• Non ci sono risultati.

Verso l’individuazione e l’analisi delle misure di adattamento

Il mainstreaming delle misure di adattamento in campo idrico trova evidentemente la sua cornice nella DQA che costituisce il quadro di riferimento europeo e conseguentemente nazionale in termini di politica idrica. Sebbene i cambiamenti climatici non fossero stati esplicitamente previsti al momento della stesura della DQA, nell’ambito delle azioni previste dal Libro Bianco sull’adattamento ai cambiamenti climatici (Commissione delle Comunità Europee, 2009), è stato adottato nel dicembre 2009 un documento di orientamento in materia di adattamento ai cambiamenti climatici nella gestione delle acque per garantire che i piani di gestione siano climate proof (European Commission, 2009). Agli Stati Membri è chiesto, in particolare, di monitorare i cambiamenti climatici e, soprattutto, di verificare se le misure contenute nei PGBI siano abbastanza robuste da far fronte agli impatti conseguenti (Figura 3.4).

In effetti, già molti dei PGBI comprendono considerazioni sull’adattamento e il climate proofing. Le caselle di approfondimento che seguono riportano alcuni casi di interesse generale nel campo dell’innovazione per la gestione della risorsa idrica, considerazione tenendo conto delle necessità di adattamento ai cambiamenti climatici nella realtà italiana.

Figura 3.4: Verifica della robustezza delle misure dei piani di gestione nei confronti dei cambiamenti climatici: climate proofing (Fonte: European Commission, 2009).

Considerata la rilevanza dell’uso irriguo della risorsa idrica, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF), avvalendosi della collaborazione e della competenza di esperti, ha avviato un’analisi per l’individuazione degli elementi utili che, opportunamente scelti, gestiti e correlati in funzione delle diversità climatiche, possono essere integrati nella strategia più idonea alla realtà locale. Obiettivo del settore agricolo in tale ambito è incrementare la resilienza e investire maggiormente in un’economia a basse emissioni di carbonio tramite lo sviluppo delle energie rinnovabili e della diffusione di prodotti ecologici che, per gli attori del settore, rappresenta un’opportunità da cogliere nell’ambito dello sviluppo sostenibile. Per conseguire gli obiettivi prefissati, il lavoro (MiPAAF, 2011) descrive il quadro politico internazionale in cui l’Italia si trova ad agire e analizza la situazione nazionale dal punto di vista climatico, agricolo, zootecnico, forestale, energetico, del green marketing e degli strumenti economici e politici al fine di estrapolare gli elementi strategici per ogni singolo settore che siano coerenti e complementari tra loro. Unitamente alle strategie politiche, il documento focalizza l’attenzione anche sulle strategie economiche per gli interventi strutturali necessari soprattutto per le azioni di adattamento.

E’ quindi importante che le proiezioni climatiche a lungo termine siano integrate nella pianificazione delle misure e delle azioni. L’uso di adeguati modelli e strumenti operativi in grado di sviluppare un’analisi integrata di azioni e misure è, a questo riguardo, particolarmente utile,

I cambiamenti climatici nel Piano di Gestione del Distretto dell’Appennino Centrale

Il Piano di Gestione del Distretto dell’Appennino Centrale (Autorità di Bacino del Fiume Tevere, 2010) considera il rischio connesso ai cambiamenti climatici fra le macro-pressioni alla scala di distretto e individua i possibili macro–impatti su alcune parti del distretto stesso.

L’analisi del rischio climatico si basa su due studi: uno condotto per il bacino del Tevere dal CNR-IRSA (Preziosi et al. 2010, Romano & Preziosi 2012), l’altro condotto dal Servizio Idrografico e Mareografico di Pescara della Regione Abruzzo, per i bacini abruzzesi. Gli studi riguardano le serie storiche delle principali grandezze idrologiche, trattate in termini di indici standardizzati (CNR-IRSA) o in termini di valori assoluti (Servizio Idrografico della Regione Abruzzo). Tali analisi, anche se condotte indipendentemente e con metodi di studio differenti e su diverse serie storiche, convergono nel rilevare una marcata perdita della risorsa idrica potenziale nel bilancio globale del Distretto negli ultimi decenni.

