• Non ci sono risultati.

L'agricoltura nella Calabria in cifre. 2012

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'agricoltura nella Calabria in cifre. 2012"

Copied!
177
0
0

Testo completo

(1)

l’agricoltura nella calaBria in cifre 2012

INEA 2013 Le attività delle Sedi Regionali dell’Istituto sono molteplici, dall’assistenza alle Regioni e agli altri enti locali, in

parti-colare per l’attuazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche comunitarie (interventi strutturali, di mercato, sviluppo rurale, ecc.), per la produzione di fonti informative originali sul funzionamento delle imprese agricole (RICA) e sulle dinamiche di importanti fenomeni che investono il settore primario: irrigazione, foreste, immigrati, mercato fondiario, filiere agroalimentari, produzioni di qualità e biologiche, ecc. Ma una componente di rilievo è rappresentata anche dalle attività di ricerca che le sedi regionali assicurano per la realizzazione di indagini condotte dalla sede na-zionale dell’Ente e dalle collaborazioni attivate in partnership con il mondo della ricerca nana-zionale e internana-zionale. La produzione tecnica e scientifica delle Sedi Regionali spazia dai rapporti finalizzati alle esigenze di supporto alle decisioni delle istituzioni locali ai quaderni divulgativi sul sistema della conoscenza in agricoltura e sulla evoluzione e gli scenari di sviluppo agricolo e rurale. Le competenze e le esperienze accumulate in molte sedi consentono anche di sviluppare autonome attività di studio e di ricerca mirate a fornire contributi metodologici e un avanzamento delle conoscenze

Collana: Pubblicazioni Regionali

iSBn 978-88-8145-258-3 L’A GRICOL TURA NELLA C ALABRIA IN CIFRE 2012 INEA 2013

(2)
(3)

Coordinamento: Assunta Amato La stesura delle singole parti si deve a:

Superficie e popolazione: Tatiana Castellotti; Montagna: Franco Gaudio; PIL, Valore Aggiunto, Occupazione e produttività: Tatiana Castellotti; Strutture agricole, Impiego degli immigrati in agricoltura: Franco Gaudio; Industria agroalimentare, Distribuzione, Scambi con l’Estero, Risultati

produttivi in agricoltura, Consumi intermedi, Investimenti: Tatiana Castellotti; Credito agrario: Franco Gaudio; Risultati economici delle aziende agricole: Roberto Lovecchio; Mercato fondiario: Franco Gaudio; Consumi alimentari: Tatiana Castellotti; Agriturismo, Vendita diretta e altre forme di commercializzazione, Agricoltura sociale: Giuseppe Gaudio; Agroenergie, Energie rinnovabili: Assunta Amato; Agricoltura biologica: Franco Gau-dio, Prodotti certificati e tipici: Tatiana Castellotti; PAC-I Pilastro: Maria Rosaria Pupo D’Andrea; PAC-II Pilastro, Spesa regionale: Franco Gaudio;

Legislazione regionale: Rosanna Peluso; Distretti, Beni confiscati, La diversificazione delle aziende agricole in Calabria: Giuseppe Gaudio; I possibili effetti della regionalizzazione in Calabria: Maria Rosaria Pupo D’Andrea; Glossario: Rosanna Peluso.

Coordinamento editoriale Benedetto Venuto Progetto grafico e realizzazione

Ufficio grafico INEA (Jacopo Barone, Piero Cesarini, Fabio Lapiana, Sofia Mannozzi) Edizione Internet

Massimo Perinotto Segreteria di Redazione

Roberta Capretti

Il rapporto è stato completato nel Settembre 2013

è possibile consultare la pubblicazione su Internet, al sito http://www.inea.it/pubbl/ è consentita la riproduzione citando la fonte.

(4)

Dalla prima edizione di “Calabria in cifre 2012”, uno strumento che offre un’istan-tanea dello stato dell’agricoltura calabrese, arrivano dati confortanti. I risultati delle in-dagini svolte sull’intero comparto calabrese hanno dato ancora una volta dimostrazione che si tratta di un settore in lenta, ma co-stante crescita. I dati disegnano un quadro chiaro e preciso dello stato di salute del set-tore agro – alimentare calabrese: un setset-tore che, nonostante il periodo di crisi generale, compie importanti passi verso lo sviluppo ed il benessere socio-economico del nostro territorio. L’intento del Dipartimento Agri-coltura è quello di selezionare gli interventi di supporto e, tra gli obiettivi prioritari della prossima programmazione, figurano la valo-rizzazione delle filiere e la massima atten-zione alla qualità. Lavoreremo sodo affinché l’agricoltura calabrese, facendo leva sulle sue grandi potenzialità, possa intraprendere un percorso di rilancio e conquistare il posto d’o-nore che le spetta nel panorama nazionale e internazionale.

Secondo i dati forniti, ad esempio, rispetto al 2000, per quanto riguarda le due coltivazioni più importanti della regione, agrumi e olivo, si è registrato un aumento della superficie investita (rispettivamente del 10,4% e del 14,4%). Quasi l’80% della produzione regio-nale è riferita a comparti che hanno un peso rilevante nel panorama nazionale: olivicolo (24,25%), agrumicolo (23,43%), ortofrut-ticolo (17,25%) e zootecnico da latte e da carne (12,44%). Primi su tutti l’olivicoltura e l’agrumicoltura. All’interno di quest’ultimo comparto la Calabria detiene il monopolio per quanto concerne il bergamotto ed il cedro ed è inoltre la più importante produttrice di clementine. Anche gli ortaggi, pur non rap-presentando produzioni di rilievo all’interno della PLV agricola regionale, rivestono una certa importanza livello nazionale.

In costante sviluppo il settore dei prodotti di qualità, DOP, IGP e Bio, per i quali si conti-nuerà a lavorare secondo un’attenta politica di valorizzazione. Secondo i dati Mipaaf del 2012, per i prodotti DOP e IGP, ad esclusione

del vino, la Calabria ha ottenuto ben 15 rico-noscimenti a fronte dei 245 a livello naziona-le. Al 2011, le superfici investite a prodotti di qualità DOP e IGP si sono più che triplicate rispetto al 2004. E alcuni di questi prodotti di qualità figurano in Italia tra i primi dieci per produzione certificata e fatturato. Basti pensare alla Cipolla rossa di Tropea e alle Cle-mentine di Calabria che, nel 2010 figuravano rispettivamente come quarto e quinto pro-dotto per produzione, e come quarto e nono prodotto per fatturato tra i prodotti di quali-tà. Ottimi risultati anche per quanto riguarda l’Olio Bruzio, il settimo olio extravergine di oliva per produzione certificata e l’ottavo per fatturato all’origine. Nel settore vitivinicolo, invece, la Calabria vanta 19 denominazioni, delle quali 9 DOC e 10 IGP. Secondo i dati for-niti dal Censimento 2010, in Calabria operano 2.216 aziende vitivinicole di qualità, per una superficie vitata di 3.189 ettari ed una produ-zione che, nel 2011, si è attestata sui 92 mila ettolitri. A questo bisogna aggiungere i 269 prodotti agroalimentari tradizionali.

(5)

Altro fiore all’occhiello della regione è l’agri-coltura biologica: la Calabria, infatti, è una tra le regioni con il più elevato numero di azien-de che la praticano. Bene anche dal punto di vista della salvaguardia ambientale e delle finalità sociali: le aziende agricole calabresi che producono energia rinnovabile sono ben 45 (in Italia sono 3.485), mentre quelle che praticano attività a finalità sociale, concen-trate soprattutto nella provincia di Cosenza, sono 55. Secondo i dati del Censimento Agri-coltura del 2010, inoltre, la vendita diretta in azienda interessa 69.039 imprese, pari a circa la metà delle aziende agricole calabresi e buona parte di queste vendono il proprio prodotto direttamente al consumatore. Anche per quanto riguarda il fenomeno degli agriturismi, i dati sono molto positi-vi. Tra il 2003 e il 2011 le aziende agritu-ristiche in Calabria si sono moltiplicate, al punto che si è registrato un incremen-to del circa 130% (nel 2011 erano

pre-senti 609 aziende agrituristiche). La distribuzione territoriale degli aiuti del primo pilastro della PAC vede primeggiare la provincia di Reggio Calabria, che riceve poco meno di un terzo degli aiuti, seguita dalla pro-vincia di Cosenza, alla quale sono destinati il 26% dei finanziamenti totali. Catanzaro e Crotone ricevono, complessivamente, il 30%, mentre la provincia di Vibo Valentia il 7%. L’analisi della distribuzione degli aiuti mette in evidenza come la maggior parte delle azien-de (il 21,6% azien-del totale regionale) riceva tra i 500 ed i 1.000 euro annui, pari al 6,2% del pagamento unico totale regionale.

