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i PoSSibili effetti Della regionalizzazione in calabria

Nel documento L'agricoltura nella Calabria in cifre. 2012 (pagine 163-177)

La proposta della Commissione sul nuovo sistema dei pagamenti diretti

Nell’ottobre 2011 la Commissione europea ha presentato le proposte di riforma del- la PAC per il periodo di programmazione 2014-2020.

Per quel che riguarda il sistema dei paga- menti diretti, le proposte mirano a ridurre il divario esistente tra Stati membri (la convergenza) e all’interno di ciascuno Sta- to membro (la regionalizzazione) in termi- ni di valore unitario dei diritti all’aiuto de- tenuti da ciascun agricoltore. Inoltre, per tenere conto delle numerose funzioni svol- te dall’agricoltura, si propone l’abolizione del pagamento unico e la sua sostituzione con un nuovo set di aiuti (il cosiddetto spacchettamento).

Le tre novità assieme potrebbero avere effetti particolarmente rilevanti sull’Italia, sia in termini di risorse finanziarie che ar- riveranno al nostro paese, sia in termini di distribuzione interna degli aiuti come effetto del processo di regionalizzazione.

Sulla base dell’accordo politico raggiunto nel Consiglio europeo dell’8 febbraio 2013 sulle prospettive finanziarie per il prossi- mo settennio, le risorse per l’Italia, anche a seguito del processo di convergenza tra Paesi, potrebbero ridursi di circa l’8% ri- spetto al 2007-2013. Questo perché i Paesi che presentano un aiuto medio a ettaro su- periore alla media UE, tra i quali, appunto, l’Italia, dovranno contribuire a innalzare l’aiuto medio di quelli che stanno sotto il 90% della media UE. In realtà, i calcoli del- la Commissione sulla convergenza sovra- stimano il contributo dell’Italia, in quanto l’aiuto medio a ettaro del nostro paese è basato sulla superficie potenzialmente am- missibile al 2009 (poco più di 10 milioni di ettari) e non sulla superficie potenzial- mente ammissibile al 2014 che, essendo più alta di quella del 2009, farebbe scen- dere notevolmente il dato medio a ettaro. La proposta, poi, impone a ciascun paese di procedere ad una redistribuzione interna degli aiuti per pervenire, ad un aiuto uni-

forme nell’ambito di regioni omogenee da definire sulla base di criteri oggetti e non discriminatori.

Per quel che riguarda lo spacchettamento, secondo la proposta della Commissione i pagamenti diretti dovrebbero essere sud- divisi in:

- un pagamento di base, obbligatorio, volto al sostegno del reddito degli agricoltori, da applicare uniformemente a livello na- zionale o regionale;

- un pagamento verde, il cosiddetto gree- ning, anch’esso obbligatorio, al quale do- vrà essere dedicato il 30% del massimale nazionale/regionale, che riceveranno gli agricoltori che hanno diritto al pagamen- to di base a fronte di pratiche agricole ritenute benefiche per l’ambiente e per il clima: la diversificazione delle colture, il mantenimento del prato-pascolo e la co- stituzione (o il mantenimento) di aree di interesse ecologico;

- un pagamento per le aree svantaggiate, facoltativo, al quale può essere dedicato

