• Non ci sono risultati.

imPiego Degli immigrati in agricoltura Nel 2011 sono presenti in Calabria

74.602 stranieri (3,8% della popolazio- ne) con una netta prevalenza delle don- ne (40.812) sugli uomini (33.790). Si registra, rispetto al 2010, un incremen- to del 13% (65.867 stranieri nel 2010). Dai dati INPS sull’impiego degli occupati in agricoltura a tempo determinato, si evince che in Calabria vengono impiega- ti quasi 124 mila lavoratori per un tota- le di 10,7 milioni di giornate. Di queste, 1 milione sono fornite da 22.000 lavora- tori immigrati (18% del totale dei lavo- ratori). I lavoratori immigrati occupati a tempo determinato sono giovani (nel 69% dei casi) e maschi (nel 59%) a dif- ferenza degli italiani dove prevalgono gli adulti e le donne. La maggior parte dei lavoratori stranieri proviene dai pa- esi neo comunitari (75%) e mediamente sono impegnati per 49 giornate all’an- no, mentre gli italiani sono impegnati per il doppio delle giornate (94 giornate medie annue). Il 75% degli stranieri

vive in soli 37 comuni calabresi localiz- zati intorno alle piane di Lamezia, Siba- ri, Gioia Tauro e nel crotonese. Accanto a questa manodopera ufficiale e regolare, l’agricoltura calabrese im- piega manodopera definita “invisibile”. Per quanto riguarda l’incidenza della manodopera immigrata nell’agricoltura regionale, il 2011 può essere definito come l’anno del “ritorno alla normali- tà”.

Dopo la drastica diminuzione registrata nel 2010 (-40% nel numero di lavorato- ri) dovuta principalmente a quanto suc- cesso a Rosarno (RC) nel gennaio 2010, e a quanto questo evento ha comportato in termini di ricaduta sull’intero ter- ritorio calabrese, nel 2011 si è potuto constatare un ritorno dei valori nello standard di quanto rilevato negli anni precedenti il 2010.

Da anni si sostiene, infatti, che il pro- blema dello sfruttamento della manodo- pera immigrata è la diretta conseguenza

di tutta una serie di altre carenze che caratterizzano il territorio: ad esempio la mancanza di riqualificazione nella produzione degli agrumi, fa si che il pro- dotto sia principalmente un prodotto da industria e, quindi scarsamente remu- nerati. Ne segue che raccoglierlo deve necessariamente costare poco e per far- lo ci si avvale di manodopera straniera e sottopagata.

Per il 2011, infatti, si stima siano stati impiegati nelle aziende agricole calabre- si un numero di lavoratori immigrati (extracomunitari e neo-comunitari) pari a 10.930 unità.

Tralasciando il dato relativo al 2010 (5.973 lavoratori stranieri in agricol- tura), il valore del 2011 si presenta in linea con quella che è stata la presenza di lavoratori nel comparto agricolo ca- labrese registrato negli anni precedenti (nel 2009 il dato era pari a 10.576 im- migrati).

34

L’impiego degli immigrati nell’agricoltura in Calabria

Fonte: Indagine diretta Inea, 2012

Comparti Produttivi Fasi/ Operazioni extra com. Impiegati di cui Neocomunitari Paese di provenienza Periodo dell’anno Giornate complessive effettive Orario medio giornaliero effettivo Tipo di contratto Euro % Euro % In fo rm al e (% ) Regolare To ta le (% di cui: In te gr al m en te (% ) Parzialmente % tempo dichiarato/ tempo effettivo (%) 1 2 3 3a 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

Zootecnia Tenuta stalle e

pastorizia 1.300 520 (40%) Pakistan, India, Romania tutto l'anno 320 10h 0 100 0 100 33 40 0 15/20 100

Colture ortive

Pomodoro Raccolta 800* 280 (35%) Polonia, Romania, Marocco 20giu/30ago 45 10-12h 100 0 0 0 0 40 0 20/25 100

Patate Raccolta 1300* 975 (75%) Polonia, Romania, Ucraina ago/ott 40 10-12h 100 40 20/25 100

Finocchi Raccolta 300* 180 (60%) Polonia, Romania, Albania Febbraio 20 8h 100 0 0 0 0 40 0 20/25 100

