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118 8.1 Il calcolo della CO2 emessa

8.2 Il calcolo della CO 2 stoccata negli ecosistemi forestal

Le attività umane, come lo sfruttamento di combustibili fossili e la

deforestazione, influenzano fortemente la concentrazione di CO2 nell’atmosfera. Le

foreste hanno un ruolo importante nel ciclo globale del carbonio, in particolare la biomassa presente negli alberi degli ecosistemi forestali di tutto il mondo rappresenta, insieme a quella del suolo, la frazione più importante di anidride carbonica fissata negli ecosistemi terrestri.

Nel 2007 la quantità totale di carbonio stimata negli ecosistemi forestali italiani è risultata pari a 1.165 milioni di tonnellate, di cui oltre il 49% si trova nei suoli e il 48% nella biomassa viva (Ciccarese e Pettenella 2009), dove prevale la componente epigea (Scarfò e Mercurio 2009). Se ne deduce che una stima precisa della biomassa arborea (fitomassa) è essenziale per poter valutare il contributo delle foreste al bilancio planetario di carbonio. La capacità delle foreste di fissare la

CO2 atmosferica è fondamentale sia ai fini della conoscenza e della gestione degli

ecosistemi sia per gli aspetti economici che da essi derivano, come ad esempio il Mercato dei crediti di carbonio.

Partendo dal resoconto sulle metodologie adottate a livello internazionale, proposto nel Capitolo 3, analizzeremo adesso i metodi più utilizzati in Italia per i progetti forestali volontari per la fissazione di C02.

Metodologie utilizzate nei progetti volontari

La realizzazione di progetti forestali a carattere volontario consente ai diversi investitori pubblici e privati una maggiore flessibilità e una maggior gamma di opzioni di scelta , non essendo necessariamente soggetti alle limitazioni e alle regole imposte dal PK. I metodi utilizzati per la contabilizzazione del carbonio assorbito nelle attività forestali, in alcuni casi fanno capo a metodologie riconosciute a livello internazionale ma spesso non vengono specificati o descritti nel dettaglio, come spesso accade nei siti web delle Agenzie di servizio italiane. Consultando i siti web di queste sono infatti emerse carenze informative e differenze sulle metodologie utilizzate.

Impatto Zero: nel sito internet di questa Agenzia di servizi non si parla di

un metodo in particolare, ma si fa riferimento ai patner scientifici che si occupano di questo aspetto: Politecnico di Losanna, Politecnico di Torino e l’Univesit{ di Padova.

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Viene riportata la bibliografia40 di riferimento dichiarando che la maggior

parte dei coefficienti adottati sono quelli definiti da tali testi scientifici e che i valori indicativi di assorbimento vengono espressi in superficie forestale.

Impatto Zero utilizza quindi una propria procedura di calcolo delle emissioni basata solamente sulle indicazioni dei patner scientifici e dagli studi bibliografici proposti. Da notare che, tra la bibliografia che si dichiara di avere come riferimento, non compaiono studi effettuati in Italia o relativi al contesto italiano e in particolare per il Parco del Ticino, dove il Progetto Impatto Zero realizza le piantagioni per la fissazione della CO2

calcola. Tale carenza di studi per ambiti territoriali specifici è però anche riscontrabile nei documenti sul tema della fissazione di carbonio realizzati da organismi di livello internazionale come le metodologie indicate dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Cimate Change).

AzzeroCO2: nel sito internet di questa Agenzia di servizi viene affermato che le metodologie di contabilizzazione delle emissioni assorbite sono quelle

stabilite dal protocollo di Kyoto, il calcolo delle emissioni assorbite e l’accrescimento è poi verificato dall’ente terzo certificatore: RINA s.p.a.. Si fa

