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La storia dell insediamento delle famiglie r hau r jp t di h kur che si insediarono nella regione di Dh r sul finire del diciassettesimo secolo è abbastanza lineare, e rispetta lo schema tipico della colonizzazione r jp t di M lw . Si trattava in massima parte di rami nobili ma cadetti delle famiglie di M w che avevano ottenuto posizioni d onore (mansabd r ) nel sistema imperiale moghul e che per i loro servizi militari avevano ricevuto delle j g r in India centrale. La presa di possesso di queste terre da parte dei mansabd r e delle loro famiglie aveva comportato un opera di conquista e di affermazione della propria supremazia politica sulle famiglie r jp t precedentemente insediate sul territorio e sui gruppi tribali (bh l) vicini1. Quest opera di conquista aveva rilegittimato il controllo della terra attraverso il sacrificio guerriero (effettivo o ripetuto ritualmente) e soprattutto aveva permesso di radicare localmente i nuovi venuti attraverso un vincolo rituale specifico, per cui le akti locali, spesso di origine tribale, venivano patrocinate e integrate nel rituale familiare dei nuovi h kur. Queste famiglie r jp t mantenevano inoltre bardi (C ra )e genealogisti (Bh ) che dovevano cantare le lodi e perpetuare la memoria genealogica per continuare a stringere alleanze matrimoniali con altre famiglie nobili del R jasth n e di M lw , creando così un corpus di fonti storiche familiari che permettono a tutt oggi di ripercorrere le fortune familiari con una buona dose di correttezza cronologica.

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Si vedano a questo proposito le opere di Raghub r Sinh sul radicamento dei R hau in M lw , soprattutto Malwa in Transition or A Century of Anarchy. The First Phase, 1698-1765, D. B. Taraporevala, Sons, & Co., Bombay, 1936, pp. 11-20, e Ratl m k Pratham R jya: Usk Sth pn eva Ant [Il primo regno di Ratl m: la sua fondazione e la sua fine], Rajkamal Prakashan, New Delhi, 1950,

Molto diversa è l origine delle famiglie di bh miy dei Vindhiy , e molto più difficile reperirne fonti storiche attendibili. L origine dei primi potentati locali è impossibile da datare con precisione, ma può risalire indicativamente al periodo 1500- 1530, l ultima fase del sultanato khilj di M , quando con ogni probabilità ai capi bh l (tarv ) più influenti venivano pagate delle somme in denaro in riconoscimento di diritti consuetudinari sui villaggi ai piedi delle montagne. È altrettanto probabile che nello stesso periodo degli avventurieri (r jp t o comunque con qualche consuetudine familiare o personale con la pratica guerriera) venissero incaricati di sorvegliare le scorrerie dei Bh l e ottenessero in compenso delle terre, per poi stringere alleanze matrimoniali con gli stessi Bh l. La personalità storica di questi capistipite guerrieri è sfuocata, e quest indeterminatezza giova alle pretese dei discendenti di rivestire la storia familiare di un aura di nobiltà. Tutti i bh miy ad eccezione di quello di N mkhe identificavano all inizio del Novecento quando vennero condotte le interviste per i gazetteers- come comune antenato un certo T n j figlio di N n j , che in epoca indeterminata avrebbe ottenuto il favore del governatore moghul di M , e con esso la concessione (j g r) al controllo dei tratti forestali2. La categorizzazione di questi primi capi forestali come bhil l o con qualsiasi altra connotazione castale esclusiva- è un anacronismo che rischia di mettere in secondo piano il profilo più importante del potere dei bh miy , ossia la pratica mobile di protezione e il godimento di diritti consuetudinari localizzati3. La protezione (rakhw l ) dei villaggi e dei mercanti e pellegrini in transito per i gh costituiva una pratica onorevole che rispettava i canoni del dharma guerriero, e doveva diventare nel corso delle generazioni la via principale

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Per un albero genealogico dei bh miy di M lw si veda Luard C. E. (a cura di), Ruling Princes and

Chiefs and Leading Families in Central India, Superintendent Government Printing, Calcutta, 1923, p. 4.

Il tenente colonnello C. E. Luard, ufficiale incaricato delle operazioni di censimento e della stesura dei gazetteers degli Stati principeschi dell India centrale negli anni Venti, era considerato da colleghi e superiori della sua generazione come l autorità indiscussa in campo storico e antropologico per la regione. Insieme al colonnello K. N. Haksar fu l artefice del piano finale per l accentramento amministrativo di Gw liyar a discapito dei h kur r jp t, e si dimostrò preventivamente ostile al mantenimeno di ogni garanzia britannica negli altri Stati principeschi della regione: su questa base si comprende meglio l inclusione nell opera citata- dei bh miy di Dh r tra le jungle tribes .