Pagamenti diretti SAU VA svantaggiateZone Superficie forestale Natura 2000Area ULA Piemonte 8,7 7,9 6,1 5,6 9,0 6,4 7,8 Valle d'Aosta 0,1 0,4 0,2 1,0 1,0 1,6 0,2 Lombardia 13,1 7,7 11,4 3,4 6,4 6,0 9,6 Trentino-Alto Adige 0,6 2,9 4,2 6,1 7,5 5,2 2,7 Veneto 10,0 6,3 8,5 2,2 4,3 6,7 8,1 Friuli-Venezia Giulia 1,8 1,7 1,3 0,9 3,4 2,4 2,0 Liguria 0,2 0,3 2,0 0,8 3,6 2,4 1,8 Emilia-Romagna 8,6 8,3 10,6 4,8 5,8 4,1 8,9 Toscana 4,1 5,9 7,0 7,0 11,0 5,9 4,7 Umbria 2,4 2,5 1,5 4,6 3,7 1,9 1,4 Marche 3,6 3,7 1,8 3,3 2,9 2,4 2,7 Lazio 4,4 5,0 6,2 5,0 5,8 7,1 5,1 Abruzzo 1,6 3,5 2,2 4,0 4,2 6,2 3,1 Molise 1,3 1,5 0,8 2,0 1,4 1,9 1,1 Campania 4,5 4,3 8,6 5,9 4,3 6,4 7,7 Puglia 13,4 10,0 7,8 5,0 1,7 7,7 10,0 Basilicata 2,8 4,0 1,8 7,2 3,4 2,7 1,8 Calabria 7,3 4,3 4,5 6,4 5,9 5,2 7,0 Sicilia 7,8 10,8 9,9 11,3 3,2 9,2 10,2 Sardegna 3,9 9,0 3,8 13,5 11,6 8,6 4,1 Italia 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Italia. Criteri alternativi dei pagamenti diretti tra Regioni amministrative (peso %)

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fino al 5% del massimale nazionale. Tale pagamento è commisurato agli ettari am- missibili ricadenti nelle zone soggette a vincoli naturali specifici, a integrazione degli aiuti forniti per le stesse aree dalle politiche per lo sviluppo rurale;

- un pagamento per i giovani agricoltori, obbligatorio, al quale è dedicato fino al 2% del massimale nazionale;

- un sostegno accoppiato, facoltativo, al quale può essere dedicato fino al 5% del massimale nazionale, elevabile al 10%. Il sostegno è rivolto a settori o regioni di uno Stato membro in cui determinati tipi di agricoltura o determinati settori sono in difficoltà. I negoziati sulla rifor- ma hanno poi elevato questa percentuale fino al 15% se almeno il 2% del massi- malenazionale è usato per sostenere le colture proteiche;

- un regime per i piccoli agricoltori, ob- bligatorio per lo Stato membro, ma facoltativo per gli agricoltori, al quale può essere dedicato fino al 10% del mas-

simale nazionale. Si tratta di un regime semplificato a cui gli agricoltori possono accedere ricevendo un aiuto non supe- riore a determinati livelli. Gli agricoltori che partecipano al regime sono esonera- ti dalle pratiche agricole dei pagamenti verdi.

Il dibattito che è seguito alla presentazio- ne delle proposte, nonché le decisioni prese nel Consiglio di Bruxelles di febbraio e la posizione del Parlamento europeo e del Con- siglio agricolo fanno supporre che la rifor- ma assumerà connotati differenti da quelli inizialmente disegnati dalla Commissione. Tuttavia, pur se in forma attenuata, sembra abbastanza prevedibile che una riforma ci sarà e che essa avvierà un processo di “uni- formazione” degli aiuti a livello nazionale. La Calabria è tra le regioni destinate a perdere risorse finanziarie per via del fat- to che l’attuale pagamento ad ettaro è tra i più elevati a livello nazionale. L’entità di questa perdita è direttamente collegata ai criteri prescelti per individuare le “regioni”

entro le quali procedere al livellamento degli aiuti (confini amministrativi, caratteristi- che agronomiche ed economiche, potenziale agricolo regionale).

Quali regioni?

La regionalizzazione comporta una ri- duzione della disomogeneità del valore unitario del diritto all’aiuto nell’ambito di una “regione”. La scelte delle “regioni” ha dunque un importante effetto redistributi- vo poiché implica un giudizio di valore su quali aree aggregare al fine di “uniformare l’aiuto” e quali aree separare per “differen- ziare l’aiuto”.

Ai fini della valutazione dei possibili effetti della regionalizzazione in Calabria, occorre fare delle ipotesi preliminari su cosa si in- tende per “regione”.

Vale la pena sottolineare che, in genere, più è ampia la “regione”, più alta è la redi- stribuzione del sostegno tra aziende e ter- ritori della regione stessa, perché tende ad essere maggiore la dispersione attorno al valore medio degli aiuti ad ettaro percepiti

oggi (che sono funzione degli ordinamen- ti produttivi storici su cui questi aiuti si basano).