riferimento più nello specifico a una metodologia semplificata per progetti

small-scale CDM di forestazione: “Simplified baseline and monitoring

40 Baldo G.L. et al., Life Cycle Assessment, uno strumento di analisi energetica e ambientale, 2000, Ipaservizi, Milano. Wackernagel M. e W. Rees, L’impronta ecologica, 1996, Edizioni Ambiente, Milano. Lenin Corrales, William Alpizar et al., “Estimacion de la Cantitad de Carbono Almacenado y Captado (masa aèrea) por los Bosques de Costa Rica”, Luglio 1998. Ricerca svolta con il sostegno del Programma Ambientale Regionale per il CentroAmerica (PROARCA), il Central American Protected Area System (CAPAS) e la US Agency for International Development (USAID). Autori: Lenin Corrales, William Alpizar e altri. Questo documento è basato sulla ricerca “Potencial de Carbono y Fijacion de Dioxido de Carbono de la biomasa en pie por encima del suelo en los bosques de la Republica de Costa Rica” effettuata nel gennaio 1998 da Jorge Rodriguez, Lenin Corrales e Lawrence Pratt per il Centro Latinoamericano para la Competividad y el Desarrollo Sostenibile dell’ Instituto Centroamericano de Administracion de Empresas (INCAE), col sostegno del Progetto BCIE-INCAE-HIID. «Propuesta de Ampliacion de la reserva Karen Mogensen F., Peninsula de Nicoya, Corredor Biologico Peninsular Costa Rica », Febbraio 2002. Autori: GEV (Guardie Ecologiche Volontarie), provincia di Modena: Prof. Dario Sonetti. ASEPALECO (Asociacion Ecologica Paquera, Lepanto y Cobano): Teresa Cerdas Rojas e Arnulfo Quiros Salazar. MINAE (Ministero dell’Ambiente e dell’Energia del Costa Rica): Luis Mena Aguilar (ACT – MINAE) e William Alpizar Zuniga (OCIC: Officina Costarricense de Implementacion Conjunta). INBio (Instituto Nacional de Biodiversidad): A.R. Gonzalez, F.H. Arias, H.A. Maizena, L.P. Chaves. Michel Campagna, “Le cycle du carbone et la forêt : de la photosynthèse aux produits forestiers », Dicembre 1996. Documento realizzato per la Direction de l’environnement forestier, Service de l’évaluation environnementale, Ministero delle Risorse Naturali, Governo del Québec. Sandra Brown, “Estimating biomass and biomass change of tropical forest”, Forestry paper n. 134. Department of Natural Resources and Environmental Sciences, University of Illinois. Urbana, Illinois, USA, 1997. Frischknecht R. e altri, "Oekoinventare von Energiesystemen", Gruppe Energie Stoff Umwelt ETHZ, pp. 1800 (1996). Haberstatter K. e altri "Inventaire é cologique relatif aux emballages", Cahier de l'Environnement n°250, BUWAL, Bern (1998). Roth C., Steiner A. "A l'affut de l'énergie grise", SIGA/ASS, Zurich (1999). Maibach M. e altri "Oekoinventar TRansporte - Grundlagen fur den oecologischen Vergleich von Transportsystemen und fur den Einbezug von Transportsystemen in Okobilanzen", SPP Umwelt, Modul 5, INFRAS (1999).

methodologies for small-scale afforestation and reforestation project activities under the clean development mechanism implemented on grasslands or croplands (ARAMS0001)”.

(http://cdm.unfccc.int/methodologies/SSCmethodologies/SSCAR/approv ed.html).

AzzeroCO2 fornisce inoltre al cliente un valore indicativo di assorbimento: ogni albero assorbe mediamente, nel suo ciclo di vita, tra 500 e 1000 Kg di CO2 (da 0,5 e 1 t di CO2).

CO2balance Italia: nel sito internet di questa Agenzia di servizi non si fa

riferimento a nessun tipo di procedura per il calcolo della fissazione della CO2 relativa agli Accordi volontari.

Considerata l’assenza di un chiaro riferimento o di un esempio esplicativo sulla metodologia adottata per il calcolo dell’assorbimento di CO2 da parte dei Carbon Broker italiani, riportiamo di seguito alcuni esempi di calcolo utilizzati sempre in

Italia ma da altri soggetti che operano o hanno operato nel campo degli Accordi

volontari. Il primo esempio è un Progetto di compensazione delle emissioni di CO2

equivalente collegate all’evento “Uniamo le Energie” della Regione Piemonte e

riguarda un intervento di afforestazione, mentre il secondo esempio riguarda l’applicazione de modello CO2FIX per quantificare i crediti di CO2 equivalenti a

ettaro generabili dalle attività di Forest Management (gestione forestale).

