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DiStretti agricoli A norma dell’art 7 della L n 57 del

Nel documento L'agricoltura nella Calabria in cifre. 2012 (pagine 139-148)

marzo 2001, è stato emanato il decreto legislativo n. 228 del 18 maggio 2001, che, tra gli altri, prevede l’individuazio- ne, da parte delle Regioni, dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari (art. 13, comma 3). L’articolo 13 detta gli orientamenti in materia.

La Regione Calabria si è dotata di una Legge Regionale recante l’istituzione dei distretti rurali e agroalimentari di qualità attraverso una Legge di iniziati- va popolare di istituzione del Distretto agroalimentare di qualità di Sibari (L.R. n. 21/2004). Successivamente, e ad inte- grazione della Legge di iniziativa popola- re, ha emanato la L.R. n. 6/2009. La Legge Regionale n. 21 del 13 ottobre 2004, all’art. 2, definisce i distretti rura- li e i distretti agroalimentari.

L’art. 13, comma 1, definisce i distretti rurali come sistemi produttivi locali di cui all’art. 36, comma 1, della Legge n. 317 del 5 ottobre 1991, e successive modificazioni,

caratterizzati da un’identità storica e ter- ritoriale omogenea derivante dall’integra- zione fra attività agricole e altre attività locali, nonché della produzione di beni e servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali.

L’art. 13, comma 2, inoltre definisce i di- stretti agroalimentari di qualità come si- stemi produttivi locali, anche a carattere interregionale, caratterizzati da significati- va presenza economica e da interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole ed agroalimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa comunitaria o nazionale, oppure da produzioni tradizio- nali o tipiche.

I requisiti minimi per l’individuazione dei di- stretti rurali e dei distretti agroalimentari (rispettivamente art. 3 e art. 4 della citata Legge Regionale) sono evidenziati nella ta- bella seguente

Ad oggi in Calabria sono stati riconosciuti

3 Distretti Agroalimentari di qualità (Siba- ri, Crotone e Lamezia) e 4 distretti rurali (Pollino versante calabro, Sila, Alto Ionio Co- sentino, Serre Calabresi e dell’Alta Locride). La distribuzione territoriale dei Distretti denota come il modello distrettuale sta pro- gressivamente affermandosi nella maggior parte del territorio regionale. Infatti, i 7 distretti riconosciuti a livello regionale co- prono il 38% dei Comuni, il 49% della super- ficie territoriale e il 40% della popolazione. Le caratteristiche, a livello di singolo di- stretto, presentano enorme variabilità: si va da Distretti di piccole dimensioni (Sila e Alto Jonio Cosentino) e medie dimensione (Ser- re Calabresi e Alta Locride, Pollino e Sibari) in termini di Comuni coinvolti e superficie territoriale, fino a distretti che coinvolgono l’intero ambito provinciale (il DAQ di Croto- ne) o che, seppur di piccole dimensioni in termini di Comuni coinvolti e di superficie, presentano un alto numero di popolazione coinvolta.

tualmente in fase di valutazione presso la Regione Calabria.

L’articolo 5, recante Individuazione dei di- stretti rurali e dei distretti agro-alimentari di qualità, definisce l’iter di approvazione della proposta di distretto, dando così il via libera operativo alla presentazione delle proposte alla Regione da parte dei comitati promotori.

Come previsto dal citato articolo, i distretti rurali ed i distretti agroalimentari di quali- tà sono individuati con deliberazione della Giunta regionale, previo parere vincolante della Commissione consiliare competente, in base ai requisiti di cui agli articoli 3 e 4, sul- la base di proposte documentate e motivate presentate da comitati promotori costituiti dalle Organizzazioni professionali agricole provinciali e regionali e/o da enti e organismi rappresentativi del territorio e del sistema economico locale. Al termine del processo di individuazione del distretto, la relativa deli- berazione è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria (BURC).

