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Capability come libertà sostanziale di poter scegliere fra “le vite possibili”

2.3 “DENTRO” LA COMPETENZA

4. Certificazione: processo mediante il quale l’organismo pubblico o altro soggetto da esso specificamente abilitato – rilascia un attestato formale relativo al possesso d

2.7 OLTRE IL FUNZIONALISMO DELLE COMPETENZE

2.7.1 Capability come libertà sostanziale di poter scegliere fra “le vite possibili”

Con il termine capacitazione Sen indica l’«abilità di fare cose» e di «funzionare » in cui si riflette la libertà dell’individuo di poter scegliere e determinare in che direzione svolgere il proprio progetto di vita.

Sen (1993), in Capability and Well-Being, definisce due concetti: functionings e

capabilities.

Functionings represent parts of the state of a person – in particular the various things that he or she manages to do or be in leading a life. The capability of a person reflects the alternative combinations of functionings the person can achieve, and from which he or she can choose one collection (Sen, 1993).

I functionings, le cui radici sono chiaramente aristoteliche108, riguardano stati o cose che gli individui raggiungono o fanno (l’insieme di being e doing, secondo il linguaggio

108 Il collegamento del pensiero seniano con la nozione aristotelica di vita buona “transita per l’economia,

e non è dunque possibile affrontarlo se non attraversando, pur in modo necessariamente non dettagliato, il contributo di Sen in quanto economista.

Esprimendo una convinzione in controtendenza rispetto al mainstream economico, Sen ritiene che l’economia abbia da essere (e così è, effettivamente, nel suo approccio), davvero “politica”, nel senso più alto del termine, così come anche Aristotele lo concepiva. Lo Stagirista, infatti, nell’Etica Nicomachea e nella

Politica, per quanto istituisca una serie di scienze specialistiche e settoriali, non configura l’economia come

disciplina autonoma, e la interpreta, piuttosto, come una parte dell’etica e della politica,cioè non come una scienza descrittiva, ma come una scienza normativa, volta a tutelare la coesione e il buon funzionamento della vita comune. Non appare così strano, alla luce di ciò, ripartire dalla “vita buona” proprio prendendo le mosse dall’economia: essa, infatti, naturalmente chiamata al dialogo con la filosofia politica, interagisce strettamente con quest’ultima. Non è vero che la filosofia si occupi solo di fini e l’economia solo di mezzi (o addirittura, nell’interpretazione di Lionel Robbins, solo della relazione tra mezzi e fini, disinteressandosi, nel merito, di entrambi). Piuttosto, ambedue si occupano del rapporto tra mezzi e fini nella sfera politica, sia pure con tagli diversi: l’una, la filosofia politica, con un tagli qualitativo, preoccupata della congruenza; l’altra, l’economia, con un taglio quantitativo, preoccupata del rendimento. Così concepita l’economia focalizza in modo naturale la sua attenzione sui problemi dello sviluppo, non tanto perché adotti nuovamente l’angolo prospettico tipico della scuola classica, quello dinamico (anziché quello statico dei neoclassici) quanto per il fatto di essere impegnata in un proficuo crossing over con le finalità e gli obiettivi delle istituzioni pubbliche (MOCELLIN S., 2006, pp. 143-145).

utilizzato dallo stesso Sen); sono, cioè, realizzazioni di ciò che una persona desidera - in quanto gli dà valore - di fare o di essere” (dai funzionamenti più elementari: essere nutrito a sufficienza, non soffrire di malattie evitabili; ai più complessi: essere in grado di partecipare alla vita della comunità, aver rispetto di sé. I funzionamenti comprendono due componenti: una dinamica poiché richiama alle azioni che l’individuo compie e una statica laddove il concetto rimanda all’idea di uno stato di esistenza o di essere.