I pagamenti disaccoppiati rappresentano, in Calabria, oltre il 90% del sostegno forni-to dal I pilastro della PAC alla regione. Tra gli altri aiuti diretti, si distinguono inoltre i pagamenti a titolo dell’art. 68 del regola-mento (CE) n. 73/2009. Nel 2011 ARCEA ha riconosciuto pagamenti per 4,9 milioni di euro, dei quali il 78% è attinente al

mi-glioramento della qualità dell’olio d’oliva. Per quanto riguarda invece la politica del secondo pilastro della PAC, la Calabria, per migliorare la competitività dell’agricoltura e delle aree rurali, ha puntato sugli investimen-ti in azienda (Misura 121; 41% delle risorse dell’asse I), sulle imprese di trasformazione (Misura 123; 20%) e sull’infrastrutturazione del territorio (Misura 125; 18%). Per l’asse II si è puntato sull’agro ambiente (Misura 214; 55% del totale dell’asse), ed in particolare sull’agricoltura biologica (Azione A della mi-sura 214). All’interno dell’asse III, le misure più importanti in termini di risorse program-mate sono la diversificazione aziendale (48% del totale dell’asse) ed i servizi essenziali per le popolazioni (34%). Le risorse previste per l’asse IV (“Approccio leader”) privilegiano gli interventi previsti dall’asse III (61% del to-tale). Sono previsti inoltre anche interventi degli altri due assi, relativi alla competitività delle micro filiere e dell’ambiente.

On.le Michele Trematerra Assessore Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione della Regione Calabria

(6)
(7)

6

ECONOMIA E AGRICOLTURA

Superficie e Popolazione pag. 10

Montagna pag. 12

Prodotto interno lordo pag. 16

Valore aggiunto pag. 18

Occupazione e Produttività pag. 22

Strutture agricole pag. 25

Impiego immigrati in agricoltura pag. 33

SISTEMA AGROALIMENTARE

Industria alimentare pag. 40

Distribuzione pag. 43

Gli scambi con l’estero pag. 45

ANDAMENTO CONGIUNTURALE DEL SETTORE

Risultati produttivi in agricoltura pag. 50

Consumi intermedi pag. 55

Investimenti pag. 58

Credito agrario pag. 60

Risultati economici delle aziende agricole pag. 62

Mercato fondiario pag. 66

Consumi alimentari pag. 72

DIVERSIFICAZIONE

Agriturismo pag. 76

Vendita diretta e altre forme

di commercializzazione pag. 80

Agricoltura sociale pag. 86

(8)

AMBIENTE E QUALITà

Energie Rinnovabili pag. 92

Agricoltura biologica pag. 98

Prodotti certificati e tipici pag. 100

SPESA AGRICOLA

La PAC in Calabria I pilastro pag. 114

La PAC in Calabria II pilastro pag. 118

Spesa agricola regionale pag. 125

Legislazione regionale pag. 132

APPROFONDIMENTI

Distretti agricoli pag. 138

Beni confiscati pag. 147

La diversificazione delle aziende

agricole in Calabria pag. 155

I possibili effetti della regionalizzazione

in Calabria pag. 162

GLOSSARIO

(9)
(10)
(11)

10

SuPerficie e PoPolazione

Il territorio calabrese si estende per

15.081 kmq, pari al 5% della superficie nazionale, ed è caratterizzato per la pre-dominanza di aree collinari (49,2%) e montuose (41,8%). La SAU rappresenta il 36% circa della superficie territoriale e il 4,3% della SAU italiana. Il 55% della SAU

regionale è localizzata in collina e il 30% circa in montagna. Ciascun abitante della regione ha a disposizione 3,56 ettari di SAU contro una media italiana ed europea di 4,73 e 2,89 ettari, rispettivamente. La provincia di Cosenza rappresenta il 40% della SAU regionale.

Secondo i dati definitivi del Censimento della popolazione, nel 2011 la popolazio-ne residente in Calabria risulta pari a 1.956.050. Rispetto al Censimento 2000 si registra una diminuzione del 2,6%. La densità di popolazione è pari a circa 130 ab/kmq, inferiore alla media italiana

Fonte: Istat, Censimento popolazione 2011, Censimento Agricoltura 2010, Annuario Statistico Italiano 2012

Superficie, popolazione residente, densità abitativa e SAU in Calabria, 2011 Superficie

totale (kmq) superficie territorialeRipartizione % Popolazione residente al Censimento 2011

Ripartizione % popolazione

residente

Densità

(ab./kmq) (ettari)SAU Ripartizione % SAU

Calabria 15.081 100,0 1.959.050 100,0 129,9 549.198 100,0 Montagna 6.308 41,8 448.742 22,9 71,1 161.820 29,5 Collina 7.419 49,2 1.223.110 62,4 164,9 304.495 55,4 Pianura 1.354 9,0 287.198 14,7 212,2 82.883 15,1 Cosenza 6.650 44,1 714.030 36,4 107,4 214.145 39,0 Catanzaro 2.391 15,9 359.841 18,4 150,5 82.394 15,0 Reggio Calabria 3.183 21,1 550.967 28,1 173,1 119.490 21,8 Crotone 1.717 11,4 170.803 8,7 99,5 93.746 17,1 Vibo Valentia 1.140 7,6 163.409 8,3 143,4 39.424 7,2

(12)

Fonte: Istat, *Eurostat, 2010

Popolazione/SAU (abitanti/100 ha di SAU), 2011

356 344 473 Calabria Mezzogiorno Italia UE-27* 289

Fonte: Istat, Censimento Agricoltura 2010, Annuario Statistico italiano 2012

Consistenza del territorio agricolo in Calabria, 2010 (00 ha) SAU/Superficie totale (%) Calabria 36,42 Mezzogiorno 49 Italia 43 % SAU Calabria/Mezzogiorno 9,0 Calabria/Italia 4,3

(200 ab/ kmq) e a quella europea (144 ab/kmq). Il 33,4% della popolazione vive in comuni con popolazione inferiore ai

5000 abitanti contro una media italiana del 17% circa. Essi rappresentano l’80% dei comuni calabresi (il 70% in Italia). I

piccoli comuni calabresi sono caratteriz-zati da un progressivo spopolamento: ri-spetto al 2000 perdono il 5% di abitanti.

(13)

12

montagna

La montagna calabrese presenta caratteri-stiche molto particolari. Secondo la defini-zione di montagna dell’ISTAT (basata sulla incidenza della superficie oltre i 600 metri sulla superficie totale), i comuni montani in Calabria sono 218 (53% dei comuni ca-labresi) ai quali si devono aggiungere quel-li parzialmente montani che sono 68 (17% del totale dei comuni). Sulla base, invece, di una definizione che comprende anche le condizioni climatiche i comuni appartenen-ti alla montagna sono 153 di cui 94 alla montagna interna e 59 a quella litoranea. Se, invece, definiamo la montagna sulla base dell’incidenza della popolazione che vive nei centri abitati oltre i 600 metri slm, i comuni montani diventano 56 (13,7% del totale), occupano il 17,8% della superficie territoriale calabrese e incidono per il 7% sulla popolazione totale della regione. La densità è pari a 51,95 abitanti/kmq che rappresenta il valore più basso di tutta la Calabria che risulta pari a circa 130. La maggior parte dei comuni con centro

abitato oltre i 600 metri slm ha una popo-lazione al di sotto dei 5.000 abitanti. Solo 3 comuni presentano valori oltre tale soglia (Acri e San Giovanni in Fiore in provincia di Cosenza e Serra San Bruno in provin-cia di Vibo Valentia). Il 77% dei comuni ha meno di 3.000 abitanti e di questi 16 han-no una popolazione al di sotto dei 1.000 abitanti.

Solo 8 comuni su 56 hanno aumentato la popolazione negli ultimi dieci anni (Dipi-gnano, Domanico, Figline, Mangone, Rovi-to, Spezzano Piccolo in provincia di Cosen-za, tutti situati intorno all’area urbana di Cosenza; Filogaso e Spadola nella provincia di Vibo). Tutti gli altri comuni hanno un tasso di spopolamento consistente: nel 23% dei casi lo spopolamento è pari alme-no al 5%; nel 34% è compreso tra il 5 e il 10% e nel 21% tra il 10% e il 20%. Ma addirittura 4 comuni presentano un grado di spopolamento oltre il 20%.

All’interno della montagna calabrese il tas-so di occupazione è minore di quello medio

Distribuzione dei comuni secondo la classi-ficazione dell’ISTAT per zona altimetrica in Calabria Comuni Numero Non montani 123 Parzialmente montani 68 Montani 218 Totale 409

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat, Censimento 2010

Distribuzione dei comuni secondo la classi-ficazione dell’ISTAT per zona altimetrica e condizioni climatiche in Calabria

Comuni Numero Montagna interna 94 Montagna litoranea 59 Collina Interna 106 Collina litoranea 128 Pianura 22 Totale 409

(14)

regionale e il tasso di disoccupazione di gran lunga più alto. I giovani sono quelli più colpiti insieme alle donne il cui tasso di occupazione è molto basso. Gli occupa-ti sono impegnaoccupa-ti soprattutto nel terzia-rio (58%) e meno nell’industria (25%), soprattutto boschiva. Il settore primario rappresenta l’occupazione per il 17% dei

lavoratori e presenta un valore tipico di una economia arretrata.

Il tasso di invecchiamento presenta valori preoccupanti: in 9 comuni ci sono due vec-chi per ogni giovane e in due casi troviamo un giovane ogni 5 anziani. Solo in 10 co-muni i giovani sono in numero maggiore dei vecchi.

Mediamente i Comuni montani distano dal capoluogo 50 km.

