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L’obiettivo di questo capitolo è il confronto tra due espressioni della stessa disciplina sportiva, evidenziando gli elementi affini e i punti di distanza, al fine di capire le cause di una dimensione economico-reddituale assai distante. Per fare ciò è necessario dapprima introdurre le differenze storico-culturali tipiche dei diversi ambienti, cause di un diverso approccio alla gestione; in seguito si procederà ad una rapida analisi dell’aspetto statistico ed ci si soffermerà in maniera più dettagliata sui meccanismi qualitativi, che trovano particolare seguito e diffusa implementazione nel mondo anglosassone. Una volta conclusa l’argomentazione, le cause del differenziale di performance saranno più chiare, permettendo la comprensione dei dati introduttivi, riportati nell’immediato seguito.

Va sottolineato che il basket, negli Stati Uniti gode di una posizione di prim’ordine, essendo, assieme al football e al baseball uno tra gli sport più popolari e più seguiti; pertanto, dal punto di vista dimensionale sarebbe forse più adeguato un raffronto con il calcio italiano.

Tuttavia la variabile rilevante non è la dimensione economica, quanto la capacità di generare risultati positivi attraverso la realizzazione di un business sportivo, cosa percepita come normale e addirittura fondamentale dalla cultura americana, mentre risulta essere ancora un fatto raro e quasi straordinario nel mondo italiano ed europeo; a tal proposito il sito “www.statista.com” rende disponibili i dati relativi al reddito operativo generato dalle tre grandi leghe professionistiche americane: nella stagione 2012/2013 la NBA, la MLB e la NFL hanno prodotto rispettivamente 4,5, 7,1 e circa 9,6 miliardi di dollari31, concludendo in una condizione sistematica di risultato economico positivo.

La situazione italiana risulta invece opposta: la Serie A di calcio, nello stesso esercizio (si riporta il dato solo per delineare il confronto con il maggiore sport italiano) ha distrutto ricchezza per 202

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http://www.statista.com/statistics/193457/total-league-revenue-of-the-nfl-since-2005/ http://www.statista.com/statistics/193466/total-league-revenue-of-the-mlb-since-2005/ http://www.statista.com/statistics/193467/total-league-revenue-of-the-nba-since-2005/

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milioni di euro32, mentre la Lega di Serie a FIP ha generato perdite per oltre 11 milioni33; ciò che si vuole richiamare all’attenzione non è tanto la differenza di valori assoluti, quanto la differenza di segno dei dati.

Nell’immediato seguito si cercherà di spiegare al meglio, le ragioni che stanno alla base di questa differenza, e si procederà a partire dall’aspetto storico-sociale.

Per gli aspetti generali si rimanda al primo paragrafo del capitolo precedente; si intende solo ricordare in questa sede che fin dalle origini la NBA si rivela una competizione sportiva basata sul business; questo carattere, fu ereditato dalla Basketball Association of America (BAA, una delle due leghe che hanno originato la configurazione attuale), frutto dell’accordo tra i proprietari dei grandi impianti sportivi cittadini, i quali avevano tutto l’interesse ad ospitare un evento in grado di colmare i posti disponibili e generare un flusso monetario positivo. Questo carattere peculiare, di stampo manageriale, diffuso per altro in tutti gli sport professionistici di oltre oceano, risulta essere ancora oggi la forza della National Basketball Association, che nel tempo ha saputo creare un sistema stabile, solido e in grado di produrre ricchezza nel tempo in primis attraverso l’appetibilità degli spettacoli offerti, assicurando remunerazioni ai promotori degli eventi, agli atleti e ai club, nonché ai finanziatori.

2.1 Il confronto sulla base degli indicatori quantitativi

Quanto al confronto relativo all’equilibrio competitivo, di seguito si affiancano, mediante l’ausilio di tabelle e grafici, i dati relativi ai principali indicatori statistici: i metodi della Deviazione Standard e di Herfindahl-Hirschmann focalizzeranno il raffronto stagionale, mentre il Top-K Ranking consentirà il paragone su orizzonti temporali di più ampio respiro, limitatamente alle posizioni che garantiscono l’accesso alle fasi finali delle rispettive competizioni.

