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beni confiScati Il lavoro si propone di analizzare, senza

Nel documento L'agricoltura nella Calabria in cifre. 2012 (pagine 148-156)

nessuna pretesa di completezza, i beni confiscati alla criminalità organizzata in Calabria.

Al 3 settembre 2012, in Calabria risultano confiscati 1.750 beni, il 13% di tutti i beni confiscati in Italia.

Di questi:

• 392 (11% di quelli in Italia) sono gli im- mobili in gestione. Si tratta di quei beni per cui non è stata ancora definita una destinazione finale;

• 976 (16,6%) sono gli immobili destinati e consegnati. Si tratta di quei beni per cui è stato completato l’iter, dalla confi- sca alla riassegnazione (non è però certo che il progetto di riutilizzo sia già attivo nei beni indicati);

• 145 (16,6%) sono gli immobili destinati non consegnati. Si tratta di quei beni per cui è stata definita la destinazione, ma che non è stato ancora possibile conse- gnare per motivi diversi;

• 78 (16,8%) sono gli immobili usciti dalla

gestione. Si tratta di quei beni per cui è stata revocata la confisca o è stato dato mandato per l’esecuzione immobiliare, risulta una vendita prima della confisca definitiva, la liquidazione di un’azienda nel cui patrimonio è compreso il bene im- mobile confiscato oppure si è provveduto all’espropriazione del bene per pubblica utilità;w

• 9 (0,8%) sono quelli non confiscati in maniera autonoma.

Di interesse sono i dati riguardanti le aziende agricole, che rappresentano un’op- portunità per fornire lavoro ai giovani. Le aziende confiscate sono 150 (il 9,2% delle aziende confiscate in Italia), di cui: • 94 (8,2% di quelle Italiane) in gestione; • 56 (11,4%) uscite dalla gestione.

Calabria Italia %

Immobili in gestione 392 3.571 11,0

Immobili destinati consegnati 976 5.864 16,6

Immobili destinati non consegnati 145 875 16,6

Immobili usciti dalla gestione 78 464 16,8

non confiscati in via autonoma 9 1.074 0,8

aziende agricole 150 1.636 9,2

di cui aziende in gestione 94 1.144 8,2

di cui aziende uscite dalla gestione 56 492 11,4

Totale 1.750 13.484 13,0

Beni confiscati In Calabria e in Italia

148

Gli immobili confiscati sono presenti su tutto il territorio regionale. La provincia che presenta una maggiore concentrazione è quella di Reggio Calabria (1.160), pari a circa il 66% dei beni confiscati in Calabria. La stessa rappresenta anche la seconda provincia italiana con più beni in assoluto dopo quella di Palermo. Nelle altre province calabresi i beni confiscati presentano va- lori notevolmente più ridotti. Infatti, nella

provincia di Catanzaro sono stati confi- scati 269 beni, pari a circa il 15% delle confische calabresi, in quella di Cosenza 124, pari a circa il 7%, a Crotone 97, pari al 5,5%, e a Vibo Valentia 91, pari al 5,2%. La maggior parte dei beni confiscati a livel- lo provinciale è, come già detto, concentra- ta nella categoria degli immobili destinati e consegnati, con punte massime a Cosenza e minime a Vibo Valentia. La provincia di

Cosenza registra la maggiore percentuale di beni usciti dalla gestione (il 13,7%) e quella più bassa degli immobili in gestione (il 6,5%), laddove le province di Reggio Calabria e di Vibo Valentia presentano alte percentuali tra gli immobili destinati non consegnati (rispettivamente il 10,4% e l’8,8%).

