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Alla luce di queste considerazioni, la lotta al degrado del territorio e alla desertificazione si configura come:

• riduzione della vulnerabilità dei suoli alle pressioni antropiche e climatiche;

• mitigazione del degrado del suolo e degli effetti della siccità;

• adattamento proattivo alle dinamiche climatiche;

• stretta interazione tra le azioni di riduzione della vulnerabilità dei suoli, mitigazione del degrado e adattamento ai cambiamenti climatici;

• promozione degli effetti positivi sulle risorse biotiche ed abiotiche;

• promozione/recupero dei servizi ecosistemici.

Finora, in Italia la principale strategia di riduzione della vulnerabilità alla desertificazione e di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici sul degrado del territorio è stato il Programma di Azione Nazionale di Lotta alla Desertificazione - PAN (CIPE 229/99) lanciato all’inizio del 2000. Il PAN era basato su un sistema di azioni a livello nazionale e regionale, attribuendo a Regioni ed Autorità di Bacino l’elaborazione e l’attuazione di misure specifiche a carattere agronomico, forestale, civile e sociale, accompagnate e sostenute da specifici piani di informazione, formazione ed educazione, in alcuni settori individuati come prioritari:

1. protezione del suolo;

2. gestione sostenibile delle risorse idriche;

3. riduzione dell’impatto sull’ambiente delle attività produttive; 4. riequilibrio del territorio.

Il Comitato Nazionale per la Lotta alla Desertificazione – CNLD, al quale è stato attribuito il compito di realizzare il PAN, ha lanciato subito dopo una consultazione ad ampio raggio di Regioni ed Autorità di Bacino che hanno presentato valutazioni, studi e proposte di azione a scala locale che hanno coperto ben l’87% del territorio nazionale. Le proposte hanno riguardato sostanzialmente azioni finalizzate ad ampliare la conoscenza, la pianificazione e l’informazione (programmi, piani, studi e monitoraggio, creazione di banche dati, mappature) ed azioni sul campo a carattere infrastrutturale e di adattamento/mitigazione. In linea con tali proposte, le risorse finanziarie successivamente disponibili (circa 5 milioni di Euro tra il 2004 e il 2008,

finanziati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - MATTM) sono state finalizzate:

In una prima fase, al miglioramento del quadro conoscitivo a scala nazionale e all’avvio della realizzazione di una rete di collaborazione e confronto tra istituzioni nazionali e internazionali In una seconda fase (dal 2004 al 2008 circa), sono state promosse attività di:

• formazione e diffusione delle informazioni;

promozione di Piani di Azione Locale - PAL e di Progetti Pilota a livello locale, che hanno consentito anche lo sviluppo e l’aggiornamento di mappature a scala locale, con particolare priorità per le regioni dove esistono aree particolarmente sensibili.

Per quest’ultima tipologia di attività, sono stati coinvolti sia Università e Istituti di ricerca presenti sul territorio, sia Enti territoriali e Amministrazioni Pubbliche. In particolare, il finanziamento è stato accordato direttamente a Università e Istituti di ricerca per la realizzazione di studi e analisi finalizzati, nel caso dei PAL, a individuare in dettaglio le iniziative prioritarie di lotta alla desertificazione nel territorio di propria competenza, coinvolgendo gli Enti Territoriali. Per i Progetti Pilota, le dotazioni finanziarie sono state attribuite agli Enti territoriali (essenzialmente Regione o Provincia) che, in collaborazione con Università e Istituti di ricerca, hanno poi promosso azioni e programmi operativi, accompagnati anche da iniziative di gemellaggio con Paesi in Via di Sviluppo per "internazionalizzare" le conoscenze sviluppate internamente. Quindi, attori cardine per i PAL e i Progetti Pilota (che hanno interessato in totale undici regioni o province) sono stati sia gli Enti Locali, che hanno indirizzato i programmi, sia le istituzioni tecnico - scientifiche locali, con la funzione di partner operativi.

A livello europeo, la Commissione Europea ha adottato una Strategia Tematica del suolo (CE, 2006a) e lanciato la proposta di una direttiva quadro sul suolo (CE, 2006b)45 per creare le condizioni utili ad assicurare un adeguato e omogeneo livello di protezione del suolo in Europa. La proposta di Direttiva era stata avviate lungo il percorso istituzionale per la sua adozione, è stata recentemente ritirata in vista della preparazione di una nuova versione aggiornata.