Nel Piano di Gestione viene inoltre analizzata la vulnerabilità dei grandi sistemi di approvvigionamento idrico del bacino del Tevere alla scarsità della risorsa idrica, utilizzando un modello di bilancio idrico (DICA-UNIPG) conforme alle specifiche del DM del 28 luglio 2004 (GU n. 268 del 15-11-2004), con l’obiettivo di individuare le utenze maggiormente soggette a insufficienza e confrontare l’evoluzione del deficit nel bacino in differenti scenari climatici e per diverse ipotesi gestionali. Lo studio prende in considerazione dati disponibili nel cinquantennio 1952-2007, mentre gli scenari simulati hanno dimostrato la vulnerabilità dell’attuale sistema idrico in situazione di riduzione degli afflussi e quindi della disponibilità idrica per i diversi scenari climatici, nell’ipotesi di una distribuzione della domanda analoga a quella attuale (previsioni al 2015). Viene infine valutata l’efficacia di misure strutturali (aumento della capacità di regolazione del sistema idrico) per la riduzione della vulnerabilità in condizioni climatiche differenti.

come dimostrano le esperienze realizzate con il “Sistema di Supporto per l’Agricoltura Irrigua (Decision Support for IRRigated Agriculture - DSIRR) sviluppato dal CNR-IBIMET (Bazzani, 2005).

Sono da individuare misure specifiche di adattamento ai cambiamenti climatici del territorio urbanizzato, a seguito del rischio di allagamento delle aree impermeabilizzate e a seguito del formarsi delle isole di calore; pertanto la creazione di zone non impermeabilizzate, quali parcheggi non asfaltati e aree di riforestazione urbana, rappresenta un rimedio adeguato (Emonfur, 2013). L’approccio graduale e ciclico della pianificazione prevista dalla DQA permette la gestione adattativa agli impatti dei cambiamenti climatici. Questo processo permette, infatti, di rivedere i piani e verificare la bontà delle misure adottate, in modo da introdurre le correzioni richieste al conseguimento degli obiettivi in relazione all’evoluzione dei sistemi antropici e naturali.

Un esperimento di ricarica artificiale degli acquiferi nel Veneto per contrastarne il depauperamento alla luce dei cambiamenti climatici in corso: il Progetto TRUST (Life+)

Come conseguenza dell’abbassamento dei livelli delle falde, nella fascia delle risorgive, sono scomparse moltissime zone umide nell’alta pianura veneto-friulana. Altri fenomeni osservati, come la depressurizzazione degli acquiferi, contribuiscono alla subsidenza e all’intrusione salina nelle falde lungo i litorali. Fra gli scopi del progetto TRUST c’era lo sviluppo di strategie di gestione della risorsa idrica finalizzata alla tutela quali-quantitativa della falda acquifera in considerazione anche dei cambiamenti climatici attesi, favorendone l’incremento mediante tecniche di ricarica artificiale, chiamate anche “water banking”.

In questo contesto, il Consorzio di bonifica Pedemontano Brenta ha avviato una sperimentazione per la ricarica della falda applicando un metodo innovativo, denominato “area forestale d’infiltrazione” o “campo d’acqua”.

In diverse aree sperimentali è stata realizzata una sistemazione idraulico-agraria con una serie di affossature, alternate a vegetazione forestale, nelle quali sono immessi notevoli volumi di acqua nelle stagioni di abbondanza, favorendone così l’infiltrazione nel sottosuolo. Gli alberi (specie forestali a ciclo breve) sono invece destinati alla produzione di biomassa, utile per un impiego energetico da fonte rinnovabile, con un interessante recupero dei costi.

I risultati della sperimentazione hanno permesso la progettazione su ampia scala di sistemi d’irrigazione a pioggia in sostituzione di quelli a scorrimento per risparmiare acqua in estate, con linee distributrici che possono essere utilizzate per ricaricare artificialmente le falde, da settembre a maggio, abbinando in questo modo due funzioni fondamentali per una più efficiente fruizione delle risorse disponibili nel corso dell’anno.