Per quanto riguarda le aziende agricole, ol- tre i due terzi sono concentrate nella pro-

Catanzaro Cosenza Crotone Reggio C. Vibo V. Calabria

Immobili in gestione 80 8 24 255 25 392

Immobili destinati consegnati 156 83 56 645 36 976

Immobili destinati non consegnati 11 3 2 121 8 145

Immobili usciti dalla gestione 10 17 12 37 2 78

non confiscati in via autonoma 2 1 0 6 0 9

Aziende in gestione 9 7 1 61 16 94

Aziende uscite dalla gestione 3 6 2 41 4 56

Totale 269 124 97 1.160 91 1.750

Beni confiscati alla mafia in Calabria per provincia al 3 settembre 2012

vincia di Reggio Calabria. Le altre province registrano presenze molto più contenute. Al 3 settembre 2012, il totale degli immo- bili destinati è di 1.121, il 64% di quelli confiscati, mentre le aziende attualmente destinate sono 94, più del 62% delle azien- de confiscate.

Di conseguenza, sono ancora da destinare 629 beni immobili, il 36%, e 56 aziende agricole, pari al 37,3%. L’enorme spropor-

zione tra immobili destinati e immobili da destinare rappresenta il problema cruciale che ancora non è stato definitivamente ri- solto.

Il divario tra beni immobili destinati e beni immobili da destinare assume proporzioni notevoli, a vantaggio dei beni destinati nel- le province di Cosenza (69% contro 31%), Reggio Calabria (66% contro 34%), Catan- zaro (62% contro 38%) e Crotone (60%

contro 40%), laddove nella provincia di Vibo il rapporto si rovescia a vantaggio dei beni immobili da destinare (44% con- tro 56%). Il divario tra aziende agricole destinate e aziende da destinare assume scarti notevoli, a vantaggio delle aziende destinate, nelle province di Vibo Valentia (80% contro 20%), Cosenza (75% contro 25%) e, in misura inferiore nelle province di Reggio Calabria (60% contro 40%) e Ca-

beni immobili aziende agricole

destinati da destinare totale destinati da destinare totale

Catanzaro 167 104 269 9 3 12 Cosenza 86 39 125 7 6 13 Crotone 58 39 97 1 2 3 Reggio Calabria 766 400 1.166 61 41 102 Vibo Valentia 44 47 91 16 4 20 Calabria 1.121 629 1.750 94 56 150

Beni ed aziende confiscate alla mafia in Calabria per destinazione e per provincia

150

tanzaro (54% contro 46%), mentre nella provincia di Crotone il rapporto si rovescia a vantaggio delle aziende da destinare (33% contro 67%).

Secondo i dati dell’Agenzia del Demanio (2005 e 2008) e dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati (2012) fino al 2005 sono stati confiscati in Calabria 1.151 beni, per aumentare a 1.169, nel 2008, ed arrivare a 1.750, nel 2012. Queste cifre contengo- no una prima valutazione positiva perché mostrano un andamento crescente dei beni confiscati, con un aumento dell’1,6% nel periodo 2005-2008 e del 49,7% nell’ul- timo periodo considerato (2008-2012). Il rapporto tra beni immobili destinati e da destinare in Calabria, nel corso dei periodi considerati, registra un divario contenuto nel periodo 2005 (55% contro 45%), più ampio nel periodo 2008 (77% contro 23%) e intermedio nel 2012 (64% contro 36%). Per quel che riguarda le aziende agricole, al 2005, sono state confiscate in Calabria 57 aziende, per aumentare a 77, nel 2008,

ed arrivare a 150, nel 2012, confermando, anche in questo caso, un andamento cre- scente delle aziende confiscate, (+35,1% nel periodo 2005-2008 e +94,8% nell’ulti- mo periodo 2008-2012). Anche i divari tra le aziende destinate e quelle da destinare mostrano la stessa tendenza rilevata per i beni immobili negli ultimi due periodi (2008 e 2012): infatti, il divario è molto più ampio nel primo (73% contro 27%) rispetto al secondo periodo (63% contro 37%).

