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Beatrice Nava

Università di Bologna, Italia - beatrice.nava2@unibo.it

ABSTRACT

La seguente proposta di intervento ha lo scopo di presentare un progetto di edizione digitale della tragedia manzoniana Il Conte di Carmagnola, concentrandosi sulle specificità filologiche e sulle strategie da adottare a livello di codifica di un’opera a tradizione complessa, che si è potuta recentemente giovare della scoperta di un testimone manoscritto inedito (copia censura). L’obiettivo è quello di discutere una tipologia di digital scholarly edition non ancora rappresentata nel panorama delle DH, nel quale non paiono riscontrarsi esempi di edizione in grado di sostenere – in particolare per quanto riguarda la codifica e fruizione dell’apparato – opere con tradizioni di difficile sistemazione critica. Verranno messe in luce, attraverso un breve esempio tratto dall’edizione critica di riferimento della tragedia (Bardazzi 1985), le difficoltà di formalizzazione e rappresentazione dell’apparato, che attente operazioni di codifica consentirebbero di chiarire e semplificare. In particolare si evidenzierà, fornendo anche un esempio di apparato codificato in XML TEI, come le operazioni di markup permettano di risolvere problemi di individuazione e resa della diacronia degli interventi variantistici dell’autore, che ritorna a più riprese sui propri manoscritti, modificandoli anche di molto. Ciò permette inoltre di riflettere sui limiti del linguaggio XML TEI per le rappresentazioni di casi complessi come quello del Carmagnola, e dunque di molti dei testi centrali della nostra letteratura nazionale.

PAROLE CHIAVE

Edizione critica digitale, Il Conte di Carmagnola, filologia d’autore, codifica di apparati complessi, XML TEI, overlapping

1. INTRODUZIONE

Uno sguardo al vasto panorama delle edizioni digitali attualmente realizzate o progettate1 permette di cogliere come, in questo

campo, gli sforzi maggiori si siano finora orientati alla produzione di strumenti attenti soprattutto alla riproduzione documentale e alla possibilità della collazione automatica di testimoni o edizioni. Tali risorse si concentrano in maniera minore sulla fruizione di apparati critici: nei casi, percentualmente non maggioritari, in cui venga presentata una qualche forma di apparato variantistico, esso tende ad essere realizzato solo per tradizioni non eccessivamente ricche o situazioni testuali semplici, ad esempio per opere soggette a rimaneggiamenti correttori puntuali, come varianti sostitutive secche. Constatata dunque l’attuale carenza di modelli di edizione digitale capaci di sostenere il livello di complessità filologicocritica di molte delle opere del nostro panorama letterario, il presente intervento ha lo scopo di discutere il progetto di edizione digitale di una tragedia caratterizzata appunto da vicende elaborative particolarmente intricate: Il Conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni.

2. IL CASO DI STUDIO

La scelta dell’opera è motivata da stringenti ragioni filologiche: essa infatti, a seguito dello studio della copia per la censura (MS Ital. 72, Houghton Library, Harvard University), rinvenuta e segnalata nel 1990 (Severino 1990, 3-19), ma rimasta inedita, necessita di un completo lavoro di riedizione. La nuova acquisizione ha permesso di indagare le ultime fasi elaborative della tragedia e di realizzare l’edizione critica dei testimoni più immediatamente coinvolti dalla conseguente redistribuzione variantistica: i due manoscritti braidensi riportanti l’ultima stesura integralmente autografa (Manz.B.X.2, per gli Atti I-V, e Manz.B.VS.XI.4, per le prose introduttive) e l’editio princeps, stampata presso la tipografia milanese di Vincenzo Ferrario nel 1820. Ma il Carmagnola è un candidato ideale per la realizzazione di un’edizione digitale soprattutto per la complessità della sua situazione testuale, difficilmente esprimibile mediante supporto cartaceo e che non avrebbe alcun vantaggio dall’essere digitalizzata secondo le modalità dominanti sopra accennate.

La difficoltà maggiore presentata dal testo riguarda l’individuazione della diacronia degli interventi variantistici dell’autore e il rapporto reciproco tra le stratigrafie correttorie: Manzoni torna infatti a più riprese sui propri materiali manoscritti, testando su quanto già prodotto modifiche e correzioni in vista di riscritture successive. Questo modo di procedere genera un’articolata stratificazione di fasi elaborative difficilmente distinguibili: la realizzazione di una edizione digitale permette in questo senso una notevole semplificazione, consentendo di suddividere in modo visivamente più agevole il processo elaborativo dell’autore in merito a ciascuna porzione testuale.

