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https://www.yurtparadise.net/capanna-del-sudore , sito Yurt Paradise, sezione riguardante le capanne sudatorie, ultimo accesso 30 gennaio 2019.

https://marcomassignan.org/attivita-e-incontri/capanna-del-sudore-inipi/, la capanna sudatoria secondo l’Istituto Nemeton, ultimo accesso dicembre 2018.

http://irisharchaeology.ie/2012/03/the-sweat-house-at-creevaghbaun-co-galway/ le poche informazioni reperite sulle Case del Sudore irlandesi, citate da Nemeton, ultimo accesso 20 gennaio 2019.

https://www.farwest.it/?p=109, questo sito parla di pietre in multipli di sei con una disposizione precisa secondo le direzioni e con citazioni da famose biografie di capi indiani, ultimo accesso 20 gennaio 2019.

http://www.crescita-personale.it/sciamanesimo/958/riti-sciamanici-la-capanna-

sudatoria/50/a, questo sito parla di Capanna sudatoria come rito sciamanico ancestrale a tutte le popolazioni del Pianeta, ultimo accesso 20 gennaio 2019.

https://sites.google.com/site/etnoepsico/materiale-audio-video-e-scritti/articoli/la-

capanna-sudatoria, comparazione tra Temazcal azteca e Inipi Lakota, la seconda parte è identica a quanto enunciato dal primo sito in questo elenco, ultimo accesso 20 gennaio 2019.

https://www.ilcerchiosciamanico.it/100/inipi-la-capanna-del-sudore.html, stesse

informazioni in forma diversa, spiega in modo più chiaro anche se meno dettagliato come si svolge la capanna del sudore. Anche qui, si trovano delle parti identiche ad altri siti, come per esempio dove si spiega chi non può partecipare e perché, uguale al sito Nemeton, ultimo accesso 20 gennaio 2019.

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Ringraziamenti

È finita. Dopo tutto questo tempo. Dopo il sudore, le lacrime, la disperazione, l’ansia, la speranza, la fiducia, le amicizie. Questa tesi non è soltanto l’elaborazione di un’idea, la concretizzazione di un progetto, ma è anche il punto nodale di una costellazione di persone che sono state tutte, a modo loro, fondamentali. Vorrei per prima ringraziare la mia relatrice, la professoressa Franca Tamisari, perché ha dato fiducia alla mia idea, mi ha indirizzato nella ricerca e con pazienza e instancabile precisione mi ha aiutata lungo tutto il percorso. Più volte ho temuto che rinunciasse e mi dicesse di cercarmi un altro relatore, perché le avevo scritto diverse mail o non riuscivo a venire a capo di qualcosa! Per aver creduto in me, anche quando altri non lo hanno fatto, la ringrazio infinitamente.

Ringrazio Edoardo, il mio ragazzo, il mio migliore amico. Ci conosciamo da dodici anni, siamo fidanzati da cinque, abbiamo attraversato tantissime difficoltà, malattie, esami, e ben due sessioni di laurea. A testa. Eppure, eccoti qui, sempre a sostenermi, a supportare i miei progetti talvolta (quasi sempre) fuori dal comune. A te che hai cercato di comprendere l’antropologia attraverso i miei discorsi infervorati, e non ti sei posto troppe domande quando ti ho detto su cosa volevo fare ricerca. A te che mi insegni a dubitare di quello che credo di sapere, che stimoli continuamente la mia curiosità, che mi fai imparare sempre cose nuove. A te che mi hai insegnato l’amore. Grazie.

Ai miei genitori, un pilastro portante di tutta la mia vita, perché la mia carriera universitaria è stata un po’ anche la loro. La sera prima di ogni esame condividevano le mie ansie, ed il giorno dopo le mie gioie – o il mio sconforto. Grazie di avermi sostenuto anche quando pensavo di non farcela, anche se abbiamo i nostri modi per dimostrare che ci teniamo. Grazie di aver capito quello che voglio fare nella vita, quando la maggior parte delle persone non sa nemmeno cosa sia l’antropologia. Grazie per essere venuti a trovarmi quando ero in Canada, a migliaia di chilometri di distanza, perché mi avete dato la forza di andare avanti, e grazie per essermi sempre vicini. Grazie a Nonna Emma per avermi sempre insegnato l’importanza di pensare con la propria testa, e di seguire quello che ci piace, anche se non è convenzionale – e grazie alle tue lasagne verdi! Grazie a Otello, ti sei persino letto molti dei miei libri universitari, grazie per essere il mio nonno ad honorem. Grazie a zio Mirko e zia Anto, perché mi mostrate che la forza e la famiglia stanno anche nelle differenze. Grazie a Zia Madda, perché ti sei dimostrata più volte aperta a conoscere ciò che è diverso. Grazie a Daniel V., quello “piccolo”, che poi tanto piccolo non sei, ti invidio tanto perché viaggi per il mondo per lavoro, ma ti ringrazio perché mi insegni a rimanere umile e legata alle nostre tradizioni

