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La compensazione delle emissioni di gas serra tramite progetti forestal

6. Altre terre (Other land): in questa categoria sono incluse le zone improduttive o con vegetazione rada o assente, come i suoli nudi, le rocce,

2.2 Le iniziative volte alla creazione di un Mercato volontario

A fianco delle iniziative ufficiali dei Governi, si sono andate diffondendo una serie di iniziative di carattere volontario promosse da imprese, organismi no-profit, amministrazioni pubbliche e perfino singoli individui. Viaggiare in aereo, organizzare un convegno, un grande evento fieristico o un concerto, sono solo alcuni esempi di attività con un forte impatto ambientale, che comportano emissioni di CO2. Perciò sempre più spesso i protagonisti di tali attività scelgono di

ridurre o addirittura di ”neutralizzare” l’impatto negativo sull’ambiente, adottando misure volte a compensare le emissioni di gas serra con interventi di segno opposto. Tra queste misure quelle volte all’espansione e alla tutela delle foreste giocano un ruolo particolare. Diversamente da quanto avvenuto finora nel campo delle iniziative ufficiali degli Stati, nell’ambito delle attivit{ volontarie l’attenzione al ruolo delle foreste è stata maggiore. Poiché in questo ambito non sono vincolanti le regole definite in sede internazionale per l’attuazione del PK, tra gli investimenti compensativi forestali di tipo volontario sono inclusi anche i progetti REDD, così come interventi di forestazione urbana e interventi volti alla fissazione di carbonio nei prodotti legnosi destinati a lunghi periodi di vita18.

Gli investimenti compensativi sono legati a motivazioni ideali, a scelte etiche, ma anche a considerazioni pragmatiche connesse al miglioramento dell’immagine e del potere di mercato delle organizzazioni promotrici di tali interventi. Rispetto a interventi compensativi nel campo del risparmio energetico, le attività forestali godono di una maggior consenso e sono più facilmente comunicabili anche a un pubblico di non esperti.

La vendita e l’organizzazione di prodotti e servizi “a emissione zero” o “Carbon

neutral” possono quindi essere, a seconda dei casi, efficaci strumenti di

comunicazione della responsabilità ambientale e sociale dei promotori e tecniche di green marketing per consolidare e migliorare i rapporti tra le organizzazioni e i loro clienti. La natura volontaria degli interventi compensativi forestali, e quindi l’assenza di regole condivise e universalmente rispettate nella selezione e nel controllo degli interventi, unitamente al fatto che in questi ultimi anni le iniziative nel settore stanno crescendo in numero e in valore degli investimenti, pongono non pochi problemi nello sviluppo di uno sistema di scambi trasparente, in grado di coniugare efficientemente le esigenze di riduzione delle emissioni di gas serra e di tutela delle risorse naturali.

18 L’utilizzo, ad esempio, di legname nelle costruzioni o nei mobili consente di prolungare anche di molti anni la fissazione di carbonio atmosferico rispetto a quanto avviene nelle foreste. Inoltre l’utilizzo delle foreste come “serbatoi” di carbonio va, comunque, incontro ad un problema di saturazione: oltre ad un certo limite non è possibile aumentare ulteriormente le superfici forestali, ma questo limite può essere ampliato aumentando l’accumulo di carbonio extra-boschivo.

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2.2.1 Come funzionano i mercati degli investimenti volontari

Nel Mercato volontario si possono individuare due sezioni: la prima, nota come il Chicago Climate Exchange (CCX), opera esclusivamente negli USA secondo uno schema dove le imprese, su base volontaria, stabiliscono un limite di emissione che devono rispettare poi obbligatoriamente, e la seconda nota come Over The Counter (OTC), rappresentata da tipologie variabili di progettisti e acquirenti che non rispondono a regole comuni e condivise.

In generale si può dire che gli investimenti compensativi sono favoriti dalla presenza di agenzie di servizio (Quadro 2) che propongono una serie di investimenti, mettendo in relazione le organizzazioni che offrono progetti e quelle che intendono acquistarne i benefici da questi derivanti (espressi in forma di “crediti di carbonio”).

Le agenzie si differenziano:

per finalità generali (imprese commerciali e organizzazioni no-profit);

 per tipologie di investimenti compensativi (forestali, agricoli, industriali o generici);

 per realtà territoriale di intervento (il Paese in cui si vendono crediti o i Paesi esteri, con alcune agenzie operanti specificatamente in Paesi del sud del mondo).

Rispetto al Mercato regolamentato emergono quindi nuovi attori (Tab. 7). I crediti di carbonio sono generalmente chiamati VERs (Verified Emission

Reductions) o CFIs (Carbon Financial Instruments)19 (Valatin, 2009). Un VER o un

CFI equivale a una tonnellata di anidride carbonica (CO2)20 la cui emissione in

atmosfera, grazie al progetto, viene a essere “compensata”, cioè assorbita dalla nuova foresta.