Requisiti minimi distretti rurali (art. 3) Requisiti minimi distretti agroalimentari (art. 4) la produzione agricola coerente con le vocazioni naturali

dei territori e significativa in rapporto con l’economia locale

la realizzazione di uno o più prodotti merceologicamen- te omogenei, certificati e tutelati, ai sensi della vigente normativa comunitaria o nazionale, tradizionali o tipici, la cui produzione risulti significativa a livello dell’economia agroalimentare regionale

la presenza di un sistema consolidato di relazioni tra le

imprese agricole e le imprese locali operanti in altri settori la presenza di un sistema consolidato di relazioni tra le imprese agricole ed agroalimentari che parte rilevante dell’innovazione tecnologica ed organizzativa delle imprese agricole, nonché dell’assistenza tecnica ed economica e della formazione professionale sia soddisfatta dall’offerta locale

l’integrazione tra produzione agricola e fenomeni culturali e turistici il possesso da parte delle imprese agricole delle risorse aziendali necessarie per attività di valorizzazione dei pro- dotti agricoli e del patrimonio naturale e forestale, nonché di tutela del territorio e del paesaggio rurale

il forte interesse delle istituzioni locali verso la realtà distret- tuale a stabilire rapporti collaborativi e convenzionale con le imprese agricole e con quelle di altri settori locali

il forte interesse delle istituzioni locali verso la realtà di- strettuale al fine di stabilire rapporti di tipo collaborativo e convenzionale con le imprese agricole ed agroalimentari

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Denominazione tipologia area interessata interessateprovince Soggetto capofila partenariato interessatin. comuni di riconoscimentoAtto

Distretto agroalimentare

di qualità di Sibari agroalimentare Piana di Sibari Cosenza

Provincia di Cosenza

Enti locali, OO.PP.AA., Ente Parco Pollino, Associazioni di categoria, Confederazioni

sindacali

17 L.R. n. 21/2004 Distretto rurale del

Pollino - versante calabro rurale

Alto medio Tirreno

Cosentino - Pollino Cosenza

C.M. Alto Tirreno - Appennino Paolano

Enti locali, OO.PP.AA., Ente Parco Pollino, Associazioni di categoria, Confederazioni

sindacali

33 D.G. Regionale n. 289 del 25 marzo 2010

Distretto rurale della Sila rurale Altopiano

Silano Cosentino Cosenza

Provincia di Cosenza

Enti locali, OO.PP.AA., Ente Parco Sila, Associazioni di categoria, Confederazioni

sindacali, Unical, Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali

19 D.G. Regionale n. 279 del 25 marzo 2010 Distretto rurale

dell'Alto Jonio Cosentino rurale

Alto

Jonio Cosentino Cosenza

C.M. Alto Jonio

Cosentino Enti locali, OO. PP. AA. 16

D.G. Regionale n. 278 del 25 marzo 2010 Distretto agroalimentare

di qualità di Crotone agroalimentare provincia di Crotone Crotone Provincia di Crotone 27

D.G. Regionale n. 590 del 10 settembre 2009 Distretto agroalimentare

di qualità di Lamezia agroalimentare Piana di Lamezia Catanzaro

Lamezia sviluppo S.c.a.r.l.

Enti locali, CCIAA, Università di RC, OO.PP.AA., Organizzazioni sindacali,

Fondazione Terina, ICE

10 D.G. Regionale n. 520 del 11 novembre 2011 Distretto rurale delle Serre

Calabresi e dell'Alta Locride rurale

Serre Calabresi e Alta Locride

Catanzaro e Reggio Calabria

GAL Serre Calabresi e Alta Locride

Enti locali, Consorzi, GAL Serre cala- bresi e Alta Locride, OO.PP.AA., CCIAA, Organizzazioni sindacali, Associazioni,

imprese private

42 D.G. regionale in corso di pubblicazione sul BURC

Distretti riconosciuti in Calabria

Denominazione n. comuni % sul totale regionale Superficie (kmq) % sul totale regionale Popolazione (2011) % sul totale regionale popolazione media per comune densità

