• Non ci sono risultati.

La distribuzione geografica dei prodotti lapidei apuani nel triennio della cris

Figura 19: Cava “Gioia Piastrone”, bacino di Colonnata (1990)

MARMO BLOCCHI E LASTRE

2.4.1.1 La distribuzione geografica dei prodotti lapidei apuani nel triennio della cris

Analizzando i dati sulla base della distribuzione geoeconomica dei materiali possiamo facilmente intuire quali aree in prevalenza interessano le esportazioni e le importazioni del distretto.

Il quadro di riferimento del settore lapideo locale a livello internazionale, in particolare per la componente grezza, è profondamente cambiato rispetto a quanto registrato anche solo cinque, dieci o quindici anni fa.

Il forte incremento dai primi anni duemila del commercio mondiale di materiali da costruzioni, dovuto principalmente all’emergere di paesi quali Cina e India, ma non solo, ha contribuito al mutamento dello scenario internazionale: nell’anno 2000, la leadership era dell’Egitto, che risultava destinatario del 10% dell’export locale. Seguivano con incidenza similare la Spagna, il Libano, l’India e il Belgio.

Nel 2005 si registrava invece la marginalizzazione di mercati che erano stati punti di riferimento storici per gli operatori locali nel decennio precedente. Il ruolo del Giappone scomparve quasi del tutto limitando i rapporti con il territorio locale a circa 2,3 milioni di euro di materiali importati, lo stesso vale per Hong kong, anche se è stato compensato della crescita del mercato cinese. L’Egitto da paese leader perdeva dodici posizioni passando a meno del 3%. Ma in particolare si è assistito alla conclusione dell’importanza dei paesi spagnoli, con la Spagna in testa come maggior paese importatore dei nostri materiali. A fine 2005 il primo paese risultava la Tunisia con 8,5 milioni di euro di materiali venduti, seguita da Stati uniti, Regno Unito e Cina.

Proprio quest’ultima consolida nel 2008 il ruolo di primo Paese per importazione di materiali grezzi, crescendo rispetto all’anno precedente del +48% seguita dall’India. Continua ad avanzare gradualmente anche l’Algeria, terzo mercato di riferimento dei lapidei grezzi, e a consolidarsi il mercato libico e soprattutto saudita, mentre è in grossa difficoltà quello spagnolo.

Dopo l’andamento negativo del 2007 anche il mercato USA sembra essere tornato su standard più vicini a quelli degli anni passati, avendo più che raddoppiato l’importato grezzo dell’anno precedente. Crisi americana che, invece, traspare in tutta la sua evidenza sui prodotti lavorati. Gli Stati Uniti pur continuando a rappresentare il principale mercato di riferimento, con un valore esportato di lavorati di 104,2 milioni di euro, la sua quota sull’export complessivo provinciale scende in un solo anno di oltre 4 punti percentuali (dal 42,4% al 38,1%). La fine degli anni novanta, con il cambio favorevole del dollaro sulla lira e quindi la convenienza dei nostri prodotti nel mercato nord- americano, era stata caratterizzata da un soddisfacente andamento dei lavorati in quel mercato, e grazie al prodotto locale di qualità affiancato a specializzazioni produttive d’eccellenza si raggiungevano a consuntivo 153 milioni di euro di prodotti di lavorati venduti verso gli Stati Uniti. Tale situazione favorevole, si attenuò negli anni successivi, complice l’introduzione dell’euro, la concorrenza sempre maggiore di prodotti e lavorazioni di altri paesi emergenti.

In compenso, tra i più importanti mercati, avanza quello del Regno Unito che è diventata la seconda principale destinazione dei lavorati, ma soprattutto quello dell’Arabia Saudita. Crolla invece l’esportato verso gli Emirati Arabi (-37,6% in soli dodici mesi). Tra le posizioni di rincalzo, vi è da segnalare la notevole escalation del mercato indonesiano e di quello canadese.

A livello dei mercati europei si registra una buona tenuta di quello francese e tedesco, dopo la perdita degli anni precedenti, anche se entrambi restano ancora fuori dalle prime 10 aree di riferimento delle lavorazioni locali; al contrario, come già visto per i grezzi, crollano inesorabilmente le quote di venduto dei prodotti finiti in Spagna (-50%), in corrispondenza con il brusco arresto dell’importante settore edilizio e del mercato immobiliare in quel Paese.