2.1.1 Deviazione standard

Il primo dei metodi elencati configura le situazione seguente (si precisa ancora una volta che i dati riguardano solamente la fase di regular season):

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http://www.figc.it/other/ReportCalcio_2014_Low_Res.pdf

- 47 - 0,156 0,150 0,134 0,151 0,154 0,155 0,156 0,159 0,168 0,168 0,153 0,163 0,144 0,143 0,189 0,132 0,153 0,150 0,159 0,125 0,148 0,152 0,158 0,150

RIEPILOGO VALORI DEVIAZIONE STANDARD SERIE A FIP STAGIONE 2012/2013 STAGIONE 2011/2012 STAGIONE 2010/2011 STAGIONE 2009/2010 STAGIONE 2008/2009 STAGIONE 2007/2008 STAGIONE 2006/2007 STAGIONE 2005/2006 STAGIONE 2007/2008 STAGIONE 2006/2007 STAGIONE 2005/2006 STAGIONE 2008/2009

RIEPILOGO VALORI DEVIAZIONE STANDARD MEDIA STAGIONALE NBA

STAGIONE 2012/2013 STAGIONE 2011/2012 STAGIONE 2010/2011 STAGIONE 2009/2010 STAGIONE 2004/2005 STAGIONE 2003/2004 TRIENNIO 2010/2013 DECENNIO 2003/2013 DECENNIO 2003/2013 STAGIONE 2004/2005 STAGIONE 2003/2004 TRIENNIO 2010/2013

Il dato che emerge è abbastanza simile tra le due competizioni, lievemente sbilanciato a favore del campionato statunitense nel decennio, mentre si inverte se si osserva l’ultimo triennio analizzato; addirittura, la stagione 2008/2009, una tra le “meno equilibrate” restituisce il medesimo valore di 0,168.

L’elemento più interessante lo si ricava dal trend temporale dei valori34: mentre in Italia lo scostamento dalla media risulta incostante ed altalenante, nella lega cestistica USA sembra esserci un andamento più razionale, e probabilmente indotto a seguito di specifiche scelte gestionali, che nel periodo più recente hanno comportato una costante diminuzione del valore dell’indice, sintomo di un equilibrio in aumento. La rappresentazione grafica è d’ausilio per l’immediata comprensione di quanto detto a parole: si osservi il tracciato in rosso, il quale conserva un andamento più lineare ed in costante decrescita a partire dalla stagione 2008/2009.

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Va sottolineato che non si intende analizzare l’andamento temporale in termini interni alla competizione, noti i limiti dell’indicatore in questione; l’intento è quello di confrontare in modo parallelo i valori propri delle diverse leghe.

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Prima di procedere con ulteriori strumenti di calcolo del competitive balance, si intende scavare lievemente più a fondo nella struttura della NBA: considerata l’estensione territoriale degli Stati Uniti d’America, una struttura a girone unico avrebbe comportato spostamenti davvero notevoli implicando un elevata componente di costo in capo alle franchigie e uno stress notevole per giocatori e dirigenti. Pertanto sin dalle prime edizioni, si è deciso per la creazione di due gironi, denominati Eastern Conference e Western conference, oggi composti da 15 squadre ciascuno, suddivisi a loro volta in “Divisions” (5 franchigie per ogni divisione); la classifica delle due “Conferences”, la cui discriminante è il numero di vittorie ottenuto durante tutti gli incontri35 determina il diritto d’accesso al playoff (riservato alle prime 8 squadre di ogni girone), al termine del quale, le due squadre rimaste si sfidano nelle NBA Finals, l’evento che l’anello, premio simbolico conferito ai vincitori del titolo nazionale. Si tenga inoltre presente che l’intera lega si articola in un numero molto ampio di incontri, tra cui se ne contano ben 7 con squadre della propria Division, 4 con squadre della stessa Conference e 2 con squadre della Conference opposta. In tutto si giocano oltre 80 partite (esclusa la stagione 2011/2012 nella quale a seguito del mancato accordo tra proprietari delle franchigie e giocatori sul rinnovo del contratto collettivo che disciplina il rapporto di lavoro, si è giunti a una situazione di “lockout”, risolta solo il 26 novembre 2011, normalmente secondo mese di ostilità).

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Ad eccezione del bonus riservato alla vincitrice di ogni divisione, che si aggiudica di diritto uno tra i primi 4 posti della conference, seguendo il criterio di ordinamento per numero di vittorie tra le tre vincitrici e la migliore seconda.

0,100 0,110 0,120 0,130 0,140 0,150 0,160 0,170 0,180 0,190 0,200