Sibari 40 9,8 1.989,6 13,2 196.709 10,0 9.550 99,8

Pollino - versante calabro 38 9,3 1.724,4 11,4 123.674 6,3 3.748 71,7

Sila 19 4,6 1.357,1 9,0 81.009 4,1 3.485 73,2

Alto Jonio Cosentino 11 2,7 489,8 3,2 29.396 1,5 2.311 50,4

Crotone 27 6,6 1.716,6 11,4 170.718 8,7 6.323 99,5

Lamezia 10 2,4 460,3 3,1 104.145 5,3 10.414 226,2

Serre calabresi e Alta Locride 43 10,5 1.079,5 7,2 112.561 5,8 2.588 107,4

Totale aree distretti* 157 38,4 7.492,4 49,7 785.661 40,1 5.004 104,9

Totale regione Calabria 409 100,0 15.080,6 100,0 1.956.830 100,0 4.784 129,8

* Il totale non corrisponde alla somma dei singoli distretti in quanto alcuni di essi registrano sovrapposizioni di Comuni e quindi di superficie. Fonte: Regione Calabria e ISTAT (2011)

Le caratteristiche dei Distretti rurali e agroalimentari riconosciuti in Calabria Gli articoli 6 e 7 individuano il soggetto

giuridico rappresentativo del Distretto, So- cietà di Distretto, con un ruolo operativo, e il Comitato di Distretto, con un ruolo politi- co, e ne regolamentano i poteri di indirizzo, gestione e controllo.

La Società di distretto rappresenta il luogo di incontro delle esigenze del mondo imprenditoriale e produttivo ed è composta dai rappresentanti delle im- prese; il Comitato di Distretto è compo- sto dai rappresentanti delle istituzioni

ed enti locali presenti nell’area del di- stretto.

La prima attività prevista per la Società di distretto è l’elaborazione e l’attuazione del Piano di distretto sulla base degli indirizzi forniti dal Comitato di distretto. Il Piano

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deve essere elaborato entro 120 giorni dal- la costituzione della Società di distretto e del Comitato di distretto. La società di di- stretto svolge inoltre le seguenti funzioni: a) rappresenta in modo unitario gli inte-

ressi del distretto;

b) promuove e coordina, anche attraverso forme di programmazione negoziata tra i soggetti pubblici e privati interessati, l’ela- borazione, il cofinanziamento e la realizza- zione dei progetti, coerentemente con gli obiettivi individuati dal Piano di distretto,

e li presenta alla Regione per il relativo finanziamento;

c) presenta, per i relativi finanziamenti, i progetti di cui all’articolo 7 ter, secondo le modalità previste per ciascuna forma di finanziamento dalla normativa vigente;

Denominazione tipologia area di riferimento provincie interessate Soggetto capofila partenariato n. comuni interessati

Distretto rurale La Piana del

Tauro rurale Piana di Gioia Tauro Reggio Calabria

C.M. Versante Tirrenico Settentrionale

Enti locali, GAL VATE, Consorzi, OO.PP. AA., Università di RC, AIAB, Organizza-

zioni sindacali Distretto rurale di qualità Vi.Va. rurale Vibo Valentia Provincia di Vibo

Valentia

Enti locali, COGAL Monte Poro, ARPACAL, Università Magna Grecia, AIAB, OO.PP. AA., ARSSA, Legambiente, Associazioni,

Slow Food, Vibo sviluppo s.p.a. Distretto Ruralia rurale Versante tirrenico

settentrionale - Aspromonte Reggio Calabria 4 Distretto rurale del Reventino rurale Monti del Reventino Catanzaro GAL del Reventino

Distretto rurale della Locride rurale Locride Reggio Calabria

Fonte: Regione Calabria

d) propone l’aggiornamento del Piano di distretto, previo parere del Comitato di distretto di cui all’articolo 7, sulla base di nuovi scenari e mutamenti di contesto socio-economico;

e) raccoglie ed elabora i dati relativi all’attuazione del Piano di distretto e li trasmette, con cadenza annuale, alla direzione regionale competen- te in materia di agricoltura, ai fini dell’attività di monitoraggio e con- trollo;

f) gestisce le risorse finanziarie desti- nate all’attuazione del Piano di di- stretto e presenta, annualmente, alla Giunta regionale una relazione che illustra gli aspetti qualitativi e quan- titativi dell’attività del distretto e, in particolare:

1) il grado di raggiungimento degli obiet- tivi individuati dal piano di distretto; 2) il grado di attuazione del Piano di di- stretto e di realizzazione delle azioni e dei progetti finanziati;

Fasi procedurali e modello di gestione del distretto

territorio Regione Calabria

Manifestazione di interesse Istituzione Comitato promotore Protocollo di Intesa fra i soggetti proponenti Elaborazione dossier di candidatura

Approvazione dossier da parte del Comitato promotore

Presentazione del dossier per il riconoscimento del distretto Ricevimento del Dossier da parte della Regione Calabria Parere della Commissione Consiliare regionale (requisiti L.R. n. 21/2004, artt. 3 e 4)

Deliberazione G.R. regionale di riconoscimento del distretto

Istituzione Comitato del distretto Pubblicazione del riconoscimento sul BURC Elaborazione regolamento del Comitato del distretto

Nomina Presidente

Costituzione della Società del distretto (entro 60 gg. dalla pubbli- cazione del riconoscimento sul BURC. (L.R. n. 6/2009, art. 6) Elaborazione del Piano socio-economico del distretto (entro 120 gg. Dalla costituzione del Comitato e della Società del distretto)

Parere Commissione di valutazione nominata dalla Asses- sore all'agricoltura regionale e coordinata dal dirigente generale del Dipartimento (L.R. n. 6/2009, art. 7 bis) Attuazione del Piano di distretto (L.R. n. 6/2009, art. 7 ter) Approvazione Piano di distretto con Deliberazione G.R. (L.R. n. 6/2009, art. 7 bis)

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3) il livello di spesa impegnata ed ero- gata, con l’indicazione delle diverse forme di finanziamento attivate, pub- bliche e private.

L’Articolo 7 bis definisce i criteri per l’ela- borazione e l’adozione del Piano di distret- to:

1. Il Piano di distretto è elaborato per lo sviluppo economico e la valorizzazio- ne delle risorse del territorio, tenendo conto della programmazione regionale di settore e in conformità alla vigente normativa comunitaria.

2. La Giunta regionale, con propria delibe- razione, approva il piano di ogni singolo distretto, previo parere di un’apposita commissione di valutazione nominata dall’assessorato all’agricoltura e coordi- nata dal Dirigente generale dello stesso dipartimento.

3. Il piano di distretto, in particolare, deve contenere:

a) una dettagliata relazione concernente: • la situazione esistente e le prospettive in

materia di produzione, trasformazione, distribuzione e consumo dei prodotti del distretto;

• la rappresentazione cartografica dell’a- rea interessata dal piano, con identifica- zione dei comuni e dei loro confini ammi- nistrativi;

• l’analisi del territorio, da cui emergano i punti di forza e i punti di debolezza, le opportunità ed i rischi nello sviluppo del territorio;

• la descrizione degli elementi che caratte- rizzano il distretto come rurale o agroa- limentare di qualità, in base ai requisiti stabiliti dagli articoli 3 e 4 ed in coeren- za con le analisi e le strategie del PSR; b) la rappresentazione della strategia per-

seguita con:

• l’individuazione, sulla base dell’analisi del territorio effettuata, degli obiettivi di sviluppo economico da raggiungere in forma integrata e coordinata nonché delle azioni necessarie per il raggiungi- mento degli obiettivi;

• l’illustrazione della coerenza degli obiet- tivi e delle azioni individuati in relazione agli ambiti di programmazione del PSR e alla integrazione degli stessi con le altre politiche di sviluppo insistenti sul terri- torio del distretto;

• la descrizione dell’impatto ambientale, economico e sociale delle azioni indivi- duate;

c) le risorse suddivise tra gli obiettivi e le azioni del piano, con l’indicazione dei finanziamenti, pubblici e privati, di- stinguendo le risorse che si intendono reperire attraverso altre forme di finan- ziamento previste dalla vigente norma- tiva comunitaria, statale e regionale, con particolare riferimento a quelle in materia di sviluppo rurale e di coesione e sviluppo locale, e le altre risorse pro- venienti da soggetti pubblici e privati. Il piano di distretto ha validità triennale e può essere aggiornato.