Un’organizzazione che vuole fare un investimento compensativo effettua, quindi, il conteggio delle proprie emissioni relative, ad esempio, a un prodotto, un evento (un convegno, un concerto, un viaggio, ecc.) o a una intera attività e si rivolge a una agenzia di intermediazione con la quale definisce il numero di quote da acquistare, spesso con riferimento a un progetto specifico. L’agenzia vende i crediti, trasferisce il pagamento ai responsabili del progetto (al netto dei costi di intermediazione) e controlla la corretta esecuzione e gestione dello stesso, in

19 I CFI è la denominazione utilizzata per i crediti scambiati nella borsa di Chicago; oltre ai VERs e ai CFIs, che sono crediti soggetti a forme di verifica esterna, vengono scambiati anche crediti senza particolari forme di controllo.

20 Più precisamente si parla di tonnellate «equivalenti» di anidride carbonica in quanto anche altri gas serra (metano, protossido di azoto, …) possono essere oggetto di intervento di riduzione e, in questo caso, vengono convertiti in CO2 equivalente in termini di effetti di alterazione del clima.

primis garantendo ovviamente che le quote legate alla realizzazione di una attività

non siano vendute contemporaneamente a più di un compratore; a questo fine vengono predisposti appositi registri21.

Tabella 7 - Attori coinvolti nei Mercati volontari dell’OTC e del CCX.

Mercato

Attori OTC CCX

Proprietari terrieri V V

Organizzatori dei progetti V V

Comunità presenti nelle aree forestali V V

Consulenti e agenzie di servizi V V

Imprese forestali V V

Certificatori di parte terza V V

Carbon Broker V

Registri V V

Aziende wholesalers (Venditori all’ingrosso) V V

Aziende Retailer (Venditori al dettaglio) V

Stakeholder esterni ed indiretti (Singoli cittadini) V V

Finanziatori V

Fonte: nostre elaborazioni su dati rapporto State of the Voluntary Carbon Markets 2009;

Negli ultimi anni il Mercato volontario è cresciuto da un valore di circa 4 milioni di tonnellate commercializzate nel 2004 a circa 123 milioni nel 2008; rispetto al 2007 si è assistito a una crescita dell’87% delle quantit{ di gas serra scambiate. In base al rapporto State of the Voluntary Carbon Markets 2009, la crescita degli scambi ha interessato negli ultimi anni soprattutto i Paesi asiatici, gli Stati Uniti, l’Australia e la Nuova Zelanda (Hamilton et al., 2009).

Il mercato più ampio dove si scambiano i crediti è il CCX (www.chicagoclimatex.com) nel quale dal 2003, anno di lancio di questa speciale borsa merci, sono stati scambiati circa 114 milioni di crediti (69 nel solo 2008). Non tutti i segnali dell’andamento del mercato sono tuttavia positivi.

Il prezzo nel Mercato volontario dei VERs è crollato22 sotto 5 € (novembre

2009) a tonnellata di CO2, un valore molto inferiore a quello del Mercato ufficiale

delle quote scambiate in base alle regole definite dal PK (nel principale Mercato ufficiale, l’EU-ETS - il valore attuale è intorno ai 13 € www.pointcarbon.com). Entrambi i prezzi sono molto calati in questi ultimi mesi, e la differenza tra le due serie di valori si è ampliata, con una maggiore diminuzione dei prezzi del Mercato volontario.

21 Cfr. in Italia l’iniziativa di eCO2care - www.eco2care.org.

22 I prezzi medi delle quote nel Chicago Climate Exchage sono stati di 4,9 €/tonnellata di anidride carbonica nel 2008, di 4,0 € nel 2007 e di 2,7 € nel 2006.

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Tale differenza è spiegata dalle norme diverse che regolano i due mercati: quello volontario è caratterizzato da un numero ampio di progetti ovvero una grande offerta a fronte di una domanda che, per la crisi economica, ristagna; il Mercato ufficiale è caratterizzato da maggiori vincoli sia nella definizione degli obblighi per alcune imprese, sia nella tipologia degli investimenti realizzabili (nell’ EU-ETS non sono ammessi quelli agricoli e forestali).