Colture Arboree

Agrumi Raccolta 8000 3200 (40%) Senegal, Mali, Burkina Faso, Romania Ott/Mag 100 8-10h 100 0 0 0 0 40 0 20/25 100

Olivo Raccolta 3500* 2100 (60%) Polonia, Albania, Romania Sett/Marzo 50 8h 100 0 0 0 0 40 0 20/25 100

Frutta Raccolta Pesche,

kiwi. Ecc. 1000* 400 (40%) Albania, Polonia, Marocco, Senegal Gen/Giu 100 8-10h 100 0 0 0 0 40 0 15/20 100

Florovivaismo Lavori Vari (pulizia

la maggior quantità di manodopera è quello relativo alle colture arboree. Nel- la raccolta delle olive e successivamen- te degli agrumi, infatti, si è stimata la presenza di circa 8.500 immigrati nel 2011; altro comparto rilevante è quello delle colture ortive (patate, pomodori e finocchi).

Un altro settore in cui la presenza di lavoratori immigrati è molto presente è la zootecnia, che nel 2011 ha registra- to la presenza di 1.300 unità. Si sono registrati poi 250 immigrati circa nel florovivaismo e 880 nelle attività legate all’agriturismo e al turismo rurale. Le aziende agrituristiche hanno registrato un aumento del numero di personale straniero impiegato presso di esse, in- fatti mentre per le rilevazioni degli anni precedenti in media ogni azienda agri- turistica impiegava un immigrato, nel 2011 la media è salita a 1,5. Nessun im- migrato risulta impiegato in attività di trasformazione o commercializzazione.

Le attività svolte dai lavoratori immi- grati (extra-comunitari e neo-comunita- ri) nelle aziende agricole calabresi sono prevalentemente attività stagionali concentrate nel periodo della raccolta: in estate la raccolta dei pomodori, del- le pesche e delle patate; in autunno le olive ed in inverno fino alla primavera gli agrumi.

Al contrario, gli immigrati impiegati nel comparto zootecnico lavorano quasi tutti per l’intero anno e sono impegnati nelle attività del governo delle stalle e della pastorizia. Le aziende presso le quali questi immigrati lavorano sono prevalentemente aziende condotte da anziani e con una consistenza di 150– 200 capi di bestiame per quanto riguar- da l’allevamento di ovicaprini e di alme- no 20 capi per quanto riguarda i bovini. I proprietari delle aziende assumono i lavoratori extracomunitari perché c’è scarsa disponibilità di manodopera lo- cale nelle attività legate alla pastorizia

a causa dei bassi livelli salariali e delle pessime condizioni di vita e di lavoro, mentre gli immigrati si adattano a qual- siasi tipo di lavoro e accettano salari anche molto bassi.

Di solito dopo il primo periodo di irre- golarità i datori di lavoro nel settore zootecnico assumono i lavoratori im- migrati come braccianti agricoli (102 giornate lavorative annue) per cui pos- sono godere anche del sussidio di disoc- cupazione, anche se lavorano a tempo pieno in azienda, dove vengono anche ospitati e dove spesso sono raggiunti dai familiari. I paesi di provenienza di questi lavoratori rimangono soprattutto India e Pakistan (soprattutto nel terri- torio della provincia di Reggio Calabria e per gli allevamenti ovicaprini), anche se è stata rilevata la presenza di mol- ti neo-comunitari (rumeni e polacchi, soprattutto) nelle aziende zootecniche dell’altopiano silano dedite all’alleva- mento dei bovini.

36

L’impiego di manodopera straniera nel- le aziende agrituristiche mostra che la presenza di lavoratori extracomunitari è un fatto consolidato anche se non si presenta con la consistenza registrata nel settore primario. In media, infatti, ogni azienda impiega più di 1 immigra- to, prevalentemente come cameriere (in sala nelle aziende che offrono ristora- zione, e per la pulizia delle stanze, in quelle che offrono anche la possibilità di pernottare) e cuochi.

La tipologia dei cittadini stranieri pre- senti a titolo regolare o irregolare sul territorio calabrese rivela un notevo- le aumento della presenza di cittadini dell’est europeo anche in quei comparti in cui tradizionalmente erano impiegati prevalentemente magrebini e cittadi- ni dei paesi sub-sahariani (senegalesi, maliani, sudanesi, nigeriani). Infatti, se fino a pochi anni fa erano soprattutto marocchini e senegalesi gli stranieri impiegati in agricoltura in Calabria,

oggi troviamo una presenza rilevante di romeni, ucraini, polacchi, albanesi che stagionalmente si occupano della raccolta dei pomodori e delle patate piuttosto che delle arance o delle olive. Queste stesse nazionalità sono anche quelle più rappresentate nelle aziende agrituristiche.

