In parallelo allo sviluppo del settore lapideo sono sorte attività collaterali che si inseriscono nelle diverse fasi della filiera produttiva. La stretta relazione che si instaura tra aziende lapidee ed aziende ad esse collaterali ha contribuito allo sviluppo di un sistema da cui entrambi traggono dei benefici, sia in termini qualitativi che in termini d’innovazione tecnologica. Grazie all’innovazione tecnologica, lo spreco di risorse si rileva inferiore perché le aziende collaterali sono impegnate nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie che permettono di ridurre al minimo i difetti del grezzo, nell’intento di incrementare la resa del blocco estratto e di evitare conseguentemente un più celere depauperamento della risorsa.
L’impegno di tali aziende è rivolto anche verso la riduzione dei costi di produzione e dello “sfrido” di lavorazione e produzione, e alla valorizzazione delle pietre ornamentali di pregio rare. Il tema degli sfridi è estremamente importante e delicato, crea un problema vitale per il comparto, per l’equilibrio delle sue gestioni aziendali e per la salvaguardia dell’ambiente, nel 2012 sono stimati tra due terzi e tre quarti del volume complessivo di produzione mondiale pari a 180 milioni di tonnellate. Queste quantità di cascami si sono dovuti avviare a discarica, con una quota maggioritaria per quelli di cava. La collocazione ottimale degli scarti e la loro valorizzazione costituiscono una strozzatura di grande rilevanza pratica e strategica, dato che la discarica deve essere considerata, al pari di strade e ferrovie, una vera e propria infrastruttura. Eppure, prescindendo da significative eccezioni come quelle riferibili al Brasile, al Portogallo od ai Paesi nordici, l’interesse dei Governi nazionali o regionali è lontano dall’essere risolutivo e quindi spesso la gestione è affidata ai privati, ma proprio per il ruolo strategico che il settore lapideo riveste questo come altri problemi dovrebbero essere affrontati nell’ambito di una costruttiva cooperazione tra pubblico e privato.
Tra le attività dell’indotto lapideo quella più importante è sempre quella delle macchine e dei beni strumentali, che del resto è stata determinante, anche storicamente, per lo sviluppo della produzione e dei consumi di marmi e pietre. Senza il progresso tecnico dell’ultimo trentennio, che ha consentito di incrementare in misura quasi esponenziale la produttività e le rese, in un contesto di massima sicurezza, sarebbe stato difficile contenere costi e prezzi, e pervenire agli attuali livelli d’impiego. L’espansione internazionale dei materiali è stata rilevata anche nelle tecnologie segnando una congiuntura positiva per l’intero aggregato. Nell’Unione Europea, che esprime la maggioranza assoluta della produzione e della distribuzione, grazie alla tradizionale priorità italiana, l’interscambio nel 2011 registrava un incremento del 17 per cento nell’export e del 31 per cento nell’import. Situazione più critica la si riscontra nei dati dell’interscambio del 2012, nell’ambito dei Quindici, con flessioni del 12,8 per cento nell’export in cui l’apporto italiano resta largamente prevalente, e dell’otto per cento nell’import, notevolmente più equilibrato. Questo dato potrebbe essere dovuto al fatto che l’interscambio di macchine è caratterizzato da condizioni peculiari di elasticità, collegate ai diversi livelli di propensione ad investire e quindi diminuisca in seguito a flessioni negative della stessa. Nello specifico l’Italia nel giro di quindici anni ha visto raddoppiare il valore dell’export, con una crescita media di sei punti e il prezzo medio ha raggiunto il nuovo massimo di euro/Kg. 9,74 ascrivendo un aumento del 20.2 per cento rispetto al 2011 e del 46,9 per cento nel lungo periodo. La relazione tra queste e le aziende lapidee consente a queste ultime di acquisire quella qualità tecnologica necessaria per rimanere al passo con il progresso tecnico e con gli standard produttivi sempre più elevati, che altrimenti risulterebbe altamente costoso per ogni singola azienda. Inoltre garantiscono assistenza tecnica che costituisce un supporto necessario all’efficienza delle aziende22.
