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D II a 5 Esortazioni, comandi, esclamazioni, enfas

D) II c 2 Notazioni psicologiche

In alcuni casi il rejet di aggettivo o participio ha la funzione di aggiungere una significativa notazione psicologica come nel suggestivo Aen. II 330

fundit equus victorque Sinon incendia miscet

insultans. portis alii bipatentibus adsunt

dove l'aggiunta inattesa di insultans, dopo un verso chiuso da due verbi e sintatticamente compiuto, sottolinea suggestivamente la folle e perversa gioia dell’ingannatore Sinone dinanzi alla città di Troia divorata dalla fiamme.208 Particolarmente significativi sono anche i due casi di rejet, che, non a caso a breve distanza, hanno la funzione di mettere in rilievo l’eccezionale ira di Enea in conclusione dell’intero poema: Aen. XII 945 ss.

ille, oculis postquam saeui monumenta doloris exuuiasque hausit, furiis accensus et ira

terribilis: ‘tune hinc spoliis indute meorum

eripiare mihi? Pallas te hoc uulnere, Pallas immolat et poenam scelerato ex sanguine sumit.’ hoc dicens ferrum aduerso sub pectore condit

feruidus; ast illi soluuntur frigore membra

uitaque cum gemitu fugit indignata sub umbras.209 !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

208 Austin 1964, ad loc. rileva il carattere di superflux del rejet: («The run-over is particularly

effective since the sentence could have been ended at miscet, and so the word has special promince»).

209 È evidente la messa in rilievo di feruidus, solo qui collocato in rejet nell’Eneide (altre

Simili notazioni psicologiche sono evidenziate dal rejet in Aen. XII 669 ss.

ut primum discussae umbrae et lux reddita menti, ardentis oculorum orbes ad moenia torsit

turbidus eque rotis magnam respexit ad urbem.

e ancora nel suggestivo caso di Aen. VIII 1 ss.

Vt belli signum Laurenti Turnus ab arce extulit et rauco strepuerunt cornua cantu utque acris concussit equos utque impulit arma extemplo turbati animi simul omne tumultu coniurat trepido Latium saeuitque iuuentus

effera.

dove il lungo periodo culmina nell’aggettivo effera.210 Notevole è anche il caso di Aen. IV 72

uritur infelix Dido totaque uagatur urbe furens, qualis coniecta cerua sagitta, quam procul incautam nemora inter Cresia fixit pastor agens telis liquitque uolatile ferrum

nescius: illa fuga siluas saltusque peragrat

dove in bella similitudine (il condottiero troiano è paragonato ad un pastore che ha ferito, a sua insaputa, una cerva) il rejet evidenzia il contrasto tra l’inconsapevolezza di Enea, ignaro di aver colpito profondamente l’animo di Didone, e la forte passione che invece percepisce chiaramente la regina nel profondo del suo cuore.211 A questo caso si può accostare Aen. II 370 ss.

Primus se Danaum magna comitante caterua !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

210 Per l’analisi del passo si veda pp. 149 s. Diverso l’effetto stilistico di Aen. VIII 483 s. quid memorem infandas caedes, quid facta tyranni / effera?, dove la collocazione in rejet conferisce,

qui come altrove (vedi infra), enfasi alla domanda.

Androgeos offert nobis socia agmina credens

inscius, atque ultro uerbis compellat amicis

dove la drammatica e fatale inconsapevolezza di Angrogeo, che, dinanzi ai nemici crede erroneamente di trovarsi di fronte ai commilitoni, è messa in rilievo dal rejet in contrasto semantico con il participio in fine di verso (credens / inscius),212 e ancora in XII 420 s.

fouit ea uulnus lympha longaeuus Iapyx

ignorans, subitoque omnis de corpore fugit

quippe dolor...

Merita infine una trattazione particolare Aen. V 841

cum leuis aetheriis delapsus Somnus ab astris aera dimouit tenebrosum et dispulit umbras, te, Palinure, petens, tibi somnia tristia portans

insonti; puppique deus consedit in alta.

dove una sintomatica convergenza di effetti stilistici conferiscono una toccante nota patetica al passo. Il primo verso con i due dattili iniziali suggerisce la discesa veloce del Sonno dalle regioni celesti, mentre l'insistito sigmatismo è un ingannevole sussurro, non benignamente ristoratore, ma foriero di morte. Il verso successivo è immerso, infatti, in un’atmosfera angosciosa, dominato dal sema delle tenebre (aera-tenebrosum-umbras), dal suono cupo della u nel secondo emistichio,213 e dal ritmo spondiaco, che dice qui lo sforzo del Sonno che si fa

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212 Cfr. Horsfall 2008, ad loc., sottolinea che qui inscius è plausibile ripresa di nh@piov in rejet in

Hom. Il. II 38 e II 873. In questi casi, come in Aen. VI 171 s. Sed dum forte caua dum personat

aequora concha, / demens, et cantu uocat in certamina diuos… si deve però osservare, come

evidenziato dalla punteggiatura, una certa indipendenza sintattica dell’aggettivo, che, più che avere un valore predicativo, sembra segnalare il giudizio del poeta.

213 Cfr. Jackson Knight 19662, p. 302, che, specificando che è sempre il contesto ad orientare una

determinata interpretazione del valore stilistico dei suoni («a single sound does not always have the same emotional value. It depends on many sorts of context»), rintraccia nel suono o ed u la

strada a fatica nelle tenebre (l’azione è amplificata nel dicolon abundans e scandita dall’allitterazione prefissale dimouit, dispulit) per raggiungere, quasi in una caccia angosciosa, la sua preda.

Nel verso 840, impreziosito da due serie di triplici allitterazioni (te tibi tristia – Palinure petens portans), il poeta reduplica il pronome personale, posto enfaticamente ad apertura dei due emistichi, specificando, mestamente, la vittima prescelta dal Sonno. Anche l’interazione di ictus e accento sembra connotare ulteriormente il verso: il clash di ictus e accento che si registra nel solo participio petens, isola e mette in rilievo il verbo, conferendogli un particolare dinamismo, che ben si sposa con il suo carattere di ostilità, 214 mentre la corrispondenza nell’espressione sòmnia trìstia pòrtans è “melodiosamente narcotica”.

Ritmo e sintassi di questo verso fortemente suggestivo sembrano indicare quindi che il periodo sia concluso, ma il “motivo” caratterizzante del passo deve essere ancora aggiunto. In una parola isolata (insonti), una lonely word, il poeta condensa e dice il dramma della guerra e della storia. La morte di Palinuro come di tanti altri - Rifeo ne è forse l'esempio più significativo - è la morte di un innocente, che sembra almeno sul piano e nella prospettiva del singolo individuo non avere per Virgilio alcuna plausibile spiegazione.

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capacità di rendere «strength, darkness, stern sadness, and solemn, reverberating fear», atmosfere evocate chiaramente nel verso in questione.

214 Cfr. Jackson Knight 19662, p. 295: «expressionally, heterodyne gives the line constriction and

reluctance, and denotes obstruction and effort». Sul controverso valore stilistico dell’interazione tra ictus e accento si veda Jackson Knight 1939, e qui la sezione dedicata, pp. 198 ss.