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La compensazione delle emissioni di gas serra tramite progetti forestal

6. Altre terre (Other land): in questa categoria sono incluse le zone improduttive o con vegetazione rada o assente, come i suoli nudi, le rocce,

2.1.3 Il settore forestale Italiano nel Protocollo di Kyoto

Secondo gli impegni liberamente assunti dal governo italiano in sede di negoziato del PK, l’Italia deve ridurre entro il 2012 le proprie emissioni nella misura del 6,5% rispetto ai livelli del 1990 (MATTM, 2002). Essendo il livello delle

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emissioni italiane del 1990 pari 519,5 MtCO2, il target per il nostro Paese è pari a

485,7 MtCO2. In base al report 2009 della Commissione europea, nel 2007 le

emissioni italiane raggiungevano un livello di 552,8 MtCO2, con un incremento

rispetto al 1990 pari del 6,9%. Ciò significa che fino al 2012 l’impegno sar{ di ridurre le emissioni del 13,4%, per una quantità annuale pari a circa 69 MtCO2.

Tale valore secondo il recente Inventario nazionale delle emissioni di gas a effetto serra relativo all’anno 2008, presentato alla convenzione UNFCCC, scenderebbe a 11,2% escludendo gli assorbimenti di CO2 da parte del settore

agroforestale. Allo stato attuale è quindi palese che l’Italia non potr{ raggiungere gli obiettivi di riduzione solo attraverso l’utilizzo di azioni sul suolo nazionale (Commissione europea, 2009). Nel 2006 il MATTM forniva dati allarmanti registrando un aumento delle emissioni rispetto al 1990 del 9,9%, prevedendo pertanto un impegno che salirebbe al 16,4%. Di recente tuttavia è stato osservato un calo delle emissioni, non tanto per comportamenti virtuosi, quanto (si presume) dalla concomitanza dell’aumentato prezzo dell’energia, al clima più mite e alla crisi economico-finanziaria14 (Alisciani et al., 2010).

È interessante evidenziare il ruolo che il governo italiano ha affidato al settore forestale nella strategia nazionale di contenimento delle emissioni di gas di serra. Come la maggior parte dei Paesi occidentali, l’Italia ha optato per non rendicontare le attività agricole nel primo periodo di attuazione, nelle proprie politiche climatiche (Ciccarese et al., 2006). Invece la gestione forestale è stata inclusa anche perché, grazie a un’intensa pressione nell’attivit{ negoziale (Tab. 4), all’Italia è stato concesso un limite di rendicontabilità per le misure di gestione forestale in

termini relativi molto elevato: 10,2 MtCO2 equivalenti per anno, pari a 2,78 Mt di

carbonio15 (Pilli et al., 2006; Federici et al., 2008). Questo potenziale di

assorbimento potrebbe essere trasformato in corrispondenti Removal Unit (RMU), che potrebbero attivare un Mercato del valore stimato di circa 230 Meuro/anno per i prossimi 5 anni, alle quotazioni odierne del carbonio, a favore del settore forestale (Alisciani et al. 2010). Nonostante il potenziale ruolo positivo delle politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici applicate all’agricoltura, l’Italia ha deciso, per il periodo 2008-2012, di non contabilizzare questo settore, per l’assenza di dati che sono necessari nel conteggio secondo le metodologie del PK (Lumicisi A., 2007). È un sink molto superiore anche in termini relativi a quelli dei nostri principali partner europei; in Italia si dovrebbe infatti concentrare il 24,1% del carbonio fissato nelle foreste dell’UE (15 Stati Membri) e il 21,3% nelle foreste dell’UE (27 Stati Membri).

14 Osservazioni emerse in via ufficiosa alla manifestazione ZeroEmission 2009.

15 Nella Decisione 8/CMP.2 del FCCC/KP/CMP/2006/10/Add.1, a seguito della richiesta del Governo italiano, si è stabilito che il cap assegnato all'Italia passasse da 0,18 MtC a 2,78 MtC.