Le capabilities sono definite come ciò che ciascun individuo è in grado di poter essere o poter fare, qualora ne abbia l’opportunità; in altri termini, rappresentano l’insieme delle combinazioni alternative di functionings che è in grado di realizzare. E’ dunque una sorta di libertà: la libertà sostanziale di realizzare più combinazioni alternative di funzionamenti (o, detto in modo meno formale, di mettere in atto più stili di vita alternativi)”. In questo senso allora la combinazione alternativa di funzionamenti fra cui può essere esercitata la scelta, rappresenta l’orizzonte delle possibili alternative capacitanti (la capacitazione viene intesa come possibilita’: ciò che potrei essere e fare). Quando invece la combinazione dei funzionamenti effettivi costituisce la “riuscita reale” allora si deve intendere come stato di realtà: ciò che realmente sono e faccio

Le capabilities sono, dunque, strettamente collegate ai functionings: secondo una efficace definizione di Williams, «la capability sta al functioning come il possibile sta all’attuale» (William B., 1987).

Sen afferma che la capability di un individuo

[…] rappresenta le varie combinazioni di funzionamenti

(stati di essere e fare) che la persona può acquisire. La capacità è dunque un insieme di vettori di funzionamenti, e riflette la libertà dell’individuo di condurre un tipo di vita piuttosto che un altro. Così come il cosiddetto «insieme di bilancio» nello spazio delle merci rappresenta la libertà della persona di comprare panieri di merci, l’«insieme delle capacità» nello spazio dei funzionamenti riflette la libertà della persona di scegliere fra le vite possibili.Sen A.(1994).

In riferimento al significato della nozione di capability, Magni (2006) rileva come essa comprenda due differenti accezioni: quella di ability, in relazione al potere interno dell’individuo di essere o fare (un potere di carattere controfattuale, posseduto e non necessariamente esercitato), e quella di opportunity, che si rifà alla presenza di condizioni esterne che rendono possibile per l’individuo l’essere e il fare. Si può spiegare ulteriormente il significato di capability facendo ricorso ad un esempio: un individuo con

una disabilità motoria che non riceve aiuto da altri individui non possiede la capability di uscire dalla propria abitazione (ad esempio per fare una passeggiata in un parco), mentre lo stesso individuo, se aiutato da altri individui ogni qualvolta lo desidera, possiede la

capability di uscire dalla propria abitazione. «È questa distinzione – afferma Sen – che

l’approccio delle capacità cerca di cogliere» (Sen, 2000).

Nell’ambito della teoria del capability approach, è l’insieme degli stati potenzialmente raggiungibili (capability set) e di quelli effettivamente realizzati (functionings) che determina il benessere e la qualità della vita di un individuo.

Dunque, la valutazione del benessere di un individuo deve riferirsi non solo ai

functionings ma, in considerazione dell’importanza attribuita alla libertà sostanziale

dell’individuo di essere e fare.

Sen attribuisce alla libertà individuale un ruolo chiave nel processo di sviluppo sociale: lo sviluppo è inteso, infatti, come un processo di espansione delle libertà reali godute dagli individui.

La libertà può essere intesa sia in senso positivo (come libertà di) che in senso negativo (come libertà da): la libertà positiva è definita in riferimento agli stati e alle cose che un individuo può o meno conseguire, senza considerare i fattori causali alla base del conseguimento; la libertà negativa, è definita, al contrario, in riferimento all’assenza di limitazioni per il conseguimento stesso. Secondo questa interpretazione, una violazione della libertà negativa implica anche una violazione della libertà positiva, mentre non accade il contrario109.

“le capacità sono nozioni di libertà nel senso positivo del

termine: quali opportunità reali si hanno per quanto riguarda la vita che si può condurre” (Sen, 1992)

Sen sostiene fortemente l'adozione di un concetto positivo di libertà, libertà positiva, cioè una visione della libertà come abilità concreta di fare qualcosa e di essere qualcuno, in opposizione a un concetto negativo, che intende la libertà come assenza di impedimenti formali110. D’altra parte la libertà seniana va intesa come potere, possibilità di scelta, e non come controllo diretto di tutte le variabili che determinano la presenza di diverse opzioni.