Facendo riferimento all’art. 20 della propo- sta sui pagamenti diretti (COM(2011) 625), le “regioni” possono essere individuate sulla base della struttura amministrativa o istituzionale. Si può quindi pensare alle “regioni” come alle Regioni amministrati- ve (Calabria, Campania, Valle d’Aosta …), o si può fare riferimento alle circoscrizioni Nord, Centro, Sud, Isole, oppure pensare all’Italia come una “regione unica”. Studi hanno dimostrato che al passaggio da Regione amministrativa, a Circoscri- zione, a Italia “regione” unica, aumenta la redistribuzione delle risorse (dalle aziende che perdono verso quelle che ci guadagna- no), perché aumenta la diversificazione colturale del periodo storico di riferimento su cui sono basati attualmente i titoli del regime di pagamento unico.

Anche i criteri prescelti per distribuire le risorse tra le “regioni” hanno un impor-

tante effetto redistributivo. La Calabria, ad esempio, ha un peso nella distribuzio- ne storica dei pagamenti diretti (peso PD) molto differente e più alto del peso che ri- veste nella distribuzione della SAU (peso SAU) e da quello nella distribuzione del valore aggiunto agricolo (peso VA). La regionalizzazione, tuttavia, può esse- re realizzata anche prescindendo dalla struttura amministrativa e tenendo conto, invece, di criteri diversi, legati alle carat- teristiche agronomiche dei terreni, al po- tenziale produttivo o alle caratteristiche economiche.

Le prime simulazioni

Per tentare di analizzare i possibili effet- ti della regionalizzazione in Calabria si sono simulati alcuni scenari alternativi di riforma del sistema dei pagamenti diretti, che non tengono conto di nessuna delle altre modifiche proposte dalla Commissio- ne riguardo al tetto agli aiuti (capping), all’agricoltore attivo, all’applicazione del pagamento verde, ecc..

Gli scenari qui simulati si basano su alcune ipotesi:

‐ si fa riferimento alla situazione a regi- me senza tenere conto delle tappe inter- medie di avvicinamento. Il massimale è quello proposto dalla Commissione e pari a 3.841.906.000 euro;

‐ l’Italia applica tutti gli aiuti (obbligatori e facoltativi) nella percentuale massima: 2% per il pagamento ai giovani agricolto- ri, 10% per i pagamenti accoppiati, 5% per i pagamenti alle aziende che ricado- no nelle zone soggette a vincoli naturali, 5% destinato a finanziare il regime per i piccoli agricoltori;

‐ la regionalizzazione riguarda solo il pa- gamento di base (48% del massimale nazionale) e il pagamento verde (30% del massimale nazionale) per un im- porto del massimale nazionale pari a 2.996.686.680 euro. La differenza, che è la somma dei massimali di tutti gli altri aiuti, non viene distribuita tra le regio- ni. Di conseguenza, nella valutazione dei

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risultati occorre tenere presente che al- cune aziende possono aumentare l’aiuto ricevuto rispetto a quello risultante dalle simulazioni, in quanto ricadenti in aree con vincoli naturali e/o condotte da gio- vani, e inoltre potrebbero ricevere l’aiu- to accoppiato;

‐ la superficie sulla quale sono distribuiti gli aiuti è quella desunta dal Censimento 2010 (per la Calabria pari a 551.045 et- tari).

Si è in primo luogo ipotizzato che in Ita- lia la regionalizzazione avvenga sulla base dei confini amministrativi delle nostre Regioni. Successivamente, è stata presa in considerazione anche un‘ipotesi di re- gionalizzazione indipendente dai confini amministrativi e basata sulla individuazio- ne di regioni omogenee che fanno invece riferimento alla copertura del suolo, distin- guendo la superficie agricola a seconda del- la caratterizzazione produttiva prevalente. Gli senari simulati sono 4

Scenario 1: Regioni amministrative/Peso

PD. In questo scenario la regionalizzazio- ne avviene tra Regioni amministrative e il massimale nazionale è distribuito tra le regioni sulla base del peso che ciascuna di esse riveste nella distribuzione storica dei pagamenti diretti;