A livello territoriale, si conferma un an- damento positivo del numero dei beni confiscati tra il 2005 e il 2012 in tutte le province calabresi, con punte massime a Vibo Valentia (+193,5%), seguita da Catan- zaro (+74,7%), Crotone (+56,5%), Reggio Calabria (+44,1%) e Cosenza (31,6%). Il divario tra beni destinati e beni da destina- re nel corso dei due periodi si riduce nelle province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, mentre nella provincia di Vibo si assiste ad una inversione di tendenza (si passa da un

Beni confiscati alla mafia in Calabria per destinazione e per anno

Anni 2005 2008 2012 beni destinati 634 904 1.121 da destinare 517 265 629 totale 1.151 1.169 1.750 aziende agricole destinati 16 56 94 da destinare 41 21 56 totale 57 77 150

Fonte: elaborazioni su dati Agenzia del Demanio (2005 e 2008) e Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC) (2012) divario a favore delle aziende destinate a uno in favore delle aziende da destinare). A Reggio Calabria, il divario a favore di quelle destinate migliora dal 2005 al 2012. Anche per le aziende agricole, a livello ter- ritoriale, si conferma un andamento netta- mente positivo tra il 2005 e il 2012 in tutte le province calabresi, con punte massime a Vibo Valentia, Catanzaro e Crotone che tri- plicano il numero delle aziende confiscate,

seguite da Reggio Calabria (+137%) e Co- senza (116%). Anche il divario tra aziende destinate e aziende da destinare nel corso dei due periodi migliora nella provincia di Crotone e in quella di Vibo Valentia, si ridu- ce nella provincia di Catanzaro, inverte la tendenza in quella di Cosenza e di Reggio Calabria.

Da indagini svolte sul campo, è possibile evidenziare le problematiche legate al se- questro, confisca, assegnazione e destina- zione dei beni. Seppur siano stati fatti ad

oggi dei passi in avanti su questa materia, restano alcune importanti criticità. Innanzitutto viene confermata l’utilità di un organo ad hoc, come l’Agenzia naziona- le per i beni confiscati al posto dell’Agen- zia del demanio, detentrice della gestione dell’intero patrimonio demaniale naziona- le, all’interno del quale i beni confiscati rappresentano una piccola parte, per co- ordinare ed amministrare al meglio le fasi della destinazione e della consegna dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

Nello specifico, si rivela che le principali preclusioni al loro effettivo riutilizzo ri- guardano, in primo luogo, la presenza di complesse situazioni legali e giudiziarie, quali:

• beni gravati da ipoteca o pignorati; • beni con procedure giudiziarie in corso; • beni occupati o locati;

• beni in quota indivisa.

A tali ostacoli si aggiungono l’esistenza di nodi critici e problematiche di carattere ge- nerale, che afferiscono a specifici bisogni Beni confiscati alla mafia in Calabria per destinazione, per provincia e per anno

beni al 2005 beni al 2012 aziende agricole al 2005 aziende agricole al 2012 destinate da destinare totale destinate da destinare totale destinate da destinare totale destinate da destinare totale

Catanzaro 150 4 154 167 104 269 0 3 3 9 3 12 Cosenza 75 20 95 86 39 125 2 4 6 7 6 13 Crotone 50 12 62 58 39 97 0 0 0 1 2 3 Reggio Calabria 338 471 809 766 400 1.166 11 32 43 61 41 102 Vibo Valentia 21 10 31 44 47 91 3 2 5 16 4 20 Calabria 634 517 1.151 1.121 629 1.750 16 41 57 94 56 150

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su cui intervenire per assicurare il pieno ed effettivo riutilizzo dei beni confiscati. In particolare:

• l’insoddisfacente stato manutentivo de- gli immobili confiscati;

• la mancanza di una progettazione inte- grata degli interventi di riutilizzo eco- nomico e sociale dei beni confiscati alla criminalità;

• l’insufficiente o, comunque, inadeguata formazione sulla gestione dei beni confi- scati sia da parte delle amministrazioni assegnatarie che degli enti beneficiari; • l’inadempienze degli enti locali, il non ri-

correre a procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione dei beni confiscati; • l’assenza di un contratto standard di

comodato d’uso gratuito del bene confi- scato.