Nonostante la lontananza dal capoluogo esistono solo 5 ospedali (Acri, Mormanno, San Giovanni in Fiore, Soveria Mannelli, Serra San Bruno). Solo in 9 comuni è pre-sente la guardia medica.

Gli uffici postali e le scuole primarie sono

Comuni Numero Comuni con centro abitato oltre 600 m slm territorialeSuperficie Popolazione Densità

Montagna interna 94 43 4.218 251.038 59,52

Montagna litoranea 59 3 2.090 206.997 99,04

Collina Interna 106 7 3.194 409.474 128,2

Collina litoranea 128 3 4.225 849.746 201,12

Pianura 22 1.354 294.140 217,24

Comuni con centro abitato oltre i 600 metri slm 56 2.691 139.796 51,95

Totale 409 15.081 2.011.395 133,37

Distribuzione dei Comuni con centro abitato oltre i 600 metri slm rispetto ai comuni definiti montani dall’ISTAT in Calabria

(15)

14

presenti in tutti i comuni, mentre una caserma dei carabinieri è presente nella metà di essi. Solo in 2 comuni è presente una sala cinematografica e un centro an-ziani. Sono presenti solo 4 librerie di cui tre in un solo comune (Acri). Due comuni possono contare su asili, mentre non esi-stono centri disabili. In compenso sono presenti 12 banche nei 56 comuni montani calabresi.

Tutti i comuni fanno parte degli Enti parco. Nonostante la presenza del Parco, questi comuni scontano uno stato di arretratezza resa ancora più complicata dall’assenza di quelle istituzioni (comunità montane) pre-poste allo sviluppo di queste aree o almeno a ridurre le distanza esistenti tra le aree montane e quelle a valle. Negli ultimi tempi si sta discutendo della possibile soppres-sione di queste istituzioni e l’istituzione delle unioni dei comuni.

Infine, da analisi effettuate sull’attuazione di alcuni interventi in Calabria, quali la 488 per gli incentivi alla piccola e media

Incidenza dei comuni, della superficie e della popolazione nei comuni montani con centro abitato oltre i 600 m slm in Calabria

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat, Censimento 2010 Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat, Censimento 2010

Incidenza dell’occupazione per settori di atti-vità nei comuni montani (centro abitato oltre i 600 metri slm) in Calabria 0 5 10 15 20

% Comuni % Superficie % Popolazione 0 10 20 30 40 50 60

(16)

Distribuzione dei comuni montani (con centro abitato oltre i 600 metri slm) per numero di abitanti in Calabria

Comuni con popolazione Numero

< 1000 abitanti 16

1000-3000 27

3000-5000 10

> 5000 abitanti 3

Totale 56

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat, Censimento 2010 impresa, il Programma Operativo Monofon-do agricoltura e l’insediamento dei giovani in agricoltura si evidenzia che nelle aree montane l’incidenza del primo insediamen-to giovani è pari all’8% dell’insediameninsediamen-to totale regionale, l’incidenza degli inter-venti 488 e del POM sono pari al 6% de-gli interventi totali; mentre nelle aree di pianura gli stessi interventi sono pari al

20% del totale. Questi dati evidenziano la difficoltà da parte di queste aree a compe-tere per l’utilizzo delle risorse messe a di-sposizione. Sarebbe il caso di allocare in queste aree parte delle risorse disponi-bili, senza farle passare attraverso una competizione con le altre aree che non può che essere perdente per la montagna calabrese.

Distribuzione dei comuni (con centro abitato oltre i 600 metri slm) per tasso di spopola-mento in Calabria

Tasso di

spopolamento Numero Comuni %

positivo 8 14,29 tra 0 e -5% 13 23,21 tra - 5% e - 10% 19 33,93 tra -10% e -20% 12 21,43 > - 20% 4 7,14 Totale 56 100,0

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat, Censimento 2010 Fonte: Istat, 2011

I comuni montani (con centro abitato oltre i 600 metri slm) in Calabria

(17)

16

ProDotto interno lorDo

Nel 2011, il PIL calabrese a prezzi correnti

si è attestato su circa 34 miliardi di euro, pari al 2,1% del PIL nazionale e allo 0,28% di quello comunitario. Rispetto al 2010, il PIL è cresciuto del 2% in termini nominali confermando la tendenza degli ultimi dieci anni. Tuttavia, in termini reali, dopo un pe-riodo di sostanziale stabilità, a partire dal 2007 il PIL ha segnato variazioni negative che hanno portato nel 2011 ad una ridu-zione complessiva del 7% nel quadriennio. Rispetto al 2010, il PIL è diminuito dello 0,1% in termini reali.

Il PIL pro capite, pari a circa 17.000 euro, risulta inferiore in valori correnti del 30% circa rispetto al PIL italiano ed europeo. In termini reali, il divario rispetto alla media UE è ancora più ampio attestandosi intor-no al 40%. Migliori sointor-no i risultati del Pil per unità di lavoro, inferiori del 20% circa della media italiana e comparabili con la media europea.

Andamento del PIL per abitante in Calabria (euro), dal 2000 al 2011

PIL/Abitante Anni correntiPrezzi concatenati*Valori

2000 12.771 14.858 2001 13.495 15.336 2002 13.922 15.261 2003 14.464 15.473 2004 15.141 15.806 2005 15.516 15.516 2006 16.200 15.844 2007 16.693 15.987 2008 16.921 15.655 2009 16.503 14.957 2010 16.546 14.839 2011 16.877 14.814 Calabria/Italia (2011) 0,65 0,63 Calabria/Mezzogiorno (2011) 0,95 0,92 Calabria/UE(27)(2011) 0,67 0,63

*I valori concatenati esprimono la dinamica reale dell’aggregato economico con riferimento all’anno 2005

Fonte: Conti economici regionali, Istat

Andamento del PIL per unità di lavoro in Ca-labria (euro), dal 2000 al 2011

PIL/Abitante Anni correntiPrezzi concatenati*Valori

2000 42.391 49.317 2001 43.167 49.055 2002 43.384 47.560 2003 44.686 47.803 2004 46.013 48.034 2005 47.235 47.235 2006 48.635 47.566 2007 50.873 48.724 2008 52.699 48.757 2009 52.049 47.172 2010 52.525 47.105 2011 53.950 47.355 Calabria/Italia (2011) 0,82 0,80 Calabria/Mezzogiorno (2011) 0,93 0,92 Calabria/UE(27) (2011) 1,0 0,89

*Esprimono la dinamica reale dell’aggregato economico con riferimento all’anno 2005

(18)

Andamento del PIL in Calabria (mio. euro), dal 2000 al 2011 Prezzi correnti Valori concatenati* 0 5 10 15 20 25 30 35 40 2005 2001 2002 2003 2004 2006 2008 2009 2000 2007 2010 2011

*Esprimono la dinamica reale dell’aggregato economico con riferimento all’anno 2005 Fonte: Conti economici regionali, Istat

(19)

18

coltura e industria alimentare e bevande rappresenta il 2,8% del VA agroindustriale nazionale. In particolare, l’agricoltura

rap-presenta il 4,3% del valore aggiunto agri-colo nazionale mentre l’industria alimenta-re, delle bevande e del tabacco rappresenta

Fonte: Conti economici regionali, Istat

Valore aggiunto

Nel 2011, il valore aggiunto della Calabria, espresso in valori correnti, ammonta a circa 30 miliardi di euro, pari al 2,1% del valore aggiunto nazionale. La sua compo-sizione è caratterizzata dal forte peso dei servizi, pari all’82%, superiore al valore medio nazionale, pari al 73%. L’agricoltura pesa per il 4,1%, il doppio della media na-zionale, mentre l’industria pesa per il 14% circa a fronte di una media nazionale del 25% circa. Il contributo dell’agricoltura alla formazione del PIL è superiore non solo alla media italiana ed europea ma anche alla me-dia delle regioni del Mezzogiorno. La dinamica della composizione del VA re-gionale in termini reali nel periodo 2000-2011 mostra la riduzione del peso dell’in-dustria ed un aumento del peso dei servizi a partire dal 2007. Nel decennio conside-rato, l’agricoltura, in termini reali, ha con-corso alla formazione del valore aggiunto per una percentuale tra il 4,8% e il 6,7%. Con riferimento al solo settore agroindu-striale, il valore aggiunto calabrese di

agri-Composizione % del VA in Italia e in Calabria, 2011 (milioni di euro, valori correnti)

Italia Calabria 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Agricoltura, silvicoltura

(20)

l’1,35% del corrispondente valore naziona-le. Il settore agroindustriale rappresenta il 5% del valore aggiunto regionale, valore

superiore alla media nazionale (3,7%). Nel 2011, il valore aggiunto agricolo segna

un incremento dell’8,4% in termini nomi- PiemonteValle d'Aosta 1,31,0

Lombardia 0,9

Bolzano 3,7

Trento 2,6

Veneto 1,7

Friuli Venezia Giulia 1,2

Liguria 1,1 Emilia Romagna 2,1 Toscana 1,7 Umbria 2,0 Marche 1,4 Lazio 0,9 Abruzzo 2,1 Molise 4,0 Campania 2,3 Puglia 3,2 Basilicata 4,8 Calabria 3,6 Sicilia 3,3 Sardegna 2,7 Italia 1,8 Nord 1,4 Centro 1,3 Mezzogiorno 2,9 UE-27 1,7

Incidenza % del VA dell’agricoltura1 sul PIL, 2011

1 Agricoltura, silvicoltura e pesca

Fonte: elaborazioni su dati Istat per l’Italia e Eurostat per UE-27

Evoluzione del peso dei singoli settori sulla formazione del VA calabrese (valori concatenati, anno di riferimento 2005, milioni di euro)

Agricoltura silvicoltura e pesca Industria 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Servizi 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

(21)

20

nali e dell’1,6% in termini reali rispetto all’anno precedente, mostrando un’inver-sione di tendenza dopo i segni negativi che ne hanno caratterizzato l’andamento dopo il 2007. In termini reali esso risulta aumentato del 10% nel periodo 2000-2011. Il settore dell’industria alimentare e delle bevande calabrese rappresenta l’1,12% del valore aggiunto regionale e il 21,4% del valore aggiunto dell’industria manifattu-riera, valore di molto superiore alla media nazionale, che è pari all’11% circa. L’evo-luzione del valore aggiunto del settore in termini reali nel periodo 2000-2011 mo-stra un andamento decrescente, con una riduzione, nel periodo considerato, dell’8% circa.