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di famiglia. Grazie a Deborah, perché mi sproni a fare sempre meglio. Grazie a Nonna Anna, per la forza e l’affetto, perché mi ammonisci quando mi dimostro effettivamente uguale a te, quando cado e mi sproni a rialzarmi, quando mi coccoli con le tue fantastiche tagliatelle al ragù o con i tuoi kit di sopravvivenza per studenti fuorisede. Grazie a Zia Momi, la mia fan numero uno, perché mi mostri continuamente cosa significa reinventarsi e seguire i propri sogni. Grazie a Zia Anto, perché nonostante le sfide fai ciò che ami, anche se significa essere lontana dalla famiglia. Grazie a mio cugino Mattia, il mio fratello mancato, perché siamo inseparabili dalla nascita, e anche se non ci vediamo spesso, ci pensiamo sempre. Grazie perché pur essendo due opposti, ci completiamo. Grazie a Daniel C, il cugino “grande”, perché mi insegni a seguire le mie passioni anche quando tutto il mondo mi dice il contrario. Un sentito grazie a Ilaria e Marianna, le uniche che veramente sanno cosa vuol dire partorire una tesi di magistrale in antropologia, che mi hanno dato il loro aiuto, supporto morale, incoraggiamenti. Grazie per essere state mie colleghe nei mesi e nei corsi ACEL, siete state preziosissime! Grazie perché generalmente non amo fare nuove amicizie, ma con voi è stato assolutamente naturale, come se ci conoscessimo da sempre.

Ginevra e Giuliano, anche voi siete amicizie “nuove”, ma di quelle profonde che mettono radici nelle esperienze condivise. Ditemi voi quante probabilità ci sono di incontrare altri italiani in Québec tanto appassionati quanto voi. Grazie per non aver lasciato sfumare questa amicizia una volta tornati a casa, ma anzi per averla coltivata anche a distanza. Grazie per la passione che mi trasmettete, per i progetti di vita che mi fate fare, e soprattutto per i viaggi che mi fate desiderare!

Grazie agli amici di sempre, che non so come identificare, dato che il nostro gruppo Whatsapp cambia nome più velocemente del clima in primavera. Grazie a Mischi, perché nelle nostre similitudini riusciamo a discutere e perdonarci nel giro di dieci minuti, grazie per gli anni di triennale condivisi come coinquiline, a parlare per ore di quanto sia meglio l’antropologia della medicina (lo sai che ti voglio bene). Grazie per essere il mio medico preferito. Mattia, tu sei entrato nel gruppo per Michelle, e nonostante tutto hai deciso di restare con la nostra strana banda di nerd. A Bond e Elisa, gli scienziati di più larghe vedute che abbia mai conosciuto, grazie per ascoltare il punto di vista di un’umanista disperata! A Nico, perché anche dopo i momenti bui sei sempre presente per gli amici, grazie per equilibrarci in quanto gruppo tanto eterogeneo di persone. A Luca, perché mi fai salire una gran invidia per il tuo talento musicale, e grazie per rallegrare sempre le serate. Ad Anna, mi hai insegnato che quando si ha un sogno non bisogna arrendersi mai, anche nelle difficoltà.

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E per questo ti ringrazio. A Jacky, anche se vivi a Madrid non smetterai mai di essere la mia primadonna preferita, e perché riesci ad essermi vicino anche nella distanza fisica.

Grazie a tutti voi, per essere semplicemente voi stessi.

