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L’evoluzione concettuale della sostenibilità locale

3.7 Come si attua l’Agenda 21 Locale.

L’attuazione di Agenda 21 Locale non segue regole fisse o facilmente codificabili data la grande varietà dei problemi affrontati e le diverse priorità che contraddistinguono ciascuna realtà territoriale. Tuttavia esistono dei requisiti minimi e delle caratteristiche peculiari che costituiscono dei fattori di successo e che, pertanto, devono essere rispettati per rendere l’Agenda 21 Locale un processo di programmazione partecipata, capace di avviare strategie di sostenibilità rispondenti alle caratteristiche locali nel medio e lungo periodo e strutturate in modo integrato. Tra questi requisiti minimi vi sono:96

1) il coinvolgimento di diverse parti istituzionali e cittadine: il processo prende effettivamente avvio nel momento in cui si raccoglie il consenso e la disponibilità degli interessati e dei poteri locali;

2) la volontà e la motivazione del governo e delle strutture pubbliche locali;

3) la progettazione partecipata mediante gruppi di lavoro e Forum, coordinati dai rappresentanti della comunità locale: istituzioni, associazioni di cittadini e di categoria;

4) la consultazione permanente, mediante il mantenimento, durante tutto il percorso, di forme di informazione e di consultazione mirata al vasto pubblico dei cittadini con lo scopo di riconoscerne i bisogni, definire le risorse che ogni parte può mettere in gioco, individuare e risolvere gli eventuali conflitti tra interessi diversi per creare le migliori condizioni per l’attuazione del Piano d’azione locale;

5) la disponibilità di informazioni e l’attività di diagnosi mediante la redazione del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente (RSA) e della sostenibilità che serve a costruire, attraverso indicatori ambientali appropriati, la base su cui sviluppare le migliori strategie per il Piano d’azione locale;

6) la visione strategica e i “target” che consiste nella definizione degli obiettivi e delle priorità, il più possibile concreti e quantificabili, da associare a precise scadenze temporali;

7) la costruzione di un Piano d’azione ambientale integrato, da attuarsi sulla base del principio di sussidiarietà: un programma di azioni per raggiungere gli obiettivi, con la definizione dei responsabili, delle risorse finanziarie e degli strumenti di supporto; 8) attività di monitoraggio, attuazione e aggiornamento del Piano che consistono nel controllo sull’attuazione e sull’efficacia del Piano e nella comunicazione verso l’esterno, mediante rapporti periodici sulla situazione ambientale.

L’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ANPA) ha predisposto uno schema97 che rappresenta una sintesi di carattere generale, ricavata dalle esperienze più consolidate all’estero e in Italia, delle principali fasi del processo di attuazione di A21L e delle diverse attività che si possono sviluppare nell’ambito di ciascuna fase. Dallo schema emerge chiaramente la natura complessa del processo, dove ad ogni attività di ordine conoscitivo ed analitico, si affiancano azioni di coinvolgimento e di

stimolo della partecipazione, scenari di previsione, indirizzi di pianificazione e linee di intervento per il conseguimento degli obiettivi prefissati.

FASI DEL PROCESSO DI ATTUAZIONE

(1)

Attivazione del processo di Agenda 21

Iniziative di sensibilizzazione e promozione

Adesione ad accordi e network internazionali

Impegno formale dell' Amministrazione Locale

(2)

Individuazione e coinvolgimento del pubblico e dei partner

Coinvolgimento dei settori interni

Creazione del gruppo tecnico Attivazione del Forum civico

(3)

Rapporto sullo Stato dell' Ambiente

Predisposizione del quadro diagnostico

gestione

Valutazione delle politiche

(4)

Individuazione delle priorità e definizione degli obiettivi

Selezione di obiettivi strategici e locali

Discussione e validazione degli obiettivi

Definizione delle strategie di intervento

(5)

Costruzione del Piano d'Azione Ambientale Predisposizione di scenari Definizione di linee di intervento Individuazione di strumenti d'azione (6)

Adozione del Piano

Confronto sulla proposta preliminare

Individuazione degli attori

Adozione formale e indirizzi per la gestione

(7)