Tabella 4 - Utilizzo delle attività relative agli articoli 3.3 e 3.4 del PK nella programmazione nazionale EU-15.

Paese M t CO2eq % rispetto al totale UE % rispetto al target nazionale 1990

Austria 0,7 1,7 0,9 Belgio 0,0 0,0 0,0 Danimarca 2,2 5,2 3,2 Finlandia 0,6 1,4 0,8 Francia 4,1 9,7 0,7 Germania 4,5 10,6 0,4 Grecia 1,2 2,8 1,1 Irlanda 2,2 5,2 4,0 Italia 10,2 24,1 2,0 Lussemburgo 0,0 0,0 0,0 Olanda 0,1 0,2 0,1 Portogallo 4,7 11,1 7,7 Spagna 5,8 13,7 2,0 Svezia 2,1 5,0 3,0 Regno Unito 4,0 9,4 0,5 EU-15 42,4 100 1,0

Fonte: Commissione Europea, 2009. Sulla base degli inventari e proiezioni degli Stati membri dell’UE;

L’Italia, nel presentare i dati concernenti l’art. 3.4, (Tab. 5) ha considerato tutta la superficie forestale attuale come sottoposta a forme di gestione (c.f.r. 2.1.4). Si tratta di quantità elevate, considerando che in totale le attività sinks nazionali (ARD

e forest management) hanno un potenziale di assorbimento stimato in 16,2 MtCO2

pari a circa il 15% dell’obiettivo nazionale di riduzione, di cui il 60% (10,2 MtCO2)

deriva dall’attivit{ di gestione forestale, cioè dal patrimonio forestale rimasto tale sin dal 1990.

Il resto del potenziale è relativo all’attivit{ di nuova forestazione, sia quella già messa in atto dal 1990 in poi, che quella relativa a nuovi impianti di forestazione (Lumicisi A., 2007). Questo quantitativo di crediti potrebbe contribuire per circa il 17% al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione italiano.

Tenuto conto degli impegni assunti dal nostro Paese in ambito internazionale negli ultimi anni è stato avviato un profondo processo di rinnovamento del sistema delle statistiche nazionali per il settore forestale. Con il nuovo Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali del carbonio16 (INFC, 2005) si sono, infatti,

16 Come anno di riferimento delle stime di superficie dell’INFC è stato fissato il 2005, anno centrale del periodo di realizzazione dell’inventario (2003-07) coincidente con il momento in cui è stata completata la classificazione definitiva delle superfici forestali. I dati relativi alle stime di superficie sono stati pubblicati in un esteso rapporto INFC, Stime di superficie 2005, costituito di due parti, una riferita alle

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poste le basi per un riassetto delle informazioni relative alle caratteristiche delle risorse forestali, sanando così in parte una reale situazione di deficit informativi.

Tabella 5 - Potenziale nazionale massimo di assorbimento di carbonio.

Articoli del protocollo di Kyoto Assorbimento

(MtCO2/anno eq.)

Art. 3.4: Gestione forestale 10,2

Art. 3.3: Riforestazione naturale 3,0

Art. 3.3: Afforestazione e riforestazione (vecchi impianti) 1,0

Art. 3.3: Afforestazione e riforestazione (nuovi impianti) 1,0

Art. 3.3: Afforestazione e Riforestazione (nuovi impianti) su aree soggette a

dissesto idrogeologico 1,0

Totale 16,2

Fonte: Delibera CIPE 123/2002;

Il compito di progettare e attuare il nuovo Inventario è stato affidato, dall’allora Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, al Corpo Forestale dello Stato (CFS) che si è avvalso della consulenza tecnica dell’Unit{ di Ricerca per il Monitoraggio e la Pianificazione Forestale del Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (CRA-MPF ex ISAFA).