Le motivazioni più significative addotte dai Comuni sul mancato utilizzo risultano essere:

• le occupazioni degli immobili a vario ti- tolo, abusivamente occupate dal soggetto

sottoposto a misura di prevenzione e/o da suoi familiari o da soggetti terzi senza titolo;

• l’inagibilità degli immobili, frutto delle lungaggini burocratiche;

• la carenza di risorse finanziarie o l’at- tesa di finanziamento per i progetti di riutilizzo.

Sempre nell’ambito della assegnazione dei beni emergono talvolta serie difficoltà da parte di Sindaci che si trovano ad opera- re in piccoli comuni delle regioni del sud, spesso in ambiente fortemente condiziona- to ed inquinato. E poi va considerata quella zona grigia che, pur non essendo organi- camente parte dell’organizzazione crimi- nale, con essa intrattiene direttamente o indirettamente rapporti.

Nel caso delle aziende agricole, le prime criticità che emergono sono normalmente: • il blocco dei finanziamenti da parte delle

banche che, invocando regole comunita- rie, negano la linea di credito concessa fino al giorno prima; a rarefazione delle

commesse, che al contrario, prima del se- questro dell’azienda erano invece fioren- ti perché i clienti si sentivano, tra l’altro garantiti sotto il profilo della sicurezza e non molestati dalla criminalità; • i diritti dei lavoratori, i quali, mentre su-

bivano una condizione prevalentemente di non emersione e di assenza di regole contrattuali, richiedono, come è giusto, una condizione di parità con i lavoratori della stessa categoria. Fra questi diritti non va dimenticato in primo luogo la tu- tela del posto di lavoro o, per una fase eventualmente transitoria, il sostegno al loro reddito;

• in questo contesto c’ è poi da considera- re sia i tempi non brevi che intercorrono fra il sequestro e la confisca e fra la con- fisca definitiva e l’assegnazione del bene, sia il grado di professionalità dell’Ammi- nistratore Giudiziario.

Per quanto riguarda la dinamica della con- fisca e destinazione del bene, si è avuta nel corso degli anni una netta inversione di

tendenza con una accelerazione significati- va nei percorsi di consegna dei beni. Ciò però non sembra sufficiente se al pari non si presta particolare attenzione ai fon- di necessari sia per aiutare i Comuni e le associazioni che per costituire una garan- zia per l’erogazione dei mutui alle imprese e alle cooperative giovanili che si assumo- no l’onere di riattivare attività lavorative su terreni agricoli.

La situazione calabrese appare una delle più complicate perché ci sono lungaggini burocratiche che ritardano l’assegnazione definitiva e la presa in possesso dei beni confiscati. La legge mostra tutta la sua va- lidità, come pure la nascita della Agenzia Nazionale, ma la sua applicazione, seppur con una inversione di tendenza positiva, è ad oggi particolarmente insufficiente ed insoddisfacente.

C’è poi un altro problema che merita un’at- tenzione particolare che è quella delle ri- sorse finanziarie da destinare ai Comuni, che sono tra i maggiori fruitori dell’asse-

gnazione definitiva dei beni, e ai giovani che si ritrovano assegnati beni/aziende in uno stato di abbandono che necessitano di ingenti investimenti. Dall’altra parte le banche sono estremamente refrattarie a concedere prestiti ai giovani che non han- no in proprietà il bene.

La Regione si è dotata di due Leggi per af- frontare la riqualificazione/ristrutturazio- ne e distribuzione degli immobili confiscati alla criminalità organizzata (L. R. n. 3 del 16 febbraio 2005 e L. R. n. 5 del 10 gennaio 2007). Inoltre, sono state previste, anche di concerto con il governo centrale, ulte- riori opportunità sulla programmazione 2007-2013. La tavola seguente illustra tali opportunità.