Il VA del settore agroalimentare in Italia e in Calabria nel 2010 a prezzi correnti (prezzi di base in milioni di euro)

Calabria Italia Calabria/Italia (%) Agricoltura, silvicoltura e pesca 1.131,9 26.371,4 4,3

Industria alimentare 330,4 24.463,8 1,4

Totale agroindustria 1.462,2 50.835,3 2,9

Totale industria manifatturiera 1.540,4 224.539,4 0,7

Totale VA 29.589,4 1.391.857,3 2,1

% agroindustria/totale VA 3,7 4,9

% ind. alimentare Calabria/ind. alimentare Italia 1,4

% ind. alimentare/ ind. manifatturiera 10,9 21,4

% ind. alimentare/agroindustria 48,1 22,6

(22)

1427,3 308 260 270 280 290 300 310 320 330 340 0 500 1000 1500 2000 2500 2000

agricoltura, silvicoltura e pesca industrie alimentari, delle bevande e del tabacco

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Evoluzione del VA dell’agricoltura e dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco in Calabria (valori concatenati, anno di riferimento 2005, milioni di euro)

(23)

22

forze di lavoro, il tasso di occupazione fem-minile dell’agricoltura calabrese è del 43% nel 2011, quota superiore sia rispetto al totale dell’economia (37%), sia all’analogo dato delle regioni meridionali (26,1%), che a quello dell’Italia (29,2%).

L’incidenza degli occupati agricoli sul totale (13,6%) colloca la Calabria al di sopra della media nazionale, pari al 3,9%, e di quella dell’UE-27, pari al 5%. Nel 2011, in Calabria, l’occupazione in agricoltura, espressa in termini di unità

occuPazione e ProDuttiVità

Nel 2011 in Calabria gli occupati totali, pari a poco più di 624.000 unità, rap-presentano il 2,5% del totale nazionale; gli occupati in agricoltura ammontano a circa 85.000 unità, corrispondenti al 9% circa degli occupati agricoli italiani. Tra il 2010 e il 2011 gli occupati agricoli sono aumentati del 3,8% (+3.100 uni-tà), confermando la tendenza positiva degli ultimi quattro anni; gli occupati del settore dei servizi sono anch’essi cresciuti dell’1,6% (+7.100 unità), men-tre quelli dell’industria sono diminuiti del 9,5% circa (-10.800 unità), ripor-tando gli occupati del settore ai valori di dieci anni fa. Il saldo complessivo rimane sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. A livello nazionale, invece, il leggero miglioramento del sal-do (+0,4%) è il risultato della riduzione degli occupati agricoli e di quelli dell’in-dustria e dalla crescita degli occupati nei servizi.

Secondo i dati ISTAT della rilevazione sulle 0 100 200 300 400 500 600 700 Occupati totali Occupati agricoli Occupati industria Occupati servizi 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Fonte: Istat, Conti economici regionali

(24)

Piemonte 3,6

Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste 4,0

Liguria 2,5

Lombardia 1,5

Trentino Alto Adige / Südtirol 4,6

Provincia Autonoma Bolzano / Bozen 5,2

Provincia Autonoma Trento 4,1

Veneto 3,1 Friuli-Venezia Giulia 2,8 Emilia-Romagna 3,3 Toscana 2,7 Umbria 2,8 Marche 3,6 Lazio 1,8 Abruzzo 6,8 Molise 9,5 Campania 4,4 Puglia 8,7 Basilicata 9,2 Calabria 13,6 Sicilia 7,6 Sardegna 6,3 Italia 3,9 UE-27 5,0

Incidenza % degli occupati in agricoltura sul totale occupati dell’economia, 2011

Fonte: Istat, Conti economici regionali lavorative (UL), rappresenta una quota

del 15% sul totale regionale, rispetto al 16% dell’industria e al 70% dei servizi. Nel 2011, la produttività media di un’u-nità lavorativa agricola, espressa in termini reali come VA per UL, è pari al

42% della produttività media di un’u-nità lavorativa dell’industria e al 31% dell’analogo dato riferito ai servizi. A partire dal 2007 si evidenzia un trend decrescente della produttività media agricola.

15%

70%

16% Industra (comprese costruzioni)Agricoltura, silvicoltura e pesca Servizi Unità di lavoro in Calabria per settore, 2011 (media annua in migliaia)

(25)

24

VA ai prezzi di base per UL per settore (euro) 2000-2011 in Calabria (valori concatenati, anno di riferimento 2005)

Fonte: Istat, Conti economici regionali

0 10 20 30 40 50 60 Agricoltura Industria Servizi 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

(26)

Strutture agricole

In Calabria, sulla base dell’ultimo cen-simento dell’agricoltura dell’Istat, risul-tano attive 137.790 aziende agricole, di cui il 7,2% con allevamenti (9.914), le quali occupano una superficie totale pari a 704,7 mila ettari, il 78% della quale costituisce la superficie agricola utilizzata (549.254 ettari).

Rispetto al 2000 è consistente la dimi-nuzione del numero di aziende (-21,5%) e della superficie totale (-16,4%); rima-ne invariata la superficie agricola uti-lizzata (-1,0%).

Il tessuto produttivo delle aziende agri-cole calabresi è da sempre caratterizza-to da una forte polverizzazione (la SAU media è rimasta sostanzialmente inva-riata passando da 4,03 a 4,00 ettari). Le aziende sotto i 5 ettari sono l’86% del totale delle aziende e insistono sul 29% della superficie agricola utilizzata. Per quanto riguarda la forma giuridica, le aziende individuali rimangono quelle prevalenti (98,7% del totale) anche se

Variazione delle aziende, della SAU e della superficie totale (2000-2010) in Calabria 21,7 15,1 Superficie totale SAU Aziende 0 -5 -10 -15 -20 -25

sono in crescita, rispetto al censimento 2000, le aziende inquadrate sotto il pro-filo giuridico delle “società”: le società semplici (452), le altre società di per-sone (306), le società di capitali (214) e le società cooperative (162). Per quan-to riguarda il tiquan-tolo di possesso, anche nell’ultimo censimento, seppur in calo del 27% rispetto al 2000, la proprietà rimane il titolo di possesso prevalente; delle 137.700 aziende calabresi, l’85% risultano di proprietà, il 3% hanno

superfici in affitto, il 4% solo ad uso gratuito e l’8% utilizzano terreni sia in proprietà che in affitto.

La già citata diminuzione delle superfici delle aziende (sia in termini di SAT che di SAU) si presenta con valori considerevoli proprio nelle aziende di proprietà, tanto che dal 2000 al 2010 in questa categoria la SAT diminuisce del 30% e la SAU del 18%, mentre si evidenzia un aumento di entrambe le superfici per tutte le altre for-me di possesso. Nelle forfor-me miste, quelle

(27)

26

che combinano l’affitto con l’uso gratuito, le superfici aumentano del 200%.

La dimensione media della SAU in affitto è 11 ettari, mentre nel 2000 era di circa la metà. Le dimensioni medie delle azien-de che utilizzano forme miste di posses-so fanno registrare un aumento dai 9 ettari del 2000 ai 12 ettari del 2010. Per quanto riguarda la forma di con-duzione delle aziende agricole, dai dati dell’ultimo censimento si riscontra che in regione il numero di aziende condotte direttamente dal conduttore è diminuito rispetto alla rilevazione del 2000 di ben 37.255 unità (-22%), di 198 quelle con salariati e di 17 le aziende con altra for-ma di conduzione. Sempre riguardo alla forma di conduzione è interessante far emergere il dato che riguarda invece la superficie delle aziende rispetto alla for-ma di conduzione delle stesse; sia la SAU che la SAT, infatti aumentano in manie-ra esponenziale nelle aziende con altmanie-ra forma di conduzione: la SAU aumenta

Distribuzione percentuale delle aziende e della superficie agricola utilizzata (SAU) per classi di SAU in Calabria Aziende SAU 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 0 - 0,99 1 - 1,99 2 - 4,99 5 - 9,99 10 - 19,99 20 - 49,99 50 - 99,99 100 e oltre

(28)

Distribuzione delle aziende e della superficie agricola utilizzata per titolo di possesso dei terreni in Calabria Aziende SAU 0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000 90.000

Proprietà Affitto Uso gratuito Parte in proprietà

e parte in affitto Parte in proprietàe parte in

uso gratuito Parte in affitto e parte in uso gratuito Parte in proprietà parte in affitto e parte in uso gratuito

(29)

28

di 9.254 ettari (+498%) e la SAT di ben 26.465 ettari (+948%).

