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utilizzate dagli stessi Troiani come armi improprie.151

D) II a 4 Azioni momentanee

Le categorie che abbiamo isolato nelle sezioni precedenti non esauriscono l’ampia casistica di rejet che sottolineano l’azione momentanea espressa dal verbo. Particolarmente significativo è ad esempio Aen. III 616 ss.

hic me, dum trepidi crudeli a limina linquunt, immemores socii uasto Cyclopis in antro

deseruere. domus sanie dapibusque cruentis,

intus opaca, ingens. ipse arduus altaque pulsat sidera.

dove il verbo deseruere, collocato prima di pausa sintattica e della rara pausa metrica del secondo trocheo, acquista un’enfasi particolare, suggerendo un’idea di rapidità non senza una nota di desolazione.152 I termini deseruere domus, isolati dalla pentemimera e legati da allitterazione, segnano il repentino passaggio tra le due proposizioni: Achemenide è stato appena abbandonato e dinanzi ai suoi occhi si presenta la reggia piena di sangue, di oscurità, immensa.153 Ancora notevole al verso successivo è la convergenza di sinalefe e asindeto tra i due aggettivi (opaca, ingens) che ne sottolinea il carattere orroroso,154 e la successione di termini inizianti in vocale ad eccezione del verbo in fine di verso.155

Ancora una pausa del secondo trocheo isola il verbo in rejet nel già citato Aen. IX 236 s.

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151 Cfr. Austin 1964, ad loc.: «Virgil conveys with much pathos the immemorial antiquity of

Priam’s house, now being destroyed by his own people in self-defence».

152 Sulla pausa sintattica dopo il secondo trocheo (generalmente dopo forme di perfetti in -ere) si

veda Winbolt 1903, pp. 25 s. che ne prescrive l’impiego per sottolineare un’azione repentina.

153 Notevole oltre all’allitterazione che percorre il verso (deseruere domus dapibusque), è il

particolare ablativo descrittivo, sul quale si veda la nota di Williams 1962, ad loc.

154 Cfr. “Effetti stilistici della sinalefe”, p. 128 ss. 155 Williams 1962, ad loc. e ad Aen. V 451 s.

Rutuli somno uinoque sepulti

conticuere; locum...

dove l’ammutolirsi repentino proprio del composto conticesco è rinforzato dalla figura.156 Un silenzio che cade improvviso dopo le parole impressionanti e lapidarie della Sibilla è descritto anche in Aen. VI 53 s.

et talia fata

conticuit. gelidus Teucris per dura cucurrit

ossa tremor, funditque preces rex pectore ab imo

dove il verbo in rejet, seguito dalla reazione psicologica di Enea, incornicia l’intero verso con l’altro verbo cucurrit.157

Non passano, inoltre, inosservati i due rejet verbali riferiti a Mercurio, a distanza di pochi versi: Aen. IV 252 ss.

hic primum paribus nitens Cyllenius alis

constitit; hinc toto praeceps se corpore ad undas

misit aui similis…

in cui il verbo in rejet dice l’arrestarsi del volo del dio; e Aen. IV 259 ss.

ut primum alatis tetigit magalia plantis, Aenean fundantem arces ac tecta nouantem

conspicit.

il cui verbo conspicio suggerisce l’idea di un fugace colpo d’occhio.158

Il valore stilistico del rejet del verbo consisto, è confermato da altri casi analoghi. Si veda ad esempio Aen. IX 621 ss.

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156 Cfr. p. 56.

157 L’effetto stilistico del rejet è ben evidenziato da Austin 1955, ad loc. «‘silence fell on her’; the

intensity of the compound … is deepened by the strong pause that follows».

talia iactantem dictis ac dira canentem non tulit Ascanius neruoque obuersus equino

contendit telum diuersaque bracchia ducens constitit, ante Iouem supplex per uota precatus...

dove la forma dattilica constitit, seguita da pausa sintattica, indica il momento in cui Ascanio prende posizione sulle gambe, prima di scoccare il dardo. È interessante misurarne la differenza stilistica rispetto al rejet del verbo contendit al quale è legato da alliterazione verticale e prefissale. Il ritmo spondiaco dei primi tre piedi conferisce a contendo l’idea dello sforzo nel tendere l’arco, mentre constitit, in sequenza dattilica e a chiusura di colon (diversamente dal primo verbo), dice l’azione momentanea del divaricare le gambe. Non è seguito da pausa sintattica, ma è comunque rilevante il caso di Aen. II 68

namque ut conspectu in medio turbatus inermis

constitit atque oculis Phrygia agmina circumspexit

dove l’aggettivazione in asindeto (turbatus, inermis)159 dice il turbamento di Sinone che si ferma (constitit) dinanzi alle schiere dei Troiani (il nesso Phrygia agmina in sinalefe è messo in rilievo dalla collocazione tra pentemimera e dieresi bucolica) per esaminare con attenzione, come suggerisce la pesante clausola quadrisillabica e spondiaca circumspexit.160

Ancora il verbo constitit in rejet,161 ma con minore efficacia stilistica, in Aen. I 226

Et iam finis erat, cum Iuppiter aethere summo despiciens mare ueliuolum terrasque iacentis litoraque et latos populos, sic uertice caeli

constitit et Libyae defixit lumina regnis

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159 L’aggettivazione in asindeto è piuttosto rara nell’Eneide e impiegata in contesti drammatici ha

spesso la funzione di mettere in rilievo notazioni psicologiche come nel caso citato e in Aen. V 651

aegram indignantem, Aen. IX 424 exterritus amens, Aen. XII 930 ille humilis supplex, Aen. I 384 ipse ignotus egens.

160 Cfr. Austin 1964, ad loc.

Ai casi di rejet del verbo consisto si possono accostare quelli del verbo subsisto. Particolarmente suggestivo è Aen. II 739

namque auia cursu dum sequor et nota excedo regione uiarum heu misero coniunx fatone erepta Creusa

substitit, errauitne uia seu lapsa resedit incertum; nec post oculis est reddita nostris

dove il rejet del verbo substitit dice con una nota di pathos162 l’arrestarsi repentino e inatteso di Creusa, mentre quello del verso successivo mette suggestivamente in rilievo l’aggettivo incertum.163

Collocazione delle parole, ritmo e semantica convergono suggestivamente in Aen. V 197 ss.

olli certamine summo

procumbunt: uastis tremit ictibus aerea puppis

dove il verbo, in rejet e isolato da pausa sintattica e metrica, dice lo sforzo, mentre il ritmo poco usuale del secondo emistichio - dattilo in terza sede seguito da due parole dattiliche in quarta e quinta sede - sembra suggerire la rapidità dell’imbarcazione.164