ANALISI DEI BI-SOGNI DEI RICHIEDENTI ASILO IN PROVINCIA DI AREZZO
ASSOCIAZIONI COINVOLTE
ENTI FINANZIATORI
ULSS 20 fornisce ambulatori, farmaci e presidi per l’espletamento delle attività
Tutelare la gravidanza e la salute dei minori Prevenire e curare patologie trasmissibili, nell’ottica della tutela sanitaria di persone immigrate e della popolazione residente
Promuovere la solidarietà sociale e pratiche di accoglienza e integrazione
• cittadini comunitari presenti in Italia non ascrivibili al SSN e non assistiti dal paese di provenienza (ENI)
• stranieri temporaneamente presenti non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno (STP)
• rifugiati
• Caritas Diocesana • Centro Aiuto Vita • Consultori Familiari ULSS 20 • Ospedale Sacro Cuore di Negrar • Centro Padri Camilliani
• Associazione “Medici del territorio”
• Associazione “Informatici senza frontiere”
• Banco Farmaceutico, Federfarma Verona, Assofarm
Nel 2015 sono state eseguite
5.580 visite, delle quali 1.124
a pazienti incontrati per la prima volta e 4.456 a pazienti già seguiti dalla struttura
Distribuzione visite per mese Distribuzione visite per fascia di età
Continenti di provenienza dei pazienti Visite per paese di provenienza
Garantire assistenza sanitaria gratuita a immigrati irregolari e rifugiati
Favorire il contenimento della spesa farmaceutica Favorire l’uniforme applicazione, in tutto il territorio della Provincia di Verona, delle disposizioni regionali in materia di assistenza sanitaria
ATTIVITÀ PREVISTE DAL PROGETTO
Documenti di intesa con Prefettura e Soggetto Gestore garantiscono:
• un sistema di micro-accoglienza diffusa (no alle grandi concentrazioni di richiedenti)
• interventi di pubblica utilità da parte dei richiedenti insieme a volontari locali • corsi di formazione per i richiedenti con
consegna di attestato delle ore svolte • progetto di integrazione nella comunità, con
assemblee pubbliche, incontri fra richiedenti e studenti, coinvolgimento attivo nella vita della comunità
LUOGO DI REALIZZAZIONE
Le attività di progetto si svolgono nel territorio comunale di Belluno:
• interventi dei richiedenti asilo / protezione all’interno delle scuole secondarie di secondo grado
• volontariato di pubblica utilità (sistemazione di spazi pubblici)
MAB (Modello Accoglienza Belluno)
Comune di Belluno
e Consorzio “Sviluppo e Innovazione”(soggetto gestore dell’accoglienza)
in collaborazione con la Prefettura di Belluno
DESCRIZIONE DEL PROGETTO PARTECIPANTI / DESTINATARI
Le informazioni che giungono ai cittadini dai media sulla cosiddetta “emergenza sbarchi” generano spesso paura, diffidenza e atteggiamenti xenofobi verso i richiedenti asilo, malcontento e sfiducia nelle istituzioni.
Per tali motivi il Comune di Belluno ha formulato, nell’aprile 2014, un proprio modello di integrazione (MAB) basato su micro-accoglienza diffusa, conoscenza “biunivoca” (reciproca e delle rispettive culture) e condivisione con i migranti delle problematiche della comunità.
A tal fine sono stati siglati due protocolli di intesa e un
memorandum con la Prefettura, molto sensibile verso il
territorio, e una convenzione con il gestore dell’accoglienza.
Finalizzato alla divulgazione delle informazioni alla cittadinanza, il ciclo di incontri sul territorio ha costituito un ulteriore punto di forza del progetto.
Motore del progetto è la scelta del Comune di governare un fenomeno da subito, evitando così di “subirlo” e lavorando attivamente con il soggetto competente, la Prefettura, in maniera collaborativa.
Inoltre, in un territorio dove non è presente alcuna esperienza SPRAR e che non è meta storica di migrazione, è fondamentale costruire un sistema integrato e strutturato funzionale alla nascita e alla crescita di percorsi di integrazione, sia a beneficio dei richiedenti, sia funzionali alla creazione di occupazione e specializzazione professionale.