Per quanto riguarda le colture ortive, si riscontra la presenza di lavoro im- migrato nella raccolta del pomodoro da metà giugno a fine agosto, periodo in cui in media ogni lavoratore effettua 45 giornate con un orario giornaliero che varia dalle 10 alle 12 ore; da fine ago- sto a fine ottobre sempre più immigrati sono impiegati nella raccolta delle pata- te (coltura in forte espansione soprat- tutto sull’altipiano Silano) per un totale di 40 giornate pro capite ed un orario che varia anche in questo caso dalle 10 alle 12 ore giornaliere; nel mese di feb- braio invece si concentra la raccolta del finocchio (soprattutto nelle aziende del-

la provincia di Crotone) che vede impie- gati per 8 ore (viste anche le ridotte ore di luce) e per 20 giorni gli immigrati. Il comparto sicuramente più consisten- te è quello delle colture arboree. La raccolta delle olive che, a seconda del- le varie zone climatiche del territorio calabrese, inizia a settembre e si pro- trae anche fino a marzo vede impiegati i lavoratori immigrati in media per 50 giornate complessive pro capite e per 8 ore al giorno; gli agrumi si raccolgono da ottobre a marzo ma, nella Piana di Rosarno e di Gioia Tauro, la raccolta si protrae fino a maggio e in questo tipo di comparto i lavoratori sono impiega- ti in media per 100 giornate effettive e per 8-10 ore al giorno; anche la raccolta della frutta (soprattutto kiwi e pesche) presenta le stesse caratteristiche: 100 giornate in media pro capite e 8-10 ore di lavoro giornaliere.

Lo stesso numero di ore lavorano effet- tivamente gli immigrati impiegati nel

florovivaismo, i quali però sono impie- gati per tutto l’anno ed effettuano in media 320 giornate.

I lavoratori impiegati nelle aziende agri- turistiche lavorano nel periodo di aper- tura al pubblico delle stesse, ovvero da aprile a novembre, ognuno per un totale di 240 giornate e per 8-10 ore giorna- liere.

La totalità dei contratti di lavoro di cui usufruiscono i lavoratori stranieri in tutti i comparti sono informali e i salari variano dai 15-20 euro al giorno per co- loro che sono impiegati in attività agri- turistiche, nella raccolta della frutta e nel florovivaismo, ai 20-25 euro con i quali sono retribuiti coloro che sono im- piegati nella raccolta dei pomodori, dei finocchi, degli agrumi e delle olive. Tale

retribuzione giornaliera rispetto alla paga sindacale è minore in alcuni casi fino al 55%. Discorso a parte merita la tipologia contrattuale ed il tipo di retri- buzione che hanno i lavoratori impiegati nel settore zootecnico. Per loro infatti il contratto risulta regolare anche se per un numero di giornate minore rispetto a quelle realmente effettuate e anche la paga è mensile anziché giornaliera. Dalle informazioni raccolte, comunque, risulta che la paga media giornaliera an- che per questi lavoratori è di 15-20 euro a fronte dei 40 euro previsti.

Come già evidenziato in Calabria, il lavoro degli immigrati presenta il ca- rattere tipico della stagionalità. Pochi risiedono nello stesso posto per periodi più lunghi dei 3-6 mesi, raramente si

registrano presenza per oltre 6 mesi (tranne in alcuni comparti produttivi, quali la zootecnia e il florovivaismo). Per questo motivo, le condizioni di vita e le condizioni abitative (spesso un box, una tendopoli, un magazzino, strutture pericolanti condivise da più persone) sono pessime e senza i servizi essenzia- li (luce, acqua potabile, servizi igienici, ecc.).

Il compenso giornaliero viene concorda- to al momento del reclutamento e vie- ne pagato a fine giornata direttamente dal datore di lavoro senza pensare che spesso al già ridotto salario si vanno ad aggiungere le spese che gli immigra- ti devono sostenere per raggiungere i campi con il trasporto garantito dai caporali.