Figura 19: Cava “Gioia Piastrone”, bacino di Colonnata (1990)
Grafico 8: Evoluzione media annua della produzione e del fatturato (2008-2010)
Fonte: Rapporto Economia 2013, Massa Carrara.
Gli effetti della crisi sono evidenti anche dall’analisi dei principali indici reddituali. Il ROI mostra un forte calo nel 2009 e una ripresa nel 2010, passando dal 3,4% al 4,2%. Se confrontiamo il livello del ROI di fine e inizio periodo, si nota che il dato del distretto apuano nel 2010 è superiore del 4% al dato del 2008. Al contrario dell’andamento precedente per il ROS nel 2009 si registra una lieve caduta rispetto al 2008, e nel 2010 (5,7%) il dato si porta a livelli superiori del 2008 (5%).
Tabella 15: Principali dinamiche del distretto apuano
anni Dinamica della produzione (numero indice 2008=100) ROI (%) ROS(%) 2010 95,1 4,22 5,74 2009 87,7 3,39 4,92 2008 100 4,05 5,08 -8,7 -20,9 -6,5 -7,8 -20,7 -3,6 -25 -20 -15 -10 -5 0 2008 2009 2010 Produzione Fatturato
Disaggregando l’analisi in base al settore di attività principale dell’impresa è possibile ricavare interessanti informazioni di carattere congiunturale, ma anche strutturale. Si ottengono dei sub-campioni che distinguono le imprese che effettuano soprattutto l’estrazione della materia prima da quelle in cui il business primario è rappresentato dalla lavorazione della stessa.
Nel caso del comparto estrattivo nel 2009 si nota una tenuta dell’occupazione con un calo limitato all’1,7%, in termini di variazione percentuale rispetto al 2008. La produzione nel distretto di Carrara mostra una crescita continua che aumenta del 2% anche nel 2009, l’anno peggiore della crisi per tutta l’economia italiana, e continua a crescere nel 2010 fino a raggiungere il 9% in più del dato di inizio periodo.
Tabella 16: Comparto dell’estrazione
Dinamica produzione Dinamica reddituale Integrazione
verticale
(numero indice 2008=100) ROI (%) ROS(%) % VA/produzione
2010 109 10,18 12,05 10,18
2009 102 7,26 9,39 7,26
2008 100 6,44 7,99 6,44
Fonte: N. Lattanzi, G. Vitali, 2012.
La crescita della produzione nel 2010 si accompagna ad una crescita della redditività d’impresa, misurata con il ROI, che passa dal 6,4% del 2008 al 10,1% del 2010. La redditività delle vendite, ROS, conferma l’andamento favorevole per il comparto che passa dall’8% del 2008 al 12% del 2010.
Interessante è il dato che riguarda l’integrazione verticale dell’organizzazione produttiva del comparto estrazione che nel 2010 mostra un rapporto tra valore aggiunto e produzione maggiore del 50%, in crescita nel triennio considerato, questo risultato è segno di una riduzione dell’acquisto di servizi dall’esterno.
Il comparto della lavorazione dei lapidei subisce una congiuntura negativa in modo più accentuato rispetto al caso delle attività di estrazione. Nel primo anno della crisi l’occupazione cala del 2%, questo risultato è limitato rispetto al calo nazionale del comparto della lavorazione che si attesta su valori maggiormente negativi pari al 2,6%.
Con riferimento alla produzione il dato del 2010 è soltanto del 7% inferiore al dato del 2008, ma questo trend positivo non si accompagna ad un recupero del livello di redditività dell’impresa. La redditività delle vendite rimane stabile nel corso del triennio, mentre per quanto riguarda l’integrazione verticale del comparto possiamo constatare che i risultati sono il riflesso di un’organizzazione distrettuale intensa, con stretti legami verticali e orizzontali tra le imprese impegnate nella lavorazione del marmo; ciò è indice di una maggiore propensione ad esternalizzare fasi produttive.
Tabella 17: Comparto della lavorazione
Dinamica produzione Dinamica reddituale Integrazione
verticale
(numero indice 2008=100) ROI (%) ROS(%) % VA/produzione
2010 93 3,32 4,62 23
2009 86 2,78 4,12 23
2008 100 3,69 4,64 22
Fonte: N. Lattanzi, G. Vitali, 2012.
2.4.1 I caratteri della crisi: il trend dell’esportazioni e i cambiamenti nella distribuzione commerciale
Il distretto apuano ha da sempre mostrato una forte propensione all’export, e nonostante la flessione registrata nel periodo 2008-2010 il trend resta comunque positivo e in costante aumento, indicando il tentativo delle imprese di sostituire la
domanda interna, in forte calo, con la domanda mondiale dei paesi in continuo sviluppo.
L’analisi della dinamica delle esportazioni deve essere interpretata alla luce di due importanti fattori: il primo concerne il peso delle singole tipologie di prodotti, che si modifica con l’evoluzione nel medio-lungo periodo del modello di crescita del distretto; il secondo elemento da considerare è il prezzo unitario dei prodotti esportati, fattore che riflette la competitività degli stessi.
Tabella 18: Export comprensorio lapideo apuoversiliese - resto del mondo (2008-2010)
EXPORT 2008 2010 Diff.%
2010/2008
Tonn. Euro Tonn. Euro % Q.tà % Val. MARMO BLOCCHI E LASTRE 597.462 90.820.241 746.956 130.825.462 25,2 44,0 GRANITO BLOCCHI E LASTRE 10.116 5.226.907 12.708 3.566.240 25,6 -31,8
MARMO LAVORATI 336.715 287.173.265 264.027 264.626.990 -21.6 -7,9
GRANITO LAVORATI 112.744 113.404.701 87.701 89.214.735 -22,2 -21,3
GRANULATI E POLVERI 662.496 27.062.919 591.816 21.285.315 -10,7 -21,3 Totale 1.719.533 523.728.033 1.703.208 509.518.742 -0,9 -2,7
Fonte: Propria rielaborazione dati IMM.
All’interno dell’aggregato delle esportazioni totali, si individuano comportamenti dicotomici tra il materiale lavorato e quello grezzo, esportato in blocchi o semplici lastre, in quanto la ripresa delle esportazioni dal 2009 in poi è nettamente superiore per il materiale grezzo, a conferma del diverso comportamento dei due mercati della filiera.
La crisi ha inciso maggiormente sulla componente dei lavorati, nel confronto quantitativo nel 2008 si registra una diminuzione del 21,6% di calcarei e del 22,2% di silicei. I materiali grezzi nel 2010 registrano un aumento consistente con un incremento delle quantità esportate del 25% circa sia per i calcarei che per i silicei. In sostanza la crisi internazionale ha colpito soprattutto i materiali da
costruzione e le conseguenze negative ricadono direttamente sui prodotti finiti locali, il cui mercato di riferimento, quello statunitense, ha subito le ripercussioni maggiori. Infatti il marmo estratto al monte ed esportato sotto forma di blocchi o lastre grezze non ha risentito della crisi, né dell’ultima 2008-2009, né di quelle precedenti, rappresentando sempre e comunque un materiale di pregio che trova sbocchi commerciali anche in periodi difficili per il commercio internazionale delle pietre.
La voce più significativa dell’insieme dei prodotti lapidei locali e dalla quale si può ricavare lo stato di salute della filiera lapidea, è quella inerente le lavorazioni di materiale calcareo. A fine 2009 le quantità di marmo lavorato vendute all’estero sono state 238 mila, il valore più basso degli ultimi decenni.