L’aspetto interessante di quest’ultimo modello è la possibilit{ di fornire previsioni in base ai diversi modelli gestionali adottati.

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Primo Esempio

Dal documento informativo sul progetto di compensazione delle emissioni dell’evento “Uniamo le Energie”, tenutosi a Torino a ottobre 2009, (www.regione.piemonte.it/energia) si possono conoscere i riferimenti metodologici e le fonti di dati utilizzati caso per caso per il calcolo della superficie e il numero di piante considerate.

Per il calcolo della CO2 assorbita vengono utilizzate le linee guida IPCC a un

livello alto di precisione (Tier 3), verificando che gli studi condotti sul territorio piemontese siano estendibili a superfici con simili caratteristiche ambientali. A titolo di esempio, vengono riportati alcuni valori di riferimento tra quelli più significativi emersi da una ricerca svolta appositamente per l’evento “Uniamo le energie” su tipologie di impianti realizzati alle nostre latitudini (vedi bibliografia41), definiti tramite differenti metodologie (Tab. 19).

Da una lettura dei dati stimano che un bosco planiziale in buone condizioni, alle nostre latitudini, catturi da 10 a 15 tonnellate di CO2 ha-1anno-1.

Per la definizione dei coefficienti di assorbimento da applicare al caso specifico sono stati confrontati i più recenti studi realizzati sul territorio piemontese e nel resto del Nord Italia, selezionando gli scenari più rappresentativi e vicini a quello previsto dal progetto di compensazione, che risulta caratterizzato prevalentemente da micro-interventi di afforestazione con esemplari di latifoglie e specie arbustive, in aree caratterizzate da un assorbimento attuale sostanzialmente nullo come previsto delle linee guida LULUCF.

Particolarmente utili per la definizione dei coefficienti di assorbimento sono risultate le misure effettuate dall’Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente (IPLA spa) presso la stazione di monitoraggio del Parco La Mandria con la tecnica dell’eddy covariance, finalizzata a misurare i flussi di scambio di CO2 con

l’atmosfera del bosco di querco-carpineto presente. I dati, relativi al periodo 2003- 2005, evidenziano un assorbimento medio di carbonio di 3 t ha-1anno-1, pari a 11 t

41 Bibliografia di riferimento: IPCC, “Good Practices for LULUCF”; Piemonte-Kyoto. Valorizzazione e integrazione di conoscenze regionali per l’attuazione degli obiettivi del protocollo di Kyoto in Piemonte (Fondazione per l’Ambiente Fenoglio); Valutazione dello stock di carbonio e delle capacit{ fissative delle foreste assestate e dei boschi di neoformazione nella regione Veneto (Elena Della Valle, Università degli Studi di Padova); Indagini sugli impianti arborei non da frutto (esclusi i pioppeti) effettuati con finanziamenti pubblici nella pianura Emiliano-Romagnola (De Simone, Fratello, Pattuelli, Ponti); Gestione forestale e CO2. Il caso della Valle d’Aosta (Ciccarese, Kloehn, Lumicisi, Magri); Carbonio nei suoli degli ecosistemi semi-naturali piemontesi (Petrella, Piazzi); Newsletter dell’Osservatorio regionale Kyoto di Ibimet e Regione Toscana; Aggiornamento sul potenziale stoccaggio di CO2 nelle foreste del Piemonte (Peterlin, Regione Piemonte, ARPA Piemonte, Relazione sullo Stato dell’Ambiente 2008); Progetto “Parchi per Kyoto” , www.parchiperkyoto.it; Progetto CARBOITALY: una rete nazionale per la misura dei sink forestali e agricoli italiani e lo sviluppo di un sistema di previsione dell’assorbimento dei gas serra.

ha-1anno-1di CO2, e confermano i valori ottenuti da IPLA a partire dai dati

dell’Inventario Forestale Regionale del Piemonte. Si è pertanto assunto come valore di riferimento cautelativo, per lo scenario previsto, quello di un assorbimento di 10 t ha-1anno-1di CO2.

Tabella 19 - Valori di riferimento per tipologie di impianti realizzati alle nostre latitudini.

TIPOLOGIA (t di COASSORBIMENTO42