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La definizione antropologica dei bh miy come Bhil l deve soprattutto all autorità di John Malcolm, che così li catalogava nel Memoir of Central India, addossando loro anche i numerosi vizi della casta, che univa the pride and pretentions of Rajpoots, the cunning and roguery of the Bheels . Peraltro lo stesso Malcolm evidenziava la labilità della differenza castale tra capi bhil l e gr siy r jp t, mentre talvolta definiva un bh miy (Nad r Singh) come Bheel chief senz altro. Si veda Malcolm J., A Memoir of

Central India including Malwa and Adjoining Provinces, 2 voll., Aryan Book, New Delhi, 2001

(ristampa della terza edizione, Londra 1832; prima edizione Londra 1823), II, pp. 155-56. Entro la fine dell Ottocento, la definizione dei bh miy come Bhil l doveva consolidarsi definitivamente, si veda NAI, Bhopawar Political Agency, Office, 16/246/1886 Notes on the Vindhya Bhils .

per l affermazione politica dei bh miy nel contesto locale e in particolare per stabilire la propria autorità sui Bh l della regione. È importante notare come il potere locale dei bh miy , fondato originariamente su concessioni di origine sultanale khilj o imperiale moghul nel corso del tempo doveva rendersi sempre più autonomo -soprattutto a partire dagli anni Trenta del Settecento, quando l amministrazione imperiale di M lw venne sostituita dai sard r mar h - e perdere ogni riferimento politico statale. Il controllo territoriale dei bh miy non si doveva configurare come possesso territoriale sul modello delle j g r imperiali, ma era basato su diritti consuetudinari di prelievo (generalmente noti con il termine persiano di haq) in denaro o natura e un tributo da esigere dai villaggi del circondario detto tank (dal termine persiano tan hv , propriamente stipendio) che era considerato la giusta retribuzione per la protezione contro gli attacchi di Bh l e gr siy . Il prestigio culturale delle forme di protezione guerriera r jp t doveva diventare uno dei tratti identitari più persistenti dei clan bh l affiliati ai bh miy , tanto che nel 1886 un inchiesta antropologica rivelava che [t]he Manpur Bhils claim descent from the Rajpoots. Tradition states that many years ago when there was a Court at Mandoo, some of the Rajpoot Chiefs who had come up to Mandoo to pay their respects, not being favourites, were detained a year of two before an audience was granted and that during this time they contracted marriages with the inhabitants of Mandoo and its neighbourhood, on their return to their homes their families declined receiving them and they were obliged to take up their abode at Mandoo and Manpoor 4.

Nel corso delle generazioni i bh miy dovevano trovare forme specifiche per fondare e consolidare la loro autorità nel contesto locale. Una delle pratiche più diffuse doveva essere il patronato dei bh miy sulle tombe dei santi uomini musulmani (p r) provenienti da M che si stabilivano in tutta la fascia montagnosa dei Vindhiy . Gli stessi bh miy a quanto pare diedero un forte impulso alle fiere (mel ) che si tenevano annualmente presso la tomba in occasione della festa del santo (urs), con l esplicita intenzione di aprire la regione forestale sotto il loro controllo a nuovi traffici. Con la nuova ricchezza portata dai mercanti delle fiere, le risorse economiche dei bh miy sarebbero quindi aumentate, permettendo loro di rafforzare la loro posizione e il proprio

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NAI, Bhopawar Political Agency, Office, 16/246/1886 Notes on the Vindhya Bhils . Si noti tuttavia come l estensore delle note considerasse queste tradizioni come prova to show that the Manpur Hills were at one time the residence of a number of petty Rajput Chiefs più che non di un continuum culturale di pratica guerriera tra Bh l e capi minimi r jp t.

prestigio familiare al centro del sistema locale di redistribuzione e di mediazione con i Bh l5. La ricorrenza annuale della fiera permetteva ai bh miy di legittimare la propria autorità locale attraverso una generosa pratica di ospitalità per i parenti e gli ufficiali governativi in visita, e attraverso la protezione dei mercanti e l offerta di acqua per i visitatori. Alla tomba del santo venivano concessi degli alberi di mahu per il sostentamento degli addetti al culto6. Il patronato sulle tombe di santi musulmani, la promozione di fiere annuali, l apertura della regione montuosa ai commercianti, la protezione imposta a mercanti e pellegrini e a qualche villaggio delle pianure vicine non dovevano però garantire ai bh miy uno status definito di signori territoriali, né i tratti di terra che controllavano potevano venire considerati come una base fiscale per una rendita terriera. In altri termini, l autorità locale dei bh miy avevano delle radici territoriali estremamente precise e profonde, e tuttavia la terra non era il centro primario del loro potere: questo era costituito piuttosto dalle pratiche consuetudinarie di protezione, dalla mediazione e dall autorità sui Bh l7. Il fatto che gli stessi bh miy detenessero una forte influenza sui Bh l spiega la natura complessa (e in parte contraddittoria) del sistema consuetudinario di protezione, che venne agevolmente bollato come criminal practice ricattatoria dagli amministratori coloniali. Tuttavia occorre tenere presente che l idioma culturale che legittimava il potere dei bh miy era quello della protezione e del sacrificio guerriero nell adempimento del proprio dovere e si ricollegava idealmente e praticamente al generale canone dello status guerriero