Inoltre il CFS agisce da “struttura di riferimento”, essendo titolare di una serie d’indagini statistiche (INFC, Incendi, Stato di salute delle foreste, e parzialmente ancora chiamato da alcune regioni a effettuare la raccolta di statistiche congiunturali ISTAT: utilizzazioni, tagliate, ecc.). Il Corpo Forestale dello Stato inoltre mantiene le relazioni internazionali con l’UE e le Nazioni Unite in tema di statistiche forestali e predispone i più importanti rapporti informativi del settore (FRA per la FAO, JFQ per CE e UN/ECE, Indicatori MCPFE).

Gli obiettivi perseguiti dall’INFC (ISAFA, 2005) sono:

 creare un nuovo sistema nazionale di statistiche forestali, maggiormente integrato a quello europeo;

statistiche principali e l’altra che fornisce informazioni di maggiore dettaglio (INFC, 2007). Queste informazioni sono consultabili e scaricabili integralmente dal sito www.infc.it. Secondo questi parametri la superficie forestale nazionale totale è stata stimata in 10.467.533 ettari. Essa si ripartisce in Bosco e Altre terre boscate secondo un rapporto percentuale rispettivamente di 83,7% e 16,3%. La percentuale del Bosco rispetto alla superficie forestale totale è inferiore nelle Regioni meridionali (Puglia, Basilicata, Calabria) e nelle isole (Sicilia e Sardegna), dove le Altre terre boscate, e in particolare gli Arbusteti, rappresentano una parte consistente della superficie forestale. Il coefficiente di boscosità, calcolato con riferimento alla superficie forestale totale, è pari a 34.7% a livello nazionale. I dati dell’INFC costituiscono, inoltre, la fonte primaria di informazione anche per la realizzazione delle banche dati previste dal “Registro Nazionale dei serbatoi di carbonio agroforestali”, che saranno inserite nel Piano Statistico Nazionale ISTAT.

 impostare il sistema italiano di monitoraggio dei boschi e di vari altri ambienti naturali, per adempiere agli impegni assunti dall’Italia con il PK riguardanti il contenimento dei gas a effetto serra;

 rafforzare le azioni italiane finalizzate a rispettare le convenzioni delle Nazioni Unite sui temi della biodiversità e di contrastano e lotta alla desertificazione.

A differenza che in passato, il nuovo inventario ha tra i suoi scopi principali, non solo la mera acquisizione di dati riferiti alla produzione del bosco (descrizione della stazione, massa legnosa, assortimenti commerciali ritraibili, ritmi di accrescimento degli alberi), ma prende in considerazione anche tutta una nuova serie di parametri quali, lo stato fitosanitario del bosco, la sua importanza dal punto di vista naturalistico, l’aspetto di ambiente di protezione e di sviluppo della fauna selvatica, la funzione turistico-ricreativa e ultima, ma non per importanza, la funzione di assorbimento e immagazzinamento del carbonio atmosferico, argomento d’importanza determinante nel tema più generale dei cambiamenti climatici (Corona P., 2000).

La definizione di foresta adottata adegua il sistema italiano ai parametri in uso a livello internazionale (Tab. 6) e in particolare a quelli Forest Resource Assessment

della FAO del 2000 (FRA2000), e utilizza uno schema di campionamento17

denominato “campionamento triplo per la stratificazione”, derivante dallo schema molto noto e frequentemente impiegato del “campionamento doppio per la stratificazione” (De Vries P.G., 1986, Schreuder H.T. et al. 1993) e secondo lo “schema di campionamento sistematico non allineato” (Gallego, 1995). L’aggettivo “triplo” prevede una struttura a tre fasi che consente di avere errori molto limitati in sede di elaborazione statistica dei dati (Fattorini et al., 2006).