Non solo il numero delle aziende censite in Calabria diminuisce, ma anche le superfici interessate alle diverse colture si rilevano in diminuzione negli ultimi dieci anni. Que-sto è vero per la coltivazione della vite, della barbabietola da zucchero, dei fruttiferi e degli orti familiari. In controtendenza, inve-ce, sono le due coltivazioni più importanti della regione, ovvero la superficie investita ad agrumi (+10,4%) e la superficie interes-sata dalla coltura dell’olivo (+14,4%) anche se il numero di aziende diminuisce rispetti-vamente del 32,2% e del 5,7%. Aumentano, rispetto al censimento del 2000, anche le superfici a sementi, fiori e piante ornamen-tali e piante sarchiate da foraggio. Le coltivazioni legnose agrarie si confer-mano come le principali attività presenti nel maggior numero di aziende con, rispet-tivamente 124 mila aziende e 251 mila ettari di SAU interessati. La coltura prin-cipale rimane l’olivo che viene coltivato nel

2000 2001 0 2 4 6 8 10 12

Forme miste Solo uso gratuito Solo affitto Solo proprietà

Variazione della dimensione media della SAU (in ettari) nelle aziende per titolo di possesso in Calabria

(30)

Coltivazioni Aziende Variazioni% Superficie investita Variazioni% 2010 2000 2010 2000 Cereali 26.459 40.225 -34,2 91.172,94 103.731,99 -12,1 Ortive 14.049 29.007 -51,6 13.160,94 11.583,05 13,6 Foraggere avvicendate 6.363 9.283 -31,5 26.219,08 24.724,51 6,0 Vite 13.431 34.291 -60,8 10.028,10 13.825,81 -27,5 Olivo 113.907 120.739 -5,7 185.914,68 162.476,92 14,4 Agrumi 20.974 30.920 -32,2 35.185,30 31.867,48 10,4 Fruttiferi 11.736 28.284 -58,5 18.532,35 24.056,11 -23,0

Distribuzione delle aziende e della superficie utilizzata per tipo di coltivazione in Calabria

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat, Censimento 2010 75% delle aziende totali (113.907 aziende) e interessa una superficie di 186.000 et-tari (pari al 34% della SAU complessiva). L’altra coltivazione importante a livello regionale, ovvero quella che riguarda gli agrumi, vede censite 20.974 aziende, pari al 15% del totale delle aziende calabresi,

con una superficie di 35.408 ettari di SAU (6% della superficie totale calabrese). Discorso diverso bisogna invece fare per quanto riguarda il settore zootec-nico calabrese. Le aziende con alleva-menti in regione rappresentano il 7,2% delle aziende complessive e ciò

identifi-ca la Calabria tra le regioni con la più bassa incidenza di aziende zootecniche. La forte ristrutturazione avvenuta nel settore zootecnico nel corso degli ultimi 10 anni in Calabria ha condotto, da una parte, a una consistente diminuzione del numero delle aziende con

(31)

allevamen-30

Distribuzione del numero di aziende con allevamenti e relativi capi per tipo di allevamento in Calabria

Province con allevamentiTotale aziende Bovini Bufalini Suini Ovini Caprini Equini Allevamentiavicoli

Aziende 10.189 4.885 16 2.193 1.883 1.491 457 1.806

Capi 98.436 1.041 51.214 62.826 50.079 1.536 459.564

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat, Censimento 2010

Distribuzione del numero di persone e relative giornate di lavoro in Calabria

Manodopera familiare Altra manodopera aziendale

Totale generale Totale

In forma continuativa

Totale Conduttore Coniuge Altri parenti del

conduttore

A tempo

indeterminatodeterminatoA tempo saltuariaIn forma

Lavoratori non assunti direttamente dall’azienda Persone 137.141 75.880 46.467 259.488 2.463 12.067 62.142 22.655 99.327 358.815 Giornate 6.842.044 2.329.923 1.563.414 10.735.381 352.869 1.101.306 3.046.057 469.838 4.970.070 15.705.451

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat, Censimento 2010 ti ma, dall’altra, anche a un confortante aumento del numero medio di capi al-levati, soprattutto per quanto riguarda

il numero di capi negli allevamenti dei bufalini.

Il numero di persone impegnate nelle

aziende calabresi è pari a 358.815 unità per 15.705.451 di giornate. Mediamente ogni persona lavora 44 giornate all’anno.

(32)

Distribuzione percentuale delle persone e relative giornate di lavoro impegnate in azienda in Calabria La maggior parte delle giornate di

la-voro vengono prestate dal conduttore (45% del totale) e dai salariati (32%). L’agricoltura calabrese continua ad es-sere gestita da conduttori anziani con basso titolo di studio.

I conduttori con un’età oltre i 65 anni sono il 37% del totale e solo il 10% ha un’età al di sotto dei quarant’anni. Quasi il 74% dei conduttori ha al mas-simo un diploma di scuola media infe-riore, ma tra di essi il 34% ha solo la licenza elementare e il 10% è privo di titolo di studio. Persone Giornate 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

Conduttore Familiari Salariati Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat, Censimento 2010

(33)

32

Distribuzione percentuale dei conduttore secondo l’età in Calabria

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat, Censimento 2010

0 5 10 15 20 25 30 35 40 <40 anni 40-50 50-60 oltre 65

Distribuzione percentuale del conduttore per titolo di studio in Calabria

0 5 10 15 20 25 30 35 Laureati a indirizzo agrario Laureati

altro tipoDiplomati aindirizzo

agrario Diplomati

altro tipoqualificati aDiplomati

indirizzo agrario Diplomati qualificati altro tipo Licenza di scuola media inferiore Licenza di scuola elementare Capi azienda privi titolo di studio

(34)

imPiego Degli immigrati in agricoltura

Nel 2011 sono presenti in Calabria

74.602 stranieri (3,8% della popolazio-ne) con una netta prevalenza delle don-ne (40.812) sugli uomini (33.790). Si registra, rispetto al 2010, un incremen-to del 13% (65.867 stranieri nel 2010). Dai dati INPS sull’impiego degli occupati in agricoltura a tempo determinato, si evince che in Calabria vengono impiega-ti quasi 124 mila lavoratori per un tota-le di 10,7 milioni di giornate. Di queste, 1 milione sono fornite da 22.000 lavora-tori immigrati (18% del totale dei lavo-ratori). I lavoratori immigrati occupati a tempo determinato sono giovani (nel 69% dei casi) e maschi (nel 59%) a dif-ferenza degli italiani dove prevalgono gli adulti e le donne. La maggior parte dei lavoratori stranieri proviene dai pa-esi neo comunitari (75%) e mediamente sono impegnati per 49 giornate all’an-no, mentre gli italiani sono impegnati per il doppio delle giornate (94 giornate medie annue). Il 75% degli stranieri

vive in soli 37 comuni calabresi localiz-zati intorno alle piane di Lamezia, Siba-ri, Gioia Tauro e nel crotonese. Accanto a questa manodopera ufficiale e regolare, l’agricoltura calabrese im-piega manodopera definita “invisibile”. Per quanto riguarda l’incidenza della manodopera immigrata nell’agricoltura regionale, il 2011 può essere definito come l’anno del “ritorno alla normali-tà”.

Dopo la drastica diminuzione registrata nel 2010 (-40% nel numero di lavorato-ri) dovuta principalmente a quanto suc-cesso a Rosarno (RC) nel gennaio 2010, e a quanto questo evento ha comportato in termini di ricaduta sull’intero ter-ritorio calabrese, nel 2011 si è potuto constatare un ritorno dei valori nello standard di quanto rilevato negli anni precedenti il 2010.

Da anni si sostiene, infatti, che il pro-blema dello sfruttamento della manodo-pera immigrata è la diretta conseguenza

di tutta una serie di altre carenze che caratterizzano il territorio: ad esempio la mancanza di riqualificazione nella produzione degli agrumi, fa si che il pro-dotto sia principalmente un propro-dotto da industria e, quindi scarsamente remu-nerati. Ne segue che raccoglierlo deve necessariamente costare poco e per far-lo ci si avvale di manodopera straniera e sottopagata.

Per il 2011, infatti, si stima siano stati impiegati nelle aziende agricole calabre-si un numero di lavoratori immigrati (extracomunitari e neo-comunitari) pari a 10.930 unità.

Tralasciando il dato relativo al 2010 (5.973 lavoratori stranieri in agricol-tura), il valore del 2011 si presenta in linea con quella che è stata la presenza di lavoratori nel comparto agricolo ca-labrese registrato negli anni precedenti (nel 2009 il dato era pari a 10.576 im-migrati).