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[I]t was with the greatest difficulty that my fore-fathers laid the foundation of this Fair in this hilly tract , con queste parole il bh miy di K l B o , rintracciava nell origine del mel del P r Biy B n una specifica strategia di legittimazione del potere locale da parte dei suoi predecessori. Traduzione di una lettera del bh miy di K l B o alla corte di Dh r, 6/11/1873, in NAI, Bhopawar Political Agency, 1907-1924, File No. 512/1920. La tomba (darg h) del p r si trova presso il villaggio di Chitr ai piedi dei Vindhiy . L attuale addetto al culto della tomba (muj war), N ral h, sostiene di appartenere alla ventiquattresima generazione dal P r, ma non ha cognizione del patronato del bh miy di K l B o sulla tomba e sull urs. Nel 1920, l origine della fiera veniva datata attorno al 1590 AD, si veda NAI, Bhopawar Political Agency, 1907-1924, File No. 512/1920, lettera del h kur Duleh Singh R ho , k md r (manager) di K l B o , al Superintendent Minor Estates, 5/3/1920. K l B o era anche nota come Abdull pur.

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Il mahu (Bassia latifolia, Madhuca indica) è pianta diffusa in tutto il territorio bh l del R jasth n meridionale e dell India centrale. Fiori e frutti sono commestibili apprezzati, e distillati in liquore, mentre i semi vengono pressati per ricavarne olio. Quanto si sa sullo stabilimento delle fiere presso le darg h nei Vindhiy lo si deve ai carteggi di epoca coloniale relativi alle pretese da parte dei darb r di Dh r o Indaur su parte delle tasse pagate dai mercanti.

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There is a similarity of rights which all possess (lit. one lamp is lighted from another) : con queste parole icastiche e allo stesso tempo vagamente misteriose Daulat Singh, bh miy di Ba Barkhe , indicava nel 1909 a beneficio degli ufficiali coloniali- come il potere di tutti i capi minimi fosse essenzialmente fondato su diritti radicati localmente, e come fosse in questo differente e superiore al potere dei darb r mar h di Dh r e Indaur, in NAI, Bhopawar Political Agency, Dhar, File No. 4/430/1906, replica di Daulat Singh alle proteste della corte di Dh r, 31/3/1909.

r jp t8. Il tema pan-indiano del guerriero come protettore di vacche e Br hma (go- br hma -pratip lak) integrato nell orizzonte dei culti akti locali si esplicava in un controllo di territori marginali, troppo poveri e impervi per allettare qualche potentato regionale ad incamerarli. Quando all inizio del Novecento il bh miy di Ba Barkhe , Daulat Singh, scriveva al Political Agent a Bhopawar un apologia della storia dei bh miy contro la denigrazione del darb r di Dh r non solo negava la preminenza politica dello Stato principesco mar h , ma tentava anche di salvare la memoria di un autorità locale che non si fondava soltanto sul saccheggio:

All the Bhumias with the exception of the Bhumias of Nimkheda are of the same stock. Formerly there was one holding. Tanaji Bhanaji, the original founder, first came to this part of the country, and settled in Fort Mandu and Sonegurh. He performed many deeds of valour and by conspicous gallantry in the field carved the Bhumias present possession for himself. The possession was gradually divided amongst his descendants who settled whenever they found it convenient to do so, e.g. Bura Burkheda, Chhota Burkheda, Bhaisakho, Rajgarh &co. ( ) In the first para. Of the Am Note the Durbar has asserted that the bhumias lived on plunder. Land was bestowed on them with a view to check it so that they may live on its produce and keep proper control over the bheel Turvees. But in my humble opinion this assertion of the Durbar is groundless and betrays an indifference on the part of the Durbar officials to look deeply into history and facts. This would be evident from the fact that Sir John Malcolm did not at all confer these lands to the Bhumias. He only gave a Sanad to each Bhumia guaranteeing to him his possession of village lands, rights on Inam or Istamurar tenure (as the case might be) after verifying the possession is coming down from former times. ( ) [T]he assumption of the Durbar that the Bhumias subsisted solely on plunder is not right and just, as will be manifest from the fact that they already possessed land and villages of their own. 9

