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POESIA E RITMO: SULL’ESPRESSIVITÀ METRICA

“In his handling of metre Virgil listened to the voice of imagination as well as to that of rule.” (R. G. Austin)

L’aspetto ritmico di un passo, come si è più volte osservato, può suggestivamente sottolinearne la semantica. Va però specificato che un determinato ritmo non è espressivo per se, ma va sempre valutato e misurato all’interno del suo contesto e alla luce della sintomatica convergenza con altri effetti stilistici.243 Un’ulteriore verifica, necessaria ad individuare con più chiarezza l’espressività di una figura metrica (quale la sinalefe, il verso ipermetro, lo iato, le rare clausole monosillabiche o plurisillabiche), così come di altre figure di stile, è infine il confronto con passi che presentino evidenti analogie tematiche e formali.

A)E

FFETTI STILISTICI DELLA SINALEFE

“Quod quidem Latina lingua sic obseruat ut nemo tam rusticus sit qui uocales nolit coniungere.”

(Cic. Or. XLIV 150)

Nei principali commenti a Virgilio non è difficile imbattersi in suggestive notazioni che invitano a considerare la sinalefe non solo come un espediente metrico, ma in alcuni casi anche come ricercata figura stilistica. 244 !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

243 Può essere estesa anche all’espressività metrica la lucida precisazione di Eden 1975, ad Aen.

VIII 2, che invita ad una certa cautela nel rintracciare gli effetti stilistici dell’allitterazione: «some Roman poets would be astonished at the discoveries of their hypersensitive modern critics. In particular, on should bear in mind that the same sound may appropriately be associated with contexts of different feeling and content, and that sound-patterns are often not strictly onomatopeic- they may accompany the sense without reinforcing it».

244 Accanto ai principali commenti, si segnalano alcune interessanti notazioni sul valore stilistico

della sinalefe in Winbolt 1903, pp. 116 ss. (soprattutto p. 179 s.), nel fondamentale e dettagliato capitolo di Soubiran 1966, pp. 613-645 (“valeur expressive de l’élision”); in Grandsen 1991, p. 25 s.; e 20042, pp. 47 ss.; e Von Albrecht 2012, pp. 205.

L’interpretazione di un fenomeno così ricorrente nell’Eneide (è impiegato circa in un verso su due)245 può essere metodologicamente corretta solo se si scelgono in via preliminare dei parametri in base ai quali valutarne la rilevanza stilistica. Se timbro e prosodia delle sillabe in sinalefe sono di certo aspetti importanti del fenomeno,246 bisogna riconoscere che la nostra sensibilità linguistica non ci permette di valutarli in termini di effetti stilistici. Possono essere però presi in considerazione fattori altrettanto rilevanti e per noi più percepibili, quali la posizione della sinalefe nel verso, il rapporto con le pause metrico-sintattiche, la convergenza con l’iperbato, il sintomatico addensamento del fenomeno in contesti stilisticamente ricercati, e l’estensione del corpo fonico dei termini in sinalefe che può avere in alcuni casi un suggestivo valore iconico.

AI “PICTORIAL ELISION” OVVERO “SINALEFE ICONICA”

Con la dicitura di “pictorial elision” o di “sinalefe iconica” s’intendono generalmente una serie di effetti mimetici che la sinalefe può in alcuni contesti suggerire.247 A seconda della semantica dell’espressione e del particolare ordo

uerborum del verso, la sinalefe può infatti variamente sottolineare ora un’idea di

dissolvenza, suggerita dal venire meno nel computo metrico della prima delle due sillabe interessate dal fenomeno, ora di unione, di contatto o di estensione, quando a prevalere è l’aspetto della fusione dei due termini in un unico corpo fonico.

A I a) Dissolvenza

Il mancato computo prosodico della sillaba di un monosillabo in sinalefe, sembra suggerire l’idea della scomparsa del referente indicato dal lessema. Se appare ovvio che ciò è dovuto alla evidente distanza tra la nostra sensibilità !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

245 Cfr. Ceccarelli 2008, p. 125, che fornisce dettagliati dati statistici sull’impiego della sinalefe

nell’esametro latino.

246 Cfr. Winbolt 1903, pp. 169 ss.

247 La formula di “pictorial elision” è impiegata principalmente da Austin (vedi infra), mentre per

“sinalefe iconica” si veda Traina 20042, ad Aen. I 32 (maria omnia circum) …e ad Aen. XII 897 saxum, antiquum, ingens (sul quale vedi infra).

linguistica e quella degli antichi, è pur vero che in alcuni casi questo effetto stilistico sembra confermato dalla convergenza con altre figure come appare evidente in Aen. IV 570

... sic fatus nocti se immiscuit atrae

La sinalefe del pronome monosillabico se può essere considerata «metrical representation of Mercury’s disappearance» 248 soprattutto alla luce del particolare ordo uerborum: l’iperbato nocti atrae avvolge il pronome come le tenebre avvolgono il dio.249 Un’interpretazione di tal genere diviene qualcosa di più di una semplice suggestione se la si confronta con il chiaro self-echo di Aen. X 664

sed sublime uolans nubi se immiscuit atrae;

e ancora con Aen. XI 815

contentusque fuga mediis se immiscuit armis

dove l’iperbato, che avvolge il pronome se, sottolinea il valore predicativo di

medius (mediis … armis = “nel mezzo delle armi”), mentre la sinalefe dona la

suggestione della scomparsa: Arrunte, dopo aver ucciso Camilla, scompare nella mischia. A ciò si aggiunga che la collocazione dell’aggettivo medius, al centro del verso, ne rispecchia elegantemente la semantica.250

Diverso ma non meno efficace è Aen. II 604 ss.

aspice (namque omnem, quae nunc obducta tuenti mortalis hebetat uisus tibi et umida circum

caligat, nubem eripiam...

dove la sola sinalefe in nubem eripiam senza convergere con l’ordo verborum iconico, riflette efficacemente la dissolvenza della nube.

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248 Cfr. Austin 1955, ad loc.

249 Per questo iperbato “di avvolgimento” si veda la sezione dedicata, pp. 288 ss.. 250 Per questo aspetto si veda la sezione “Ordine delle parole e senso”, pp. 306 ss.

Se per questo caso la rilevanza stilistica della figura appare evidente, non si deve tuttavia cedere alla tentazione di estendere gli stessi valori espressivi anche a casi meno evidenti e tipologicamente differenti. Mi sembra ad esempio suggestiva ma piuttosto opinabile l’interpretazione avanzata da Austin per la sinalefe di Aen. II 134

eripui, fateor, leto me et uincula rupi

che difficilmente può essere «metrical picture of Sinon’s disappearing act».251 in un’espressione di tipo figurato (eripui leto me). Anche a proposito di Aen. II 45

aut hoc inclusi ligno occultantur Achiui

il valore espressivo rilevato da Austin nella sinalefe ligno occultantur, che suggerirebbe il nascondersi dei Greci nel cavallo di legno, è difficilmente dimostrabile.252 L’indebolimento del corpo fonico riguarda, infatti, non l’oggetto nascosto (Achivi), ma il nascondiglio (ligno), contrariamente ai casi finora commentati. Il valore iconico potrebbe essere al limite associato alla sequenza hoc

inclusi ligno, ma risulta indebolito dalla collocazione del sostantivo Achivi al di

fuori dell’iperbato di contenimento (hoc…ligno).!