(35)

34

L’impiego degli immigrati nell’agricoltura in Calabria

Fonte: Indagine diretta Inea, 2012

Comparti Produttivi Fasi/ Operazioni extra com. Impiegati di cui Neocomunitari Paese di provenienza Periodo dell’anno Giornate complessive effettive Orario medio giornaliero effettivo Tipo di contratto Euro % Euro % In fo rm al e (% ) Regolare To ta le (% di cui: In te gr al m en te (% ) Parzialmente % tempo dichiarato/ tempo effettivo (%) 1 2 3 3a 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

Zootecnia Tenuta stalle e

pastorizia 1.300 520 (40%) Pakistan, India, Romania tutto l'anno 320 10h 0 100 0 100 33 40 0 15/20 100

Colture ortive

Pomodoro Raccolta 800* 280 (35%) Polonia, Romania, Marocco 20giu/30ago 45 10-12h 100 0 0 0 0 40 0 20/25 100

Patate Raccolta 1300* 975 (75%) Polonia, Romania, Ucraina ago/ott 40 10-12h 100 40 20/25 100

Finocchi Raccolta 300* 180 (60%) Polonia, Romania, Albania Febbraio 20 8h 100 0 0 0 0 40 0 20/25 100

Colture Arboree

Agrumi Raccolta 8000 3200 (40%) Senegal, Mali, Burkina Faso, Romania Ott/Mag 100 8-10h 100 0 0 0 0 40 0 20/25 100

Olivo Raccolta 3500* 2100 (60%) Polonia, Albania, Romania Sett/Marzo 50 8h 100 0 0 0 0 40 0 20/25 100

Frutta Raccolta Pesche,

kiwi. Ecc. 1000* 400 (40%) Albania, Polonia, Marocco, Senegal Gen/Giu 100 8-10h 100 0 0 0 0 40 0 15/20 100

Florovivaismo Lavori Vari (pulizia

(36)

la maggior quantità di manodopera è quello relativo alle colture arboree. Nel-la raccolta delle olive e successivamen-te degli agrumi, infatti, si è stimata la presenza di circa 8.500 immigrati nel 2011; altro comparto rilevante è quello delle colture ortive (patate, pomodori e finocchi).

Un altro settore in cui la presenza di lavoratori immigrati è molto presente è la zootecnia, che nel 2011 ha registra-to la presenza di 1.300 unità. Si sono registrati poi 250 immigrati circa nel florovivaismo e 880 nelle attività legate all’agriturismo e al turismo rurale. Le aziende agrituristiche hanno registrato un aumento del numero di personale straniero impiegato presso di esse, in-fatti mentre per le rilevazioni degli anni precedenti in media ogni azienda agri-turistica impiegava un immigrato, nel 2011 la media è salita a 1,5. Nessun im-migrato risulta impiegato in attività di trasformazione o commercializzazione.

Le attività svolte dai lavoratori immi-grati (extra-comunitari e neo-comunita-ri) nelle aziende agricole calabresi sono prevalentemente attività stagionali concentrate nel periodo della raccolta: in estate la raccolta dei pomodori, del-le pesche e deldel-le patate; in autunno del-le olive ed in inverno fino alla primavera gli agrumi.

Al contrario, gli immigrati impiegati nel comparto zootecnico lavorano quasi tutti per l’intero anno e sono impegnati nelle attività del governo delle stalle e della pastorizia. Le aziende presso le quali questi immigrati lavorano sono prevalentemente aziende condotte da anziani e con una consistenza di 150– 200 capi di bestiame per quanto riguar-da l’allevamento di ovicaprini e di alme-no 20 capi per quanto riguarda i bovini. I proprietari delle aziende assumono i lavoratori extracomunitari perché c’è scarsa disponibilità di manodopera lo-cale nelle attività legate alla pastorizia

a causa dei bassi livelli salariali e delle pessime condizioni di vita e di lavoro, mentre gli immigrati si adattano a qual-siasi tipo di lavoro e accettano salari anche molto bassi.

Di solito dopo il primo periodo di irre-golarità i datori di lavoro nel settore zootecnico assumono i lavoratori im-migrati come braccianti agricoli (102 giornate lavorative annue) per cui pos-sono godere anche del sussidio di disoc-cupazione, anche se lavorano a tempo pieno in azienda, dove vengono anche ospitati e dove spesso sono raggiunti dai familiari. I paesi di provenienza di questi lavoratori rimangono soprattutto India e Pakistan (soprattutto nel terri-torio della provincia di Reggio Calabria e per gli allevamenti ovicaprini), anche se è stata rilevata la presenza di mol-ti neo-comunitari (rumeni e polacchi, soprattutto) nelle aziende zootecniche dell’altopiano silano dedite all’alleva-mento dei bovini.

(37)

36

L’impiego di manodopera straniera nel-le aziende agrituristiche mostra che la presenza di lavoratori extracomunitari è un fatto consolidato anche se non si presenta con la consistenza registrata nel settore primario. In media, infatti, ogni azienda impiega più di 1 immigra-to, prevalentemente come cameriere (in sala nelle aziende che offrono ristora-zione, e per la pulizia delle stanze, in quelle che offrono anche la possibilità di pernottare) e cuochi.

La tipologia dei cittadini stranieri pre-senti a titolo regolare o irregolare sul territorio calabrese rivela un notevo-le aumento della presenza di cittadini dell’est europeo anche in quei comparti in cui tradizionalmente erano impiegati prevalentemente magrebini e cittadi-ni dei paesi sub-sahariacittadi-ni (senegalesi, maliani, sudanesi, nigeriani). Infatti, se fino a pochi anni fa erano soprattutto marocchini e senegalesi gli stranieri impiegati in agricoltura in Calabria,

oggi troviamo una presenza rilevante di romeni, ucraini, polacchi, albanesi che stagionalmente si occupano della raccolta dei pomodori e delle patate piuttosto che delle arance o delle olive. Queste stesse nazionalità sono anche quelle più rappresentate nelle aziende agrituristiche.

Per quanto riguarda le colture ortive, si riscontra la presenza di lavoro im-migrato nella raccolta del pomodoro da metà giugno a fine agosto, periodo in cui in media ogni lavoratore effettua 45 giornate con un orario giornaliero che varia dalle 10 alle 12 ore; da fine ago-sto a fine ottobre sempre più immigrati sono impiegati nella raccolta delle pata-te (coltura in forpata-te espansione soprat-tutto sull’altipiano Silano) per un totale di 40 giornate pro capite ed un orario che varia anche in questo caso dalle 10 alle 12 ore giornaliere; nel mese di feb-braio invece si concentra la raccolta del finocchio (soprattutto nelle aziende

del-la provincia di Crotone) che vede impie-gati per 8 ore (viste anche le ridotte ore di luce) e per 20 giorni gli immigrati. Il comparto sicuramente più consisten-te è quello delle colture arboree. La raccolta delle olive che, a seconda del-le varie zone climatiche del territorio calabrese, inizia a settembre e si pro-trae anche fino a marzo vede impiegati i lavoratori immigrati in media per 50 giornate complessive pro capite e per 8 ore al giorno; gli agrumi si raccolgono da ottobre a marzo ma, nella Piana di Rosarno e di Gioia Tauro, la raccolta si protrae fino a maggio e in questo tipo di comparto i lavoratori sono impiega-ti in media per 100 giornate effetimpiega-tive e per 8-10 ore al giorno; anche la raccolta della frutta (soprattutto kiwi e pesche) presenta le stesse caratteristiche: 100 giornate in media pro capite e 8-10 ore di lavoro giornaliere.

Lo stesso numero di ore lavorano effet-tivamente gli immigrati impiegati nel

(38)

florovivaismo, i quali però sono impie-gati per tutto l’anno ed effettuano in media 320 giornate.

I lavoratori impiegati nelle aziende agri-turistiche lavorano nel periodo di aper-tura al pubblico delle stesse, ovvero da aprile a novembre, ognuno per un totale di 240 giornate e per 8-10 ore giorna-liere.

La totalità dei contratti di lavoro di cui usufruiscono i lavoratori stranieri in tutti i comparti sono informali e i salari variano dai 15-20 euro al giorno per co-loro che sono impiegati in attività agri-turistiche, nella raccolta della frutta e nel florovivaismo, ai 20-25 euro con i quali sono retribuiti coloro che sono im-piegati nella raccolta dei pomodori, dei finocchi, degli agrumi e delle olive. Tale

retribuzione giornaliera rispetto alla paga sindacale è minore in alcuni casi fino al 55%. Discorso a parte merita la tipologia contrattuale ed il tipo di retri-buzione che hanno i lavoratori impiegati nel settore zootecnico. Per loro infatti il contratto risulta regolare anche se per un numero di giornate minore rispetto a quelle realmente effettuate e anche la paga è mensile anziché giornaliera. Dalle informazioni raccolte, comunque, risulta che la paga media giornaliera an-che per questi lavoratori è di 15-20 euro a fronte dei 40 euro previsti.

Come già evidenziato in Calabria, il lavoro degli immigrati presenta il ca-rattere tipico della stagionalità. Pochi risiedono nello stesso posto per periodi più lunghi dei 3-6 mesi, raramente si

registrano presenza per oltre 6 mesi (tranne in alcuni comparti produttivi, quali la zootecnia e il florovivaismo). Per questo motivo, le condizioni di vita e le condizioni abitative (spesso un box, una tendopoli, un magazzino, strutture pericolanti condivise da più persone) sono pessime e senza i servizi essenzia-li (luce, acqua potabile, servizi igienici, ecc.).