109 Il riferimento è all’interpretazione di Berlin, I. (1958), 110

Per chiarire la distinzione, si pensi al caso di un disabile che intende raggiungere un edificio pubblico: mentre da una parte egli può essere libero di accedervi, nel senso che nessuno glielo vieta legalmente, dall'altra può essere non-libero, ovvero concretamente incapace di accedervi se ad esempio ci sono barriere architettoniche. Un altro esempio è relativo al digiuno: digiunare – per protesta – è diverso – ricorda sempre Sen – da morire di fame. Nel primo caso si ha la libertà e possibilità di scegliere di condurre la propria vita

La capacità rappresenta le varie combinazioni di funzionamenti (stati di essere o di fare) che la persona può acquisire e per questa ragione la capacità riflette la libertà dell’individuo di condurre un certo tipo di vita piuttosto che un altro. Non si discute di libertà dalle restrizioni, ma di libertà intesa come positive power di fare e di essere ciò che si vuole fare ed essere.

Le libertà sono – per Sen – contemporaneamente fini e mezzi in quanto «lo sviluppo economico può essere visto come un processo di ampliamento delle capacità delle persone» (Sen A., 1992).

Dunque, oltre al ruolo costitutivo (Magni, 2006) – che attiene all’importanza delle libertà per la vita umana - Sen attribuisce alle libertà anche un valore strumentale nel processo di sviluppo: la libertà di agire di ciascun individuo è condizionata dagli assetti sociali, politici, economici di una società; questi, a loro volta, possono essere trasformati (in senso libertario) dall’esercizio individuale della libertà stessa, in particolare di alcuni tipi di libertà, definite libertà strumentali.

Lo sviluppo consiste nell’eliminare vari tipi di illibertà che lasciano agli uomini poche scelte e poche occasioni di agire secondo ragione; eliminare tali illibertà sostanziali – questa è la mia tesi – è un aspetto costitutivo dello sviluppo. Tuttavia, per comprendere più a fondo il nesso fra sviluppo e libertà, dobbiamo andare oltre il riconoscimento (pur cruciale) di questo punto fondamentale. Al peso intrinseco della libertà umana vista, in generale, come obiettivo preminente dello sviluppo si aggiunge – ed è aggiunta importante – l’efficacia strumentale di certe particolari libertà nel promuoverne altre. (Sen A., 2000)

Sen individua cinque tipi distinti di libertà strumentali: le libertà politiche, le infrastrutture

economiche, le occasioni sociali, le garanzie di trasparenza, la sicurezza protettiva (Sen

A., 2000).

Le libertà politiche fanno riferimento alla possibilità degli individui di scegliere chi deve governare, influenzarne i programmi, conoscerne e, eventualmente, criticarne l’operato, di discutere liberamente di politica, di avere accesso ad una stampa libera, ecc.

nel modo in cui si ritiene degno; nel secondo caso invece non vi è nessuna possibilità di scelta ma l'assenza di mezzi e risorse economiche, la presenza di date istituzioni e pratiche politiche e sociali limitano la libertà e impediscono lo sviluppo delle capacità individuali.

Le infrastrutture economiche riguardano le possibilità degli individui di utilizzare risorse economiche per consumare, produrre e scambiare111.

Le occasioni sociali si riferiscono agli assetti di una società in materia di scuola, sanità e altri servizi tali da influire sulla libertà degli individui di condurre la vita che desiderano. Sen ne sottolinea l’importanza sia per la vita privata, sia perché sono presupposti indispensabili per una efficace e consapevole partecipazione alle attività economiche e politiche112.

Le garanzie di trasparenza si riferiscono alla necessità degli individui di rapportarsi gli uni agli altri avendo garanzia di franchezza e chiarezza; le garanzie di

trasparenza hanno un’importanza cruciale nella lotta contro la corruzione,

l’irresponsabilità finanziaria, ecc.

La sicurezza protettiva fa riferimento alla rete sociale in grado di garantire protezione e assistenza ai segmenti più vulnerabili della società (si pensi, ad esempio, gli assegni di disoccupazione, all’integrazione del reddito degli indigenti, ecc.).