17 Lo schema di campionamento adottato per la realizzazione dell’INFC è stato quello denominato “campionamento triplo per la stratificazione”, derivante dallo schema molto noto e frequentemente impiegato del “campionamento doppio per la stratificazione” (De Vries P.G., 1986, Schreuder H.T. et al. 1993) e secondo lo “schema di campionamento sistematico non allineato” (Gallego, 1995). L’aggettivo “triplo” prevede una struttura a tre fasi che consente di avere errori molto limitati in sede di elaborazione statistica dei dati (Fattorini et al., 2006). Per l’individuazione dei punti di campionamento è stato adottato un criterio geodetico costruendo un reticolo di distribuzione dei punti di sondaggio appoggiato ai meridiani e paralleli geografici, le cui maglie e rappresentano ciascuna una quantità rigorosamente costante di superficie territoriale, pari, nel nostro caso, a 1 km2, pur avendo forma leggermente diversa al variare della latitudine e longitudine (INFC, 2003a). All’interno di ogni maglia è stato poi individuato, mediante estrazione casuale, un punto di sondaggio. I punti selezionati per la prima fase sono stati 301.000 ricoprenti tutto il territorio nazionale, uno ogni 100 ettari di territorio, (uno ogni km2), sufficienti per rappresentare in modo congruo il territorio anche a livello regionale limitando l’incertezza campionaria su valori pienamente accettabili (0,2% a livello nazionale e meno del 3% per le regioni più piccole e con minore superficie forestale). Per maggiori approfondimenti si rimanda al sito www.infc.it in cui vengono presentati in dettaglio i dati rielaborati dell’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio (INFC): http://www.sian.it/inventarioforestale/jsp/risultati_introa.jsp

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Tabella 6 -. Definizioni FAO-FRA2000 adottate dall’INFC;

Bosco

Territorio con copertura arborea maggiore del 10% su un’estensione maggiore di 0,5 ettari. Gli alberi devono poter raggiungere un’altezza minima di 5 metri a maturità in situ. Può trattarsi di formazioni chiuse o aperte. Soprassuoli forestali giovani, anche se derivati da piantagione, o aree temporaneamente scoperte per cause naturali o per l’intervento dell’uomo, ma suscettibili di ricopertura a breve termine secondo i requisiti sopra indicati, sono inclusi nella definizione di bosco. Sono inoltre inclusi:

vivai forestali e arboreti da seme (che costituiscono parte integrante del bosco); strade forestali, fratte tagliate, fasce tagliafuoco e altre piccole aperture del bosco; boschi inclusi in parchi nazionali, riserve naturali e altre aree protette;

barriere frangivento e fasce boscate di larghezza superiore a 20m, purché maggiori di 0,5 ettari;

Sono incluse anche le piantagioni finalizzate a scopi forestali comprese alberi da gomma e le sugherete.

Altre terre boscate

Territorio con copertura arborea del 5-10% di alberi in grado di raggiungere un’altezza minima di 5m a maturità in situ oppure territorio con una copertura maggiore del 10% costituita da alberi che non raggiungono un’altezza di 5m a maturit{ in situ o da arbusti e cespugli.

Inoltre, la definizione di bosco scelta, comunicata dal MATTM nel rapporto iniziale del 2006 al Segretariato della Convenzione risponde alle specifiche dettate dal Protocollo di Kyoto, nell’ambito del quale l’Italia, avendo eletto la gestione forestale (art. 3.4) tra le azioni mirate a contenere le emissioni di gas a effetto serra, dovrà fornire dati puntuali relativamente al contenuto di carbonio stoccato nelle foreste.

Durante il processo di revisione del rapporto iniziale (UNFCCC, 2007), l’Italia ha chiarito ulteriormente la definizione sopra citata, precisando che non sono da considerarsi come facenti parte delle formazioni forestali per Kyoto i parchi urbani (in quanto ricadono nella categoria di classificazione di uso del suolo “Urbano”), i frutteti e gli impianti arborei effettuati in zone agricole perché considerati ricadenti nella categoria di uso del suolo “Terreni agricoli” escludendo di fatto la pioppicoltura e l’arboricoltura da legno effettuata su terreni agricoli.

2.1.4 Le politiche per la riduzione della deforestazione e