IMPATTO – RISULTATI • Attuazione di una “logica di sistema”
nell’accoglienza e nell’integrazione da parte di Prefettura, Comuni coinvolti
dall’accoglienza CAS, gestori, volontariato e cittadini
• minimizzazione delle problematiche di ordine pubblico grazie alla micro-accoglienza diffusa e all’impegno quotidiano dei richiedenti insieme ai cittadini (concetto di “condivisione delle problematiche della comunità”)
• Progressiva diffusione del modello di micro- accoglienza diffusa presso gli altri Comuni interessati dai CAS
• Strutturazione progressiva di un modello di integrazione analogo allo SPRAR
OBIETTIVI
• Favorire l’integrazione attraverso la
conoscenza reciproca e la condivisione delle problematiche della comunità
• Attivare percorsi di vera integrazione e non unicamente di accoglienza, anche in un sistema CAS
• favorire la partecipazione attiva dei richiedenti asilo alla vita di comunità • creare una rete funzionale e fluida tra i
soggetti attori dell’accoglienza (Prefettura, Ente Gestore e Comune), individuando obiettivi e percorsi condivisi seppur nel rispetto dei ruoli
• contrastare il pregiudizio e la xenofobia nella gestione di una delicata problematica del Paese
ATTORI COINVOLTI • Prefettura di Belluno
• Comune di Belluno
• Comuni della Provincia di Belluno
• “Scuole in rete per un mondo di solidarietà e pace”
• Consorzio “Sviluppo e Innovazione”e cooperative associate
ENTI FINANZIATORI
• Consorzio BIM per i corsi di formazione • Comune di Belluno (fornitura delle
attrezzature e dei beni utilizzati per le attività di pubblica attività)
ATTIVITÀ PREVISTE DAL PROGETTO
Incontri di conoscenza e presentazione
nei centri di accoglienza
Incontro collettivo con richiedenti asilo,
rifugiati, operatori e partecipanti del coro Incontri settimanali per il laboratorio di
canto
Eventi e cene multiculturali volte a
incoraggiare la conoscenza e creare una relazione fra richiedenti asilo, rifugiati e cittadini italiani Concerto finale LUOGO DI REALIZZAZIONE Comune di Mirano Centri di accoglienza Appartamenti Sala dell’associazione Sede AUSER
Teatro di Villa Belvedere
Sing for me
progetto SPRAR Comune di Mirano
Associazione Coro Voci dal Mondo
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
PARTECIPANTI / DESTINATARI
Il progetto Sing for me nasce dalla
collaborazione fra l’associazione Coro Voci dal Mondo e la cooperativa sociale Il Villaggio Globale all’interno di un progetto SPRAR. Ha come finalità l’incontro fra persone diverse del territorio, migranti e richiedenti asilo ma anche italiani; attraverso il canto e la musica si incontrano e si conoscono reciprocamente.
L’arte e la musica diventano uno strumento
di mediazione aperto e diretto fra culture diverse nel territorio di Mirano, nonché una forma di terapia e di rielaborazione del vissuto e del viaggio da parte dei migranti.
Al percorsohanno partecipato una decina di beneficiari.
IMPATTO – RISULTATI
Concerto finale aperto alla cittadinanza,
con la partecipazione anche di rappresentanti delle istituzioni locali
Aumento della coesione sociale fra partecipanti di etnie e nazionalità diverse nella condivisione del percorso in
comunione con altri cittadini, italiani e non Crescita dell’autostima personale: i
beneficiari sono divenuti protagonisti perché inseriti in un gruppo coeso e per aver potuto cantare nella propria lingua di origine
Molti dei beneficiari continuano a partecipare alle prove e ai concerti del coro
OBIETTIVI
Realizzare prove aperte e un concerto
finale aperto a tutti
Creare occasioni di incontro e scambio fra
le persone e le loro storie attraverso la musica
Rendere protagonisti i rifugiati e i residenti
autoctoni di Mirano di un concerto da restituire alla città
Valorizzare e dar voce al nuovo sound che
appartiene alla nostra cultura e risuona nelle nostre città
Conoscere la realtà della migrazione nel
territorio di riferimento
Attivare la ricerca e la raccolta di musiche
e canti proposti dai richiedenti asilo e rifugiati
ATTORI COINVOLTI
Comune di Mirano
Cooperativa sociale «Il Villaggio Globale»
Associazione «Coro Voci dal Mondo»
Cittadinanza e rifugiati di Mirano
ENTI FINANZIATORI Ministero dell’Interno COMUNE di MIRANO Provincia di Venezia Il Villaggio Globale Cooperativa Sociale ONLUS
Si distingue dai progetti di reinsediamento o
resettlement in quanto considera specifiche
situazioni individuali che, per la loro vulnerabilità, sarebbero facili vittime del traffico di esseri umani, quali ad esempio donne sole con bambini, vittime di tratta, anziani, persone affette da disabilità o serie patologie; contempla inoltre la possibilità di consentire l’accesso in forme legali
all’Europa di sfollati con evidente bisogno di protezione internazionale e può comprendere persone riconosciute rifugiate dall’UNHCR. Il progetto non si limita a consentire
l’ingresso legale ma pone in essere una serie di attività sul piano sociale, culturale e linguistico che facilitano l’inclusione sociale e la stabilizzazione.
Giunti in Italia i profughi sono accolti in parrocchie o altre strutture messe a disposizione dalle associazioni che hanno organizzato il progetto, studiano la lingua italiana, sono curati, vengono formati e, quando possibile, lavorano.
Il progetto, frutto di un accordo fra Ministeri degli Affari Esteri e dell’Interno, Comunità di Sant’Egidio, FCEI e Tavola Valdese, prevede l’arrivo regolare, in due anni, di un migliaio di persone dal Libano (in particolare, siriani e iracheni), dal Marocco (dove si raccolgono i profughi dei paesi sub-sahariani) e
dall’Etiopia (dove approdano eritrei, somali e sudanesi).