• Non ci sono risultati.

Francesca Michelone

Università del Piemonte Orientale, Italia - francesca.michelone@gmail.com

ABSTRACT

Questo contributo presenta una proposta di annotazione semantica di concetti musicali nel primo libro del de institutione

musica di Boezio. Si tratta di un'interpretazione formalizzata che viene inserita manualmente all'interno del testo secondo lo

standard internazionale XML/TEI. È quindi un lavoro che si concentra non sulla struttura del testo, ma sul suo contenuto. Il valore dell’annotazione semantica di concetti risiede nel fatto che permette di fare ricerche nel testo servendosi dei concetti e non delle parole.

Per poter annotare un testo attraverso i concetti in esso presenti in primo luogo è stato necessario creare una tassonomia, che è stata definita attraverso la lettura degli autori enciclopedici tardi che nelle loro opere parlano di musica antica, in particolare: Censorino, Marziano Capella, Cassiodoro, Boezio, Isidoro di Siviglia. I concetti individuati riguardano gli strumenti musicali antichi, le teorie sul suono, lo studio della melodia, la notazione e il ritmo. Tra questi sono stati scelti per la tassonomia: le corde (chorda), il tetracordo (tetrachordum) con i suoi generi diatonico, cromatico ed enarmonico, gli intervalli (intervallum), specificati in tono e semitono, il suono (sonum) e la consonanza (consonantia).

Questi argomenti sono i primi ad essere proposti perché compaiono nel primo libro del De institutione musica, scelto come punto di partenza perché è l’unico testo latino tardo completamente dedicato a questo tema, ma è possibile ampliare questa tassonomia con l’aggiunta di altri concetti. L'interpretazione così proposta nel primo libro del trattato di Boezio può essere inserita anche negli altri testi degli autori tardi prima citati o in altre opere non letterarie appartenenti al patrimonio culturale che rientrano in questa prospettiva. Annotando l’insieme delle opere che riguardano la musica antica è possibile collegare tra loro i passi messi in luce, restituendo così una visione complessiva degli argomenti annotati.

PAROLE CHIAVE

Annotazione semantica; XML/TEI; musica; concetti; ricerca dei concetti nel testo

1. L’ANNOTAZIONE SEMANTICA DI CONCETTI

Il campo dell’annotazione semantica di concetti è innovativo e ha molto da dare allo studio del testo: una volta create le biblioteche digitali è necessario farne uso in modi che siano realmente innovativi nello studio dei testi. L’annotazione semantica permette di studiare i testi partendo dall'individuazione dei concetti e quindi consente un approccio al testo più fine e complesso di quello semplicemente basato sulle occorrenze delle parole, generalmente cercate in quanto segnali della presenza di un concetto. Inoltre, formalizzare appropriatamente un’interpretazione ed esprimerla per mezzo di annotazioni consente di costruire elementari interrogazioni ("in quali autori del periodo X il concetto A è specificato dal concetto B?") che aprono prospettive realmente innovative per lo studio dei testi.

Questo contributo presenta in forma di prototipo una proposta di annotazione semantica di concetti e argomenti musicali presenti nel primo libro del De institutione musica di Boezio (nell'edizione [1] disponibile nella biblioteca digitale del latino tardo digilibLT [2], www.digiliblt.uniupo.it), che ha come filo conduttore la musica antica ([3], [8], [13]). Si tratta di un’interpretazione formalizzata che viene inserita manualmente nel testo utilizzando lo standard internazionale XML/TEI [5]; è quindi un lavoro che non si concentra sulla marcatura e descrizione della struttura formale dell'opera, ma sul contenuto e sulla sua interpretazione. L'annotazione semantica è usualmente annotazione di named entities, [6], [14] mentre in questo caso l'annotazione riguarda l'interpretazione di specifici passi di testo.