Pur non prevedendo la L.R. n. 6/2009 una specifica dotazione finanziaria a favore dei

Distretti, la normativa regionale cita la possibilità che la Regione possa finanziare progetti di sviluppo elaborati dai distretti, attraverso strumenti di programmazione negoziata, dalle amministrazioni, dagli enti e dai soggetti, pubblici e privati, inte- ressati. Pertanto, le opportunità di finan- ziamento delle azioni previsto dal Piano di Distretto sono molteplici.

Per quanto riguarda le finalità dei progetti finanziabili la legge regionale traccia degli obiettivi precisi:

a) favorire i processi di coesione e cor- relazione tra i diversi settori produt- tivi presenti all’interno dei distretti rurali ed agroalimentari di qualità;

b) sostenere la creazione, riorganizzazio- ne ed il completamento, in ambito di- strettuale, delle filiere produttive agro- alimentari;

c) incentivare le attività volte a garanti- re la sicurezza degli alimenti e la loro tracciabilità, anche al fine di elevare gli standard qualitativi delle produzioni agricole ed agroalimentari e favorire la loro penetrazione nei mercati nazionali ed internazionali;

d) contribuire al mantenimento e alla cre- scita dei livelli occupazionali del settore, anche attraverso la valorizzazione del- le risorse umane disponibili mediante qualificati programmi di formazione,

finalizzati alla stabilizzazione dell’occu- pazione;

e) effettuare il monitoraggio delle proble- matiche socio-economiche, culturali, ambientali di ogni distretto, con speciale riferimento alla individuazione dell’esi- stenza di eventuali fattori negativi che possono impedirne o ritardarne lo svi- luppo;

f) favorire la creazione e il miglioramento di strutture produttive ed infrastruttu- re di servizio adeguate per le esigenze funzionali dei distretti.

Di seguito è presentata una breve rasse- gna, ad oggi, dei diversi e potenziali ca- nali di finanziamento.

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programma azione riferimento normativo

Piano di Sviluppo Rurale Progetti di Sviluppo Locale (PSL) e Progetti Integrati per le Aree Rurali (PIAR) e Progetti Integrati di Filiera (PIF)

Asse I - Competitività; Asse II - Ambiente; Asse III - Diversificaziione economia rurale e qualità della vita in ambiente rurale; Asse IV - approccio leader Programma Operativo Regionale - FERS Progetti Integrati di Sviluppo Locale (PISL) per la realizzazione di sistemi

produttivi locali, di distretti Agroalimentari di Qualità e di distretti rurali Asse VIII - Città, Aree urbane e sistemi territoriali - Linea di intervento 8.2.1.6 Programma Operativo Regionale - FERS

sviluppo di sistemi innovativi integrati nei settori agroalimentare, forestale e dell’acquacoltura, e Tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale dei

territori ricadenti nei distretti. Decreto legge n. 5/2009 convertito in

Legge n. 33/2009 Misure a favore dei distretti produttivi e delle reti di impresa Art. 3 L. n. 80/2005, “Conversione in legge,

con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35

Disposizioni urgenti nell’ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale

Art. 10, comma 5, modifica art. 66, comma 1, della Legge n. 289/2002, recante “Disposizioni per la formazione del Bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge

Finanziaria 2003)” Contratti di filiera e di distretto Criteri, modalità e procedure per l'attuazione dei contratti di filiera e di distretto Decreto 1 agosto 2003 del MiPAF Sostegno alle imprese e agli investimen-

ti in ricerca

Condizioni di accesso ai finanziamenti del fondo rotativo per il sostegno alle

imrpese e agli investimenti in ricerca Decreto 22 novembre 2007 del MiPAF, di concerto con il MISE e il MEF Contratti di filiera e di distretto Agevolazioni fiscali e finanziarie

Art. 1, commi da 366 a 372, Legge n. 266/2005 recante Disposizioni per la formazione del Bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge Finanziaria 2006),

confermate con art. 1, comma 489, della Legge n. 296/2006 (Legge finanziaria 2007) e con art. 3 della Legge n. 33/2009

Contratti di filiera e di distretto Agevolazioni fiscali e finanziarie

Opportunità finanziarie per l’attuazione del Piano del distretto

beni confiScati

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