1 Si vedano almeno il catalogo di Greta Franzini http://www.filologiadautore.it/wp/catalogo-delle-edizioni-di-manoscritti-moderni-xvi- xxsec/ e quello di Patrick Sahle http://www.digitale-edition.de/. Cfr. anche Italia,Bonsi 2016 e Pierazzo,2015.

3. ESEMPI DI EDIZIONE

Per comprendere meglio la questione si fornisce un breve specimen di testo e apparato secondo la formalizzazione realizzata da Giovanni Bardazzi, curatore dell’edizione critica di riferimento del Carmagnola (Bardazzi 1985), e la mia proposta di edizione cartacea. L’esempio, pure non tra i più complessi presentati dall’opera, evidenzia una grande quantità di interventi autoriali su una piccola porzione testuale, fornendo un saggio del lavoro manzoniano.

Testimoni: ManzB.VS.XI.4 = B; MsItal. 72 = Cc ed. princ .= C Alessandro Manzoni, Il Conte di Carmagnola, Milano, Ferrario, 1820, p. 21:

[…] un terreno paludoso, in mezzo al quale passava una strada elevata a guisa d’argine: e fra le paludi s’alzavano qua e là delle macchie poste su di un terreno più sodo: il Conte pose agguati in queste, e si diede a provocare il nemico […]

Apparato Bardazzi:

un prec. da un lungo argine subito biff. in prec. da che non subito biff. passava seg. da un argine subito biff. alta prec. da volta adsubito biff. a guisaseg. da d’argine: paludi> d’argine: il Conte pose imboscate [parola così divisa:imbos-cate] in molte macchie le quali erano sparse qua e là [seguono due tre lettere indecifrabili] > d’argine: le > d’argine: nelle paludi v’erano molte > v’erano qua e là macchie di > macchie e alture [?] di > alture [?] da non subito canc. fra subito calc. su n[elle] paludi seg. da v’erano delle macchie

subito biff. SU BP PER C? alta] canc. in favore dielevatasprs. ci pose agguati,] corr. in pose agguati in queste, sprs.

Apparato Nava:

un terreno…queste,] B 1un lungo argine 2un terreno paludoso che ave<va>in mezzo al quale passava un argine una strada avolta a d<>balta elevata(sps.)a guisa d’argine: afra le mac<chie>bil Conte pose imboscate in molte macchie cle paludi avevano sparse qua e là d<>de nelle paludi v’erano amoltebqua e là macchie adibe alture adibda cui e fra le paludi v’erano delle macchie s’alzavano qua e là delle macchie poste su un terreno più sodo: il Conte vi pose agguati, → pose agguati in queste, Cc=B (ma err. vi pose poi canc.)

Tabella 1: confronto apparati cartacei

Come riportato in Tabella 1, Bardazzi frammenta notevolmente le lezioni varianti, rendendol’apparato difficile da decifrare e impedendo l’individuazione del testo definitivo prodotto dall’ultima stratificazione correttoria. Se l’apparato non è di fatto il luogo deputato alla presentazione immediata del testo finale stabilito, è pur vero che una formalizzazione più attenta alla sua visualizzazione – come avviene nella seconda proposta, che permette di individuare attraverso il corpo maggiore l’ultima stratificazione variantistica – semplifica la lettura dello strumento critico e permette una visione diacronica dell’evoluzione del testo, proponendo la successione degli interventi autoriali fino all’ultimo momento compositivo.

Tuttavia, di fronte a situazioni come quella proposta, l’apparato cartaceo rimane comunque di non facile lettura; mentre le operazioni di codifica consentono una gerarchizzazione di fasi più chiara, permettendo di esplicitare la diacronia degli interventi senza perdere le connessioni sintattiche e semantiche delle lezioni con il contesto. La marcatura consente dunque di descrivere analiticamente il processo scrittorio e creativo dell’autore, operazione necessaria per un’opera così ampiamente rimaneggiata.