Scenario 2: Regioni amministrative/Peso SAU. In questo scenario la regionalizzazio- ne avviene tra Regioni amministrative e il massimale nazionale è distribuito tra le regioni sulla base del peso che ciascuna di esse riveste nella distribuzione della SAU; Scenario 3: Regioni amministrative/Peso PD-SAU. In questo scenario la regionalizza- zione avviene tra Regioni amministrative e il massimale nazionale è distribuito tra le regioni tenendo conto congiuntamente del peso che ciascuna di esse riveste nella distribuzione storica dei pagamenti diretti (peso PD) e della SAU (peso SAU); Scenario 4: le regioni sono diverse dalle Regioni amministrative e sono individuate sulla base della vocazione produttiva pre- valente di ciascun Comune. Per ciascun

Comune, cioè, è stata identificata la coltu- ra prevalente (quella che presenta la per- centuale maggiore di copertura del suolo) tra colture arboree, seminativi, prati, che costituiscono le tre “regioni” di questo sce- nario di regionalizzazione.

Nei primi tre scenari gli aiuti forfetari ad et- taro sono calcolati dividendo il massimale re- gionale derivante dalla regionalizzazione per la SAU da Censimento. Nello scenario 4 gli aiuti sono attribuiti sulla base di coefficienti che tengono conto degli importi storici di ri- ferimento, del Margine Lordo di ciascuna col- tura e dell’aiuto forfetario nazionale a regime nella seguente proporzione: Seminativi = 1; Colture arboree = 2; Prati = 0, 60.

I risultati delle simulazioni della regiona- lizzazione indicano:

‐ una forte contrazione delle risorse finan- ziarie indirizzate alla Calabria in tutti e quattro gli scenari;

‐ una forte diminuzione dell’aiuto ad etta- ro (pagamento base + pagamento verde) rispetto al valore medio del 2010 che

neanche gli altri aiuti del pacchetto po- trebbero compensare (pagamento per i giovani, per le aree svantaggiate o aiuto accoppiato);

‐ un ampio effetto redistributivo degli aiuti tra aziende e territori della Cala- bria (spostamento dell’aiuto dalle aree di pianura verso le aree interne o lito- ranee). Riportando l’analisi a livello di Comuni si evidenzia come quelli con aiu- ti medi a ettaro superiori a 1.000 euro, appartenenti alle aree pianeggianti del- la regione (in figura 1 connotati con i colori blu e azzurro chiaro), in tutti e quattro gli scenari subiscono una dimi- nuzione della concentrazione dell’aiuto

rispetto allo status quo (2010). Nei co- muni con aiuti medi superiori a 1.500 euro/ha la quota di aiuto complessivo passa dal 24% all’8,8% nel caso degli scenari 1, 2 e 3 e al 10,7% nel caso dello scenario 4 (trattandosi evidentemente di Comuni che ricadono nella regione “colture arboree”). Per quelli con aiu- to medio compreso tra 1.000 e 1.500 euro/ha si passa da una quota del 28% al 18,5% (primi tre scenari) o 21,4% (scenario 4). All’opposto, nei Comuni il cui aiuto medio nel 2010 è inferiore a 700 euro/ha la concentrazione dell’aiu- to aumenta in tutti e quattro gli scena- ri. In questa classe di aiuto la superficie

con titoli rappresenta i ¾ della SAU aziendale. Quindi si compensa la perdi- ta dell’aiuto unitario con una maggiore superficie oggetto di aiuto;

‐ un’ampia percentuale di aziende pena- lizzate dalla riforma (considerando solo quelle ora beneficiarie del regime di pa- gamento unico). Saranno invece avvan- taggiate le aziende con aiuto inferiore a quello medio e le aziende ora escluse dal sistema dei pagamenti diretti perché esclusivamente ortofrutticole e/o vitivi- nicole. Resteranno escluse dal nuovo re- gime di aiuti le aziende che pur avendone diritto a un dato anno non possedevano un titolo;

2010 Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3 Scenario 4

Seminativi Colt. arboree Prati/pascoli

845,8 398,0 232,6 334,4 213,1 337,1 167,5

Importi unitari del pagamento base + pagamento verde in Calabria nei quattro scenari e nel 2010 (euro/ha)