Il compenso giornaliero viene concorda-to al momenconcorda-to del reclutamenconcorda-to e vie-ne pagato a fivie-ne giornata direttamente dal datore di lavoro senza pensare che spesso al già ridotto salario si vanno ad aggiungere le spese che gli immigra-ti devono sostenere per raggiungere i campi con il trasporto garantito dai caporali.

(39)
(40)
(41)

40

inDuStria alimentare

Le imprese attive dell’industria alimentare calabrese sono 3.401, pari al 26,6% delle imprese manifatturiere regionali, quota su-periore alla media nazionale (pari al 10%). Rispetto al 2011, il numero delle imprese alimentari è diminuito dell’1,4%. Si tratta di un trend negativo, iniziato nel 2006, che ha avuto il suo picco nel 2009 con una diminuzione del 34% rispetto all’anno pre-cedente. Il 97% delle imprese attive è

coin-volto nella produzione di alimenti, mentre il restante 3% nel comparto delle bevande. La dimensione artigianale caratterizza una fetta importante delle aziende, pari al 60% di quelle attive. Cosenza e Reggio Calabria sono le province con la maggiore concentrazione di industrie alimentari, pari al 34%, rispettivamente, del totale regionale.

Per quanto riguarda la configurazione

giu-ridica delle imprese alimentari, la tipologia prevalente è rappresentata dalle imprese individuali che occupano una quota del 65% del totale delle imprese alimentari e delle bevande. Discreta è la quota delle so-cietà di persone (22%).

Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, relativi al 2010, l’industria alimentare ha garantito in Calabria occupazione a circa 10 mila addetti, pari al 20% circa

dell’oc-Industria alimentare e bevande Industria alimentare e bevande artigiana Manifatturiero

Alimentare Bevande % Alimentare Bevande % Totale %

Calabria 3.294 107 100 1.983 49 100 12.775 100 Cosenza 1.112 32 34 690 14 35 4.519 35 Catanzaro 499 16 15 298 5 15 2.273 18 Crotone 278 14 9 172 3 9 1.235 10 Reggio Calabria 1.129 41 34 645 26 33 3.734 29 Vibo Valentia 276 4 8 178 1 9 1.014 8 Fonte: Infocamere

(42)

Imprese registrate Imprese attive 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 Totale Artigiane

Imprese alimentari e delle bevande presenti in Calabria, 2012 Fonte: Infocamere 0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000 18.000 20.000 2006 2005 2004 2003 alimentari e bevande 2002 2007 2008 2009 2010 2011 2012 manufatturiero

Calabria, dinamica del numero delle imprese manifatturiere e alimentari attive

(43)

42

cupazione dell’industria manifatturiera e all’1,5% circa degli occupati totali. La di-namica dell’occupazione mostra un trend decrescente nell’ultimo triennio. Rispetto

al 2009, il settore ha registrato una dimi-nuzione degli occupati dell’8,5%. Nel com-plesso, il settore mostra segnali di forti difficoltà.

Composizione delle imprese alimentari e del-le bevande attive per natura giuridica (%) in Calabria, 2012 0 10 20 30 40 50 60 70 Società di

capitali Società dipersone individualiImprese Altre forme

Fonte: Infocamere

Dinamica degli occupati dell’industria alimentare in Calabria, media annua in migliaia

8,5 9,0 9,5 10,0 10,5 11,0 11,5 12,0 2004 2003 2002 2001 2000 2005 2006 2007 2008 2009 2010

(44)

DiStribuzione

La consistenza in Calabria degli esercizi commerciali al dettaglio in sede fissa, alla data del 30 giugno 2012, è pari a 32.435 unità. Gli esercizi commerciali al dettaglio specializzati e non specializzati nel settore alimentari e be-vande sono 9.694, pari a 4,8 esercizi per mille abitanti, consistenza superiore alla media italiana (3,6). Gli esercizi commerciali al det-taglio non specializzati, con prevalenza di pro-dotti alimentari e bevande, sono pari a 4.766. Di questi, i supermercati e gli ipermercati rap-presentano il 12,10% mentre i minimercati e altri esercizi non specializzati di alimentari vari rappresentano il 64%. Cosenza e Reggio Calabria sono le province con la più alta pre-senza di esercizi commerciali alimentari non specializzati (35% e 28% rispettivamente). In particolare, nella provincia di Cosenza è presente il 50% degli ipermercati e supermer-cati della Regione. Il commercio ambulante è rappresentato da 9.998 esercizi di cui 1.325 del settore alimentare. Le province di Cosenza e Reggio Calabria rappresentano il 34% e il 28% degli ambulanti regionali. Il commercio

Catanzaro Cosenza Crotone CalabriaReggio ValentiaVibo Totale

Esercizi al dettaglio in sede fissa 1.622 2.907 774 2.542 779 8.624

non specializzati con prevalenza

di prodotti alimentari e bavande 8.33 1.695 397 1.380 461 4.766 specializzati ad esclusione

dei prodotti del tabacco 789 1.212 377 1.162 318 3.858

Ambulanti per prodotti alimentari 225 445 133 376 146 1.325

Esercizi alimentari all'ingrosso 330 678 181 772 141 2102

Totale 3.799 6.937 1.862 6.232 1.845 20.675

La distribuzione alimentare in Calabria per provincia, 2012

Fonte: elaborazioni su dati Osservatorio del Commercio

Esercizi commerciali al dettaglio per 000 ab. in Calabria, 2012

Totale

(000 ab.) Alimentari (000 ab.) Alimentari/Totale (%) Sede fissa Calabria 16,1 4,8 29,9 Mezzogiorno 15,4 4,7 30,2 Italia 12,6 3,6 28,4 Ambulanti Calabria 4,3 0,7 15,4 Mezzogiorno 3,8 0,8 20,1 Italia 2,9 0,6 21,2

Fonte: elaborazioni su dati Osservatorio del Commercio all’ingrosso conta 6.754 esercizi di cui 2.102

alimentari. Le province di Cosenza e Reggio rappresentano il 32% e il 38%, rispettivamen-te, degli esercizi alimentari all’ingrosso. Secondo i dati disponibili sul numero degli addetti, riferiti al 31 dicembre 2011, i super-mercati occupano 2.932 addetti di cui il 40% nella sola provincia di Cosenza e gli ipermer-cati occupano 1.613 addetti, di cui il 53% nella provincia di Cosenza. Rispetto al 2010, gli addetti dei supermercati sono diminuiti del 7,3% mentre quelli degli ipermercati sono au-mentati del 18%.

(45)

44

Cosenza Catanzaro Crotone Reggio Calabria Vibo Valentia Totale Non specializzati

Ipermercati 5 8 2 7 1 23

Supermercati 286 78 51 105 34 554

Discount alimentari 23 2 7 - 1 33

Minimercati e altri esercizi non specializzati di alimentari vari 872 449 279 1.076 360 3.036

Prodotti surgelati 28 40 6 30 11 115

Non specificato 481 256 52 162 54 1.005

Totale 1.695 833 397 1.380 461 4.766

Specializzati

Prodotti alimentari, bevande e tabacco 12 14 13 17 12 68

Frutta e verdura 340 207 92 229 64 932

Carni e prodotti a base di carne 543 299 158 516 138 1.654

Pesci, crostacei e molluschi 129 60 33 165 42 429

Pane, dolciumi e confetteria 79 133 37 129 32 410

Bevande 24 8 11 36 7 86

Prodotti del tabacco 348 176 102 354 90 1.070

Altri prodotti alimentari 85 68 33 70 23 279

Totale 1.560 965 479 1.516 408 4.928

Numero esercizi commerciali al dettaglio in sede fissa con attività primaria specializzati e non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari e bevande per tipologia e provincia, 2012

(46)

La Calabria ha un peso trascurabile sulla bi-lancia commerciale agroalimentare italiana. L’import pesa solo per lo 0,62% e l’export per lo 0,55%. Tuttavia, il settore agroalimen-tare rappresenta un’importante fetta delle esportazioni totali calabresi, pari al 47% nel 2011. La dinamica delle esportazioni, totali e agroalimentari, mostra un trend positivo. Il

settore agroalimentare ha accresciuto il suo peso rispetto al 2003 di 10 punti percentuali, grazie all’aumento delle esportazioni del set-tore industria e bevande. Tuttavia, nell’ultimo anno le esportazioni agroalimentari sono dimi-nuite del 7% a fronte di un analogo aumento delle esportazioni totali. Il settore primario ha registrato una performance peggiore rispetto

gli Scambi con l’eStero

Peso % delle singole regioni sugli scambi na-zionali agroalimentari nel 2011

Import Export Emilia Romagna 15,3 15,9 Lombardia 24,2 15,8 Veneto 14,3 14,4 Piemonte 9,4 13,3 Campania 5,7 7,9 Trentino 3,5 6,0 Toscana 5,1 5,9 Puglia 4,1 4,2 Sicilia 2,2 3,4 Lazio 4,9 2,5 Friuli V.G. 1,8 2,2 Liguria 2,7 2,1 Abruzzo 1,1 1,6 Umbria 1,1 1,4 Marche 1,0 0,9 Calabria 0,6 0,6 Sardegna 0,8 0,4 Basilicata 0,3 0,3 Molise 0,2 0,2 Valle d'Aosta 0,1 0,2

