A partire dal 1701, con la legittimazione della j g r imperiale della base territoriale avita di S t ma , Ke od s iniziò una distribuzione delle terre ai componenti della famiglia che doveva sostanziare la regalità del nuovo regno r hau secondo la consuetudine r jp t del controllo territoriale familiare o clanico15. Nei piccoli regni sorti dopo la conquista, la distribuzione della terra a favore dei vari rami e famiglie corrispondeva alla partecipazione degli stessi uomini del clan alla conquista, e al comune diritto alla terra che ne conseguiva. La compartecipazione alla conquista e la titolarità di diritti originali di controllo del territorio costituiva uno dei tratti fondamentali delle fasi più antiche del potere locale r jp t, e in epoca coloniale doveva essere individuata come una notevole eccezione all ordinata gerarchia del sistema feudale r jp t 16. Tuttavia occorre notare come in un regno di costituzione recente come S t ma , la distribuzione delle famiglie nobili r jp t legate da vincoli di sangue non doveva avvenire per il diritto di una conquista compartecipata e riuscita, ma secondo la volontà del sovrano/j g rd r. In altri termini, la nobiltà di un regno giovane come quello di S t ma non godeva di un radicamento territoriale profondo come quello definito dalla conquista della terra, dal sacrificio guerriero, e dall integrazione nel ciclo rituale akti familiare dei culti akti locali. Il sovrano, j g rd r per l impero e r j per i suoi parenti, dipendenti e sudditi, distribuiva quindi la terra attraverso concessioni di vario tipo, soprattutto j g r (con l obbligo di pagamento dell imposta terriera) e m f (voce persiana che significa letteralmente rimessa , nel senso di concessione di terra esente dall imposta terriera). Un altra precisazione a proposito delle j g r a beneficio dei nobili r jp t è d obbligo. Mentre i nobili r jp t ( hik ned r) erano tenuti per consuetudine a fornire truppe e cavalli nell eventualità di una guerra, un piccolo regno nato nel sistema imperiale moghul come S t ma non doveva prevedere questa forma di tributo militare: la nobiltà di S t ma non fu mai, in questo senso, una nobiltà guerriera o militare,
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Per un modello storico-antropologico del potere territoriale r jp t si veda l ormai classico studio di Fox R. G., Kin, Clan, Raja and Rule: State-Hinterland Relations in Pre-Industrial India, University of California Press, Berkeley, 1971, spec. capp. 2-4.
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Si noti come l inerente egualitarismo che procedeva dalla compartecipazione alla conquista della terra venne abilmente sfruttato come argomento contro la schematica gerarchia del sistema feudale r jp t ricostruito da Tod. Si veda Lyall A. C., The Rajput States of India , in Asiatic Studies. Religious and
Social, London, John Murray, 1882, p. 212, e Tod J. Tod J., Annals and Antiquities of Rajast han, or the Central and Western Rajput States of India, Low Price Publications, Delhi (prima edizione 1829-31;
quanto piuttosto una nobiltà familiare e fiscale. Già a partire dai primi anni Trenta del Settecento le incursioni dei sard r mar h obbligarono il successore di Ke od s, r j Gaj Singh (r.1731-1752), a trasformare i hik ned r del regno in agenti fiscali, poiché l imposta fondiaria raccolta dai villaggi e versata al darb r era in larghissima parte destinata a pagare il tributo annuale17.