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‐ una contrazione generalizzata degli aiuti per azienda, indipendentemente dalla dimensione aziendale, a causa dell’ampia diffusione dell’olivo che ga- rantisce ora elevati aiuti unitari; ‐ una riduzione degli aiuti nelle picco-

lissime aziende tale da mettere in discussione il già delicato ruolo dei pagamenti diretti (si tratta di aziende nella quali si ha perfetta coincidenza tra superficie ad aiuto e superficie aziendale. Sono quelle che non riesco- no a compensare la diminuzione dell’a- iuto unitario con l’aumento della su-

perficie sulla quale chiedere l’aiuto); ‐ una sensibile riduzione degli aiuti nelle

aziende più grandi (oltre 100 ettari), aiuti che restano comunque superiori a 40.000 euro ad azienda.

Gli effetti sulle aziende e sul territorio de- gli scenari di riforma simulati impongono una riflessione su:

‐ “quale” regionalizzazione è auspicabile per il sistema produttivo calabrese; ‐ quali politiche locali/nazionali attua-

re per mitigare gli effetti della rifor- ma e per supportare aziende e territo- ri interessati.

Comuni per classi di aiuto medio ad ettaro (euro/ha) < 300 (44) 300-500 (109) 500-700 (82) 700-1000 (80) 1000-1500 (60) >1500 (31)

170 AGEA

Agenzia Governativa Erogazioni in Agricoltura

Agricoltura biologica in conversione

Periodo di tempo che deve passare dall’inserimento (notifica) nel sistema di controllo prima che il prodotto possa essere commercializzato come prove- niente “da agricoltura biologica”.

ARCEA

Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura

Beni confiscati

Requisizione da parte dello stato di beni ottenuti commettendo un reato o con- nessi all’attuazione del reato.

Capacità d’impegno

Valore risultante dal rapporto tra gli impegni e stanziamenti di competenza; verifica l’effettiva capacità di impegno

dell’amministrazione a valutare l’atten- dibilità delle previsioni di competenza.

Capacità di pagamento

Rapporto tra i pagamenti realizzati in un anno e gli impegni assunti.

Capacità di spesa

Rapporto tra i pagamenti e gli stanziamen- ti di competenza. Esprime la capacità di effettivo utilizzo delle risorse disponibili.

Consumi intermedi

Aggregato delle spese correnti delle aziende agricole (sementi, concimi, an- tiparassitari, mangimi, energia, acqua irrigua e servizi vari). A queste voci vanno aggiunti i reimpieghi.

Contoterzismo

Fornitura di mezzi meccanici da parte di ditte e/o società specializzate nello svol- gimento di attività produttive aziendali (aratura, semina, raccolta, ecc.).

Contributi alla produzione

Con l’entrata in vigore nel 2005 della riforma della PAC e l’introduzione del pagamento unico per azienda è stata rivista la classificazione degli aiuti che prima confluivano nel prezzo base. Ora vengono classificati in: Contributi ai prodotti, Altri contributi alla produzio- ne, Contributi per altre attività econo- miche. Solo la prima categoria Contribu- ti ai prodotti rientra nella valutazione del prezzo base.

DOC

Denominazione di Origine Controllata È assegnata ai vini prodotti in zone deli- mitate (piccole e medie dimensioni) di cui portano il loro nome geografico.

DOCG

Denominazione di Origine Controllata e Garantita. È assegnata ai vini di par- ticolare pregio qualitativo, di notorietà nazionale e internazionale prodotti in

aree di limitate dimensioni (pochi Co- muni).

DOP

Denominazione di Origine Protetta È asse- gnata a un prodotto agricolo o alimentare ori- ginario di una regione, di un luogo determina- to o, in casi eccezionali, di un Paese, ai sensi del regolamento (CE) n. 510/2006, quando “le caratteristiche sono dovute essenzial- mente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione ed elaborazione avvengono nella zona geo- grafica delimitata”.

Famiglia del conduttore

L’insieme delle persone coabitanti legate da vincoli di matrimonio o parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi.

