impara un linguaggio specifico per la forma, la velocità, i processi e le procedure. In altre parole impara il linguaggio della matematica e della geometria.
Questa è per Papert la dimostrazione che ogni bambino se posto davanti a condizioni favorevoli, può apprendere e la conoscenza che ne deriva è vista subito in funzione di uno scopo.
Inoltre, attraverso l’uso dell’elaboratore, e in particolare tramite gli errori di programmazione, il bambino riflettere sul suo processo d’apprendimento, sviluppando così una delle meta-‐competenze più importanti per lo sviluppo di un individuo. È, infatti, molto difficile riuscire a programmare l’elaboratore al primo tentativo, quindi si è costretti a capire dove è l’errore e sistemare, di conseguenza, la programmazione. Dicendo alla “tartaruga” cosa fare, si riflette sulla propria azione e sul proprio pensiero e di volta in volta si elaborano comandi e soluzioni sempre più complesse. In caso di errori, poi, si tratta di capire dove la nostra programmazione non funziona e intervenire. È un atteggiamento assolutamente positivo nei confronti degli errori che è poi generalizzato anche alle altre discipline, grazie ad un parallelismo fra le strategie impiegate con l’elaboratore e quelle usate nell’apprendimento degli insegnamenti.
LOGO nel corso degli anni è diventato un modello di metodo sperimentale per l’insegnamento della matematica, dando il via alla nascita di altri software, come ad esempio Scratch, oggi molto diffuso nella scuola italiana, che consente, attraverso una grafica molto più attrattiva rispetto al suo predecessore, di creare anche delle animazioni e dei videogiochi.32
1.6. Bruner e la teoria dell’istruzione
Jerome Bruner (1915-‐ 2016, uno dei più importanti e noti psicologi cognitivisti contemporanei, negli anni Sessanta propone nella sua teoria pedagogica un’integrazione
tra attivismo e una programmazione dell’apprendimento da parte dell’insegnate, incentrata su una categoria di “struttura”.
La proposta didattica di Bruner è di orientamento strutturalista, in quanto cerca di far
convergere il momento psicologico e il momento culturale.
Con il rispetto dovuto alle modalità soggettive dell’acquisizione e della trasformazione della conoscenza, il motivo centrale della didattica è la nozione di struttura, ovvero un’idea generale o un insieme di principi fondanti una determinata disciplina. L’accento, dopo una lunga stagione pedagogica di orientamento puerocentrico, si sposta sui contenuti del sapere, verso un’idea di educazione che persegue come scopo l’ideale della perfezione e dell’eccellenza.
Bruner riconosce l’importanza dell’esperienza immediata, del vissuto dell’alunno, ma il problema metodologico è quello di trovare strategie per superarlo nei tempi più brevi possibili e nelle forme più efficaci e produttive per la crescita dell’alunno. Il possesso di una struttura, di un’idea davvero fondamentale, è condizione generatrice di ulteriori scoperte, di più ampie generalizzazioni.
Al contrario di Piaget, secondo Bruner non esistono stadi di sviluppo ben delineati, ma una serie di strategie che servono ad interpretare ciò che si verifica nell’ambiente e che portano il bambino verso una padronanza del mondo esterno sempre più adeguata. Bruner distingue 3 modalità della rappresentazione:
ü esecutiva → strumento con il quale il bambino si rappresenta il suo mondo prevalentemente attraverso l’azione
ü iconica → soddisfa gli stessi scopi attraverso l’immagine che progressivamente si libera dai condizionamenti percettivi. Il bambino conosce attraverso la vista e valuta gli oggetti e li classifica a seconda del colore, della forma e delle dimensioni. ü simbolica → costituisce la forma più sofisticata e flessibile di rappresentazione
Queste tre forme caratterizzano comportamenti distinti di diverse fasi evolutive (bambino, fanciullo, preadolescente), ma continuano a coesistere nel corso dello sviluppo, interagiscono in vario modo e sono largamente influenzate dalla cultura.
Nella sua opera “Verso una teoria dell’istruzione” Bruner individua i criteri per la costruzione di un curricolo, inteso come il percorso per il raggiungimento delle competenze e delle strutture. Partendo dalla natura dello sviluppo del soggetto e dai suoi sistemi di rappresentazione (attivo, iconico e simbolico) viene sviluppata la teoria dell’istruzione che ha quattro caratteristiche principali:
v le esperienze devono essere stabilite in base alla loro capacità di stimolazione ad apprendere, in quanto la conoscenza della società moderna è continuamente sorpassata dall’evoluzione culturale e tecnologica. Per questo, attraverso l’esperienza, il bambino deve imparare ad imparare, in una prospettiva di life long learning;
v vengono messe a punto un’organizzazione delle conoscenze che sia efficace nell’apprendimento;
v individuazione della sequenza delle conoscenze da offrire al bambino, in base al suo sviluppo;
v modalità di rinforzo programmate accuratamente, puntando il più possibile sulla stimolazione della motivazione interna del bambino.33
Si nota come in questa prospettiva venga riattribuita all’insegnante una centralità fondamentale nel processo educativo, richiedendogli una competenza tale da organizzare
l’intera didattica su esperienze intese come l’acquisizione di uno strumento di pensiero e di apprendimento
Capitolo 2
2.L’ingresso delle tecnologie a scuola e il pensiero computazionale
L’approccio allo studio (e all’uso) delle tecnologie nella didattica si è evoluto in stretta relazione alle teorie sull’apprendimento. Le tecnologie non sono state introdotte esclusivamente per la loro funzionalità tecnica, senza teorizzazioni che facessero loro da sfondo. Al contrario, appare evidente che allo strumento è stato fin da subito attribuito uno scopo specifico nelle differenti fasi del processo di istruzione-‐apprendimento, con un accento posto inizialmente sul primo e successivamente sul secondo dei due termini, man mano che le teorie generali sull’apprendimento si facevano sempre più complesse. Teorie dell’apprendimento e applicazione delle tecnologie per l’istruzione vanno analizzate nella loro relazione e reciproca influenza, mai separatamente.
2.1. Alle origini dell’ICT applicate all’insegnamento.
I presupposti teorici che fanno da sfondo agli ambienti di apprendimento sostenuti dalle tecnologie dell’informazione sono riconducibili ai paradigmi di matrice costruttivista che hanno determinato una svolta significativa nella storia della conoscenza. Come già illustrato, il costruttivismo mette in discussione i