Fonte: INEA, Commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari

Dinamica delle esportazioni totali e agroalimentari (AA) calabresi (milioni di euro)

Totale Totale AA PrimarioSettore Industria alimentare e bevande AA/Totale (%)

2003 318 114 47,1 66,9 36 2004 350,7 135,2 68,5 66,7 39 2005 318,8 134,5 67,5 67 42 2006 329 154 71,5 82,5 47 2007 427,9 149,8 61,5 88,3 35 2008 383,5 140,8 50,7 90,1 37 2009 327,9 126,3 44 82,3 39 2010 330,1 177 57,7 119,3 54 2011 354,9 163,1 50,7 112,4 46 variazione 2010/2011 7,5% -7,9% -12,1% -5,8% -7,7

(47)

46

Fonte: INEA, Commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari

Dinamica delle importazioni totali e agroalimentari (AA) calabresi (milioni di euro) Totale Totale AA PrimarioSettore Industria alimentare e bevande AA/Totale (%)

2003 550,3 193,5 71,4 122,1 35 2004 546,1 222,0 86,0 136 41 2005 612,3 244,2 98,6 145,6 40 2006 604,7 239,7 96,1 143,6 40 2007 684,2 247,7 78,5 169,2 36 2008 588 248,4 70,8 177,6 42 2009 552 222,0 55,4 166,6 40 2010 641,4 236,2 69,4 166,8 37 2011 578,2 243,4 67,0 176,4 42 variazione 2010/2011 -9,9% 3,0% -3,5% 5,8% 5,3

a quello dell’industria alimentare (-12% e -5% rispettivamente).

Il settore agroalimentare rappresenta una fetta importante anche delle importazioni totali della regione, pari al 42% nel 2011. Le importazioni agroalimentari mostrano un trend di crescita; nel 2011 hanno se-gnato un incremento del 3% circa

rispet-to all’anno precedente. Anche in quesrispet-to caso, il risultato è da attribuirsi all’indu-stria alimentare e delle bevande (+5,8%) mentre le importazioni del settore prima-rio diminuiscono del 3,6% contribuendo alla variazione negativa del 10% circa delle importazioni totali.

I principali prodotti esportati sono gli

ESPORTAZIONI %

Germania 21,7

Stati Uniti d'America 9,4

Francia 8,8 Regno Unito 8,6 Austria 7,5 Polonia 4,4 Paesi Bassi 3,9 Giappone 3,8 Canada 3,3 Algeria 3 IMPORTAZIONI % Germania 19 Spagna 18,5 Francia 16,3 Paesi Bassi 6,2 Stati Uniti 4 Vietnam 3,3 Regno Unito 2,6 Ecuador 2,4 Danimarca 2,3 Indonesia 2,2

Primi 10 paesi o aree partner commerciali, 2011

(48)

oli essenziali e mandarini e clementine che rappresentano il 19,4% e l’11,3%, rispettivamente, delle esportazioni agroa-limentari della regione. Seguono succhi di frutta e pesche. La Germania si conferma il nostro principale cliente e copre il 22% circa delle nostre vendite all’estero di prodotti agroalimentari; seguono gli Stati Uniti d’America (9,4%), la Francia (8,8%) e il Regno Unito (8,6%).

ESPORTAZIONI % IMPORTAZIONI %

Oli essenziali 19,4 Pesci lavorati 10,7

Mandarini e clementine 11,3 Carni suine 10,5

Succhi di frutta 10,1 Pesce congelato 10,2

Pesche 6,0 Carni bovine 8,7

Primi quattro prodotti o aggregati di importazione ed esportazione, 2011

(49)
(50)
(51)

50

riSultati ProDuttiVi in agricoltura

Nel 2011, la produzione agricola

regio-nale ai prezzi di base (PPB), esclusa la silvicoltura e la pesca, si è attestata a poco meno di 2 miliardi di euro, pari al

4,1% della produzione agricola nazionale. Rilevante è il peso dei prodotti dell’olivi-coltura e dell’agrumidell’olivi-coltura che rappre-sentano 1/3 circa del vwalore della

pro-duzione nazionale dei due comparti e che insieme coprono il 50% circa del valore totale dell’agricoltura calabrese. Il valore aggiunto della branca agricoltura, pari a

(a) Per attività secondaria va intesa sia quella effettuata nell’ambito della branca di attività agricola e quindi non separabile, vale a dire agriturismo, trasformazione del latte, frutta e carne, evidenziata con il segno (+) e sia quella esercitata da altre branche d’attività economiche nell’ambito delle coltivazioni e degli allevamenti (per esempio da imprese commerciali) che vengono evidenziati con il segno (-).

*Servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati Fonte: INEA, Annuario dell’agricoltura italiana 2011, appendice statistica

Produzione, consumi intermedi e valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura in Calabria - Valori ai prezzi correnti (migliaia euro), 2011 Calabria Calabria/Italia (%) Coltivazioni agricole 1.483.790 5,7 Coltivazioni erbacee 413.410 2,8 Cereali 42.888 0,8 Legumi secchi 3.725 4,4 Patate e ortaggi 361.512 5,1 Industriali 230 0,0

Fiori e piante da vaso 5.055 0,4

Coltivazioni foraggere 23.296 1,3 Coltivazioni legnose 1.047.083 10,6 Prodotti vitivinicoli 22.809 0,7 Prodotti dell'olivicoltura 502.826 32,0 Agrumi 455.285 34,3 Frutta 56.969 2,2 Altre legnose 9.194 0,7 Calabria Calabria/Italia (%) Allevamenti zootecnici 247.905 1,5

Prodotti zootecnici alimentari 247.116 1,5

Carni 179.722 1,8

Latte 38.446 0,8

Uova 26.949 2,3

Miele 1.999 5,2

Prodotti zootecnici non alimentari 788 6,6

Servizi connessi 287.074 4,7

Produzione di beni e servizi dell'agricoltura 2.018.769 4,1

(+) Attività secondarie (a) 23.151 1,5

(-) Attività secondarie (a) 44.619 4,5

Produzione della branca agricoltura 1.997.301 4,1

Consumi intermedi (compreso Sifim*) 825.084 3,5

(52)

circa 1,2 miliardi di euro è pari al 4,5% del valore aggiunto nazionale.

La dinamica di lungo periodo del valore aggiunto e della produzione dei due prin-cipali comparti agricoli mostra un anda-mento crescente. In particolare i prodotti dell’olivicoltura, dopo una crescita co-stante fino al 2005, mostrano un anda-mento decrescente che riporta i valori del settore più vicini a quelli dell’agrumicol-tura ma sempre superiori a quelli di inizio periodo.

La composizione della PPB per singoli prodotti mostra che il peso sul valore nazionale dell’olivicoltura e dell’agrumi-coltura regionale non differisce in modo sostanziale se si guarda al valore oppure alla quantità. Rispetto all’anno preceden-te, la produzione di olio è aumentata del 4% in quantità e del 22% in valore. La produzione di agrumi, arance e mandarini rappresenta il 35% circa della produzione nazionale mentre le clementine il 70% circa. La produzione di arance e

manda-Dinamica del valore aggiunto dell’agricoltura e della produzione delle principali produzioni agricole della Calabria (valori concatenati*in migliaia di euro/eurolire- anno di riferimento 2005)

1992

Prodotti dell’olivicolura Agrumi Valore aggiunto

0 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000 1.400.000 1.600.000 1.800.000 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

*Esprimono la dinamica reale dell’aggregato economico con riferimento all’anno 2005 Fonte: INEA, Annuario dell’agricoltura italiana 2011, appendice statistica

Riferimenti

Documenti correlati

Nei prossimi giorni il personale dell’Assessorato agricoltura e risorse naturali (Ufficio servizi fitosanitari e Corpo forestale della Valle d’Aosta) in collaborazione con

8.5 - Coordinamento, monitoraggio ed attuazione interventi: 6.4.1 - Sostegno alla diversificazione e multifunzionalità nelle aziende agricole, 6.4.2- diversificazione delle

(24) Descrizione modalità di verifica presso l’azienda Verificare il rispetto delle norme sui diritti delle persone con disabilità, anche per quanto concerne l'accessibilità

La Giunta Regionale, per il tramite del Dipartimento Infrastrutture e Trasporti, concede un contributo a fondo perduto fino al 50% del costo sostenuto,

f) l'esproprio della totalità o di una parte consistente dell'azienda se tale esproprio non poteva essere previsto alla data di presentazione della domanda..

• Valore alla data di assegnazione: è mostrata la somma dei valori alla data di assegnazione dell’azione moltiplicata per il relativo numero di quote del dipendente in esame. •

Qualora in fase di rendicontazione le spese sostenute fossero inferiori al 70% di quelle ammissibili il contributo non verrà erogato, in caso contrario verrà riparametrato sulla

LA SUA-RD contiene le informazioni e i dati utili per la valutazione della ricerca all’interno del sistema AVA, sia in termini di Accreditamento Periodico delle Sedi, e quindi