Non posso poi non ringraziare una persona che è stata coinvolta nella tesi solo indirettamente, ma che mi ha dato un supporto psicologico molto importante, oltre che l’indicazione per il progetto Yurt Paradise. Grazie Stefania, per essere una nutrizionista comprensiva e paziente, per trasmettermi calma anche nei periodi di più alta agitazione, per avermi permesso di raggiungere un traguardo che ritenevo impossibile.

Grazie a Rosita, per essere la direttrice museale migliore che si possa desiderare. Per la passione che metti nel tuo lavoro e per quella che trasmetti a chi ti è vicino. Grazie a Jessica, la mia collega di avventure in questo Servizio Civile. E grazie a tutti gli amici conosciuti tramite quest’esperienza, anche voi, nel vostro piccolo, mi avete supportato nell’ultimo periodo di scrittura della tesi.

Ringrazio anche tutti i docenti della facoltà di antropologia di Ca’ Foscari per tutto ciò che mi hanno dato, la loro conoscenza, esperienza e passione per il lavoro che svolgono. Grazie anche a chi mi ha fatto valutare più volte di lasciare l’università, perché così ho ritrovato la mia resilienza e la forza di andare avanti. O, come diciamo in Romagna, la tigna.

Tuttavia, non posso chiudere questi ringraziamenti senza menzionare coloro senza i quali non sarebbe nemmeno esistita. Grazie a Meco, per avermi accolta nel tuo Villaggio e avermi fatto sentire subito a casa. Grazie a Gualtiero, Katiuscia, Samuele, Thomas, Mirko, Mariano e Timothy per aver condiviso con me le vostre esperienze di vita. Grazie ad Armando, Raul e Sofia per la pazienza nel sopportare i miei strafalcioni in spagnolo, e per avermi insegnato la cura per tutto ciò che fate, oltre che per il nostro Pianeta. Grazie Ale e Jitka, perché siete dei padroni di casa impareggiabili, e grazie a voi ho conosciuto persone stupende che mi hanno letteralmente adottata durante i vostri eventi. Grazie a Camilla per essere sempre cordiale e anche per essere un vero e proprio pozzo di conoscenze riguardo ai nativi americani, anche se so che tu negheresti. Lo sei. Grazie a Massimo e Luisella per avermi fatto conoscere tutti quanti, per avermi accompagnata e per aver condiviso con me colazioni, pranzi e viaggi in macchina. Grazie a Robert, Manuela e Alberto per avermi fatto conoscere un po’ di America pur restando in Italia. Grazie a Davide e Mao per un esclusivo punto di vista di Ale e Jitka, come loro amici storici. Grazie a Miriana, Susanna, Giovanna, Kristian e Cavallo Pazzo, per aver passato delle serate insieme a chiacchierare sulle nostre passioni e

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speranze. Grazie ad Isabella ed Eugenio per l’ospitalità nel loro agriturismo e per aver trasmesso un po’ della loro passione per la vita di montagna ad una nata al mare, come me! Ma grazie, soprattutto, a Bo, Savannah, Junior e Cody, per aver parlato con me di ciò che veramente sta loro a cuore, per avermi permesso di avere il loro punto di vista sia sull’argomento della mia tesi, ma anche su un modo diverso di vivere. Sulle difficoltà nello scegliere per il proprio futuro o l’istruzione o la propria cultura, perché per noi in Italia non risultano due dimensioni scisse, mentre per Bo è una preoccupazione reale. Grazie a Savannah per l’eleganza e la dignità con cui ha portato se stessa, le danze e la sua cultura. Grazie a Cody il lavoro che fa in Florida, ma anche per quello che continua a fare quando torna in Italia. Grazie a tutti voi per le risate, perché non riuscirò mai ad esprimere a parole quello che realmente significate per me.

Infine, voglio ringraziare l’unica persona che non potrà vedere il compimento di questa tesi, che non potrà gioire con me di questo traguardo. La persona a cui dedico questo lavoro, perché mi aveva “predetto” che non ci sarebbe stata alla mia seconda laurea, ma che gli bastava essere stato alla prima. A mio nonno Romano, che ha seguito una strada tortuosa e sterrata pur di dare un futuro alla propria famiglia, seguendo quello che era bravo a fare. A mio nonno, che è venuto a mancare troppo presto. A mio nonno, che mi ha fatto apprezzare la musica lirica. A mio nonno, che spero sia fiero di me.