degli USA.

Seguendo tale logica, mentre il contenimento dettava l’isolamento dell’Unione Sovietica, l’oltre contenimento ipotizzava un’Unione Sovietica all’interno del nuovo ordine mondiale, certo solo alle condizioni occidentali. Era possibile? Nel prezioso resoconto a due mani Rice–Zelikow sull’unificazione tedesca e l’Europa trasformata la risposta è inequivocabile:

These men [Gorbachev and those around him] believed in a Europe of common values, where reformed and humane communist states would find their place. The Soviet Union would be the heir of the Russia’s European legacy and a respected member of a common European home. But there was no place for the Soviet Union in a Europe of common values. (..) That place in Europe has been filled by Russia, not by the Soviet Union.21

Non c’è quindi alcun posto per l’Unione Sovietica in Europa, e con il senno di poi, nemmeno per la Russia.

L’integrazione dell’URSS a ben guardare fu inficiata da due fattori: la ridefinizione della posizione americana nel 1989, prematura in un momento di transizione (prima della caduta

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Bush, George H.W., Remarks at the Texas A&M University Commencement Ceremony in College Station May 12, 1989, http://www.presidency.ucsb.edu/ws/index.php?pid=17022&st=&st1=#axzz1nOnNUfxj 21

Philip Zelikow, and Condoleezza Rice, Germany Unified and Europe Transformed, A study in Statecraft, Harvard University Press, Cambridge, Massachusetts, 1998, pg 370

del muro che di fatto avrebbe mutato gli equilibri europei e internazionali); l’incapacità americana di slegare il concetto di Germania da quello di NATO.

Nessuno nell’amministrazione Bush aveva intenzione di fare compromessi sulla posizione americana in Europa. Per ciò che riguardava la Germania l’unica soluzione prevista si configurava dunque in una riunificazione tedesca sotto l’ombrello della NATO. Quindi nonostante uno degli obiettivi americani dichiarato fosse il supporto alla perestroika, l’amministrazione Bush non solo non mise in piedi alcuno strumento di sostegno, ma portò avanti un’idea di Europa intera e libera nella quale l’integrazione sovietica semplicemente non appariva.

All’origine di questo macroscopico fallimento, visibile più che altro nel lungo periodo e non tanto a breve, quando l’Europa dell’Est fu desovietizzata e poi la Germania riunificata, si trovava il malinteso sugli obiettivi stessi del contenimento.

Nel 1989 Bush non riuscì a rimettere in discussione una visione che faceva dell’URSS la sfera esterna; conseguentemente nel processo di riunificazione tedesca ripropose la dinamica del contenimento.

Tra l’altro, non riconoscendo il valore positivo della dottrina Truman e successivo contenimento, il presidente non costruì una strategia che andasse a rafforzare la sfera interna.

Nel 1989 e nel 1990 si tennero due summit NATO, il risultato dei quali fu la revisione strategica delle politiche dell’alleanza, tra l’altro imposta dagli USA in maniera unilaterale ai propri alleati; la revisione però non andò a rafforzare la NATO o il coinvolgimento americano in Europa. Infatti pur avendo originariamente l’obiettivo di ripensare la NATO politicamente, di fatto fu la strategia militare ad essere ritoccata. Ora se una riduzione delle armi strategiche e convenzionali era la necessaria conseguenza del ritiro sovietico e della pressione dell’opinione pubblica americana, l’indebolimento militare della NATO, che tra l’altro avrebbe potuto essere molto più drastico, non fu seguito da un potenziamento politico. Quindi la Germania veniva unificata in una NATO essenzialmente più debole; si allargava la sfera interna senza rafforzarla.

Il contenimento di Bush, l’oltre contenimento, esasperò i limiti del contenimento già presenti all’epoca di Truman: separò ancora il mondo in due sfere; aumentò il gap of capability. Il contenimento infatti poggiava sulla forza americana, sulla leadership; gli USA del 1945 erano decisamente più ‘potenti’ di quelli di fine secolo. Questo aspetto fu evidente nell’implementazione dell’oltre contenimento, per lo meno per quanto concerne la riunificazione tedesca nella NATO.

Per analizzare la politica dell’oltre contenimento e capire quale fu il ruolo degli USA nella riunificazione tedesca sembra opportuno adottare una prospettiva più ampia del semplice schema teorico. Il punto di partenza è costituito dalle complesse dinamiche del 1989, e forse facendo un passo ancora più indietro al 1985, dalla politica di Gorbaciov . La visione e gli obiettivi di Gorbaciov sono al centro di un annoso dibattito all’interno dell’amministrazione. La politica americana del 1989 è fortemente collegata, suo malgrado, alla perestroika e al suo effetto sull’Europa dell’Est. Su questo si tornerà più diffusamente nell’analisi sulla politica americana all’indomani della caduta del muro.