Alla distribuzione di terre j g r a favore dei rami più o meno prossimi della famiglia, si aggiungeva la fondamentale pratica legittimante di distribuzione di terre m f a favore di famiglie di Br hma (purohit ovvero addetti al rituale familiare del r j , e vy s ovvero compilatori e recitatori di storie e componimenti mitologici), di genealogisti (Bh , B hro ) e di bardi (C ra ). Queste erano famiglie di specialisti assolutamente necessari per la legittimazione rituale e genealogica della sovranità r hau nel nuovo regno , e venivano indissolubilmente legati alla dinastia regnante attraverso il loro radicamento territoriale18. Nel complesso, la pratica distributiva della terra da parte del sovrano alle famiglie di nobili del suo sangue e degli specialisti della legittimazione regale avveniva su una scala imponente, al punto che si può individuare la distribuzione della terra come la sostanza della regalità guerriera all intero di un piccolo regno. Nel caso di S t ma , secondo dati del 1908, dei 93 villaggi ben 63 erano stati distribuiti come j g r o m f19. La distribuzione regale della terra è stata giustamente visualizzata da storici e antropologi contemporanei come uno dei tratti comuni della legittimazione regale in ambito pan-indiano, e l analisi storica fornisce ampia evidenza di come l amministrazione coloniale britannica avesse sempre considerato questa pratica distributiva come intrinsecamente distruttiva anziché fondativa- del potere regale, e come la categoria fondiaria coloniale di alienation fosse costruita per includere ogni pratica di distribuzione di terre con un lampante pregiudizio negativo in questo senso. D altra parte, in tempi più recenti l analisi etno-
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Si veda Ko h r R., S t ma R jya k S m jik rthik Itih s [Storia sociale ed economica di S t ma ],
Cir g Prak an, Udaipur, 2002, pp. 61-75, e B rahath S. D. (a cura di Ra wat M. S.), S t ma R jya k
Itih s [Storia del regno di S t ma ], op.cit., pp. 184-231.
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Sull importanza dei genealogisti e dei bardi nel processo di legittimazione dello status guerriero e della regalità r jp t si vedano lo studio pioneristico di Tessitori L. P., A Progress Report on the Work done during the year 1917 in connection with the Bardic and Historical Survey of Rajputana , in Journal &
Proceedings of the Asiatic Society of Bengal, New Series, 15, 1919, pp. 18-28; Shah A. M. e Shroff R. G.,
The Vah vanc B ro s of Gujarat: A Caste of Genealogists and Mythographers , in Singer M. (a cura di), Traditional India: Structure and Change, Rawat Publications, Jaipur, 1975, pp. 40-70, e Ziegler N. P., Marvari Historical Chronicles: Sources for the Social and Cultural History of Rajasthan , in Indian
Economic and Social History Review, 13, 2, 1976, pp. 219-28.
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storica di uno Stato principesco dell India meridionale, Pudukottai, in cui una larghissima percentuale delle terre erano state assegnate nel corso del tempo a nobili, Br hma , e servitori, ha invitato alla postulazione del primato sociale del r j distributore di terre rispetto ai Br hma che ricevevano quelle stesse terre in opposizione ad altri modelli antropologici fondati sui testi religiosi classici che individuavano il primato di status sociale nei Br hma come depositari del principio religioso del dharma20. Tuttavia l attenzione sui modelli antropologici, sulla loro coerenza e sul loro carattere innovativo o apologetico rischia spesso di far perdere di vista la sostanza della distribuzione delle terre per iniziativa regale negli specifici contesti locali. Nel caso di S t ma , la legittimità del r j doveva essere fondata ex novo a partire da una concessione imperiale, e le terre j g r e m f erano il segno tangibile di una regalità complessa in via di formazione che integrava oltre al principio religioso della consacrazione regale, al principio di discendenza di sangue, e al principio narrativo dell eulogia guerriera e genealogica- la protezione dovuta dal r j stesso a Br hma , familiari e specialisti in epiche e genealogie sotto forma di terra distribuita. Le forme rituali e politiche della regalità r jp t si dovevano manifestare in due occasioni. La prima comprendeva le cerimonie di consacrazione del nuovo r j al momento della successione al trono (gadd ), che prevedevano la purificazione (r jabhi ek) da parte dei Br hma del nuovo r j , mentre i hik ned r r jp t proclamavano la loro fedeltà. I due maggiori nobili del regno, ossia i h kur di D p khe (Chauh n) e Khej iy (R hau ), fornivano il nuovo sovrano dei segni visibili del potere, e mentre il primo imponeva il segno d auspicio sulla fronte (r jtilak) e cingeva il nuovo r j con la spada (talw r b dh ), il secondo metteva al collo del sovrano una collana di smeraldi21. La seconda occasione era la ricorrenza annuale della
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Lo studio in questione è quello di Dirks N., The Hollow Crown: Ethnohistory of an Indian Kingdom, Cambridge University Press, Cambridge, 1987. Lo studio è orientato a una ridefinizione del principio gerarchico all interno del sistema castale, in senso diametralmente opposto a quello espresso dall antropologo strutturalista francese L. Dumont: tuttavia è stato osservato come il caso di Pudukottai piccolo regno di minutissima estensione territoriale, con una dinastia che tra Ottocento e Novecento si era radicalmente britannizzata e alienata dal contesto locale- fosse del tutto atipico e poco utile a una comparazione con la maggioranza degli altri Stati principeschi. Per una critica del modello regale di Dirks si veda Peabody N., Hindu Kingship and Polity in Precolonial India, Cambridge University Press, Cambridge, 2003, pp. 109-11. Per una trattazione compiuta della gerarchia castale indiana e dei suoi fondamenti religiosi si veda Dumont L., Homo Hierarchicus. Il sistema delle caste e le sue implicazioni, Adelphi, Milano, 1991 [prima edizione francese 1966], spec. cap. 7 e app. C sul potere regale e le sue legittimazioni.