Inserire tavola 1

Quale è ad oggi la situazione sull’utilizzo sociale dei beni confiscati in Calabria? Nel dicembre 2004, si dà vita alla coope- rativa sociale di tipo B “Valle del Marro- Libera Terra” che coltiva biologico, come tutte le cooperative inerenti a Libera, nei

comuni di Gioia Tauro, Oppido Mamertina e Rosarno in provincia di Reggio Calabria, su circa 140 ettari di terreni confiscati alla ‘ndrangheta. I soci fondatori sono un grup- po di giovani che con la loro scelta etica e imprenditoriale, netta e inequivocabile, hanno deciso da quale parte stare, rifiutan- do la logica del compromesso, l’apatia del quieto vivere e la rassegnazione culturale all’onnipotenza mafiosa.

Inoltre, nel gennaio 2008, la Prefettura di Crotone si è resa promotrice del progetto “Restitutio”, nell’ambito del PON “Sicu- rezza per lo sviluppo” 2007-2013, con la finalità del riutilizzo dei beni confiscati nel Comune di Isola Capo Rizzuto (KR). L’Asso- ciazione Libera è stata uno dei soggetti fir- matari del Protocollo, promosso dalla Pre- fettura di Crotone, in collaborazione con la Provincia e i Comuni. A partire dai primi mesi del 2010, Libera, di concerto con gli altri enti/organismi firmatari il protocollo, ha promosso e realizzato varie iniziative volte al coinvolgimento delle associazioni

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locali, delle organizzazioni agricole e della società civile. E’ stato stipulato un contrat- to con un’Associazione Temporanea di Sco- po denominata Libera Terra Crotone per la gestione transitoria dei terreni confiscati in attesa della costituzione della Coopera- tiva Sociale.

Infine, lo scorso 6 giugno 2012, la Com- missione Straordinaria che amministra il Comune di Condofuri (RC) ha consegnato gli immobili, confiscati nel 2000, ad Asso- ciazioni e Cooperative. In particolare, alla cooperativa Sociale “la Nostra Valle”, con sede in Condofuri, è stato consegnato un fabbricato di circa 120 mq, mentre i terre- ni agricoli, siti in contrada Marasà di 1,5 ettari e in contrada Potamise di 2,7 ettari sono stati concessi rispettivamente ad una Cooperativa Sociale e ad una Associazione Temporanea di Scopo Onlus.

Fonte Titolo Intervento

PON "Sicurezza per lo sviluppo - Obiet- tivo Convergenza 2007-2013" - Asse II - Diffusione della legalità - Obiettivo Opertaivo 2.5 - Migliorare la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata

riqualificazione economica e sociale dei beni confiscati

ristrutturazione immobili ed adeguamento per finalità produttive e sociali PO regione calabria FERS 2007-2013 -

Asse IV - Qualità della vita e inclusione sociale - Linea di intevrento 4.2.2.1

centri antiviolenza ristrutturazione immobili ed adeguamento per la realizzazione di centri antiviolenza PSR regione calabria 2007-2013 - Asse

III - Qualità della vita e diversificazione dell'economia rurale - Misura 311 - Diversificazione in attività non agricole

diversificazione in attività non agricole ristrutturazione e riqualificazione immobili, acquisto macchinari PO regione calabria FSE 2007-2013 -

Asse III - Inclusione sociale - Obiettivo specifico G - Obiettivo operativo G3

Contratti locali di sicurezza allestimento di locali da adibire a laboratori e ad attività sociali

L.R. n. 3 del 25 febbraio 2005 sede Caserma Carabinieri ristrutturazione immobili per finalità istituzionali

L.R. n. 5 del 10 gennaio 2007 interventi istituzionali ristrutturazione immobili per finalità istituzionali

la DiVerSificazione Delle azienDe agricole in calabria

Nel documento L'agricoltura nella Calabria in cifre. 2012 (pagine 148-156)