Farmers’ market o mercati contadini

Spazi pubblici messi a disposizione da Regio- ni e Comuni per garantire agli agricoltori la

vendita diretta di prodotti locali e biologici, ai sensi del decreto ministeriale del 20 no- vembre 2007.

Fatturato

L’ammontare di tutte le fatture emesse nel periodo di riferimento per vendite sul mer- cato interno ed estero. Il valore del fattu- rato si intende al netto dell’IVA fatturata ai clienti, degli abbuoni e sconti e al lordo del- le spese (trasporti, imballaggi, ecc.) e delle altre imposte addebitate ai clienti (per es. imposta di fabbricazione). Nel fatturato sono comprese anche le vendite di prodotti non trasformati dall’impresa e le fatture per prestazioni di servizi e per lavorazioni eseguite per conto terzi su materie prime da essi fornite; sono escluse le vendite dei capitali fissi dell’impresa.

FEAGA

Fondo Europeo Agricolo di Garanzia

FEASR

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

GAS

Gruppo di Acquisto Solidale. Sono grup- pi di acquisto, organizzati spontane- amente, che partono da un approccio critico al consumo e che vogliono appli- care i principi di equità e solidarietà ai propri acquisti (principalmente prodotti alimentari a largo consumo).

Grande distribuzione

L’impresa che possiede punti vendita operanti nella forma di supermercato, ipermercato, discount, grande magazzi- no, altra impresa specializzata di gran- de superficie.

IGP

Indicazione Geografica Protetta. È asse- gnata a un prodotto agricolo o alimenta- re originario di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un Paese, ai sensi del regolamento (CE) n. 510/2006, quando “una determinata qualità, la reputazione o altre caratteri-

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stiche possono essere attribuiti all’ori- gine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avven- gono nell’area geografica determinata”.

IGT

Indicazione Geografica Tipica. È assegnata ai vini le cui zone di produzione sono gene- ralmente ampie, accompagnata da menzio- ni (vitigno, tipologia enologica, ecc.).

Ipermercato

Esercizio al dettaglio con superficie di vendita superiore a 2.500 mq., sud- diviso in reparti (alimentare e non alimentare),ciascuno dei quali aventi, rispettivamente, le caratteristiche di supermercato e di grande magazzino.

Legge di bilancio

Legge con la quale viene adottato il Bi- lancio di previsione: la legge di bilancio si compone di una parte dispositiva e del bilancio annuale e pluriennale. La

parte dispositiva della legge di bilancio approva espressamente il bilancio an- nuale, il bilancio pluriennale e quello a legislazione vigente; autorizza il ricorso al mercato finanziario, approva l’elen- co dei provvedimenti legislativi la cui copertura è precostituita dai fondi spe- ciali; autorizza la Giunta Regionale ad apportare alle unità previsionali di base le variazioni compensative.

Legge finanziaria

Strumento con cui operare modifiche ed integrazioni a disposizioni legislative aventi riflessi sul bilancio. La legge fi- nanziaria è approvata prima della legge di bilancio, in un’unica sessione, il cui svolgimento è disciplinato dal regola- mento interno del Consiglio regionale.

Manodopera extra familiare

Operai a tempo indeterminato, catego- rie speciali, impiegati, dirigenti, operai a tempo determinato e coloni impropri.

Manodopera familiare

Persone di 15 anni e più appartenenti alla famiglia del conduttore che svolgo- no lavoro agricolo nell’azienda.

Minimercato

Esercizio al dettaglio in sede fissa ope- rante nel campo alimentare con superfi- cie di vendita che varia tra 200 e 399 mq. e che presenta le medesime caratte- ristiche del supermercato.

MiPAAF

Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali

OTE

Orientamento Tecnico Economico. La classificazione delle aziende agricole per O TE si basa sulla determinazione del peso economico delle varie attività produttive presenti in azienda e sulla loro combinazione. A tal fine, utiliz- zando i RLS della zona in cui ricade

l’azienda, si moltiplicano gli ettari col- tivati o il numero dei capi allevati per il corrispondente RLS. La combinazione ottenuta si confronta con uno schema tipologico che serve ad individuare gli

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