Tabella 21 : I primi 10 Paesi per valore esportato dei prodotti grezzi e lavorati. Anno2008

Grezzi Lavorati

Paesi 2008 Paesi 2008

Cina 20.359.583 Stati Uniti 104.213.124

India 9.457.334 Regno Unito 18.611.647

Algeria 8.557.196 Emirati Arabi Uniti 17.563.362

Tunisia 6.906.604 Arabia Saudita 14.127.727

Libia 6.412.593 Russia 10.785.522

Stati Uniti 5.350.871 Marocco 8.769.813

Arabia Saudita 3.389.871 Kuwait 7.960.368

Siria 2.376.829 Australia 7.742.388

Spagna 2.283.903 Indonesia 7.326.150

Libano 2.040.675 Canada 6.607.320

Primi 10 Paesi 67.135.459 Primi 10 Paesi 203.707.421

Incid. % primi 10

su Tot. 82,3% Incid. % primi 10 su Tot. 74,5%

Anche nel 2009 la Cina si rivela il primo Paese importatore, crescendo rispetto all’anno precedente del +68%. Ormai il dragone cinese importa da solo quasi il 31% dei grezzi locali. Il secondo mercato di riferimento dei blocchi è la Libia, in incremento di oltre il 30%. Continuano ad avanzare gradualmente anche Algeria e Tunisia, ma soprattutto l’Indonesia, che triplica quasi l’esportato dell’anno precedente, mentre appare in grossa difficoltà il mercato tedesco. Il vero flop, però, si registra sul mercato statunitense, dove l’esportato dei grezzi è calato di quasi il -70% rispetto all’anno precedente. Crisi americana che traspare in tutta la sua evidenza anche sui prodotti finiti. Gli Stati Uniti, pur continuando a rappresentare il principale mercato di destinazione dei lavorati nel 2009 riducono le acquisizioni del -29% rispetto all’anno precedente, portando la relativa incidenza al 33,4% del totale, dal 38,2% dello scorso. Sempre riguardo ai più importanti mercati, quello degli Emirati Arabi diventa la seconda principale destinazione, mentre crolla l’esportato dei lavorati nel Regno Unito (-40%). A proposito di Paesi europei, nessuno altro Stato, al di là di quello britannico, riesce ad entrare in questa speciale classifica delle 10 più importanti destinazioni dei lavorati apuani. Come accade ormai da qualche anno a questa parte, anche nel 2009 è scesa l’incidenza dei primi 10 mercati di riferimento sull’esportato complessivo, a dimostrazione che le imprese sono impegnate a raggiungere un’allocazione geografica più spinta, tesa a convogliare i loro prodotti anche in aree meno tradizionali, al fine di tamponare la crisi dei principali mercati di riferimento, come quello nord americano ed europeo.

L’ultimo anno il 2010, permette di osservare la forte posizione di egemonia della potenza asiatica oramai quinquennale che si è attestata a fine 2010 ad un’incidenza del 26,7% del totale e permette di affermare che un blocco di marmo ogni quattro che esce dal distretto apuano è diretto al mercato cinese, dove viene trasformato in prodotto finito e immesso nella quasi totalità sul mercato interno. Alla Cina, per la sua importanza, I.S.R. ed Internazionale Marmi Macchine, hanno dedicato nel 2010 un approfondimento specifico che elimina anche alcuni luoghi comuni diffusisi negli anni. È destinataria di circa 200 mila

tonnellate di marmi grezzi e praticamente quasi tutte vengono lavorate in loco. Sono rari i casi in cui queste ripartono dalla Cina sottoforma di blocchi, a dimostrazione della grande potenza manifatturiera anche nel lapideo. La preferenza dei cinesi è soprattutto sul Bianco Gioia, un materiale che si pone su un segmento di mercato non troppo alto e che quindi, in qualche modo, riesce a fare concorrenza a quello turco, egiziano e greco. Sia le stime condotte da I.S.R. su statistiche internazionali, sia l’indagine presso gli operatori cinesi evidenziano come il mercato interno sia la destinazione preminente dei prodotti realizzati con marmo di Carrara. Nello specifico, si può ragionevolmente stimare (e ce ne danno conferma anche i dati rilasciati dalle imprese cinesi) che il 70% di questi prodotti rimanga in loco e il 30% prenda la strada dell’estero, andando in particolare a soddisfare aree limitrofe, in primo luogo la Corea del Sud, ma non disdegnando anche nicchie più tradizionali come quelle del Nord America e del Medio Oriente, anche se su questi mercati i cinesi sono ancora lontani dagli standard apuani. Se la Cina è diventata leader indiscussa nelle acquisizioni dei blocchi, una attenzione non secondaria merita l’India, diventata in pochi anni il secondo partner commerciale per i grezzi. L’India registra a consuntivo circa 20 milioni di euro di materiale venduto. A Cina e India che hanno occupato negli anni della crisi il 40% del mercato verso cui è diretto il marmo seguono i paesi dell’area del Mediterraneo, Algeria, Tunisia e Libia. Nel panorama europeo resiste la Germania verso cui si dirigono quote del 3% del materiale.

Grafico 10: Mercati di destinazione materiali lapidei grezzi e lavorati, Distretto Apuano,