Con rispetto e soggezione ho ascoltato le argomenta zioni del prefetto Carmine Valente. In effetti capita spes so, parlando con chi è operativo su questioni attinenti alle migrazioni, di sentire ondate di problemi, di decisioni ur genti da affrontare.
Sarò telegrafico e parlerò di idee e di soldi, ovvero di chi ha le idee e di chi trova i soldi, dunque delle politiche della ricerca dal punto di vista del CNR, che ha svolto un ruolo importante nella ricerca sulle migrazioni.
Il commissario europeo Carlos Moedas spiega ogni giorno agli altri commissari che la ricerca è essenziale per avere analisi fondate e soluzioni. Un esempio di problema strutturale che è stato risolto grazie a un enorme impe gno di ricerca è la crisi ecologica degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, quando fummo terrorizzati dalle immagini forti delle montagne che venivano deforestate. Il proble ma della deforestazione si risolse velocemente, se ne indi viduò la causa; ma restò come problema strutturale, che venne costantemente accompagnato dalla ricerca. Infatti, l’inquinamento e il riscaldamento globale richiedono mol ta ricerca, richiedono una riconversione industriale e spe cialmente richiedono un cambio di mentalità.
Anche per le migrazioni, dunque, è importante il ruo lo della ricerca. Le migrazioni presentano anch’esse im magini devastanti, ma non sono solo un’emergenza, sono anch’esse strutturali. Si tratta in questo momento di au mentare il numero di ricercatori che lavorano sul proble ma migrazioni, si tratta di rendere meno parrocchiale la comunità che si occupa di migrazioni. Se andiamo al 2008, quando il prof. Andrea Di Porto e il prof. Tullio Gregory avviarono il Progetto Migrazioni del CNR, l’impostazione scelta fu quella di togliere l’esclusiva a giuristi, economi sti, antropologi e sociologi per aprire le migrazioni al coin volgimento di tutte le scienze umane e sociali, e questo fu fatto nel 2008.
Nel 2015, al CNR, siamo partiti con un progetto anco ra più ampio, che ha aumentato il numero di competen ze sulle migrazioni proponendo un approccio olistico pre sentato prima al MIUR e poi in Europa. Il risultato è sta to che tale ampliamento del Progetto Migrazioni CNR, de nominato Mediterranean Migration Studies, ha fatto scuo la in Europa, tanto che la Commissione Europea ha aper to una procedura per l’istituzione di una Focus Area sulle migrazioni. Si è passati da un budget di 15 milioni previsti nel programma di lavoro 20162017 della Sfida Sociale 6,
gration. We thus went from a budget of EUR 15 million in the 20162017 work programme of Social Challenge no. 6 to a budget of EUR 30 million – a 100% increase – for the 20172018 work programme, which may in crease to EUR 150 million in the future. This means that if in 2016 only 15% of all human and social science re searchers were involved with migration, with the availa ble funds – and given the urgency of the issue – we will see a sizeable increase in the number of researchers in this field who will generate important data analyses. All of us know how complicated it is to analyse certain data. Some of it is public, some of it is sensitive; some data needs to be standardised, and metadata needs to be gen erated. These are all problems that scientific researchers know how to tackle.
I am sure you now see in what direction the Italian government and the EU are proceeding. Prefect Morcone said that of course we hope to see society one day suc ceed in integrating migrants so that they are genuinely in cluded. This is something we at CNR are dealing with by means of a sizeable number of work groups on integra tion and inclusion. Please let me say that whenever I go to Brussels to explain CNR’s position regarding research on migration, our work is invariably praised.
Just to give you one example, the European Commission called a meeting on 26 September 2016 in Brussels on rad icalism and terrorism. Participants noted that Italy and Greece are the EU countries where social inclusion is most effective, and as a consequence, radicalism and terrorism are less alarming.
All of that further enhances the role played by scientif ic research. Financial resources are being made available, and researchers will have more work to do. For instance, they will have to study the data submitted by OECD, by Eurostat, and by a number of databases. For example, we at CNR operate jointly with the Health Ministry on bio banks. Our Directorate General for Medical Prevention contracts out important tests, including genomic sequenc ing on arriving migrants, on a daily basis, but unless the results are conveyed into biobanks, the data is eventual ly lost. Which brings me back to the role of the scientific research system. Here I should note that Italy’s national node of BBMRIBiobanking and Biomolecular Resources Research Infrastructure (www.bbmri-eric.eu), coordinated by CNR and by the Bicocca University of Milan, is the re search infrastructure that solves the problem of transfer ring DNA results. As you know, such information may not be transferred without a thirdparty guarantee, and the Italian node does guarantee that. Now this joint effort by health and research bodies makes it possible to achieve considerable savings in view of normalizing the manage ment of migrant flows and migrants’ integration.
con un incremento del 100%, a 30 milioni per il program ma di lavoro 20172018, ma la prospettiva è che si arrivi a 150 milioni. Ciò vuol dire che se il numero di ricerca tori che si occupava di migrazioni nel 2016 era il 15% dei ricercatori di scienze umane e sociali, con questi fondi a disposizione – e specialmente con quest’urgenza – avre mo una notevole crescita di ricercatori che si occupano di migrazioni, che quindi daranno e produrranno analisi importanti. L’analisi dei dati, lo sapete bene, è complica ta, vi sono dati pubblici, dati sensibili, dati da uniformare, metadati da creare, anche questo è un problema che la ricerca è in grado di affrontare.