Le moderne macchine e le nuove tecniche di lavorazione dei materiali lapidei nei singoli settori di trasformazione rendono possibile soddisfare queste esigenze di
mercato. Ciò ha permesso che i materiali naturali in questione potessero reggere la concorrenza dei prodotti artificiali similari, alternativi e concorrenti, diffondendosi su larga scala e non venissero relegati ad un uso ristretto ed occasionale come sarebbe certamente accaduto se il livello tecnico e le capacità produttive, in termini di quantità e qualità del prodotto, fossero rimasti al livello degli anni ’40 o’50. Il problema della uniformità delle lavorazioni è uno dei principali che l’industria meccanica ha dovuto affrontare, ed in primo luogo nel rispetto delle tolleranze per quanto riguarda lo spessore e le dimensioni delle lastre con conseguente loro inserimento nell’edilizia con rispetto di parametri di robustezza strutturale e un comportamento prevedibile alle avverse condizioni atmosferiche. Quindi l’industria delle macchine per la lavorazione dei materiali lapidei, e con essa dobbiamo ricordare anche quella di produzione di importanti e spesso sofisticati accessori, degli abrasivi, degli utensili, ha permesso al settore della lavorazione marmifera di conseguire eccellenti risultati.
Significativo è anche l’indotto nella fase del trasporto che, data la natura del materiale e la morfologia delle cave, costituisce una vera e propria fase strutturale, dalla cui organizzazione dipende in misura significativa la produttività di settore. E qui non si intende parlare solo del trasporto dalle cave al piano, ma anche di quello verso i mercati di sbocco, sia via terra che via mare, e ultimamente anche via aerea. Marmi e pietre, nonostante la crescente diffusione degli spessori sottili, restano materiali caratterizzati da un alto peso specifico e quindi hanno un’incidenza significativa sul costo dei trasporti. Tali oneri costituiscono un elemento selettivo a favore dei materiali che, per caratteristiche tecnologiche o cromatiche, possono inserirsi nella fascia alta del mercato; al contrario quelli di tipologia più corrente finiscono per subire, proprio a causa degli oneri di trasporto, fenomeni di regionalizzazione e di conseguente riduzione del raggio distributivo. Possiamo sottolineare che la forte prevalenza del mezzo marittimo negli scambi internazionali non deve far dimenticare il ruolo del trasporto su mezzo gommato, e di quello su ferrovia in specie nelle movimentazioni fra Paesi dell’Europa continentale. Del resto il trasporto stradale
conserva una posizione dominante in tutti i traffici nazionali e nei passaggi intermedi dal grezzo al semilavorato e dal manufatto alla posa in opera, che spesso impiegano diversi vettori prima della posa in opera del prodotto finito. Al riguardo, tenuto conto della capacità media di ogni camionata, che soprattutto nelle cave si riferisce spesso alla sola motrice, e del volume lordo prodotto, non è azzardato considerare l’importanza di questo indotto sotto il profilo economico, dato che è valutato in parecchie decine di milioni annue di camionate23. I trasporti pongono il problema dei costi petroliferi, che rischiano di diventare una strozzatura capace di frenare le tendenze di ripresa manifestate dalla domanda internazionale. Il ruolo trainante dei trasporti nel settore lapideo non può prescindere dall’importanza decisiva di questa infrastruttura nell’ottica di uno sviluppo collegato al potenziamento della produttività, all’elisione dei tempi morti ed alla necessità di valorizzare ogni utile sinergia a livello di sistema. L’articolazione delle aziende collaterali comprende, infine, tutte quelle disperse attività di produzione di imballaggi, officine di assistenza tecnica ai mezzi meccanici, produzione e/o distribuzione di abrasivi, utensili diamantati, agenzie di spedizione, che rappresentano, nel loro insieme, un universo significativo sia dal punto di vista del reddito che dell’occupazione e completano un quadro di settore estremamente ricco e articolato.