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Si veda B rahath S. D. (a cura di Ra wat M. S.), S t ma R jya k Itih s [Storia del regno di S t ma ], op.cit., pp. 32-3.
festa di da ahr nel mese di win, tra settembre e ottobre. In quest occasione che tradizionalmente segnava l inizio delle incursioni nei territori vicini da parte del clan- i nobili r jp t confluivano a S t ma per celebrare con il r j i rituali annuali per la pacificazione della dea tutelare del clan (kuldev )22. Per un piccolo nuovo regno fondato su una concessione imperiale la corte (darb r) doveva costituire fino dalla nascita del regno il centro focale della legittimazione della regalità r jp t locale. Il darb r replicava su una microscala locale l ordine politico quale veniva rappresentato nella corte imperiale moghul, e della corte imperiale riprendeva e rielaborava le forme e i protocolli. La struttura cortese veniva così organizzata seguendo il modello del regno r jp t più prestigioso, quello di Mew , in cui, nello stesso periodo della formazione del regno di S t ma , durante il regno del mah r Amar Singh II (r. 1698-1710), il primato del sovrano era stato riformulato suddividendo la nobiltà in tre classi ( re ) gerarchicamente disposte nel darb r23. Alla stessa maniera, i hik ned r di S t ma venivano suddivisi in tre classi, con privilegi e obblighi diversi.
La corte di S t ma doveva d altra parte diventare il centro di legittimazione della locale dinastia r hau anche dal punto di vista religioso, in particolare per quanto riguarda la promozione e il patrocinio di templi e poeti devozionali (bhakti). Patrocinio dei Br hma , edificazione di templi e munificienza religiosa erano attività tipicamente connesse con il potere regale, e anzi costituivano i fondamenti visibili della legittimità di quel potere. Tuttavia nel caso di un piccolo regno senza una lunga storia di radicamento dinastico locale il patrocinio religioso acquisiva uno speciale significato per la costruzione della legittimità regale guerriera. A questa considerazione generale si può aggiungere che la storia religiosa e culturale di S t ma deve essere collocata nel contesto regionale di M lw tra Settecento e Ottocento, in un epoca che vide la supremazia politica e militare dei sard r mar h e la sottomissione dei piccoli centri r jp t, e in seguito la pacificazione coloniale e la fissazione degli Stati principeschi. S t ma nacque e rimase un regno piccolo per estensione e per risorse, e venne
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Per una descrizione dei rituali della festa di Da ahr tra i R jp t del R jasth n, si veda Vergati A., Le roi et les déesses: La fête de Navaratri et Dasahra au Rajasthan , in Journal Asiatique, 282, 1, 1994, pp. 125-46. Per un analisi antropologica dei rituali connessi con la dea tutelare del clan r jp t in un villaggio in M lw si veda Mayer A. C., Caste and Kinship in Central India. A Village and its Region, University of Californa Press, Berkeley, 1966 (prima edizione 1960), pp. 184-88.