Vedete in che direzione stiano andando il Governo ita liano e l’Unione Europea. Naturalmente, diceva il prefet to Mario Morcone, ci auguriamo una società nella quale l’integrazione riuscita produca inclusione effettiva e que sto al CNR lo facciamo, con un numero elevato di grup pi che lavorano sull’integrazione e sull’inclusione e, lascia temi dire, ogni volta che vado in Europa, a Bruxelles, a proporre la posizione del CNR riguardo alla ricerca sulle migrazioni, riscuoto sempre elogi.
Per fare un esempio, a Bruxelles, il 26 settembre 2016, la Commissione Europea ha convocato una conferenza sul radicalismo e il terrorismo, nella quale è stato notato come l’Italia e la Grecia siano i paesi nei quali l’inclusione è più efficace che altrove, infatti il terrorismo e il radica lismo sono meno incisivi.
Ancora più legittimato, dunque, il ruolo della ricerca. Le risorse le vediamo arrivare e quindi i ricercatori lavoreran no di più. Si tratta di esaminare i dati OCSE, Eurostat e di varie banche dati. Per esempio, al CNR operiamo con il Ministero della Salute per le biobanche. Si tenga conto del fatto che la Direzione Generale Prevenzione Sanitaria fa eseguire ogni giorno una serie di analisi importanti, an che di sequenziamenti genomici sui migranti in arrivo, ma se non si affidano gli esiti alle biobanche, questi dati vengo no persi. Qui si vede di nuovo il ruolo che spetta al siste ma della ricerca. Infatti, il Nodo Nazionale dell’Infrastrut tura di Ricerca Europea delle Biobanche e delle Risorse BioMolecolari (www.bbmri-eric.eu) è coordinato dal CNR e dall’Università di Milano Bicocca e in questo momento è l’infrastruttura di ricerca che permette la soluzione del problema, in quanto garantisce la terzietà, visto che non si possono trasferire dati DNA senza che qualcuno svol ga una funzione di garanzia. Lo sforzo congiunto fra sa lute e ricerca permette di realizzare importanti risparmi, nella direzione di una normalizzazione della gestione dei flussi e dell’integrazione dei migranti.
L’ultima cosa che mi preme dire riguarda la questio ne del welfare. Gli Istituti CNR che si occupano di scien ze sociali sanno che bisogna evitare la competizione per la deterrenza fra paesi vicini in materia di welfare, perché
My final point concerns the issue of welfare. The CNR institutes dealing with social sciences are aware that neigh bouring countries should not compete using deterrence in the welfare area if a generalized impoverishment is to be avoided. Countries acting too generously in offering social services would draw so many immigrants that their wel fare system would become financially unsustainable. On the other hand, countries acting too ungenerously would trigger a ‘race to the bottom’ that would eventually harm even their own citizens.
In view of all that, it is really a paradox that the EU has not yet been able to identify a shared migration policy in the field of welfare. Though the issue directly concerns in dividual regions, Italy, and all of Europe, it will take much effort to make it a truly European endeavour. In this re gard, I will conclude with an announcement: Italy has in itiated a process for establishing a JPIJoint Programming Initiative Migrants, Migration, Integration. Its goal will be to harmonize EU policies on migration research, so that by making all initiatives and data interoperable its effective ness will be maximized.
questo non conduca a un impoverimento generalizzato. Il Paese troppo generoso nell’erogazione dei servizi sociali attirerebbe a sé gli immigrati fino ad arrivare alla non so stenibilità finanziaria. D’altro canto, il Paese troppo poco generoso innescherebbe una corsa al ribasso che finireb be per danneggiare anche gli autoctoni.
È paradossale che a tutt’oggi l’Unione Europea non sia ancora riuscita a definire una politica migratoria comune anche per il welfare. Si tratta di questioni che riguardano le singole Regioni, l’Italia, l’Europa tutta, però lo sforzo è di portare in Europa tali problematiche e a questo riguar do chiudo annunciando che l’Italia ha iniziato un processo per la costituzione della JPI Migrants, Migration, Integration, iniziativa di progettazione congiunta europea su migran ti, migrazione e integrazione, che ha l’obiettivo di armo nizzare le politiche sulla ricerca delle migrazioni, in modo che le iniziative e i dati siano interoperabili con il massi mo dell’efficacia.