La nuova Politica Agricola Comune - PAC, che detta gli impegni ai quali ogni agricoltore deve fare riferimento, contiene misure la cui osservanza consentirebbe, o almeno faciliterebbe, la prevenzione della degradazione del suolo. Tali impegni sono suddivisi in due grandi categorie:

• Criteri di gestione obbligatori (CGO), ovvero disposizioni di legge, Atti, già in vigore e derivanti dall’applicazione nazionale di corrispondenti disposizioni comunitarie.

45 La Strategia è parte integrante delle Strategie Ambientali europee mentre la proposta di Direttiva è stata avviata lungo il percorso istituzionale per la sua adozione, incontrando ostacoli frapposti da alcuni Paesi che non intendono modificare le normative nazionali.

• Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali (BCAA), indicate con Norme, stabilite a livello nazionale.

Inoltre, il quadro mediterraneo rappresenta per l’Italia una cornice di riferimento importante, per ragioni geografiche, ambientali e politiche. A tale scala, la Sedicesima Assemblea Euro-Mediterranea delle Comunità Locali, ARLEM 16, ha delineato una strategia per l’integrazione a livello locale e regionale delle politiche di lotta alla desertificazione e ai cambiamenti climatici in una prospettiva generale di crescita sostenibile e sinergica con le strategie per i cambiamenti climatici. Tale strategia si basa sulla necessità di una governance maggiormente democratica e trasparente delle risorse naturali e il riconoscimento della centralità della risorsa acqua, collegata ad adeguate conoscenze sulla sua effettiva disponibilità e ad una gestione sostenibile che riconosca la necessità di modificare i modelli di produzione e di consumo e che valorizzi anche le conoscenze locali. Una strategia che si inscriva nella cornice dello sviluppo sostenibile e che tenga conto delle possibilità di incremento del reddito rurale e dei livelli occupazionali di qualità, anche attraverso la promozione di azioni per il rafforzamento della filiera agro-alimentare, la creazione, di nuove possibilità di reddito e occupazione nelle aree rurali, lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Infine, proprio in supporto alle azioni di lotta alla desertificazione, il PAN ha previsto sin dal suo avvio la necessità di stimolare le attività di ricerca nonché di formazione ed educazione ambientale. In tale quadro, il Ministero della Ricerca Scientifica ha stanziato 8,7 milioni di Euro nel Programma Operativo Nazionale di "Ricerca, Sviluppo Tecnologico ed Alta Formazione 2000 – 2006”. I fondi sono stati assegnati al Consorzio ACS-ENEA-UNISS per la realizzazione del Progetto RIADE (Ricerca Integrata per l’Applicazione di tecnologie e processi innovativi per la lotta alla DEsertificazione), il più grande progetto di ricerca a livello nazionale per la lotta alla desertificazione. Attività di ricerca sono state realizzate da varie Università e Istituzioni di ricerca (CNR, ENEA, ISPRA, INEA, ecc.), ed hanno riguardato sostanzialmente la messa a punto di metodi e strumenti di valutazione, anche economica, di mappature a scala locale, di meccanismi di diffusione delle informazioni, ecc.

Per quanto riguarda le attività di formazione nell’ambito del progetto RIADE il Nucleo di Ricerca sulla Desertificazione dell’Università di Sassari (NRD) ha realizzato, in collaborazione con l’Università della Basilicata, un master universitario di primo di livello della durata di 18 mesi. Il CNLD ha sostenuto poi la realizzazione di alcune iniziative di carattere didattico e formativo per studenti di scuole secondarie e università nonché di operatori regionali. Anche l’Università della Basilicata e della Tuscia hanno dedicato all’interno dei loro programmi didattici lezioni tematiche, master di secondo livello e corsi volontari al tema della desertificazione destinati anche alla formazione di tecnici delle istituzioni regionali. Sono state inoltre promosse attività didattiche e di sensibilizzazione anche attraverso la realizzazione del progetto DesertArt che ha coinvolto istituti secondari del Lazio, dell’Abruzzo e della Sicilia.

L’impegno d’informazione e divulgazione delle tematiche della desertificazione è stato inoltre oggetto di conferenze e convegni organizzati in occasione delle celebrazioni della giornata mondiale per la lotta alla desertificazione (Palermo, Sassari, Bari e Roma).