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Si veda Ojh G. H., Udaypur R jya k Itih s [Storia del regno di Udaipur], R jasth n Granth g r, Jodhpur, 1999 (prima edizione 1928), 2 voll., II, p. 608, e Purohit R. N., Mew Dar kh ne ke R ti-Riv z evam Sañsk r [Usi e rituali del protocollo di corte di Mew ], R jasth n Granth g r, Jodhpur, 2005, pp.
facilmente schiacciato dalla pressione mar h , cui poté solamente sottomettersi pagando un tributo. La legittimità regale della dinastia era di fatto mutilata della sua componente di pratica guerriera, di conquista della terra e di incursioni nei territori vicini, e la situazione non migliorò nell epoca coloniale, con un sistema regionale di Stati principeschi orientato al mantenimento dell ordine, alla soppressione dei vecchi regimi guerrieri dei gr siy e alla stretta vigilanza dei Political Agents sulle attività dei sovrani locali. La pratica guerriera che sostanziava i canoni culturali del sacrificio guerriero e della protezione trovava quindi un parziale compenso nella devozione religiosa. In questo senso, l esempio più noto è quello costituito dal mah r jkum r (erede al trono) Ratan Singh (1808-1864), noto con lo pseudonimo di Na n gar con cui firmò le poesie devozionali di sua composizione. Ratan Singh non salì mai sul trono di S t ma , dato il lunghissimo regno di suo padre R j Singh (r. 1802-1867)24. Si dedicò principalmente alla composizione di poemi devozionali e di musiche, praticando la ripetizione del nome di Vi u (vi usahastra) e seguendo gli insegnamenti del suo precettore spirituale (guru) d d panth , ossia appartenente ad una delle maggiori correnti della devozione verso un dio unico, disincarnato, senza attributi (nirgu a). Nella sua produzone poetica emergono due filoni principali: da una parte l amore del devoto per il dio amato, dall altra l esaltazione del valore guerriero tipico del modello r jp t. La passione letteraria devozionale del mah r jkum r contribuì ad attrarre negli anni Cinquanta e Sessanta dell Ottocento numerosi poeti e letterati dalle corti r jp t del R jasth n e di M lw , convocati per la loro dottrina e le loro abilità compositive, al punto che il piccolo regno di S t ma venne denominato cho K , cioè piccola Benares per il grande numero di dotti e di poeti che ne affollavano la corte. In questo senso, un patronato artistico-religioso che partiva dallo slancio devozionale dei membri della famiglia regnante doveva consolidare un immagine di S t ma come un piccolo centro regionale di generosità, pietà e studio che compensava parzialmente l impossibilità della pratica guerriera e la piena costruzione di una legittimità regale guerriera25. La netta tendenza vishnuita (vai ava) prevalente tra i r j della dinastia
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Per una sintesi della vita e dell epoca del personaggio, si veda B rahath S. D. (a cura di Ra wat M. S.), S t ma R jya k Itih s [Storia del regno di S t ma ], op.cit., pp. 98-102. Per un antologia commentata delle sue composizioni poetiche, si veda Mi ra K. V. (a cura di), Na n gar-Vinod [Il divertimento di Na n gar] r Na n gar odh Sa sth n, S t ma , 1987 (prima edizione 1935).
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Ratan Singh fu anche un appassionato bibliofilo, tanto che la formidabile biblioteca-archivio creata da Raghub r Singh a partire dagli anni Trenta del Novecento si fondò in maniera sostanziale sui volumi e sui
sembra confermare questa ricostruzione, specie se si pensa a come il r j R j Singh arrivò a proibire il sacrificio rituale dei bufali durante la festa annuale di da ahr 26. Come si è ricordato sopra, la festa era la celebrazione annuale incardinata sulla dea tutelare del clan, che doveva venire appagata con sacrifici di sangue animale, e il bufalo era per consuetudine la vittima sacrificale regale: la rinuncia da parte del r j alla vittima sacrificale consuetudinaria per la kuldev non testimonia solamente della pietà personale del sovrano, ma della sostanziale alienazione della legittimità regale r jp t negli Stati principeschi dell Ottocento dal fondo consuetudinario della pratica sacrificale guerriera. Terra e fede, nella genealogia di legittimazioni del potere r jp t nel regno di S t ma , dovevano sostanziare ininterrottamente la regalità del r j e della sua dinastia, e nel corso del tempo dovevano compensare il definitivo distacco dalla matrice culturale del sacrificio guerriero e della pratica di protezione guerriera.