Quadro 2

Sitografia: In Italia, anche nell’offerta di investimenti nel settore forestale,

operano tra gli altri AzzeroCO2 (www.azzeroco2.it), LifeGate

(www.impattozero.it) e CO2balance (www.co2balance.it). Altri brokers operanti a livello internazionale sono: Carbon Footprint (www.carbonfootprint.com); Carbon Forestry (www.carbonforestry.co.uk); Carbon Leaf (www.carbonleaf.co.uk); Carbon Me (www.carbonme.org); Carbon Positive (www.carbonpositive.net);

Carbon Responsible, (www.carbonresponsible.com); Climate Stewards

(www.climatestewards.net); Climate Warehouse (www.climatewarehouse.com); Climate Wedge (www.climatewedge.com); Cool Earth (www.coolearth.org);

Correct Carbon (www.correctcarbon.co.uk); Envirotrade

(www.envirotrade.co.uk); EcoSecurities (www.ecosecurities.com); Evolution Markets (www.evomarkets.com); Face Foundation (www.stichtingface.nl); Flying Forest (www.FlyingForest.org); Forest Carbon (www.forest-carbon.co.uk); Futuro Forestal (www.futuroforestal.com); Future Forests (www.futureforests.co.uk); Grow a Forest (www.growaforest.com); GroPower (www.GroPower.net); Greenstone Carbon Management (www.greenstonecarbon.com); Klimafa (www.Klimafa.com); Mycarbondebt (www.mycarbondebt.com); Plan Vivo (www.planvivo.org); Ripple Africa (www.rippleafrica.org); The CarbonNeutral Company (www.carbonneutral.com); Treeflights (www.treeflights.com); Trees for Cities (www.treesforcities.org); World Land Trust – Carbon Balanced (www.carbonbalanced.org).

2.2.2 Gli investimenti forestali volontari

Lo sviluppo del mercato degli investimenti compensativi nel settore forestale è certamente un positivo elemento di novit{ nell’organizzazione del settore in quanto rende operativo quel principio “chi fornisce benefici ambientali viene remunerato” (Provider gets) complementare a quello universalmente accettato del “chi inquina paga” (Polluters pays).

Compensare con interventi forestali (cfr. Cap. 3), soprattutto quando questi sono realizzati in territori economicamente marginali, non è solo un esempio di efficiente utilizzo del mercato, ma anche una scelta eticamente corretta nell’impostazione delle politiche di sviluppo economico, sempre che gli

investimenti tengano in considerazione anche i requisiti di tutela ambientale e sociale (Peskett et al., 2007).

Benché non sia una panacea, la creazione di mercati per gli investimenti compensativi volontari finalizzati a tutelare e sviluppare le risorse forestali è uno strumento a livello internazionale certamente utile, ma ancora molto debole. La complessit{ della definizione dei corretti investimenti e l’assenza di regole condivise tra gli operatori del mercato lascia aperti ampi spazi per comportamenti non corretti23, spesso definibili come forme di greenwashing ovvero interventi

mistificatori di alcune organizzazioni che tendono a crearsi una immagine positiva di responsabilità ambientale smentita da una pratica ordinaria di segno opposto. Molto apprezzabile, a questo riguardo, è l’iniziativa del Governo inglese di promuovere su base volontaria l’adozione di un Codice di buona condotta per investimenti forestali compensativi24.

Nel mettere in atto investimenti compensativi nel settore forestale si possono verificare problemi legati all’addizionalit{, alla permanenza e al leakage (cfr. Cap. 3), come anche alla complessità tecnica e al costo economico delle attività di inventariazione e monitoraggio e al fatto che, anche per questi elementi di complessit{, c’è il rischio di privilegiare gli interventi su grandi superfici dove è facile realizzare economie di scala negli investimenti e nella valutazione dei relativi effetti, spiazzando quindi gli interventi su piccola scala.

Non è facile trovare un corretto equilibrio tra grandi progetti con ottimi effetti di immagine ed economie di gestione e micro-realizzazioni con effetti più diffusi, maggiore controllo sociale delle popolazioni interessate, ma costi di gestione e monitoraggio più alti. Un ultimo, ma certamente non secondario, problema è quello della equa ripartizione dei benefici degli interventi (Grieg-Gran et al., 2005): c’è infatti un’ampia evidenza empirica che in molti progetti larga parte dei pagamenti dei crediti non vada ai gestori delle risorse ma alle diverse figure di intermediari coinvolti nelle transazioni.

È interessante evidenziare che nel processo di grande espansione del mercato degli investimenti volontari si sta assistendo a una diminuzione relativa dei crediti di carbonio generati dagli investimenti compensativi nel settore forestale a favore di investimenti nel campo della produzione di energie rinnovabili (eoliche, solari, geotermiche, etc.) e del risparmio energetico.

23 Anche in Italia ci sono state denunce, in parte rientrate, di comportamenti non corretti per investimenti compensativi forestali realizzati da amministrazioni provinciali ed enti parco. Molto maggiore è la casistica all’estero, come denunciato da www.sinkswatch.org, www.cheatneutral.com e www.carbonoffsetwatch.org.au.

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Grafico 1 - Proporzione in % dei progetti forestali nel Mercato volontario del carbonio nel