Implementazione, monitoraggio, valutazione e feedback

Individuazione della struttura e delle procedure

Attivazione di verifiche periodiche

Aggiornamento ed

adeguamento del Piano

Fonte: Guida ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) 2000

Nell’ambito delle 7 fasi individuate dall’ANPA, è emerso che tre sono gli strumenti essenziali per attivare, gestire ed attuare un processo di A21L e che, pertanto, non possono mancare: il Forum; il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente (RSA); il Piano d’Azione Locale.98

Il Forum è lo strumento di partecipazione degli Attori Locali e coinvolge tutte le organizzazioni e i soggetti portatori di interessi legittimi e rappresentativi della realtà sociale, culturale, ambientale ed economica del territorio su cui si sta svolgendo il processo di Agenda 21 Locale. Questi soggetti possono essere istituzioni pubbliche, soggetti economici, associazioni di cittadini rilevanti a livello locale ai fini di una strategia ambientale. Essi dovranno essere coordinati all’interno del forum per orientare il processo di elaborazione di A21L e monitorarne l’applicazione.

Non esistono linee guida che garantiscano il successo di un Forum: è comunque opportuno che questo disponga di un supporto organizzativo che deve garantire almeno una costante funzione di segretariato, anche al fine di fare circolare tra i soggetti tutte le decisioni e le informazioni disponibili.

Come ogni momento assembleare, anche il Forum dovrà dotarsi di un proprio regolamento che definirà le strutture a supporto del forum, e i criteri di funzionamento.

La redazione del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente consiste nella raccolta, organizzazione ed interpretazione di dati di base che in vario modo caratterizzano

98 Informazioni sulle Agende 21 Locali in Italia e sulle fasi di attuazione sono reperibili su tutti i siti dei Comuni italiani

che, avendo aderito alla Carta di Aalborg, hanno avviato processi di Agenda 21 Locale nei loro territori. Cfr., ad esempio, www.regione.lombardia.it/Ambiente/Agenda21.nsf/agenda21; www.a21arneo/Introduzione/index.htm;

l’ambiente fisico, sociale ed economico, con un processo di semplificazione e sintesi che renda leggibili le informazioni tecniche, ma che sia in ogni punto ripercorribile per consentire in futuro la verifica e l’analisi critica.

I principali obiettivi che si vogliono raggiungere con la predisposizione dei quadri diagnostici, riguardano:

- la rappresentazione dello Stato dell’Ambiente al momento dell’attuazione dei processi di A21L;

- l’individuazione delle componenti ambientali sensibili e vulnerabili e dei “fattori di pressione”, derivanti dalle attività umane e maggiormente critici;

- il monitoraggio periodico dello Stato dell’Ambiente e dei fattori di pressione in relazione agli obiettivi selezionati;

- la valutazione dell’efficacia delle politiche in atto a livello locale in relazione agli obiettivi selezionati.

Il Piano d’Azione locale è un programma di azioni concrete necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati per la sostenibilità locale, che può essere approvato con diversi gradi di formalizzazione (da parte del Forum, dalla Giunta o del Consiglio Provinciale), e nel quale, oltre agli obiettivi e alle azioni necessarie per raggiungerli, vengono definiti anche gli attori responsabili della loro attuazione, le risorse finanziare a disposizione e gli strumenti di supporto.

Il piano d’azione conterrà anche gli indicatori che daranno evidenza all’efficacia delle azioni intraprese. Gli indicatori si riferiranno alla consistenza delle risorse naturali, al territorio, all’economia, all’occupazione ed alla qualità della vita.

L’obiettivo finale dell’ Agenda 21 locale è, dunque, riuscire ad avviare un percorso “consapevole” di miglioramento della qualità dell’ambiente e dello sviluppo, un percorso che nasce da una scelta volontaria e condivisa da parte di più attori locali e che si ispira ad una visione integrata della sostenibilità secondo cui, cioè, le azioni promosse e attivate direttamente dall’autorità locale, si integrano e si completano con

le azioni e i programmi avviati, su base volontaria, da attori sociali ed economici, secondo i principi fondamentali della sostenibilità locale.99