Le possibilità di codifica per questo tipo di apparato sono molteplici, e si potrebbe procedere sia stabilendo sezioni relativamente ampie di testo da riferire a un unico apparato, all’interno del quale operare con i marcatori di volta in volta adeguati, sia aprendo un elemento <app> per ogni singola porzione di testo variante. Si propone qui un esempio di questa seconda strategia di marcatura3, che combina, all’interno dell’apparato, introdotto per ciascun lemma, l’elemento <subst> con

gli attributi @del e @add. Ciascun intervento dell’autore è numerato in sequenza, mediante un valore numerico progressivo assegnato all’attributo @seq. Viene segnalata anche l’indicazione topografica delle varianti e un esempio di intervento editoriale, con indicazione di responsabilità e relativo grado di certezza.

<teiHeader> <fileDesc> <titleStmt>

<title>Il conte di Carmagnola, edizione digitale</title> <author>Alessandro Manzoni</author>

<respStmt>

<resp>Codificato da</resp>

<persName xml:id="B.N.">Beatrice Nava</persName>

2 L’esempio di markup è limitato, per ragioni di brevità, alla descrizione di tre lezioni tratte dallo specimen sopra riportato, preceduto dalle sezioni del TeiHeader necessarie a comprendere gli attributi e i valori utilizzati.

3 L’esempio di markup è limitato, per ragioni di brevità, alla descrizione di tre lezioni tratte dallo specimen sopra riportato, preceduto dalle

</respStmt> </titleStmt> <publicationStmt> <p>Il testo digitalizzato è

<bibl><author>Alessandro Manzoni,</author> <title>Il Conte di Carmagnola,</title>

<publisher xml:id="Ed_Ferrario">Vincenzo Ferrario,</publisher>

<pubPlace>Milano</pubPlace><date>1820</date></bibl> stabilito nell'edizione critica di <bibl>

<publisher xml:id="G.B.">Giovanni Bardazzi</publisher> <pubPlace>Milano</pubPlace> <date>1985</date></bibl></p> </publicationStmt> <listWit> <witness xml:id="B_prose">Manz.B.VS.XI.4</witness> <witness xml:id="B">Manz.B.X.2</witness>

<witness xml:id="Cc">Ms. Ital.72</witness> </listWit>

</fileDesc> <body>

<p n="f" resp="# G.B.">3I due eserciti si trovarono divisi da <app>

<lem>un terreno paludoso</lem> <rdg wit="#B_prose">

<subst>

<del seq="1">un lungo argine</del>

<add place="inline" seq="2">un terreno paludoso</add> </subst>

</rdg>

<rdg wit="#Cc">un terreno paludoso</rdg> </app>

<app>

<lem>in mezzo al quale passava</lem> <rdg wit="#B_prose">

<subst>

<del seq="1">che aveva</del>

<add place="inline" seq="2">in mezzo al quale passava</add> </subst>

</rdg>

<rdg wit="#Cc">in mezzo al quale passava</rdg> </app>

[…] <app>

<lem>a guisa d'argine: e fra le paludi</lem> <rdg wit="#B_prose">

<subst>

<del seq="1">fra le<choice><sic>macch</sic><supplied resp="#B.N." cert="high">ie</supplied></choice></del> <del seq="2">il Conte pose imboscate in molte macchie </del>

<del seq="3">le paludi avevano sparse qua e là d</del> <add seq="4">e nelle paludi v'erano</add>

<del seq="5">molte</del>

<add seq="6">quà e là macchie</add> <del seq="7">di</del>

<addseq="8">e alture</add> <del seq="9">di</del> <del seq="10">da cui</del> <addseq="11">e fra le paludi</add> </subst>