La storia dei bh miy tra Ottocento e Novecento è in buona parte la storia del trapasso dalle pratiche consuetudinarie di protezione a un sistema di potere territoriale costantemente sotto la minaccia dell incameramento e della perdita definitiva di autonomia nella struttura amministrativa dello Stato principesco di Dh r. L accentramento amministrativo di Dh r e la fine dell indipendenza politica dei bh miy si legittimavano tanto sull inclusione dei capi minimi nella pacificazione generale di M lw quanto sulla damnatio memoriæ della loro origine criminale. La pratica di protezione e i suoi diritti consuetudinari, senza un solido status territoriale,

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Sul tema del sacrificio r jp t e sull idioma culturale di protezione guerriera si veda l ottimo studio antropologico di Harlan L., The Goddesses Henchmen. Gender in Indian Hero Worship, Oxford University Press, Oxford, 2003.

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NAI, Bhopawar Political Agency, Dhar, File No. 4/430/1906, lettera al Political Agent Bhopawar, 31/3/1909. Si noti d altra parte come la dichiarazione del bh miy debba essere adeguatamente collocata nel suo contesto storico. L enfasi sul controllo territoriale e sulla base terriera del potere dei bh miy è tipica di una fase tarda della loro legittimazione nel quadro imperiale, quando l autorità consuetudinaria sui Bh l era ormai vanificata e permaneva solo come labile memoria storica, e si affermava parallelamente una netta pretesa a uno status castale r jp t.

erano basi troppo deboli per garantire ai bh miy una legittimità politica in un epoca in cui i sovrani degli Stati principeschi tentavano di legittimarsi come autocrati illuminati e progressisti adottando una politica di accentramento e razionalizzazone amministrativa. La permanenza dei bh miy comportò la trasformazione coloniale delle pratiche di protezione in pratiche di polizia e l inquadramento dei capi locali nel nuovo quadro amministrativo di legge e ordine ancorato a una base territoriale minima ma delimitata e garantita.

Negli ultimi anni, sulla scorta degli studi sulla subalternità , sono fiorite le ricerche storico-antropologiche sulle forme politiche locali pre-statali o a-statali, con particolare riguardo ai contesti tribali o di liminalità religiosa o castale10. Nel seguito del capitolo, si tenterà quanto più possibile di evitare alcuni dei difetti più evidenti di questi studi. A parte la pulsione ideologica sotterranea che li percorre, il tema dello stato, e delle relazioni che intercorrono tra i centri di potere locale e lo stato (coloniale o meno, ma sempre oppressivo) tende a divenire ossessionante, e a gettare scarsa luce sui meccanismi di legittimazione locale del potere. In secondo luogo, i diritti consuetudinari goduti e praticati dai capi tribali (o dalle comunità marginali) sono stati costantemente idealizzati, fino quasi a diventare elementi di un affresco pre-statale e pre-coloniale (o anti-statale e anti-coloniale) con tutti i crismi del nativismo edenico. La ricerca storica sui diritti consuetudinari e sulle pratiche di protezione dei bh miy tende a dissipare alcuni errori di prospettiva al riguardo, e permette di discernere tra la prassi storica e l enfasi antropologica. I diritti di protezione sui villaggi (haq) erano molteplici, concreti, ben definiti e protetti, ambiti come fonte di autorità nel contesto locale, ma una loro controparte di obblighi giuridici alla protezione non può venire concepita perché totalmente estranea al sistema culturale locale e inesistente storicamente. In altri termini, i sistemi consuetudinari che attirano l attenzione (e la meraviglia) degli studiosi di politiche pre-statali o a-statali non possono essere a loro volta visualizzati come degli embrioni edulcorati di società giuridica statale: i diritti di protezione non erano obblighi di protezione garantiti dallo stato che ne perseguiva l eventuale inadempienza. I diritti consuetudinari potevano e anzi dovevano essere goduti, e il loro godimento era necessario perché, in caso contrario, la sostanza di quei diritti (denaro e beni in natura,

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Per due es., si vedano Skaria A., Hybrid Histories. Forests, Frontiers and Wildness in Western India, Oxford University Press, Delhi, 1999, pp. 35-152, e Mayaram S., Against History, Against State.

con conseguenti pratiche di redistribuzione e prestigio guerriero) sarebbero state appropriate da altri. La controparte di questi diritti consuetudinari di protezione era l effettività del potere legittimo, non un obbligo di protezione in sé. Il trapasso da diritti consuetudinari di protezione a obblighi di polizia visualizzato come trapasso dal disordine anarchico all ordine statale è anzi il più evidente contributo del potere coloniale alla trasformazione profonda della legittimazione dell autorità dei bh miy di Dh r.