Per poter effettuare l'annotazione è necessaria (e quindi occorre definire) una struttura concettuale che descriva lo specifico ambito di conoscenza di proprio interesse: nella sua forma più semplice è una tassonomia, nella sua forma più complessa questa struttura è un'ontologia (una web ontology se si vuole favorirne l'utilizzo operativo). In ogni caso si deve partire da un'esplorazione del dominio concettuale e quindi il lavoro è iniziato con la lettura dei testi latini tardi che trattano in tutto o in parte di musica, in particolare il De institutione musica di Boezio, il De Die Natali di Censorino con la sua epitome, il

Fragmentum Censorini, il De nuptiis Mercurii et Philologiae di Marziano Capella, le Institutiones di Cassiodoro e le Etymologiae di Isidoro di Siviglia. La lettura di queste opere ha permesso di individuare e definire i concetti di base: gli

strumenti musicali, le teorie riguardanti il suono, le basi teoriche della composizione musicale antica, la notazione e il ritmo. Una volta determinati i concetti di base si è passati alla scelta dei termini più appropriati per indicarli e sono stati creati i marcatori corrispondenti. Gli argomenti sviluppati in questo contributo sono quelli che trovano riscontro nel primo libro del trattato di Boezio, quindi in particolare le definizioni di suono, gli strumenti a corda e i principi fondamentali delle teorie musicali antiche. L’ultima fase del lavoro è stata tornare sul testo di Boezio per inserire l’annotazione.

Due osservazioni importanti: trattandosi di uno studio di fattibilità si è proceduto allo sviluppo non di un'ontologia ma di una semplice tassonomia di concetti:

- le corde (chorda)

- il tetracordo (tetrachordum) con i suoi generi diatonico (diatonum), cromatico (chroma) ed enarmonico (enarmonium)

- gli intervalli (intervallum), specificati in tono (tonus) e semitono (semitonium) - il suono (sonum)

- la consonanza (consonantia).

Inoltre, poiché i concetti individuati derivano dalla lettura complessiva dei passi riguardanti la musica in tali opere, la tassonomia individuata anche se in questo studio è stata utilizzata per annotare passi nel De institutione musica di Boezio (scelto perché è l’unico testo latino tardo che si occupa in modo specifico di musica per tutta la sua estensione; è una summa delle teorie musicali antiche e le trasmette dall’antichità al medioevo; presenta una buona coerenza lessicale interna per quanto riguarda i termini tecnici musicali) in realtà può essere utilizzata per l'annotazione semantica di concetti in tutti i testi latini tardi prima citati da cui è iniziata la creazione della tassonomia.

Dopo aver individuato i concetti è stato scelto il marcatore TEI da usare nell’annotazione, e si è deciso di utilizzare interp (in associazione con interpGrp). Il marcatore che definisce il concetto di tetracordo con le sue sottocategorie, ad esempio, è stato strutturato nel TEI-header come segue:

<interpGrp type=”tetrach”>

<interp xml:id=”tetrach”>tetrachordum</interp>

<interp xml:id=”diaton”>diatonum</interp>

<interp xml:id=”chrom”>chroma</interp>

<interp xml:id=”enarm”>enarmonium</interp>

</interpGrp>

Infine i marcatori sono stati usati per l'annotazione manuale di alcuni passi esemplificativi del trattato di Boezio, si veda per esempio I, 21 De generibus cantilenae:

<p><seg ana="#tetrach">His igitur expeditis dicendum de generibus melorum.

Sunt autem tria: diatonum, chroma, enarmonium</seg>. <seg ana="#diaton"> Et diatonum quidem aliquanto durius et naturalius</seg>,

<seg ana="#chrom">chroma vero iam quasi ab illa naturali intentione discedens et in mollius decidens</seg>,

<seg ana="#enarm">enarmonium vero optime atque apte coniunctum.[…]</seg> </p>

Il testo predisposto per essere annotato per il momento è quello del primo libro del De institutione musica, ma sarebbe interessante in un futuro prossimo portare a termine l’annotazione ed estenderla agli altri testi dove è possibile inserirla. L'alternativa tra annotazione semantica automatica o manuale (cfr. [7]) nel caso di testi in lingue antiche, come il latino, non si pone [8] e peraltro l'annotazione manuale è sostanzialmente indispensabile quando il contenuto che si annota deriva da un'attività interpretativa.

Il valore dell’annotazione semantica di concetti risiede nel fatto che permette di fare ricerche nel testo “utilizzando” i concetti e non solo le parole (peraltro c'è chi [12] obietta che il solo denominare i concetti non è sufficiente a comunicare il contenuto di pensiero della fonte testuale: ma se l'annotazione dei concetti è concepita come un modo per accedere ai passi corrispondenti, come in questo lavoro, il problema non si pone): è possibile inserire l’annotazione per un concetto anche dove il termine di riferimento del marcatore non è presente, perché sostituito da un sinonimo, da una perifrasi o sottinteso; e non si annotano i passi dove la parola è presente ma ha un’altra accezione. È questo, ad esempio, il caso dell’annotazione del concetto di consonanza: il termine consonantia è utilizzato in modo sistematico per la prima volta nella trattatistica musicale latina da Boezio, mentre i suoi predecessori utilizzavano un’ampia gamma di sinonimi per identificare questo fenomeno, come