</rdg> </app> </p>

Tabella 2:esempio marcatura apparato

Partendo da un marcatura base così analitica, si potrebbero poi sviluppare strumenti che permettano, oltre alla possibilità di collazionare i testimoni, ricostruibili integralmente in modo automatico, e di linkarli alla riproduzione del facsimile dei mss e della stampa, anche una animazione della sequenza scrittoria. Una visualizzazione di questo tipo4, basata sull’elaborazione di una codifica che espliciti il susseguirsi degli interventi autoriali, facilita la ricostruzione genetica del processo di scrittura e la comprensione dello sviluppo diacronico del testo. Oltre a questa interessante possibilità, l’edizione digitale si configura come un fondamentale strumento di supporto alla ricerca filologica e critica. Infatti lo stato attuale degli studi sul Carmagnola lascia aperti consistenti problemi ecdotici e di sistemazione del testo, come, ad esempio, la presenza di lezioni diverse tra la copia censura e la princeps, non documentate da alcuna evidenza testimoniale5. Si rende dunque necessaria un’annotazione ragionata che consenta poi, ad appositi tool di ricerca e interrogazione, di estrarre tutti i luoghi testuali interessati da una specifica criticità, così da facilitare notevolmente lo studio di questioni cruciali per una comprensione definitiva dell’opera. In particolare, attraverso la creazione di una tassonomia che includa le questioni critiche ancora aperte e l’assegnazione di xml:id univoci a ciascuna casistica specifica, si potrebbero poi progettare gli strumenti di query finalizzati all’information retrieval in modo da permettere il recupero immediato di tutti i loci interessati. Oltre a una maggior immediatezza rispetto a quanto si potrebbe ottenere con la creazione di tavole sinottiche in cartaceo, i fruitori dell’edizione digitale avrebbero anche la possibilità – attraverso gli opportuni operatori – di combinare e raffinare i propri elementi di ricerca.

<encodingDesc> <classDecl> <taxonomy> <category xml:id="gap_censura_princeps"> <category xml:id="intervento_con_doppia_attestazione"> <categoryxml:id="intervento_parigino"> </classDecl> </encodingDesc>

Tabella 3: esempio di tassonomia per la codifica di questioni critiche rilevanti

4. CONCLUSIONI

Avendo evidenziato concretamente i vantaggi dell’edizione digitale di un’opera a tradizione complessa, verranno infine discusse le criticità delle strategie adottabili per la marcatura dell’apparato, che emergono immediatamente anche dalla trattazione del semplice esempio riportato, se si pensa alla necessità di elaborare una codifica così analitica per l’intera opera, che presenta anche casi molto più complessi. La formalizzazione dell’apparato del Carmagnola permette anche una riflessione di grande interesse circa l’applicabilità dello standard XML TEI a un caso in cui le strutture varianti tendono a superare, anche di molto, le porzioni strutturali gestibili all’interno di questo linguaggio, generando i ben noti problemi di overlapping (Schmidt 2010 e 2012). Sono ancora in fase di studio le possibili marcature da adottare per affrontare la questione rimanendo all’interno dello standard in uso, ma si evidenza un duplice criticità: il rischio di una sovrabbondanza di tag (dovuta, per esempio, all’uso di <anchor> e alla conseguente necessità di disseminare il testo di @xml:id), con possibili problemi di gestione in fase di visualizzazione e recupero dell’informazione, e la gestione delle tempistiche di realizzazione di una marcatura così complessa.

L’intervento proposto permette dunque di discutere una tipologia testuale oggi non rappresentata nel panorama delle DH, riflettendo contestualmente sulle strategie di marcatura più adatte per descriverla.

5. BIBLIOGRAFIA

[1] Bardazzi, G. 1985, Il Conte di Carmagnola, edizione critica a cura di G. Bardazzi, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori [2] Italia P., Bonsi C. 2016, Edizioni Critiche Digitali. Digital Critical Editions. Edizioni a confronto/comparingeditions, Roma, Sapienza

Università Editrice.ISBN: 978-88-9377-003-3

[3] Manzoni, A. 1820, Il Conte di Carmagnola, Milano, Tipografia Ferrario

[4] Pierazzo, E. 2015, Digital Scholarly Editing: Theories, Models and Methods, Burlington - Ashgate, Farnham – Surrey.ISBN: 978-1- 4724-1211-9.

[5] Schmidt, D. 2010, The inadequacy of embedded markup for cultural heritage texts. «Literary and Linguistic Computing», 25, 3, pp. 337–356. DOI=https://doi.org/10.1093/llc/fqq007

[6] Schmidt, D. 2012, The role of markup in the digital humanities. «Historical Social Research» 37, 3, pp. 125-146.

[7] Severino, R. 1990, A carte scoperte. Manzoniana e altri contributi critici e filologici sulla cultura italiana in America, Roma, Edizioni dell’Ateneo, pp. 3-19

[8] Tomasi, F. 2013, Le edizioni digitali come nuovo modello per dati di autorità concettuali, JLIS.it., II. DOI=http://dx.doi.org/10.4403/jlis.it-8808

[10] Manoscritti manzoniani consultati: Biblioteca Nazionale Braidense, Milano Manz.B.VS.XI.4; Manz.B.X.2. Houghton Library, Harvard, MS Ital. 72 (riproduzione digitale).

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