symphonia, convenientia, concordia o concentus [10]. Grazie a questo tipo di annotazione semantica è possibile marcare tutti

i passi dove si parla di consonanza anche se sono presenti i suoi sinonimi. Il suddetto utilizzo dell’annotazione può essere ben esemplificato dai seguenti passi dove sono presenti i sinonimi symphonia e concordia ed è assente il termine consonantia: <seg ana="#conson"> Est autem symphonia duarum vocum disparium inter se iunctarum dulcis concentus. </seg>

Censorino, De Die Natali, X, 6 [4] <seg ana="#conson"> Tetrachordum quippe est quattuor sonorum in ordinem positorum congruens fidaque concordia. </seg>

Si apre così la strada alla possibilità di analisi intertestuali, che possano agevolare il confronto tra più testi attraverso i concetti che li fondano e non solo attraverso le concordanze delle parole.

In questo approccio interpretativo al testo, che è specifico dell'annotazione semantica di concetti, si riversa all’interno del testo la conoscenza che noi ne possediamo e poiché annotare un testo comporta scelte che talvolta possono essere evidenti, altre volte meno, è importante in uno sviluppo futuro individuare se e come nell'annotazione si possano motivare e argomentare i criteri che hanno portato ad una determinata interpretazione.

I testi annotati entrano come tali nella biblioteca digitale, quindi non sono utili soltanto per chi ha inserito l’annotazione, ma anche per coloro che sono interessati ad un determinato testo o argomento. Lavorare sui beni culturali digitalizzati in questo modo può favorire la condivisione delle ricerche e la collaborazione tra studiosi.

2. BIBLIOGRAFIA

[1] Boezio, Anicio Manlio Severino, De Institutione Arithmetica libri duo, De Institutione Musica libri quinque, a cura di Gottfried Friedlein, Leipzig, Teubner, 1867

[2] Boezio, Anicio Manlio Severino, De Institutione musica, a cura della biblioteca digitale del latino tardo DigilibLT, URL: http://digiliblt.lett.unipmn.it/opera.php

[3] Boezio, Anicio Manlio Severino, De Institutione musica, a cura di Giovanni Marzi, Roma, Istituto italiano per la storia della musica, 1990

[4] Censorino, De die natali liber ad Q. Caerellium; accedit anonymi cuiusdam epitoma disciplinarum (Fragmentum Censorini), a cura di Nicolaus Sallmann, Leipzig 1983, (Bibliotheca Scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana)

[5] Burnard, Lou; Bauman, Syd, (a cura di) TEI Guidelines Version 3.1.0. Last updated on 15th December 2016, revision d3f5e70, http://www.tei-c.org/Guidelines/P5/

[6] Codice Pelavicino, edizione digitale a cura di E. Salvatori, URL: http://pelavicino.labcd.unipi.it/

[7] De Maio, C., Fenza, G., Gallo, M. et al., Formal and relational concept analysis for fuzzy-based automatic semantic annotation, in "Applied Intelligence" (2014) 40: 154. https://doi.org/10.1007/s10489-013-0451-7.

[8] Mainoldi, Ernesto, Ars musica: La concezione della musica del Medioevo, Milano, Rugginenti, 2001

[9] Marziano Capella, Martiani Capellae, De nuptiis Philologiae et Mercuri i: liber 9, a cura di J. Willis, Leipzig, 1983

[10] Petretto, M. Alessandra (2003), Per uno studio sul lessico latino della Harmonica Disciplina, in: “Sandalion” Vol. 23-25 (2000- 2002), p. 65-93

[11] Piao, C., Dallachy, F., Baron, A., et al., A time-sensitive historical thesaurus-based semantic tagger for deep semantic annotation, in "Computer Speech & Language", Volume 46, 2017, Pages 113-135, ISSN 0885-2308, https://doi.org/10.1016/j.csl.2017.04.010. [12] Prasad, A.R.D., Guha, N., Concept naming vs concept categorisation: a faceted approach to semantic annotation, in "Online

Information Review", Vol. 32 Issue: 4, 2008, pp.500-510, https://doi.org/10.1108/14684520810897377. [13] Sachs, Curt, La musica nel mondo antico: Oriente e occidente, Milano, Rusconi, 1992